“Behold Sedition Plainsong” ci ha presentato una formazione estremamente riconoscibile, abile nell’affinare la proposta introdotta sul debut album “The Unlawful Assembly” e ad accrescere ancora di più il peso della componente folk ed epica del proprio black metal. Quel calore che ha sempre caratterizzato i brani firmati dalla band inglese viene ora spesso e volentieri esaltato da arrangiamenti più curati e da una impianto ritmico più dinamico che mai, diretta conseguenza della crescita sul fronte tecnico dei musicisti coinvolti. I Dawn Ray’d del 2019 si confermano dunque un gruppo sempre più lanciato, che rifugge la definizione di ‘meteora’ e che è pronto a ribadire le sue doti e la propria determinazione tanto in studio quanto sul palco. Ne parliamo con il cantante/violinista Simon Barr, il quale ovviamente non si tira indietro nel sottolineare nuovamente dove il terzetto si ponga a livello attitudinale e politico.
“THE UNLAWFUL ASSEMBLY” HA OTTENUTO OTTIME RECENSIONI E VOI RAGAZZI AVETE SUONATO PRATICAMENTE OVUNQUE PER SUPPORTARLO. AVETE SENTITO QUALCHE TIPO DI PRESSIONE MENTRE COMPONEVATE “BEHOLD…”?
– Sì, molta, in realtà! C’è la pressione di non ripetersi, la pressione di realizzare qualcosa che sia almeno buono come il primo album e la pressione di rilasciarlo al momento opportuno! A volte può capitare di preoccuparsi e di pensare che forse l’ultimo album sia stato solo un colpo di fortuna e che forse questa volta nessuno sarà più interessato ad ascoltarci. Immagino che in questi casi una debba solo cercare di mettere da parte tutte le preoccupazioni e impegnarsi per scrivere qualcosa che venga dal cuore, al meglio delle proprie capacità, e promuoverlo il più possibile. Siamo spesso in tour e alla fine di gennaio avremo suonato oltre 40 show da quando il disco è stato pubblicato, in Europa e negli Stati Uniti.
QUALI DIRETTIVE VI SIETE DATI DURANTE IL PROCESSO DI SONGWRITING QUESTA VOLTA?
– Domanda interessante! Io personalmente ho lavorato molto sui testi e vedere le persone che ci seguono prendere spunto da essi o cantarli con noi mi sta già ripagando di tutti gli sforzi. In generale abbiamo cercato di comporre liberamente, suonando ciò che ci veniva dal cuore. Attualmente siamo sul furgone e ci stiamo dirigendo verso la Scandinavia: questa è la prima volta che torniamo in Europa continentale da un anno. Mi è mancato molto venire da queste parti: amo viaggiare, amo la Germania sotto Natale, amo gli squat, amo incontrare tutti gli amici che abbiamo fatto negli anni. Se smettessimo di pubblicare dischi, perderei gran parte della mia vita, quindi ciò è forse la più grande motivazione dietro quello che facciamo. Questo e la caffeina che ci fa andare avanti!
TROVO IL NUOVO ALBUM UN PO’ PIÙ RAFFINATO A LIVELLO DI ARRANGIAMENTI E UN PO’ PIÙ TECNICO IN GENERALE. ANCHE LA VOCE PULITA È MIGLIORATA MOLTO. SEMBRA CHE OGNUNO DI VOI SIA MIGLIORATO SU TUTTI I FRONTI COME MUSICISTA. IN CHE MODO “BEHOLD…” DIFFERISCE DAL PRIMO ALBUM SECONDO TE?
– Penso che si tratti di un lavoro più aggressivo e completo e anch’io trovo che siano stati fatti dei miglioramenti nel nostro modo di porci e di suonare. Vogliamo sempre che il disco più recente sia diverso dal precedente, ma al tempo stesso non vorremmo mai proporre qualcosa di completamente diverso. Ci stiamo ancora divertendo a suonare questa sorta di punk black metal, quindi per ora non abbiamo interesse a cimentarci nel prog o in chissà cos’altro. Personalmente sono davvero contento della voce pulita e penso che i miei testi siano ancora più significativi.
PENSI CHE “BEHOLD…” SIA UNA RAPPRESENTAZIONE ACCURATA DI CHI SIETE COME PERSONE E COME MUSICISTI?
– Sì, immagino di sì. Una cosa che mi piace molto del registrare musica – ancora prima che questa band prendesse vita – è che essa può essere una testimonianza accuratissima di ciò che sono in un determinato periodo della mia vita. Questo nuovo album è un’altra istantanea della mia vita di uomo e musicista.
LA MUSICA È SOGGETTIVA. HAI UN’IDEA DI COME I FAN REAGIRANNO DAVANTI A “BEHOLD…”?
– Spero ovviamente che piacerà alla gente! Spero sempre che le persone riescano a relazionarsi con i testi: per me è sempre interessante vedere quali versi colpiscono maggiormente l’ascoltatore medio… a volte i risultati sono inaspettati. Mi auguro poi che i fan trovino queste canzoni efficaci anche in concerto, visto che le abbiamo scritte pensando di suonarle dal vivo. Del resto, anche se il messaggio è molto importante, la musica deve essere valida: non voglio che le nostre convinzioni politiche siano l’unico valore della nostra musica. Voglio comporre buone canzoni prima di tutto. Spero infine che le persone comprendano il nostro indirizzo stilistico: a volte sento dire che dovremmo cambiare o sperimentare, ma questa è una band black metal fortemente influenzata dalla seconda ondata e dalla musica folk, quindi questo è ciò che un nostro disco proporrà. A conti fatti, componiamo seguendo il nostro istinto, non cerchiamo di compiacere la gente.
DA DOVE DERIVA IL TITOLO “BEHOLD SEDITION PLAINSONG”? VI SONO DELLE NOVITÀ A LIVELLO DI TEMATICHE?
– Trovo davvero interessante la sfida di unire il black metal tradizionale e la politica radicale. Se dovessi scrivere di satanismo, depressione o qualche altro argomento considerato spigoloso sarebbe troppo facile. Parlando di politica e della mia visione del mondo io invece mi metto a nudo. Detto questo, il messaggio deve pur sempre legarsi con la mia idea di black metal. Mi piace il nostro vecchio motto “inni di battaglia per la lotta di classe”: con esso volevo ricollegarmi alla natura senza tempo del black metal, poiché anche queste lotte politiche sono senza tempo. Si tratta di orrori che si verificano da generazioni. Le plainsong sono inni del proletariato, qualcosa di semplice, canzoni per persone comuni, niente di raffinato o di esclusivo.
I TUOI TESTI E IL VOSTRO MESSAGGIO SONO SEMPRE CITATI NELLE RECENSIONI E PRATICAMENTE OGNI VOLTA CHE LE PERSONE PARLANO DELLA VOSTRA BAND. QUANTO RITIENI SIA IMPORTANTE CHE MUSICISTI E BAND TRATTINO TEMI POLITICI NELLA LORO ARTE?
– Ho una passione per la musica politicizzata e radicale, ma amo anche molta musica che non è affatto vicina a queste ideologie. Penso che sia più importante vivere tali idee che cantarle, quindi non credo che tutti dovrebbero necessariamente basare la loro musica su questi argomenti. Tuttavia, essendo io un uomo bianco, etero, che ama un tipo di musica che ha un problema concreto con l’affiliazione con il fascismo, penso di avere la responsabilità di dire qualcosa in merito. Ho un’amica, una persona di colore, che ha sperimentato un abuso di matrice razzista da parte di una black-thrash metal band piuttosto nota. In seguito a ciò, non si è sentita a proprio agio a dei live show per due anni. È stato solo quando mi ha dato una mano ad organizzare una data per i Venom Prison che ha iniziato nuovamente a frequentare concerti. Questo perché Larissa dei Venom Prison ha parlato pubblicamente di antirazzismo. Avere il coraggio di denunciare questa merda è importante. L’idea che questa scena sia composta esclusivamente da uomini bianchi di destra è una sciocchezza: chiunque dovrebbe essere in grado di godersi questa musica. Ricorrere al bigottismo contro le persone emarginate per apparire forti o controversi è da vigliacchi.
TI STANCHERAI MAI DI RISPONDERE A DOMANDE SU QUESTO ARGOMENTO? HAI MAI AVUTO L’IMPRESSIONE CHE PER VIA DI CIÒ LE PERSONE NON PRESTINO SUFFICIENTE ATTENZIONE ALLA MUSICA DEI DAWN RAY’D?
– Onestamente, no. Il mio sentimento anarchico è la verità che mi guida attraverso tutto: influenza ogni decisione che prendo ed è estremamente importante per me, quindi sono sempre felice di parlarne. Ho fatto la scelta consapevole di scrivere canzoni esclusivamente politiche per questo disco, quindi sarò sempre pronto a rispondere a domande in merito! Avremmo potuto facilmente non dire nulla, scegliere la strada più facile e rimanere zitti su questi problemi che vediamo nella scena black metal, ma non è quello che siamo. Non voglio scappare, stare zitto o fare finta di niente. Per quanto ne so, siamo tra le prime black metal band esplicitamente antifasciste e parlerò di ciò ogni volta che ne avrò l’occasione.
ESSERE COSÌ TANTO COINVOLTI NELLA MUSICA COME INFLUENZA LA VOSTRA VITA? IN CHE MODO RIUSCITE A TROVARE UN COMPROMESSO FRA GLI IMPEGNI DI UNA BAND SPESSO IN TOUR E LE ESIGENZE DI UNA VITA NORMALE?
– È sicuramente una situazione difficile: credo che le amicizie siano le prime a soffrire per il nostro stile di vita, ma devi prima di tutto trovare un equilibrio che funzioni per te. Tutti abbiamo un lavoro di cui siamo orgogliosi al di fuori di questo. Lavoriamo tutti per vivere e mantenere molte relazioni sane nella nostra vita privata. È vitale trovare un compromesso, perché se esageriamo ad andare in tour e finiamo i soldi, o se siamo poco presenti con i nostri partner, questa band sarà costretta a fermarsi. A conti fatti, siamo soliti fare molti sacrifici per portare avanti la band, ma al tempo stesso ci sentiamo privilegiati per avere l’opportunità di vivere questo sogno. Non tutti possono godere di queste libertà.
RICORDI QUALI SONO STATI I PRIMI DISCHI CHE HANNO FATTO SCATTARE IL TUO AMORE PER IL LATO PIÙ HEAVY DELLA MUSICA?
– Sono cresciuto ascoltando punk e poi lentamente ho trovato la mia strada per musica sempre più pesante. Fu “Two Hunters” dei Wolves In The Throne Room a introdurmi per la prima volta al black metal nello specifico, anche se prima di allora avevo avuto modo di ascoltare vari altri tipi di musica heavy. Sono cresciuto in una famiglia appassionata di musica: la prima band che ho visto dal vivo si chiama Oysterband, una formazione folk rock inglese che ha composto molte canzoni sulle lotte della classe operaia e sulla difesa dei terreni, ecc. Hanno anche un violinista, che immagino abbia rappresentato un grande influenza su di me. Ho sempre saputo che volevo essere quello che sul palco cantava le canzoni: per anni ho sognato di diventare un frontman.
QUALI SONO I TUOI ALBUM PREFERITI DEL 2019?
– Ecco un breve elenco dei dischi che più mi hanno colpito:
Alcest – “Spiritual Instinct”
Vanum – “Ageless Fire”
Véhémence – “Par le Sang Vérse”
New Model Army – “From Here”
Old Sorcery – “Strange And Eternal”
PER CONCLUDERE, QUALI SONO I PIANI DELLA BAND PER LA FINE DEL 2019 E PER IL 2020?
– Al momento siamo in tour in Europa, poi abbiamo un paio di show nel Regno Unito a dicembre e poi visiteremo la costa occidentale degli Stati Uniti a gennaio. Ad un certo punto dovremo iniziare a pensare di scrivere anche un altro disco, ma trovare anche del tempo per dormire sarebbe fantastico ad un certo punto.