Come già sottolineato in sede di recensione, “The Last Caress Of Light” dei folkster nordirlandesi Darkest Era non è un disco immediato, ma un’opera che va ascoltata ed apprezzata nella sua interezza. Addentrarsi nei meandri descritti da questa giovane band è piacevole ed affascinante, e solo chi avrà l’ardore di farsi totalmente trasportare in questo epico e barbaro viaggio proverà la sensazione di sentire vibrare le corde della propria sfera emozionale capaci di appagare lo spirito e la mente. Parole importanti, spese però per dei ragazzi che, se sapranno mantenere e migliorare quanto di buono detto con questo debut, non saranno state scritte invano. Se siete rimasti anche voi colpiti da questo esordio, non esitate ad approfondire la conoscenza dei Darkest Era tramite l’intervista fatta al chitarrista Andreas Mulgrew.
ALLORA ANDREAS, DATO CHE QUESTA E’ LA VOSTRA PRIMA INTERVISTA PER METALITALIA.COM, TI VA DI PRESENTARE LA BAND AI NOSTRI LETTORI?
“Certo! Ci siamo formati col nome di Nemesis ai tempi della scuola realizzando un demo autoprodotto accolto abbastanza bene dalla scena underground; a quel punto abbiamo reclutato Lisa Howe alla batteria ed abbiamo cambiato nome in Darkest Era. Il passo successivo è stato registrare il nostro primo EP intitolato ‘The Journey Through Damnation’ attraverso la Eyes Like Snow Records e partecipare al nostro primo festival estivo. Nel Marzo del 2010 abbiamo autoprodotto il promo ‘The Oaks Sessions’ limitato a 250 copie numerate a mano e nell’Agosto dello stesso anno abbiamo finalmente firmato il contratto con la Metal Blade e ci siamo subito messi al lavoro per registrare il nostro primo full-length!”.
LA METAL BLADE E’ UN’ETICHETTA MOLTO IMPORTANTE NELLA STORIA DELL’HEAVY METAL, SIETE CONTENTI DI AVER FIRMATO UN CONTRATTO CON LORO? IN CHE MODO SIETE RIUSCITI A SUSCITARE IL LORO INTERESSE?
“Il promo di cui parlavo prima, ‘The Oaks Sessions’, è stato proprio realizzato nel Marzo del 2010 con l’intento di aiutarci a trovare una label disposta a pubblicare il nostro primo album; proprio in quel periodo Alan Averill dei Primordial iniziò a lavorare per la Metal Blade col compito di trovare giovani talenti da mettere sotto contratto. Abbiamo avuto la fortuna di piacergli e ci ha presentati al boss della label, Brian Slagel, il quale, ascoltata la nostra musica, ci ha immediatamente messi sotto contratto e appena tre settimane dopo dalla firma dello stesso eravamo già in studio per registrare il nostro debut! In realtà avevamo anche altre proposte, ma la Metal Blade ha dimostrato di capire sin da subito la nostra musica e le nostre esigenze; in definitiva, ci è sembrata la scelta migliore che potessimo fare”.
COME HANNO REAGITO FINORA FAN E CRITICA A “THE LAST CARESS OF LIGHT”?
“La reazione della stampa specializzata è stata finora grandiosa! Sapevamo di avere tra le mani un prodotto di valore, ma il riscontro ottenuto ha superato ogni più rosea aspettativa! Devo dire che il paese che più ha dimostrato interesse nei nostri confronti è stato la Germania. Comunque, in linea generale la stampa ha dimostrato di ascoltare con attenzione il disco, evitando di fare facili paragoni con altre band e cercando piuttosto di descriverlo per quello che è. Questo ci ha dato una grande soddisfazione, che supera di gran lunga le poche critiche che ci hanno colpito, probabilmente dovute al fatto che chi le ha mosse non ha capito appieno quella che è la nostra idea di musica”.
IL NOME DARKEST ERA PUO’ FAR VENIRE IN MENTE IL MEDIOEVO, ADDITATO DALLA MAGGIOR PARTE DEGLI STORICI COME IL PERIODO PIU’ OSCURO DELLA STORIA MODERNA. PENSO PERO’ CHE MAI COME OGGI IL VOSTRO MONICKER RISULTI TREMENDAMENTE ATTUALE, RAPPRESENTANDO PERFETTAMENTE LO SPIRITO DI DECADENZA DELL’ETA’ MODERNA. COME MAI AVETE SCELTO QUESTO NOME?
“Abbiamo scelto il nome Darkest Era perchè ci sembrava il più adatto a rappresentare il mood della nostra musica; inevitabilmente porta alla mente anche la cultura pagana ed il Medioevo. Al giorno d’oggi è difficile scegliere un nome che non sia già stato utilizzato da qualche altra band; diciamo quindi che la scelta è stata fatta perchè rievocava in qualche modo i contenuti delle nostre canzoni, perchè suonava bene e perchè crediamo sia un nome originale; escludiamo quindi qualsiasi punto di contatto con qualsivoglia altra argomentazione”.
NON HO AVUTO LA POSSIBILITA’ DI LEGGERE I VOSTRI TESTI, VOLEVO QUINDI CHIEDERVI SE VI ISPIRATE AD ANTICHI MITI E LEGGENDE CELTICHE O SE PRENDETE ISPIRAZIONE DA ALTRI LIBRI O RACCONTI. IN PRATICA, COSA VI ISPIRA MAGGIORMENTE NELLA STESURA DEI VOSTRI TESTI?
“A parte per ‘The Morrigan’, i nostri testi non trattano di antiche leggende o miti celtici; siamo piuttosto influenzati da quello stile di scrittura e ci piace creare soggetti che possano essere ricollegati a quel background culturale. Gruppi come Mael Mordha trattano quegli argomenti, noi invece preferiamo in linea di massima creare le nostre storie ed i nostri personaggi. Prendiamo ispirazione dalle cose più disparate e il nostro stile lirico evoca quello delle antiche storie così come quello dei grandi poeti romantici come Byron, Yeats e Wild, ad esempio”.
NEL VOSTRO BACKGROUND SEMBRA AVERE UNO SPAZIO IMPORTANTE IL FASCINO CHE HA ESERCITATO SU DI VOI IL METAL DEGLI ANNI OTTANTA, CON IN AGGIUNTA UN PIZZICO DI SONORITA’ BLACK METAL… CHE NE PENSI?
“Direi che la nostra musica suona come un tuono heavy metal in mezzo ad un’oscura tempesta celtica! E’ allo stesso tempo melodica, malinconica, atmosferica e pervasa dalla furia del vento irlandese; la band che più ci hanno influenzato sono certamente alcuni dei mostri sacri del metal come Iron Maiden, Thin Lizzy e Bathory, ma anche band più recenti come gli Slough Feg ci hanno innegabilmente affascinato, così come il nostro patrimonio musicale folkloristico-celtico irlandese. Insomma…direi che ce n’è per tutti i gusti!”.
COSA CI RACCONTI DELLA SCENA DELL’IRLANDA E DELL’IRLANDA DEL NORD? QUANTO E’ DURA PER UN
GRUPPO DELLE VOSTRE PARTI EMERGERE E DIFFONDERE LA PROPRIA MUSICA NEL RESTO DEL CONTINENTE EUROPEO?
“Non credo che sia più difficile di quanto non sia nel Regno Unito nonostante, non dimentichiamolo, la popolazione totale dell’Irlanda Del Nord sia numericamente paragonabile a quella di una tipica città europea. Continuano ad uscire un sacco di band promettenti e le opportunità di suonare dal vivo non mancano di certo, magari anche di supporto a nomi stranieri più affermati che passano da queste parti. A volte, dopo uno show, si può rimanere demoralizzati dallo scarso numero di spettatori che hanno partecipato all’evento, ma credo che questo possa accadere un pò ovunque. Soppesando il tutto, non possiamo però non notare come ci sia stato un netto miglioramento rispetto al passato”.
OGGIGIORNO QUANDO SI PARLA DI FOLK METAL LA GENTE SI ASPETTA QUALCOSA DI PACCHIANO IN STILE KORPIKLAANI TANTO PER FARE UN NOME, COSA CHE NON SI RISCONTRA ASSOLUTAMENTE IN “THE LAST CARESS OF LIGHT”. QUINDI, IN CHE MODO PENSI LA VOSTRA MUSICA SIA FOLK?
“Il nostro essere folk dipende dal fatto che la nostra musica ha lo stesso stile narrativo e le medesime atmosfere melanconiche proprie della musica folk: sono quindi d’accordo con te nell’affermare che band come i Korpiklaani siano folk in un modo differente dal nostro. Utilizziamo molto l’immaginario narrativo del folk tradizionale, così come ci piaccione le sue melodie e i suoi ritmi, ma, in sintesi, penso che la nostra musica suoni folk nel suo insieme piuttosto che grazie all’uso di qualche singolo elemento”.
QUALI SONO I TRAGUARDI CHE PER PRIMI VOLETE RAGGIUNGERE? COSA VORRESTE OTTENERE CON LA VOSTRA MUSICA?
“Desidariamo semplicemente che essa possa essere ascoltata ed apprezzata dal maggior numero di persone possibili e come band vogliamo sicuramente evolverci. Contiamo di andare in tour il prossimo inverno per poi ricominciare subito a scrivere nuova musica. Dentro di noi abbiamo un sacco di musica pronta per essere suonata!”.
PER QUALE MOTIVO INIZIERETE A SUONARE DAL VIVO SOLO QUEST’INVERNO? NON SIETE ATTRATTI DAGLI IMMINENTI FESTIVAL ESTIVI?
“Semplicemente perchè riteniamo opportuno intraprendere un tour solo quando avremo acquisito la sicurezza necessaria per proporre il nostro album dal vivo e, onestamente, penso che questo sarà possibile a partire dal prossimo autunno, al massimo inizio inverno”.
ANDREAS, GRAZIE PER LA PIACEVOLE CHIACCHIERATA: CONCLUDI PURE COME DESIDERI…
“Grazie a tutti i metalhead italiani, speriamo veramente che il nostro disco vi piaccia, così magari ci incontreremo dal vivo!”.