DARKTHRONE – La debole resistenza dell’underground

Pubblicato il 20/02/2013 da

Molti sono i gruppi che, dopo aver fondato un genere musicale o esserne stati i protagonisti assoluti, hanno deciso di cambiare il proprio stile. Il caso dei Metallica è probabilmente quello più noto.  Durante la loro lunga carriera anche i Darkthrone hanno modificato il proprio trademark, ma fino ad oggi erano rimasti quasi sempre ancorati ad un sound estremo. Con il nuovo album però qualcosa è cambiato. Fenriz continua ad elevare i propri Darkthrone al ruolo di eroi che difendono l’underground di cui non fanno più parte, ma è sempre più difficile riuscire a condividere tutte le spiegazioni date dalla band alle scelte stilistiche adottate su alcuni brani del nuovo album. Ciò che fa piacere è però notare la passione di un veterano come Fenriz per la musica e la sua disponibilità nelle interviste: grazie a questa sua passione siamo in grado di approfondire le scelte fatte da un gruppo storico per una release che in parte è controversa. 

darkthrone - band - 2013

CIAO FENRIZ, BENTORNATO SU METALITALIA.COM! OVVIAMENTE MOLTI VOSTRI FAN DESIDERANO SAPERE QUALCOSA IN PIU’ SULL’USCITA IMMINENTE DEL NUOVO “THE UNDERGROUND RESISTANCE”. CI SONO ALCUNI ELEMENTI NUOVI O RIVISITATI IN CHIAVE DARKTHRONE SUL NUOVO ALBUM, VUOI PARLARCENE?
“Be’, diciamo che c’è tanto vecchio metal e solo un 3% di musica punk presente essenzialmente nella canzone d’apertura dell’album, ‘Dead Early’, scritta da Ted (Nocturno Culto, ndR). Questa volta è toccato ad un suo brano aprire il nostro nuovo CD. Ricordati che i miei brani hanno un sound che non può essere più recente del 1985, anche quello dei Celtic Frost è tipico di quell’anno. Quando suoniamo a casa il nostro sound è quello tipico del 1985 e ci sono anche tanti altri gruppi che suonano in modo simile, ma poi scelgono in studio di registrazione una produzione con i suoni tipici di un decennio dopo. Questa scelta stupida per me è assolutamente incomprensibile, a questo punto sarebbe di gran lunga preferibile una produzione con i suoni del 1975!”.

MI SONO PIACIUTE LE RISTAMPE CHE LA PEACEVILLE HA FATTO DEI VOSTRI ALBUM PASSATI CON IL VOSTRO COMMENTO TRACCIA PER TRACCIA. COSA CI PUOI DIRE STAVOLTA SUL PROCESSO DI CREAZIONE DEI NUOVI BRANI?
“Ovviamente ti posso parlare soltanto dei tre brani che ho composto io. ‘Valkyrie’: mi venne in mente quel riff durante la primavera del 2010, mi trovavo sul lavoro e dovetti registrarlo sul mio lettore mp3 per non dimenticarlo. Molte parti e molti riff si dimenticano facilmente, ma questo nome lo ricordavo nitidamente ogni mattina quando mi svegliavo fino a quando non venne attaccato alla prima metà della canzone durante il settembre del 2011. Poi però mi accorsi che suonava troppo simile all’inizio di ‘The Ides Of March’ del 1981 degli Iron Maiden e così decisi di cambiare l’arrangiamento avvicinandolo piuttosto a ‘Gypsy’ del 1970 degli Uriah Heep. Poi scrissi il testo e venni ispirato dal tipico speed metal degli anni ’80. Il brano ‘The Ones You Left Behind’ è stato scritto tanto tempo fa invece, non mi ricordo il suo processo di creazione, ma so che venne registrato a febbraio del 2010, alcuni mesi prima dell’uscita del nostro album ‘Circle The Wagons’. Sono convinto che la titletrack sia significativa della direzione presa per la creazione dei nuovi brani, escluso l’ultimo brano del CD, perché per l’ennesima volta sono ritornato allo stile dei Celtic Frost, oltre alla solita energia in stile Agent Steel e Savage Grave che possiede proprio ‘The Ones You Left Behind’. Questa canzone, inoltre, ha anche una parte più lenta in classico stile  Iron Maiden, soprattutto verso la fine ha un’esplosione simile a quella presente nella loro ‘Loser Words (Big Orra)’ del 1984. E’ comunque da tanto che non ascolto quel brano degli Iron Maiden, ma questo gruppo è nel mio sangue da almeno trent’anni ed è inevitabile che qualcosa del loro sound finisse in un brano dei Darkthrone!”.

IL VOSTRO ALBUM SEMBRA UN TRIBUTO ALLA STORIA DELLA MUSICA HEAVY METAL. POSSIAMO INFATTI TROVARVI ELEMENTI DELL’HEAVY E DEL THRASH DEGLI ANNI ’80 E INFLUENZE EXTREME METAL DEGLI ANNI ’90. MA C’E’ ANCHE IL BLACK ‘N’ ROLL E UNA CERTA VERVE PUNK. ALMENO QUESTA E’ STATA LA MIA PRIMA IMPRESSIONE…
“In realtà su quest’album non c’è un solo secondo che sia stato influenzato dalla musica degli anni ’90, quando iniziammo a suonare agli inizi degli anni ’90 ovviamente eravamo ispirati dagli anni ’80 e niente è cambiato sino ad oggi, anche se adesso usiamo principalmente le influenze dei primi anni ’80 piuttosto che degli ultimi anni di quel decennio. E ciò implica una grande differenza. Ma i Darkthrone black metal furono principalmente influenzati dal secondo periodo di quel decennio perché il nostro punto di riferimento erano i Bathory degli anni 1984-1988, gli Hellhammer/Celtic Frost dal 1983 al 1985 ed  i Motorhead. Non ci vedo alcuna influenza del classico rock ‘n’ roll nel nostro sound sul nuovo album, non ci sono pezzi in stile Jerry Lee Lewis, non abbiamo un sound degli anni ’50.  Il nostro album è un’istantanea degli anni ’80, siamo gli unici ad avere una produzione così come veniva fatta all’epoca, non siamo un gruppo che suona vecchio metal senza avere un sound di quel periodo!”.

“THE ONES YOU LEFT BEHIND” E’ LA CANZONE PIU’ DISTANTE DAL BLACK METAL CHE ABBIATE MAI SCRITTO. QUI CI SONO INFLUENZE NWOBHM E NON SOLO…
“Hai assolutamente ragione, è davvero un brano inedito sotto questo punto di vista, per quanto riguarda la motivazione di questa scelta ti ho già risposto prima”.

IL RIFF INIZIALE DEL BRANO “VALKYRIE” E’ FANTASTICO, UNO DEI PIU’ EPICI CHE ABBIA SENTITO. SEMBRA UNA COMMISTIONE DI ROCK ANNI ’70 E PAGAN METAL! ANCHE QUORTHON, COME BEN SAPRAI, INIZIO’ SUONANDO BLACK METAL E POI DIVENNE UN GRANDE INTERPRETE DELLA MUSICA EPICA. STATE FORSE SEGUENDO LA SUA STRADA? NON CREDO DI AVER MAI VISTO E SENTITO TANTI ELEMENTI EPICI IN UNA VOSTRA SINGOLA RELEASE…
“Eccetto forse per il nostro brano del 1988, il nostro preferito: ‘Snowfall’. Ad ogni modo sono in tanti come te a dire che ‘Valkyrie’ è un brano epico, ma credo che un brano per definirsi tale dovrebbe durare per più tempo, ma poi realizzo che ci sono due modi di considerare la musica epica. Il pagan metal, invece, è un concetto che deriva da quello di folk metal. Be’, in realtà questi stili non mi piacciono poi molto, preferisco gli stili di musica fino al 1989 ed i gruppi che li suonano. Mi piace anche Burzum, ma ciò non significa che mi piacciono tutti i gruppi che copiano questo progetto. Mi piace il folk rock e lo stile di Quorthon nei suoi Bathory del periodo ‘Hammerheart’ e ‘Twilight Of The Gods’, ma devo dire che il suo stile era assolutamente unico, lui andò controcorrente e molti lo criticarono e si lamentarono così come fecero con i Darkthrone. Nota che le persone si lamentano sempre delle forti personalità che osano cambiare, non si lamentano con i gruppi che suonano sempre la stessa musica e che muoiono silenziosamente dopo ripetute release noiose. Sto pensando a futuri titoli per i nostri album che sono epici ed i prossimi miei brani saranno più lenti ed avranno quel tocco epico che si può ritrovare all’interno dello speed metal. Non lo so, vedremo cosa ci riserva il futuro. I brani di Ted, invece, probabilmente saranno più oscuri, ma al momento non ne abbiamo ancora parlato, non abbiamo fatto piani futuri: quello che accadrà, accadrà”.

E’ LA PRIMA VOLTA CHE TROVIAMO COSI’ TANTE INFLUENZE DI STILI DIVERSI IN UN UNICO ALBUM DEI DARKTHRONE. CREDI ANCHE TU CHE QUESTA SIA LA VOSTRA RELEASE PIU’ VARIA?
“Penso che stiamo percorrendo questa via sin dall’inizio con il demo ‘Land Of Frost’ e con la canzone ‘Snowfall’ del 1988, avevamo molte idee a quel tempo, ma non eravamo ancora capaci di metterle tutte assieme nel modo giusto, non avevamo le abilità necessarie come strumentisti. Le cose cambiarono in fretta in quel periodo e di conseguenza anche la nostra evoluzione e così accadde per le nostre due successive release. Nel 1989 il materiale epico scritto in precedenza venne messo da parte. Per certi versi sia il nostro death metal che il nostro black metal avevano un tocco epico, come ad esempio i brani ‘Kathaarian Life Code’ del 1991 e ‘Quintessence’ (entrambi brani che hanno fatto la storia, ndR) del 1994. Poi sull’album ‘Total Death’ improvvisammo un po’, ma il risultato non fu esaltante. Ricominciammo  a scrivere materiale libero da ogni costrizione compositiva imposta da un singolo genere musicale con ‘Hate Them’ nel 2002/2003 e continuammo su quella strada fino alla realizzazione del nostro studio mobile nel 2005. In realtà l’idea di questo studio c’era già nel 1988, ma eravamo giovani e senza soldi, volevamo crescere come musicisti e non avevamo pazienza per studiare con calma il processo compositivo di brani epici. Tutto comunque ha contribuito a far arrivare i Darkthrone alla realizzazione di ‘The Underground Resistance’, anche se mi rendo conto che una risposta simile potrebbe esser data da qualunque altro artista (ride, ndR). Ho cercato semplicemente di spiegarti che abbiamo sempre basato il nostro sound sui vari generi metal degli anni ’80”.

COME DETTO IN PRECEDENZA, IL VOSTRO ALBUM HA MOLTI ELEMENTI EPICI, A PARTIRE DALLA COPERTINA, SE PENSIAMO AI VOSTRI CANONI STANDARD. MA C’E’ ANCHE UN BRANO COME “LEAVE NO CROSS UNTURNED” CON UN CANTATO IN CLASSICO STILE SPEED METAL ANNI ’80! NON PENSI CHE I DARKTHRONE ABBIANO OSATO UN PO’ TROPPO STAVOLTA? NON SO SE TUTTI I VOSTRI FAN SARANNO FELICI DI ASCOLTARE UN VOSTRO ALBUM CHE PRATICAMENTE E’ UN TRIBUTO ALLA MUSICA METAL, ESTREMA E NON, DEGLI ANNI ’80. I FAN SONO ABITUATI A PARAGONARVI A GRUPPI STORICI COME CELTIC FROST E BATHORY PRIMA MANIERA, GRUPPI CHE INIZIARONO A SUONARE ’BLACK METAL’ PROPRIO PER DISSOCIARSI DA QUELLA CHE ERA LA MUSICA METAL MAINSTREAM DI ALLORA…
“Anche la titletrack di ‘Circle The Wagons’, ad esempio, era puro speed epic metal, mentre ‘Leave No Cross Unturned’ contiene molti minuti di black metal in stile Celtic Frost del 1985! Speed metal e heavy metal non sono mainstream, gli anni ’90 hanno ucciso questi generi. Ad esempio in Norvegia quando iniziammo a suonare death metal c’era soltanto un’altra death metal band, i Cadaver. Quando invece iniziammo a suonare black metal c’erano soltanto un paio di altre band black metal: Mayhem, Thorns e forse Burzum anche se questi ultimi non li sentii nominare fino al 1991. Ma quando iniziai a suonare speed metal non c’era nessuna band in Norvegia e in tutto il mondo c’erano pochi gruppi che suonavano quel genere (evidentemente per speed metal intendiamo due cose differenti, ndR). Alcuni anni più tardi tutti iniziarono a fare quello che stavo facendo io e divenni stanco di quella situazione. Bathory e Celtic Frost erano gruppi annoiati del solito NWOBHM e di stupidi riff heavy metal suonati nel 1982 da una miriade di band tutte uguali, così come lo furono i gruppi cloni che suonavano black metal nel 1997! Alcuni di noi reagiscono sempre quando la situazione diventa stupida ed inflazionata, altri invece continuano sempre nella stessa direzione e non so come funzionino le loro teste. Sta di fatto che negli anni ’80 c’erano tanti generi musicali da cui prendere spunto”.

QUESTO CHE ESCE ORA E’ IL VOSTRO FULL LENGTH ALBUM NUMERO 16! POSSIAMO DIRE CHE IN QUESTI ANNI E SPECIALMENTE CON IL NUOVO “THE UNDERGROUND RESISTANCE” AVETE ESPLORATO TUTTI I TIPI DI MUSICA METAL. NON E’ FORSE IL CASO ADESSO DI RITORNARE A SUONARE UN PO’ BLACK METAL OSCURO E VIOLENTO SUL GENERE DI “TRANSILVANIAN HUNGER”?
“Non voglio che un mio album sia la copia di uno già fatto. In passato facemmo due brani su ‘Penzerfaust’ che avevano lo stesso stile di quelli presenti su ‘Transilvanian Hunger’ e fu uno sbaglio, credo di averlo detto anche nei commenti su quell’album nella ristampa. Non ho problemi a fare dell’autocritica. Piuttosto ho dei problemi con le critiche degli altri quando ci sono delle incomprensioni su quello che stiamo suonando. Non posso stare zitto quando sento qualcuno che ci considera soltanto una black metal band senza sapere che prima eravamo diversi e che lo siamo anche oggi perché nel corso degli anni abbiamo sempre cambiato il nostro sound. Ti dirò di più: ciò che la gente vuole non è un ‘Transilvanian Hunger’ parte seconda, ma rivuole proprio lo stesso ‘Transilvanian Hunger’, e te lo dico perché anch’io vorrei un ‘Bonded By Blood’ degli Exodus parte seconda. Ma poi capisco che oggettivamente sarebbe impossibile fare una copia identica all’originale perché qualcosa inevitabilmente cambierebbe e quindi arrivo alla conclusione che non mi interessa una seconda parte che non può essere identica alla prima. Il desiderio di riascoltare la stessa musica è davvero umano, ma impossibile da realizzare e più cerchi di far in modo che si realizzi e più miseramente fallisci nel tuo intento. L’unica soluzione reale è quella di aprire la propria mente ed aprirsi a stili musicali nuovi!”.

L’ALBUM HA SEI NUOVI BRANI E SE NON ERRO NOCTURNO CULTO NE HA SCRITTO LA META’, QUALI?
“Esatto, ci siamo divisi a metà l’onere di scrivere i nuovi brani, Ted ha scritto ‘Dead Early’, ‘Lesser Men’ e ‘Come Warfare, The Entire Doom’, mentre io ho scritto ‘Valkyrie’, ‘The Ones You Left Behind’ e ‘Leave No Cross Unturned’”.

HO NOTATO ALCUNE INFLUENZE DOOM NELL’ULTIMO BRANO. CI SONO ALCUNI GRUPPI DI QUESTO GENERE CHE TI PIACCIONO IN MODO PARTICOLARE?
“Sin da quando scoprii la canzone ‘Pilgrim’ degli Uriah Heep acquistando l’album del 1974 mi innamorai delle parti lente e pesanti, poi nei primi anni ’80 scoprii i Black Sabbath. Avevo soltanto nove o dieci anni e all’epoca non c’era internet, così il processo nel trovare ottimi gruppi era piuttosto lento. I Celtic Frost li scoprii grazie alla canzone ‘Dawn Of Megiddo’ tratta dall’album ‘To Mega Therion’ del 1985: per me fu come trovare una miniera d’oro. Stesso discorso vale ovviamente anche per i Candlemass, scoperti nel 1986 assieme a tanti gruppi perché quell’anno acquistai moltissimi dischi. I Candlemass ancora oggi continuano ad influenzarmi tantissimo e considero il loro debutto ‘Epicus Doomicus Metallicus’ un capolavoro assoluto, ma è un riff di Ted sull’ultimo brano del nuovo album che riprende lo stile di questa band. L’ultimo riff della mia ‘Leave No Cross Unturned’ è invece ispirato dai Pentagram. Oggi mi piace soltanto il doom tradizionale come si trova nei lavori dei Black Sabbath, che presenta brani vari e con un ritmo anche più veloce, quello che oggi chiamiamo mid tempo. Il genere doom metal è stato rovinato con l’uscita del primo album dei Winter che suonavano soltanto su tempi lentissimi, io chiamo questo genere dogmatic doom. Questo fu l’ennesimo genere musicale ad essere rovinato dagli anni ’90. Noi Darkthrone abbiamo avuto molte parti doom sia sugli album death metal che su quelli black metal. Penso che avevamo poco di doom nel nostro sound tra il 1996 ed il 2001, non c’era niente di doom, per esempio, su ‘Transilvanian Hunger’, che volevo suonasse in modo monotono come il black degli anni ’80 ispirato ai Bathory, al primo demo dei Vader e degli svedesi Merciless, ma che al tempo stesso avesse anche le influenze di band norvegesi come Burzum e Mayhem. No, sul quell’album non c’era proprio niente di doom. Poi dal 2001 iniziammo ad avere alcune parti doom all’interno dei nostri album, parti lente heavy metal o in stile Celtic Frost”.

SUL NUOVO ALBUM C’E’ UN BRANO IN PARTICOLARE CHE RAPPRESENTA PIU’ DEGLI ALTRI L’ANIMA DEI DARKTHRONE IN QUESTO 2013?
“Noi siamo una band degli anni ’80, per noi il 2013 ha poco significato, ad ogni modo oggi ci sono più gruppi di buon livello rispetto ad una volta e finalmente non ci sono più soltanto i Darkthrone a suonare heavy metal in Norvegia nel 2013, ma ci sono anche ottime release dei Black Magic (R.I.P.) e Magister Templi”.

FENRIZ, PERCHE’ NON RICOMINCI A SCRIVERE NUOVE CANZONI PER IL TUO PROGETTO EPICO ISENGARD? E’ UN VERO PECCATO CHE QUESTO TUO PROGETTO SOLISTA SIA STATO ABBANDONATO…
“Quel progetto era molto vario, mi piace molto scrivere materiale tipo ‘Over De Syngende Øde Moer’, forse il miglior brano di Isengard, ma ho parlato molto su quelle canzoni nelle ristampe della Peaceville, dicendo anche che alcuni brani non mi piacciano e altri che proprio non funzionano. Comunque sia, diverso materiale che avrei voluto scrivere per gli Isengard alla fine è confluito nei Darkthrone di oggi, così la gente può trovare nei Darkthrone qualcosa degli Isengard! Avevo il mio studio mobile nel soggiorno di casa e questa situazione mi aiutò a registrare sei album in soli tre anni: due release dei Darkthrone, due degli Isengard e due dei Neptune Towers. Inoltre registrai degli album assieme ai Valhall, Dødheimsgard e Storm. Poi nel 1996 decisi di lasciar perdere quella strada e ad oggi non l’ho più ripresa”.

PENSI CHE IN FUTURO RIPARTIRETE PROPRIO DA QUESTO ALBUM PER SCRIVERE IL MATERIALE NUOVO?
“Come sempre ripartiremo da dove ci eravamo fermati”.

DOPO COSI’ TANTI ANNI QUANTO SONO CAMBIATI I RAPPORTI TRA VOI E GLI ALTRI MEMBRI DELLA STORICA SCENA BLACK METAL NORVEGESE? MI RIFERISCO A BAND QUALI MAYHEM, SATYRICON, EMPEROR, BURZUM, IMMORTAL…
“Sono cambiati come lo sono i rapporti che tu hai con le persone che conosci dal 1987 ad oggi. Conosco i ragazzi dei Mayhem dal 1987, dal 1989 quelli degli Emperor, inizialmente si chiamavano Xerasia e poi Embryonic e li conosco a partire da quel periodo. Conobbi i Burzum solo per un breve periodo dal 1991 al 1993 e poi dopo il 2010 quando uscirono con un nuovo album. Gli Immortal li conobbi tempo fa e poi li vidi sono sporadicamente, stesso discorso per i Satyricon anche se è da un decennio che non ho più alcun contatto con loro. L’unica persona di quel periodo che ho incontrato nuovamente è Necrobutcher (ex Mayhem, ndR) che mi ha scritto via email tempo fa per andare a sciare assieme perché io conosco i posti nei pressi di Oslo e così ci siamo visti in un paio d’occasioni”.

GRAZIE PER LA TUA CONSUETA DISPONIBILITA’. SALUTA PURE I TUOI FAN ITALIANI…
“Supportate le buone release prodotte nel vostro paese, come ad esempio il demo del 1987 dei Sacrilege: band doom metal tradizionale di culto. E ascoltate gli Hour Of 13, ottima vecchia band dal sound vecchio stile”.

2 commenti
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