DARKEST HOUR – Liberateci dal Male!

Pubblicato il 18/02/2008 da
 
Il recente “Deliver Us” ha definitivamente consacrato all’attenzione del grande pubblico il nome dei Darkest Hour. Da tempo sulle scene hardcore e metal (ben prima che molti degli attuali colossi del metal-core si facessero vivi), il quintetto di Washington ha sempre mantenuto un profilo piuttosto basso, complice anche una discografia non certo esente da difetti, ma con questa sua ultima opera ha rotto tutti gli indugi e dato finalmente il meglio, realizzando uno dei migliori dischi melodic death metal del 2007. Chiamati in Gran Bretagna per promuovere il disco tramite interviste e showcase, i nostri – rappresentati in questo caso dal simpatico batterista Ryan Parrish – si sono gentilmente concessi ai microfoni di Metalitalia.com…
 

 
“DELIVER US” E’ NEI NEGOZI DA ALCUNI MESI ORMAI… PENSO CHE VI SARETE GIA’ FATTI UN’IDEA SU COME SIA STATO ACCOLTO…
“Sì, è stato accolto molto bene da tutti… fan, media, casa discografica. Noi siamo altamente soddisfatti, era un album molto importante per noi e direi che siamo riusciti a raggiungere tutti gli obiettivi che ci eravamo inizialmente prefissi. Tutt’ora, a diversi mesi dalla sua pubblicazione, siamo ancora in tour a promuoverlo, quindi ciò significa che è ancora tenuto molto in considerazione da chi ci segue. Continuiamo a ricevere nuove richieste e noi di certo non ci stiamo tirando indietro”.
 
IL DISCO VI VEDE SPOSTARVI SU SONORITA’ ANCORA PIU’ MELODICHE RISPETTO AL RECENTE PASSATO… E’ STATA UNA SCELTA STUDIATA O PARLERESTI DI UN’EVOLUZIONE NATURALE?
“Direi che ci stiamo evolvendo come musicisti. Siamo migliorati molto negli ultimi anni, sia a livello tecnico che di visione del songwriting. Abbiamo anche nuove influenze, quindi è normale che ci vengano in mente soluzioni nuove. Non ci interessa scrivere lo stesso album all’infinito. Poi il fatto che ‘Deliver Us’ sia più melodico rispetto agli altri lavori è solo un caso, magari il prossimo sarà più heavy. Di certo non sarà uguale a nessuno dei vecchi album!”.
 
PENSO CHE QUALCUNO DEI VOSTRI FAN DELLA PRIMA ORA AVRA’ UN PO’ STORTO IL NASO ALL’ASCOLTO DEL NUOVO MATERIALE…
“Sì, è andata così, ma meno di quanto ci si potrebbe aspettare. Il cammino che abbiamo deciso di intraprendere era sotto gli occhi di tutti già da qualche tempo, quindi quasi nessuno è rimasto davvero sorpreso. In ogni caso, non si può mai accontentare tutti… e comunque non è questo il motivo per cui facciamo musica”.
 
IN GENERALE, SEMBRA COMUNQUE CHE IL VOSTRO TARGET SIA SEMPRE DI PIU’ LA SCENA METAL. SEI D’ACCORDO?
“Certamente… il gruppo, in termini di sound, non ha quasi più nulla a che fare con l’hardcore da un decennio ormai. Io sono cresciuto ascoltando metal; Kris, il nostro chitarrista solista, pure… e gli altri sono diventati dei metalhead a tutti gli effetti con il passare degli anni. Siamo sempre legati alla scena hardcore perchè amiamo quella musica e ci capita spesso di suonare con gruppi di quel genere, ma i Darkest Hour stanno diventando sempre più una metal band. A dire il vero, lo erano già sul primo full-length, ma allora non ci esibivamo fuori dal circuito hardcore, quindi venivamo catalogati in quel modo. L’arrivo di Kris ci ha definitivamente posto all’attenzione del pubblico metal. Lui è un grande chitarrista, ha solo influenze metal ed è senz’altro quello dotato di maggior tecnica fra noi. Con lui il nostro songwriting ha spiccato il volo. E’ quindi normale che sia avvenuto ciò… se vuoi crescere come musicista, tecnicamente parlando, l’hardcore dopo un po’ inizia a starti stretto”.
 
STATE GIA’ PENSANDO AL PROSSIMO ALBUM?
“Abbiamo qualche riff pronto e un’idea generale su dove andare a parare, ma nient’altro. Non possiamo diventare un gruppo progressive perchè non siamo abbastanza bravi – anche se Kris ha il logo dei Dream Theater tatuato sul braccio! – ma cercheremo senz’altro di evolverci e, come ti dicevo, di proporre qualcosa di nuovo (ride, ndR)!”.
 
PENSI CHE RIMARRETE SEMPRE LEGATI ALLA VICTORY, UNA LABEL GROSSA MA NON PRETTAMENTE METAL?
“Il prossimo album sarà l’ultimo previsto nel nostro attuale contratto. Siamo soddisfatti di come lavorano, quindi magari resteremo con loro se ci arriverà un’offerta di rinnovo. Altrimenti cercheremo un’altra sistemazione. Ma non è una cosa che ci dà molto da pensare a oggi…”.
 
COME E’ STATO COLLABORARE CON DEVIN TOWNSEND PER LA SECONDA VOLTA? CREDI CHE VI RIVOLGERETE ANCORA A LUI IN FUTURO?
“Con Devin questa volta è filato tutto alla perfezione. Eravamo già molto contenti del suo operato su ‘Undoing Ruin’, ma per ‘Deliver Us’ si è davvero superato. Noi sapevamo già come lavorava, quindi siamo arrivati in studio molto più preparati rispetto al penultimo album. Poi lui ha tirato fuori dal cilindro una lunga serie di ottime idee su come valorizzare al meglio certe melodie e alcuni riff. Ha un orecchio fantastico quando si tratta di arrangiare i brani… non a caso viene considerato una leggenda vivente. Detto questo, non credo però che lavoreremo ancora con lui per il prossimo disco. Pensiamo che sia giunto il momento di cambiare, in modo da poter realizzare qualcosa di veramente diverso anche in termini di resa sonora. Non sappiamo ancora a chi ci rivolgeremo, ci penseremo a suo tempo…”.
 
QUAL’E’ L’ALBUM DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA AL QUALE TI SENTI PIU’ LEGATO?
“Senza dubbio è ‘Deliver Us’, che reputo il nostro miglior album. Mostra al meglio la crescita della band… è davvero un lavoro completo. Sono affezionatissimo anche a ‘Hidden Hands of a Sadist Nation’ però… l’album giusto al momento giusto. Ottimi pezzi, una rabbia allucinante, dei testi incredibili da parte di John. Poi le registrazioni in Svezia e la presenza di numerosi nostri eroi come special guest. Sì, anche quello è stato un grande momento per la band”.
 
PARLANDO DEI TESTI DI JOHN, E’ ORMAI COSA NOTA CHE SIANO DECISAMENTE POLEMICI NEI CONFRONTI DELL’ATTUALE SITUAZIONE SOCIO-POLITICA AMERICANA. PENSI CHE SARA’ SEMPRE COSI’ PER VOI? VI RITENETE UNA BAND POLITICIZZATA?
“Sì, ci riteniamo tali e non abbiamo alcun problema ad ammetterlo. Non ci piace per nulla ciò che accade nel nostro paese, non ci piace il ‘sistema americano’, non ci piace chi ci governa. Per noi è la cosa più normale al mondo parlare di ciò nei nostri testi. Musica arrabbiata necessita di testi arrabbiati… e purtroppo l’ispirazione in questo senso non ci manca mai. Non siamo dei fanatici – siamo in buoni rapporti con band e fan che la pensano in maniera del tutto diversa da noi, ad esempio – ma puoi star certo che i Darkest Hour difficilmente tratteranno argomenti diversi in futuro”.
 
AI MACHINE HEAD E’ STATO DI RECENTE IMPEDITO DI ESIBIRSI IN ALCUNI LOCALI DI PROPRIETA’ DELLA DISNEY, MULTINAZIONALE PRO-BUSH. A VOI E’ MAI CAPITATO QUALCOSA DI SIMILE?
“Non ancora, ma di questi tempi è meglio se iniziamo a prepararci a un’eventualutà simile. Se poi una cosa tanto assurda accadrà anche a noi, di certo la notizia non farò fatica ad arrivarvi (ride, ndR)!”.
 
CAMBIANDO ARGOMENTO, COSA NE PENSI DELLA REUNION DEGLI AT THE GATES?
“E’ la notizia più bella degli ultimi dieci anni (ride, ndR)! Come ovvio, gli At The Gates sono una delle nostre principali influenze… e sempre lo saranno! Siamo felicissimi di vederli di nuovo in pista, ora l’obiettivo è quello di riuscire a suonare con loro… e ci stiamo lavorando (ride, ndR!)”.
 
PENSI CHE VERRETE QUI IN EUROPA IN ESTATE?
“E’ probabile… soprattutto per i festival e per vedere gli At The Gates (ride, ndR)! Scherzi a parte, stiamo programmando un altro tour europeo per quel periodo e speriamo vivamente di poter toccare quante più nazioni possibile. Poi abbiamo in ballo altre date negli USA… saremo impegnati per gran parte del 2008”.
 
IL TEMPO A NOSTRA DISPOSIZIONE E’ QUASI TERMINATO. VISTO CHE SIAMO AGLI INIZI DELL’ANNO, NON POSSO CHE CHIEDERTI QUALI SONO STATI I TUOI ALBUM PREFERITI NEL 2007!
“Domanda difficile… ho ascoltato tanti CD l’anno scorso! Direi l’ultimo dei Dark Tranquillity e il nuovo degli Insomnium… ma onestamente non so se quest’ultimo sia uscito nel 2007 o poco prima! Comunque mi è piaciuto tantissimo!”.
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