DAYLIGHT DIES – Una pallida luce

Pubblicato il 01/01/2013 da

In questi giorni all’insegna di un clima freddo e uggioso, non vi è niente di meglio di utilizzare la musica dei Daylight Dies come colonna sonora per le nostre stanche giornate o per i momenti di solitudine che esse ci concedono. La band statunitense è da poco tornata sul mercato con il proprio quarto full-length, il riuscitissimo “A Frail Becoming”: un album completamente maturo, che, una volta per tutte, proietta il quintetto nell’olimpo dei “grandi” della scena doom-death metal internazionale. Per i dettagli sul disco, vi rimandiamo al nostro archivio recensioni, mentre di seguito siamo lieti di proporvi una nuova intervista al chitarrista e membro fondatore Barre Gambling, che, senza troppi giri di parole, ci narra come è nata questa ultima fatica della sua band…

PERSONALMENTE HO APPREZZATO “A FRAIL BECOMING” BEN PIÙ DI “LOST TO THE LIVING”. MI PARE PERÒ DI CAPIRE CHE I COMPOSITORI DELLA BAND SIANO RIMASTI GLI STESSI DI SEMPRE. COME È NATO QUESTO ALBUM, SECONDO TE? DA DOVE NASCONO LE SUE ATMOSFERE?
“Questo disco è il risultato di un nuovo approccio alla composizione da parte della band. Per i lavori precedenti eravamo soliti ritrovarci e provare tre volte a settimana e pensare a nuove idee nei restanti giorni. Per questo album abbiamo invece scritto separatamente, visto che alcuni di noi si sono trasferiti in altri stati nel frattempo. Tutto il materiale deriva dal nostro lato oscuro e dai momenti più brutti che abbiamo vissuto negli ultimi anni. Personalmente, sono stato coinvolto in una serie di drammi ruotanti attorno a pignoramento, forze dell’ordine, violenza, disoccupazione, alcolismo, droga, separazioni, divorzio, morte, ecc. Non è stato un bel periodo: l’unica cosa ‘normale’ che riuscivo a fare era comporre musica per i Daylight Dies e in questo stato d’animo sono nati pezzi come ‘An Heir to Emptiness’, ‘Hold On To Nothing’ e ‘A Pale Approach’, per citarne alcuni. Questa è stata la mia personale esperienza, ma gli ultimi anni hanno portato cambiamenti anche radicali in tutte le nostre vite”.

IL DISCO TRATTA QUESTE ESPERIENZE ANCHE A LIVELLO LIRICO?
“Sì, l’idea alla base dell’album è il cambiamento, abbinato all’incertezza per il futuro e alla paura che sopraggiunge in questi casi. L’album parla fondamentalmente dei drammi della vita e del coraggio che serve per superarli e per guardare avanti: due forze perennemente contrapposte, che dominano la vita di ognuno di noi”.

LA TRISTEZZA E LA MALINCONIA SONO DUE SENTIMENTI CHE I METAL FAN SONO SOLITI APPROFONDIRE TRAMITE LA MUSICA CHE ASCOLTANO. VOI COME VI PONETE NEI LORO CONFRONTI? CHE COSA VI PORTA A TRASMETTERE QUESTI SENTIMENTI PIUTTOSTO CHE ALTRI CON LA VOSTRA ARTE?
“La nostra musica è lo specchio di come ci sentiamo nel nostro io più profondo. Non avrebbe senso provare a suonare qualcosa che non rispecchia minimamente la propria personalità. A quanto pare, non sempre siamo persone molto serene e tendiamo ad esternare il dolore tramite la musica. I fan ci dicono che le nostre canzoni li aiutano a far fronte alla realtà di ogni giorno e che ascoltarci è un’esperienza catartica: ciò mi onora moltissimo… anch’io ho pensato le stesse cose nei riguardi delle mie band preferite”.

MUSICALMENTE, VI È QUALCOSA SU “A FRAIL BECOMING” CHE VI SIETE PREFISSATI DI FARE DIVERSAMENTE, A TAVOLINO, RISPETTO AL PASSATO?
“Il suddetto nuovo approccio alla composizione ci ha automaticamente portato su lidi musicali un po’ differenti. In generale, siamo tornati ad apprezzare riff più solidi e potenti, oppure la doppia cassa nella batteria. Tuttavia, non ci siamo posti limiti: non abbiamo cercato di aderire solo ed esclusivamente alle idee e alle sensazioni iniziali. Il nostro bassista Egan, ad esempio, ha composto parte del materiale e il suo stile è piuttosto diverso dal mio. Questo scambio di idee ha generato il sound che puoi sentire su ‘A Frail Becoming’”.

LA VOCE PULITA DI EGAN O’ROURKE È MIGLIORATA MOLTO, TUTTAVIA NOTO CHE NON AVETE DECISO DI DARLE UNO SPAZIO MAGGIORE…
“Qui negli USA siamo bombardati da cosiddette ‘metal-core’ band che puntano tutto sull’alternanza fra verso aggressivo e ritornello pulito. Noi non siamo assolutamente fan di quel genere e di quella formula. Ci teniamo a mantenere un approccio il più possibile personale e a dosare gli elementi in base all’atmosfera del pezzo. In passato abbiamo scritto un brano – ‘Last Alone’ da ‘Lost To The Living’ – basato solo sulle clean vocals, ma non ci è mai venuto in mente di replicarlo, anche se è tra i preferiti dei nostri fan. Registreremo ancora qualcosa di simile solo se la musica ci porterà spontaneamente verso quel tipo di soluzioni”.

I BRANI DEI DAYLIGHT DIES SONO OGGI PIUTTOSTO CORTI E COMPATTI, UNA COSA CHE VI DIFFERENZIA NON POCO DAL RESTO DELLA SCENA DOOM-DEATH METAL. RIUSCITE A ESSERE “IMMEDIATI” SENZA SCADERE IN CONCESSIONI TROPPO OVVIE ALL’ORECCHIABILITÀ…
“Abbimo imparato dai nostri errori e fatto fruttare l’esperienza accumulata nella scrittura di quattro full-length album. Sono circa quindici anni che cerchiamo di comporre insieme della buona musica. All’inizio, i nostri brani erano lunghe successioni di riff, senza grandi ripetizioni: ogni canzone era una sorta di avventura. Con il tempo, abbiamo affinato la nostra abilità nello strutturare i brani e siamo riusciti a trovare un giusto compromesso. Non vi è niente di male nell’utilizzare la melodia nel nostro genere di musica, ma bisogna stare attenti a non scadere nella banalità o in facilonerie”.

SECONDO TE CHE COSA DIFFERENZIA MAGGIORMENTE “A FRAIL BECOMING” DAGLI ALTRI ALBUM DOOM-DEATH PUBBLICATI IN QUESTI ULTIMI ANNI?
“Mi pare che molte doom-death band di oggi stiano cercando di diventare sempre più leggere e romantiche, mentre il nostro nuovo lavoro si muove praticamente nella direzione opposta: è più heavy, cupo ed estremo”.

VENITE SPESSO DEFINITI ANCHE UNA GOTHIC METAL BAND E, PERSONALMENTE, TROVO GIUSTA LA DESCRIZIONE. OGGI, TUTTAVIA, IL TERMINE ‘GOTHIC’ VIENE PER QUALCHE RAGIONE APPLICATO ANCHE A BAND COME EPICA O WITHIN TEMPTATION, CHE DI “GOTICO” NON HANNO PRATICAMENTE NULLA. SECONDO TE DA DOVE NASCE QUESTA CONFUSIONE?
“Non ne ho idea, visto che le band che citi propongono musica molto ariosa e ‘radio friendly’. Non so perchè vengano definite ‘gothic’. Comunque, non ho niente contro la definizione, se questa viene affibbiata alla nostra proposta… ammesso che come termine di paragone vengano utilizzati gruppi come Fields Of The Nephilim o Paradise Lost”.

DA QUANTO TEMPO ASCOLTI METAL E QUALI BAND O ARTISTI REPUTI FONDAMENTALI PER LA TUA CRESCITA COME ASCOLTATORE E MUSICISTA?
“Tutti noi siamo appassionati del genere sin da quando eravamo dei teenager; alcuni di noi persino da più tempo! Le mie band fondamentali – e quindi le basi per la musica dei Daylight Dies – sono sicuramente i Paradise Lost, gli Amorphis di ‘Tales From The Thousand Lakes’, Anathema, vecchi Katatonia, Septic Flesh, i Dissection di ‘The Somberlain’ e, naturalmente, i vecchi Metallica”.

IL POSTO IN CUI SEI CRESCIUTO HA MAI INFLUENZATO I TUOI ASCOLTI O IL MODO DI APPROCCIARTI ALLA MUSICA E ALLA COMPOSIZIONE?
“Più che il posto, è stato fondamentale conoscere le persone giuste al momento giusto. Grazie al nostro batterista Jesse e, in seguito, a un programma radio chiamato ‘Chainsaw Rock’, ho iniziato ad ascoltare del buon metal underground sin da ragazzino, nei primi anni Novanta. Nel North Carolina la musica tradizionale è essenzialmente bluegrass o country, mentre i nostri coetanei erano attratti da pop-punk e hip-hop; crescere in quell’ambiente non è stato semplice, tuttavia siamo sempre riusciti a rimediare musica adatta alle nostre orecchie. Inoltre, qui siamo circondati da boschi, gli inverni sono freddi, nevica… era abbastanza facile immaginare di trovarsi in Scandinavia e pensare di poter avere qualcosa in comune con i gruppi che ascoltavamo. Le nostre prime canzoni sono nate così”.

VI È UN BRANO O UN ALBUM CHE HAI COMPOSTO AL QUALE TI SENTI PARTICOLARMENTE LEGATO?
“Ricordo sempre con piacere la stesura dell’album ‘Dismantling Devotion’: in quel periodo ero totalmente immerso nella nostra musica. Vivevo in una realtà fatta di riff, arrangiamenti, strutture… all’epoca non avevo un lavoro full time e trascorrevo quasi tutto il mio tempo a lavorare sui pezzi. A causa di una grossa nevicata fui costretto a rimanere in casa per una settimana e lì trovai l’ispirazione per brani come ‘A Life Less Lived’ e ‘Solitary Refinement’”.

AVETE IN PROGRAMMA DI SUONARE LIVE PER SUPPORTARE “A FRAIL BECOMING”? VERRETE IN EUROPA?
“Stiamo cercando di organizzare un tour europeo per il 2013, anche se non è impresa facile. I nostri concerti sono molto energici, li vediamo come una celebrazione catartica”.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.