Il nuovo album degli inglesi Dawn Ray’d è quello che si dice “il disco giusto al momento giusto”: “To Know The Light” infatti è il ritratto di un nuovo modo di reinterpretare il rapporto tra black metal e certa musica folk, ma soprattutto rappresenta una risposta – energica, violenta e arrabbiata – ad una crisi globale di politica, sistemi economici e valori che investe a trecentosessanta gradi il mondo così come lo conosciamo, e che inevitabilmente si riflette nella musica, con esiti differenti.
Il trio di Liverpool è da sempre promotore in prima persona di una volontà di azione, rivoluzione, lotta e cambiamento che trova strumenti efficaci per esprimersi e energie per continuare a farlo – oltre alla musica di batteria, chitarra, voci e violino – anche nelle teorie anarchiche, nel nichilismo più riflessivo, nell’antifascismo e nella lotta senza quartiere contro discriminazioni e sfruttamento; inoltre, la minaccia di un futuro ancora più nero e incerto sembra solo aver dato ulteriore combustibile nella composizione e registrazione dei nuovi brani, caratterizzati da una maggiore voglia di sperimentare al di fuori dei canoni del black metal come genere e da un’urgenza malinconica che rimane, inevitabilmente, impressa fin dal primo ascolto.
Abbiamo contattato Simon Barr, cantante e violinista della band, per un ampio e intenso dialogo a base di musica, politica e paradigmi ideali per il futuro; ancora una volta quello che scaturisce dalle sue parole è un entusiasmo spontaneo, una profonda sensibilità e una ferrea determinazione, condivisa dagli altri due compagni di band, perchè i Dawn Ray’d rimangano coerenti nei propri valori, in musica e non solo.
CIAO E BENVENUTI SU METALITALIA! CI SONO STATI MOLTI CAMBIAMENTI – SICURAMENTE NEL MONDO, MA ANCHE PER I DAWN RAY’D COME BAND – IN QUESTI ANNI. IN CHE MODO QUESTI SI RIFLETTONO NEL VOSTRO ULTIMO ALBUM? QUALI ANALOGIE E/O DIFFERENZE PERCEPISCI TRA “TO KNOW THE LIGHT” E “THE UNLAWFUL ASSEMBLY” O “BEHOLD SEDITION PLAINSONG”?
– Credo che la cosa che soprattutto percepisco come alterata o comunque mutata è una progressiva perdita di confidenza nella certezza del nostro futuro. So che probabilmente arrivo tardi in questa perdita di coscienza, ma la pandemia ha davvero messo in evidenza come, in un sistema capitalista, non possiamo dare le nostre vite per scontate. Le uniche cose che il capitalismo e l’apparato statale promettono in cambio della libertà sono sicurezza e protezione, ma quando arriva una crisi (come quella legata al Covid-19) non c’è garanzia che tenga.
Lo stesso vale ad esempio per il cambiamento climatico ed il caos conseguente: non è una vaga idea, né appartiene a un futuro remoto o una terra distante anni luce; queste catastrofi colpiranno me, i miei cari e distruggeranno la mia vita insieme a quella di chiunque altro.
Abbiamo avuto una lunga chiacchierata in proposito con un amico e lui ci ha proposto di tenere un gruppo di lettura settimanale; uno dei libri che abbiamo letto è “Blessed is the Flame” (trattato anarchico di Serafinski, ndr). Quel concentrato di anarco-nichilismo ci ha veramente trasmesso tantissimo; non so se posso definirmi un anarco-nichilista o meno, ora come ora, ma ho imparato davvero molto da quel libro su come convivere con la concezione del mondo di cui parlavo poco fa. Abbiamo scritto il nostro ultimo album seguendo liberamente questo percorso.
I Dawn Ray’d sono nati all’inizio con l’unico obiettivo di creare uno spazio in cui poter esistere musicalmente e ideologicamente, visto che a malapena esistono band black metal esplicitamente di sinistra o anarchiche, soprattutto in Europa dove la parte NSBM (National Socialist Black Metal, ndr) è molto forte. Con i nostri primi due album siamo riusciti nell’intento, e ora esiste sicuramente una ‘scena’ RABM (Red and Anarchist Black Metal, ndr) ed è più facile parlare di queste cose; adesso dobbiamo solo alzare il tiro e vedere quali altri progressi riusciamo a fare e come causare ancora più caos!
“TO KNOW THE LIGHT” È UN ULTERIORE PASSO VERSO UN PERCORSO MUSICALE BEN DEFINITO: LA MUSICA STESSA SEMBRA RINNOVATA – CON NUOVE STRATIFICAZIONI DI SONORITÀ FOLK E UNA NUOVA, MICIDIALE ENERGIA NELLE PARTI BLACK METAL. COSA PUOI RACCONTARCI RIGUARDO AL PROCESSO DI SCRITTURA E COMPOSIZIONE?
– All’inizio avevamo scritto alcune canzoni per il nuovo album, ma poi ci siamo resi conto che suonavano esattamente come il disco precedente, senza alcuna novità. Allora siamo ripartiti da capo e ci siamo messi a riflettere in maniera decisa su quale direzione volevamo prendere, come potevamo cambiare davvero e cosa potevamo fare per riuscirci.
Abbiamo quindi preso le bozze dei pezzi e per ciascuno di questi abbiamo aggiunto quanti più dettagli potevamo, cercando di sperimentare con strumenti nuovi: io stesso ad esempio ho preso lezioni di canto per implementare le voci, oppure abbiamo scritto delle partiture d’organo per un pezzo (“Go As Free Companions”, ndr).
L’ATMOSFERA GENERALE DELL’ALBUM ONDEGGIA TRA URGENZA, RABBIA AFFILATA E QUELLA SENSAZIONE DI MALINCONIA CHE UNO POTREBBE PROVARE CAMMINANDO TRA ROVINE AMMANTATE DI NEBBIA; EPPURE SIETE RIUSCITI A FONDERE INSIEME, IN MANIERA OMOGENEA E COERENTE (COME PER ESEMPIO SUCCEDE IN “CRUEL OPTIMISMS” O “IN THE SHADOW OF THE PAST”), QUESTE DUE SENSAZIONI APPARENTEMENTE AGLI ANTIPODI, ED IN QUALCHE MODO QUESTA DUALITÀ È INSITA ANCHE NELLA CULTURA BRITANNICA, NEL MODO DI PENSARE E NELLA SUA STORIA PASSATA O RECENTE. AVETE PERCEPITO QUESTI DUE STATI D’ANIMO COME DIFFERENTI O AGLI ANTIPODI? E IN CHE MODO SECONDO TE IL POSTO IN CUI VIVI INFLUENZA L’EQUILIBRIO TRA ESSI?
– Questa è una bella domanda. La musica che mi piace è tutta o triste o arrabbiata, senza troppe altre sfumature, ad essere sinceri.
Per essere in grado di lottare dobbiamo sapere cosa sta facendo il nostro nemico e di cosa è capace, e questa consapevolezza dovrebbe essere causa di rabbia; ci si dovrebbe arrabbiare per come la polizia tratta i lavoratori (in sciopero, ndr), ci si dovrebbe arrabbiare per la rapidità con cui aumenta il controllo sulle nostre vite e sulle nostre routine, ci si dovrebbe arrabbiare per la velocità con cui il pianeta viene distrutto, o per la scelta continua di scaricare le colpe sulle comunità più vulnerabili… Se uno non si arrabbia per tutto questo, l’unica cosa che posso presumere è che non glie ne importi nulla.
Allo stesso modo tutto questo mi spezza il cuore: è solo perché so quanto possa essere bella la vita, quanto siano straordinarie le persone e quanto sia splendido l’amore che voglio combattere per salvarle, e vederle distrutte poco a poco è la cosa più triste del mondo.
Credo che la tristezza per quello che abbiamo perso e la rabbia verso chi ci ha portato via queste cose siano reazioni giuste, normali. Ed è stato naturale che queste emozioni finissero nel disco.
Ovviamente, poi, il Regno Unito ha una storia cupa, ma penso che non sia peggiore di tante altre nazioni, attualmente; i governi in generale scelgono semplicemente una varietà di tattiche deplorevoli per mantenerci inquadrati e in linea.
E sì, la Brexit e l’attuale governo sono stati tremendi, ma almeno non abbiamo avuto il fascismo come è successo in passato in Germania, Italia o Spagna, o come succede ora in India; o, per fare un altro esempio, ha fatto più danni la Grecia ai migranti che la Gran Bretagna… senza parlare poi di nazioni come gli Stati Uniti, la Russia o la Cina!
Ogni nazione cerca in tutti i modi di trovare capri espiatori per distrarre l’attenzione dai propri crimini, rendendo evidente il fallimento del capitalismo in modi diversi: e non dico questo per difendere la mia orribile nazione, ma non rendersi conto dei problemi altrove è da ingenui.
L’unica cosa che posso dire in difesa dell’Inghilterra è che adoro la sua storia e cultura operaia, così come alcuni panorami o scenari. Entrambe queste cose sono effettivamente grandi fonti d’ispirazione.
QUESTO ALBUM HA IN SÉ ANCHE UN’ALTRA DICOTOMIA: QUANTO PIÙ IL MONDO AFFONDA TRA GUERRE, INGIUSTIZIE SOCIALI E SFRUTTAMENTO, TANTO PIÙ C’È BISOGNO DI ARRABBIARSI E COMBATTERE E TANTO MAGGIORE DIVENTA IMPORTANTE AVERE UN PO’ DI LUCE E SPERANZA PER ANDARE AVANTI: QUESTA PUÒ ESSERE – CITANDO “FREEDOM IN RETROGRADE” – “LIBERTÀ, MA A VOLTE ANCHE GIOIA, A VOLTE RISPONDE AL NOME DI VENDETTA E ALTRE A QUELLO DI DISTRUZIONE”. COME QUESTE SCINTILLE SONO POI DIVENTATE UN FUOCO STABILE, NELLA VOSTRA VITA, E IN CHE MODO ESSO ILLUMINA LA VOSTRA MUSICA, IL MODO DI SCRIVERLA E DI SUONARLA SUL PALCO?
– Io e Fabian (Devlin, chitarra, ndr) ci siamo incontrati per la prima volta nel 2008; entrambi conoscevamo di nome il movimento black bloc ma non sapevamo molto di più. Abbiamo cominciato a leggere cose come le opere di Kropotkin (filosofo russo tra i primi teorizzatori dell’anarco-comunismo, ndr), e nel 2010 abbiamo trovato un numero di una zine Crimethink (collettivo anarchico inglese, ndr) che metteva nero su bianco la definizione di anarchia, ci siamo riconosciuti in essa e da quel momento in poi ci definiamo anarchici! Da lì siamo diventati attivisti su vari fronti, e presto ho realizzato come questo mi aiuti ogni giorno ad affrontare con l’oscurità del mondo.
Ho amici liberali che leggono ogni studio sul cambiamento climatico che viene pubblicato, o che conoscono a menadito ciascuna nefandezza che il partito dei Tories (conservatori, ndr) ha compiuto negli scorsi dieci anni e, pur sentendosi schiacciati da questa conoscenza, non fanno nulla in merito.
Quando scegli di resistere e combattere contro questa oscurità, invece, la tua vita inevitabilmente migliora. Invece di torcerti le mani con preoccupazione, lavora con i rifugiati, aiuta le donne che scelgono di interrompere la gravidanza a poterlo fare, affronta il fascismo per strada, prenditi cura o aiuta chi si occupa di salvare gli animali abbandonati, lotta per salvare il pianeta, diffondi informazioni utili, organizza programmi di cibo gratuito per chi ne ha bisogno, parla anche solo con i tuoi vicini per dare una mano dove serve. Vi garantisco che qualcuno vicino a voi ha bisogno delle vostre capacità, non importa chi voi siate! La vita vi migliorerà e potreste trovare un nuovo amico, e sentirvi così meno isolati o impotenti. È giusto anche trarre il proprio beneficio personale da queste cose, è aiuto reciproco, non carità! Dovremmo affrontare i problemi come pari e uguali, perché tutti abbiamo bisogno di un mondo migliore in cui vivere.
Questa è la realtà che noi, con i nostri amici, viviamo giorno per giorno, e suonando ci viene normale parlare di queste cose attraverso la nostra musica.
Abbiamo avuto un sacco di reazioni negative quando abbiamo parlato apertamente di fascismo nella scena metal nel 2015, e ne abbiamo molte anche adesso che parliamo dei diritti trans; farlo però mi ha migliorato la vita, ho incontrato e continuo a incontrare altre persone che la pensano come me e mi sento nel giusto: mi rendo conto che per fortuna il mondo non è ancora diventato solo un posto freddo e ostile, e lottare è un modo per sopravvivere.
RIMANENDO IN TEMA, ANCHE L’ULTIMA CANZONE, “GO AS FREE COMPANIONS”, MOSTRA UN SOTTILE BARLUME DI SPERANZA IN TEMPI BUI. PUOI RACCONTARCI QUALCOSA DI PIÙ RIGUARDO QUESTA IDEA ESPRESSA NEL BRANO?
– Leggendo “Blessed is the Flame” abbiamo preso coscienza del fatto che probabilmente non c’è speranza nel nostro futuro: il sistema capitalista è in corsa libera verso la distruzione e c’è davvero poco che possiamo fare per fermarlo. Però, in ogni caso, la gioia, la bellezza e l’amore continuano ad esistere nel presente anche se il futuro sembra abbastanza una merda, e abbiamo quasi il dovere di apprezzare queste cose positive finchè ne siamo in grado. Si può trovare la felicità nel resistere al male, nel sentirsi potenti e pronti al riscatto, nell’incontrare altre persone che combattono accanto a noi, nell’essere orgogliosi di noi stessi per il nostro coraggio.
È vero, il futuro potrebbe non portare alcuna speranza, ma ci sono moltissime ragioni per essere vivi nel presente e felici di esserlo.
QUESTA CANZONE CONTIENE – INSIEME A “THE BATTLE OF SUDDEN FLAME” – UN RIFERIMENTO AGLI SCRITTI DI TOLKIEN. ANCHE LUI HA SCRITTO DI “LUCE CHE BRILLA NEI POSTI PIÙ BUI, DOVE ALTRE LUCI SVANISCONO”, MA IN UN CONTESTO E IN UN PERIODO STORICO DIFFERENTE. IN CHE MODO VI SENTITE VICINI A QUESTA FRASE E PIÙ IN GENERALE A TOLKIEN COME SCRITTORE? QUALI SONO INVECE I PUNTI SU CUI DIVERGETE?
– Sono sicuro che Tolkien sia stato una persona con dei difetti o comunque con sfumature controverse, ma ho smesso di cercare eroi perfetti, specialmente nella letteratura appartenente a qualche generazione fa!
“Il Signore degli Anelli” contiene molte metafore o insegnamenti riguardo la lotta tra luce e oscurità che si potrebbero applicare anche ai nostri giorni. Mordor, a quanto sembra, è ispirata alle aree industriali dell’Inghilterra ed in particolar modo alle Midlands, zone estremamente inquinate, povere e degradate; non è difficile collegare quei passaggi a quanto viviamo noi, sgobbando sotto il giogo di un’economia capitalista.
Ho scritto il testo di “The Battle of Sudden Flame” mentre stavo leggendo “La caduta di Gondolin” (testo di Tolkien contenuto ne “Il Silmarillion” e nel libro postumo “Racconti perduti”, ndr) e mi piaceva tantissimo il fatto che il nome di questa battaglia potesse essere il titolo perfetto anche per un racconto a base di molotov!
È interessante vedere questo combattimento da punti di vista diversi: anche noi, se ci pensi, ci battiamo per il nostro mondo, e anche al giorno d’oggi ci sono orrori e mali che devono essere combattuti. I racconti di Tolkien, una volta arrivati al nucleo narrativo, sono storie di normali brave persone che cercano di sopravvivere in un mondo sempre più oscuro, compiendo azioni coraggiose per difenderlo. In questo mi ci ritrovo molto.
ENTRAMBE “REQUITAL” E “FREEDOM IN RETROGRADE”, INVECE, SONO UN PO’ DIVERSE RISPETTO AL RESTO DELLE VOSTRE COMPOSIZIONI, A LIVELLO DI STRUTTURA MUSICALE: LA PRIMA È COSTRUITA INTORNO AD UN CORO POTENTE ED EVOCATIVO CHE MI HA RICORDATO TANTI CANTI DI PROTESTA, LA SECONDA INVECE, CON LA VOCE PULITA E L’ARPEGGIO DI CHITARRA SOTTO, È DELICATA E CON UN MESSAGGIO AMBIENTALISTA, QUASI ANIMALISTA E DI ATTIVISMO IN GENERALE. DA DOVE E COME È VENUTA FUORI L’IDEA DI COMBINARE QUESTE COSE?
– All’inizio come Dawn Ray’d eravamo abbastanza ‘tradizionalisti’ a livello creativo musicale, perché eravamo coscienti del fatto che, in quanto anarchici, potevamo venire accusati di non essere davvero black metal, e sentivamo un po’ la pressione in qualche modo di dover essere ‘true’. Ciascuno di noi ascolta vari tipi di musica e in questo caso abbiamo deciso di scrivere un disco come volevamo davvero, facendovi confluire tutte queste influenze senza stare troppo a pensare a cosa pensi la gente.
“Requital” è stata scritta dopo aver ascoltato tantissimo The Watersons (gruppo folk inglese, ndr) e musica sacra suonata con l’arpa. Volevo davvero dare più spazio al lato folk del nostro gruppo, non solo a quello acustico.
“Freedom In Retrograde” è un mio tentativo di distillare le basi della mia visione di anarchia in alcuni concetti essenziali. Non è mia intenzione ‘convertire’ le persone alla teoria anarchica, non voglio decidere al posto di altri su come dovrebbe essere il mondo e su come dovrebbe essere organizzato, voglio solo che potessimo essere tutti quanti liberi davvero.
Siamo differenti dalle altre band black metal, e in questo album abbiamo deciso di credere in noi stessi sul serio; se finiremo isolati dal resto della scena va bene: vuol dire che abbiamo la libertà di essere ciò che vogliamo, a prescindere dal resto.
CITANDO ANCORA, QUESTA VOLTA DA “WILD FIRE”, VOI DITE: “NON C’È NULLA IN QUESTE CANZONI DI CUI VERGOGNARSI, TUTTO QUELLO CHE CANTIAMO LO DICIAMO IN MANIERA CHIARA”. È UNA VERA E PROPRIA DICHIARAZIONE D’INTENTI, UN’AFFERMAZIONE DI QUANTO SIANO IMPORTANTI PER VOI L’ATTIVISMO E L’IMPEGNO POLITICO, ED EFFETTIVAMENTE NON SI POSSONO SCINDERE QUESTE DUE COSE DALLA MUSICA DEI DAWN RAY’D.
QUESTO PERÒ POTREBBE ESSERE ALTRETTANTO VERO PER QUELLE BAND CHE PARLANO DI ODIO, RAZZA, SUPREMAZIA O FANATISMO RELIGIOSO: COSA NE PENSATE? SE E DOVE, SECONDO VOI, SI DEVE TRACCIARE UN LIMITE?
– Questa canzone parla in maniera esplicita di gruppi politicamente schierati a destra, e della differenza tra noi e loro. Entrambi infondiamo le nostre idee politiche nella musica, o usiamo la musica come veicolo per le idee politiche, ed entrambi plasmiamo la forma della nostra musica per adattarla alla nostra idea del mondo. Quello che ci rende diversi dalle formazioni di destra è però l’integrità dei nostri ideali: Graveland, Marduk, Inquisition e tonnellate di altre band più o meno famose di destra negano tutte la propria appartenenza politica, giustificando la propria ossessione ad esempio per la Germania degli anni Quaranta come interesse storico o come esplorazione di uno dei momenti più bui dell’umanità; eppure è appurato che fuori dall’ambito musicale questi musicisti supportino ideologie di estrema destra.
Noi siamo estremamente chiari circa i nostri valori e sono orgoglioso di poterne parlare, di dire ad alta voce chi sono ed in cosa credo e di difendere i miei principi in qualunque situazione.
Le band nazi cantano di fascismo o nazismo, ne usano l’immaginario, ma quando gli si chiede qualcosa in proposito si tirano indietro e rinnegano il proprio coinvolgimento nella cosa. Questo perché chi è di estrema destra solitamente è un codardo, il potere e la sottomissione ad esso in cui credono fanno schifo alla maggior parte delle persone, quindi si vergognano e sono reticenti a parlarne.
Per me ciò evidenzia la differenza maggiore tra sinistra e destra: quello in cui noi anarchici crediamo è buono e vero, mentre le fazioni di destra sono crudeli e oggettivamente sbagliate.
AVETE MAI AVUTO PROBLEMI PER IL MESSAGGIO POLITICO NELLA VOSTRA MUSICA – PER ESEMPIO NEI CONCERTI O DURANTE I TOUR?
– No, gli unici problemi che abbiamo avuto sono stati online, con un sacco di troll e anche minacce di morte, specialmente nei primi anni. Credo che ora i troll abbiano accettato il fatto che esistiamo e non possano fare niente per impedirlo, anche se, dei tre video pubblicati recentemente, quello che ha avuto la maggiore percentuale d’odio nei commenti è stato quello in cui comparivano cartelli a supporto delle persone trans e dell’antifascismo: è chiaro come a queste persone non importi davvero dell’anarchia o delle sottigliezze teoriche delle nostre idee politiche, ma solo di scagliarsi su quello che, in un dato momento, la destra identifica come spauracchio di tutti i mali: qualche anno fa era l’antifascismo in sé, ora sono i diritti trans e chi li sostiene. È davvero deprimente vedere quanto facilmente queste persone vengano spinte verso l’odio da guerre culturali sobillate e create dallo stato, e siano pronte a sostenere prevaricazione e oppressione.
Una volta un cazzo di Nazi dall’aspetto pessimo si è avvicinato a me durante un concerto a Liverpool e mi ha detto che supportava il suprematismo bianco. Insieme al promoter l’abbiamo velocemente buttato di peso fuori dal locale senza dargli il tempo quasi di toccare con i piedi per terra… Sono molto spesso codardi e non si sognerebbero mai di affrontarci faccia a faccia.
A PROPOSITO DI CONCERTI, QUALI SONO I VOSTRI PIANI FUTURI RIGUARDO A SHOW, TOUR E FESTIVAL?
– Saremo in tour per l’Europa ad ottobre, e abbiamo già alcuni festival europei e inglesi confermati. Speriamo anche di riuscire ad andare in tour negli Stati Uniti all’inizio del 2024; personalmente vorrei anche andare a suonare nei paesi asiatici, se c’è qualche promoter o agenzia di booking che legge, mettetevi in contatto con noi!
LO SLOGAN FEMMINISTA “IL PERSONALE È POLITICO” SI ADATTA BENE AL VOSTRO MODO DI SUONARE. LA VOSTRA MUSICA CAMBIA COSÌ COME CAMBIA IL MONDO ED È POSSIBILE FARE UN CONFRONTO TRA QUANTO SUCCESSO NEGLI ULTIMI ANNI (UNA PANDEMIA GLOBALE, NUOVE GUERRE IN EUROPA E IN MEDIO ORIENTE, LE CONSEGUENZE DURE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO, LA CRISI DELL’ECONOMIA CONTEMPORANEA) E I MACRO-TEMI DELLE VOSTRE CANZONI (DIRITTI PER TUTTI A PRESCINDERE DALLA NAZIONALITÀ, GENERE O RELIGIONE, ECOLOGIA, RIVENDICAZIONI PROLETARIE E OPERAIE, ATEISMO, ANTIFASCISMO, ANARCHIA). PROBLEMI PIÙ GRANDI RICHIEDONO UN MAGGIORE SFORZO ANCHE PER CHI COME VOI ‘LOTTA’ ATTRAVERSO LA PROPRIA MUSICA.
AVETE MAI L’IMPRESSIONE CHE ‘SIA TROPPO’ O VI SENTITE SCHIACCIATI DA CIÒ?
– È facile sentirsi schiacciati da queste situazioni. Però penso anche che bisogna comprendere i temi generali per capire il nostro ruolo nella lotta. Per esempio un sacco di liberali o persone di centro-sinistra vorrebbero che supportassimo il partito dei Laburisti, qui in Gran Bretagna, e questo è stato uno dei motivi che ci hanno ispirato a scrivere tutte le canzoni anti-voto, specialmente “Sepulchre (Don’t Vote)” su questo disco.
Anche votare accanto a fare attivismo potrebbe trarre in inganno e spingere a pensare che la politica o lo stato possano aiutare, o che forse potremmo essere salvati da un partito politico se solo votassimo, aspettando altri quattro anni che arrivi l’aiuto sperato.
Questo è un modo interpretare il capitalismo e le classi dirigenti estremamente ingenuo; l’illusione della scelta viene creata per tenerci sottomessi e in attesa, mantenendo al tempo stesso la fiducia nelle gerarchie: Podemos in Spagna, Syriza in Grecia, il Labour Party qui in Inghilterra, i partiti liberali e democratici in Nuova Zelanda, Canada o nel resto dell’Europa non hanno fatto niente per portarci più vicini alla libertà o a vite migliori. Dobbiamo imparare da queste esperienze, non funziona come processo ed è strutturato solo per farci sprecare tempo ed energia.
Quando capiremo questo, capiremo cosa fare per incidere nel cambiamento, che spesso passa attraverso piccoli passi vicino a noi. A costo di ripetermi: aiutate i profughi che vivono nelle vostre comunità, prodigatevi per fermare i rimpatri o per aiutare i salvataggi in mare, portate cibo ai senzatetto, aiutate i vicini. Queste azioni sembrano piccole o senza scopo se confrontate con i macro-problemi della politica globale, ma si ha più possibilità di salvare una vita così che in altro modo, e salvare una vita è un modo per cambiare il mondo. Se agite in modo da fare la differenza, è incredibile di come vi sentirete meglio nei confronti del mondo.
Il personale è sicuramente politico: la politica è qualcosa che accade nella quotidianità e credo non si debba mai perdere di vista quanto siano importanti le vite delle persone normali, altrimenti è facile diventare crudeli o indifferenti.
SE TUTTI I VOSTRI SOGNI POTESSERO REALIZZARSI, SE CIASCUNO DEI VOSTRI IDEALI POTESSE TROVARE IL PROPRIO SPAZIO E DIVENTARE UN PILASTRO A TUTTI GLI EFFETTI DEL MONDO IN CUI VIVIAMO, SE IL MONDO DIVENTASSE DAVVERO UN POSTO MIGLIORE, PENSI CHE COME GRUPPO E COME PROMOTORI DI UN MESSAGGIO SMETTERESTE DI AVERE SENSO? PENSI CHE IN QUEL CASO CI SAREBBERO ANCORA (O MENO) LE CONDIZIONI PER L’ESISTENZA DEI DAWN RAY’D?
– Se devo essere sincero, mi piacerebbe tantissimo non dover cantare di tutta questa merda. Non sono una persona rabbiosa, al contrario mi reputo molto empatico, sensibile e estroverso.
Mi piacerebbe abolire il lavoro e spendere più tempo con la mia famiglia e le persone che amo, mi piacerebbe tantissimo smantellare la polizia e il sistema penitenziario, o sentirmi libero di difendere le nostre comunità da qualsiasi minaccia.
Sarei felice di vivere in un mondo in cui i membri della mia famiglia che sono transessuali possano vivere la vita che vogliono senza dover temere l’odio di ricchissimi politici o di venire discriminati ingiustamente dalle celebrità.
Mi piacerebbe davvero vivere in un mondo in cui non debba essere costretto a sentire di storie strazianti di persone migranti che conosco, o di persone cresciute con i servizi sociali di questo paese.
Mi piacerebbe abitare un posto in cui le donne possano camminare da sole di notte senza problemi, e sarei davvero felice di non dovermi preoccupare per ogni catastrofe ambientale che sentiamo ogni settimana.
Vorrei davvero vivere in un mondo in cui possa cantare di come ci si sente ad essere innamorati, o soddisfatti della propria vita… E magari, in quel mondo, non avrei neanche bisogno di cantare perché ogni giorno mi sembrerebbe così pieno e appagante da non aver bisogno di questi hobby un po’ matti e di queste occasioni per cercare di trovare amicizia o contentezza.
So che tutto questo è possibile e che quello attuale non è l’unico modo che abbiamo di vivere, un altro mondo è possibile e vorrei davvero vedere com’è.