DEAD CONGREGATION – La fiamma e la cenere

Pubblicato il 26/12/2014 da

Con “Promulgation Of The Fall” i Dead Congregation hanno smesso i panni di “promessa” e hanno definitivamente adottato il titolo di “realtà”. La band greca ha fatto le cose con calma, lasciando trascorrere diversi anni dalla pubblicazione del debutto “Graves Of The Archangels” prima di regalare alla scena death metal un nuovo capitolo della sua discografia. Ma si sa… le opere di valore di rado nascono di fretta e per caso. Valutando attentamente le proprie mosse e levigando ulteriormente un songwriting già brillante, il gruppo è riuscito a sfornare un album che omaggia il death metal dei cosiddetti “tempi d’oro” del genere senza tuttavia mai risultare scontato e passatista. “Promulgation…” è a tutti gli effetti uno dei massimi esempi – se non IL massimo esempio – di metallo della morte realizzati nel 2014, un disco che può conciliare coloro che rifiutano di ascoltare qualsiasi cosa sia uscita dopo il 1992 e chi invece non smette di setacciare l’underground per scovare le perle più nascoste ed agghiaccianti in circolazione. Considerati anche i loro poderosi live show, i Dead Congregation rientrano oggi fra quei nomi “da battere” per tutti quei gruppi che davvero desiderano arrivare ai vertici del movimento death metal. Il cantante/chitarrista A. V. “vola basso” e non si lascia andare a grandi proclami, ma è evidente che lui e la sua band stiano prendendo coscienza del proprio status attuale. Modesti, ma tutto fuorchè ingenui, insomma…

Foto di Åsa Hagström – Septikphoto – Facebook / Flickr

dead congregation - ktdf - 2014

I DEAD CONGREGATION HANNO INIZIATO QUANDO LA MAGGIOR PARTE DELLE DEATH METAL BAND STAVANO PUNTANDO SOPRATTUTTO SU TECNICA E VELOCITÀ. ALL’EPOCA SOLO VOI E UN PAIO DI ALTRI GIOVANI GRUPPI SEMBRAVANO ANCORA ATTRATTI DALLO STILE DEI VARI IMMOLATION, INCANTATION, ECC. CHE COSA VI PORTÒ AD ABBRACCIARE QUESTO STILE?
“Sono d’accordo, dieci anni fa non c’erano molte band che suonavano con questo spirito, a parte una manciata di vecchie formazioni e le prime realtà della prima generazione di band che hanno contribuito al cosiddetto ‘old school revival’, come Kaamos e Repugnant. Sono probabilmente stati questi ultimi a smuovere le acque nei primi anni 2000 e ben presto tanti altri li hanno seguti. Ovviamente gente come Sadistic Intent e Incantation ha sempre continuato per la propria strada – così come band più piccole come i brasiliani Incrust – ma all’epoca in pochi sembravano credere in questo tipo di death metal. Per quanto concerne i Dead Congregation, questo approccio era qualcosa che avevo in mente da tempo, visto che fa parte del mio background musicale. Sono cresciuto ascoltando death metal, poi thrash, quindi death metal con Death, Morbid Angel, Immolation e via dicendo. Si è soltanto trattato di trovare musicisti con gli stessi gusti e formare una band. Ciò è avvenuto quando ho incontrato per caso il nostro batterista V.V. ad uno show, e poco dopo il nostro chitarrista T.K.. Non appena noi tre abbiamo iniziato a provare ci siamo resi conto di avere delle potenzialità”.

È DIFFICILE CREARE NUOVI RIFF E CANZONI IN QUESTO FILONE DEL DEATH METAL ORA CHE IL GENERE HA GIÀ DATO TANTO?
“Non è difficile comporre canzoni finchè vi è la giusta ispirazione alla base. Se non ti senti ispirato è inutile provare a concretizzare delle idee. Non abbiamo mai cercato di essere originali ad ogni costo: abbiamo sempre cercato di essere spontanei, di suonare la musica che avevamo voglia di ascoltare e di sentirci quindi realizzati come musicisti e fan del death metal. Inoltre, come hai detto tu, il genere esiste da tempo, ma per tanti anni nessuno si è davvero interessato ad esso, quindi ci siamo sentiti di ricordare a tutti come questo dovrebbe suonare. Alla fine dei conti, l’originalità è soggettiva: quando gli Obituary sono usciti, agli esordi suonavano come i Celtic Frost, i Morbid Angel come Possessed e Slayer, i Deicide come Slayer e Morbid Angel, i Dissection come i Mayhem e così via. Tutti hanno le loro influenze, più o meno evidenti. Sta alla band fare buon uso di queste influenze e dar vita a qualcosa di speciale e di unico. Preferire di gran lunga avere un album che mi ricorda altre band ma che contiene ottime canzoni piuttosto che un disco originale che non si riesce ad ascoltare”.

IL VOSTRO DEBUTTO “GRAVES OF THE ARCHANGELS”  ERA STATO ACCOLTO BENISSIMO E VOI SIETE PRESTO DIVENTATI UN NOME MOLTO RISPETTATO NELL’UNDERGROUND. QUESTA NOMEA DI “CULT BAND” VI HA MESSO ADDOSSO DELLA PRESSIONE QUANDO AVETE INIZIATO A LAVORARE A “PROMULGATION OF THE FALL”?
“Per niente, abbiamo solamente continuato a comporre materiale come abbiamo sempre fatto. Cerchiamo sempre di compiere un passo in avanti e di non ripetere le formule del passatto. ‘Promulgation of the Fall’ è la naturale evoluzione di ‘Graves…'”.

QUALI OBIETTIVI AVEVATE IN MENTE QUANDO AVETE INIZIATO A LAVORARE AL DISCO? QUALI SONO SECONDO TE LE PRINCIPALI DIFFERENZE CHE INTERCORRONO TRA I DUE ALBUM?
“Il debut era più vicino alle nostre influenze, mentre il nuovo album ha un tocco più personale. Penso che ‘Promulgation…’ abbia preso tutti gli ingredienti del disco precedente e li abbia esaltati: è più veloce quando spingiamo, più lento quando rallentiamo, generalmente più aggressivo, mentre gli arrangiamenti sono al tempo stesso più complessi e più fluidi. I due album sono entrambi piuttosto emotivi, ma giungono all’atmosfera desiderata in modi diversi: ‘Graves…’ era religioso grazie all’aiuto di canti e altri sample, mentre ‘Promulgation…’ è incredibilmente cupo e non fa uso di altro al di fuori dei riff”.

QUALI SONO I SENTIMENTI CHE LA MUSICA VI DEVE ISPIRARE PER ESSERE CONSIDERATA DEGNA DEI DEAD CONGREGATION?
“Se la musica non ci dà i brividi e non ci porta a distruggere i nostri strumenti e ciò che ci circonda in preda alla passione per quello che stiamo suonando, allora c’è senz’altro qualcosa che non va”.

VI È UN BRANO NEL VOSTRO REPERTORIO CHE TI STA PARTICOLARMENTE A CUORE?
“Direi ‘Schisma’, perchè quando abbiamo iniziato a registrare l’album questo pezzo non aveva ancora voce e chitarra solista. Abbiamo registrato batteria, basso e chitarre ritmiche, poi ho lavorato agli arrangiamenti di voce e ho quindi iniziato a pensare alle linee di chitarra solista. Il brano ci piaceva già molto quando lo suonavamo in sala prove, ma quando ho aggiunto voce e chitarre questo ha raggiunto un’altra dimensione. Adoro anche il finale di ‘Teeth Into Red’, soprattutto la parte in cui il prete canta, seguita dall’esplosione del riff conclusivo. Tutto sommato, siamo fieri di ogni nostro pezzo, altrimenti non li avremmo mai pubblicati”.

L’ESSERE IL FRONTMAN DEI DEAD CONGREGATION HA IN QUALCHE MODO INFLUENZATO LA TUA VITA O LA TUA PERSONALITÀ?
“Assolutamente no. Dopo tutto, sono solo il frontman di una death metal band, non faccio parte dei Beatles o degli U2! Non mi dispiace essere il frontman, anche se non amo particolarmente cantare, visto che rende suonare la chitarra sul palco più complicato. Ci sto facendo l’abitudine grazie a tanta pratica”.

IL LUOGO IN CUI SEI CRESCIUTO E QUELLO IN CUI VIVI HANNO MAI INFLUENZATO LA TUA MUSICA O I TUOI GUSTI?
“Direi di no. Sono cresciuto in un posto molto tranquillo e nessuno dei miei amici di infanzia ha mai ascoltato metal. Tuttavia, sono diventato un grande appassionato di questa musica e da solo ho modellato i miei gusti cercando di conoscere quante più band possibile con il poco denaro che avevo. Internet non esisteva all’epoca!”.

LA SCENA METAL GRECA COME VIVE QUESTO TEMPO DI CRISI ECONOMICA E SOCIALE? È DIFFICILE ORGANIZZARE CONCERTI E MANTENERE LA BAND IN ATTIVITÀ? QUALI SONO I GRUPPI CHE RACCOMANDERESTI AI NOSTRI LETTORI?
“Questo brutto periodo non sta fortunatamente influenzando la scena. Del resto, gruppi come i Sepultura sono riusciti a diventare enormi pur provenendo da nazioni molto povere. Si tratta solo di essere determinati e di scrivere buona musica. Se scrivi brutte canzoni non puoi incolpare la società per il fatto che nessuno viene ai tuoi show! Tutto sommato qui si vedono meno persone ai concerti rispetto ad una volta, ma la ragione è che siamo stati viziati: ci sono troppi concerti all’anno. Inoltre, i locali qui sono troppo costosi e i promoter devono quindi alzare il prezzo del biglietto. Ma, di nuovo, sono loro che sbagliano: organizzano date che non vanno in parità, perdono denaro eppure accettano di pagare somme ingenti ai locali. Se tutti i promoter smettessero di accettare certi prezzi per un po’, i locali probabilmente sarebbero costretti ad abbassare le loro pretese. Per quanto riguarda i Dead Congregation nello specifico, nel 2014 abbiamo tenuto il nostro show in Grecia migliore di sempre: ciò significa che la crisi non può impedire ai fan di venire ad un concerto, se loro pensano che tu valga il loro tempo e il loro denaro. Venendo alla seconda parte della tua domanda, consiglio Embrace Of Thorns, Resurgency, The Psalm, Acrimonious e Ravencult. Se poi amate il Bay Area thrash, ascoltate gli Exarsis!”.

CHE COSA TI HA FATTO INNAMORARE DEL DEATH METAL? QUALI SONO LE SUE QUALITÀ CHE TI HANNO IRRETITO SIN DAL PRIMO ASCOLTO?
“Non saprei dire, è stato amore al primo ascolto. Avevo 11 anni quando ho ascoltato ‘Powerslave’ degli Iron Maiden per la prima volta e da allora non mi sono più guardato indietro. Nei tardi anni Ottanta, dopo aver ascoltato thrash, ho scoperto ‘Leprosy’ dei Death e mi ha letteralmente sconvolto. Ho pensato che la voce fosse troppo brutale per essere umana, ma lho trovata subito affascinante”.

IL DEATH METAL STA VIVENDO UN BUON MOMENTO DI SALUTE IN QUESTO PERIODO. VI SONO TANTE BAND IN ATTIVITÀ E VENGONO ORGANIZZATI NUMEROSI CONCERTI E FESTIVAL. PENSI CHE QUESTO MOMENTO DURERÀ ANCORA A LUNGO?
“Penso che il tutto morirà presto, come sempre succede per ogni scena. Alcuni gruppi vanno fuori dall’ordinario e registrano qualcosa di unico per il periodo, quindi tanti altri iniziano a seguirli, dando vita ad una nuova moda. Di lì a poco si raggiunge il punto di saturazione e i gruppi iniziano a morire o a cambiare stile. È successo al death metal svedese nella metà degli anni Novanta, poi al melodic black metal della scuona No Fashion, quindi ai cloni degli At The Gates, ecc. Trovo divertente che, ora che ci troviamo nel cosiddetto ‘old school revival’, tante etichette stiano ristampando vecchi album/demo del passato che nemmeno all’epoca nessuno aveva mai giudicato interessanti, spacciandoli per ‘cult release from the past’. Persino una label come la Century Media si è messa a ristampare The Moaning o The Everdawn, cercando di convincerci che siano vecchie gemme dal passato. Divertente… Chissà cosa sarà popolare tra poco? Forse suoni groovy alla Korn torneranno di nuovo in auge!”.

VOI NON AVETE PUBBLICATO MOLTI DEMO O SPLIT, PREFERENDO CONCENTRARVI SUGLI ALBUM…
“Sì, ne abbiamo rilasciati alcuni, ma non siamo una grindcore band, che deve pubblicare almeno quattro 7″ all’anno. Sentiamo che sia molto più gratificante presentare un full-length album che ti intrattiene dall’inizio alla fine piuttosto che solo un paio di buoni pezzi su un EP. Magari saremmo stati considerati ancora più un ‘nome di culto’ se avessimo pubblicato solo EP (ride, ndR)”.

QUALE POTREBBE ESSERE IL BILL PERFETTO PER UN CONCERTO DEI DEAD CONGREGATION? SE POTESSI VIAGGIARE NEL TEMPO, CHI SCEGLIERESTI?
“Organizzerei un concerto nei primi anni Novanta con molte band americane dell’epoca: Morbid Angel, Autopsy, Death, Immolation, Disincarnate, Deicide… Ma anche solo i Morbid Angel di qualsiasi anno tra il 1989 e il 2000”.

PIANI PER IL FUTURO?
“Stiamo confermando sempre più concerti. A dicembre partiremo per un tour europeo di 12 date con gli irlandesi Zom, mentre nel 2015 visiteremo Slovacchia e Romania e prenderemo sicuramente parte al Neurotic Deathfest e al Brutal Assault Fest. Stiamo valutando altre opportunità, anche se, a causa dei nostri lavori, non possiamo suonare dal vivo quanto vorremmo. Facciamo comunque il possibile!”.

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