DEAFHEAVEN – Sogni Metropolitani

Pubblicato il 13/06/2011 da


Il black metal dal sapore nostalgico dei Deafheaven – che, tra l’altro, è contaminato da elementi post rock, shoegaze e screamo vecchia scuola – è una vera e propria novità per la scuderia della Deathwish Records, etichetta da sempre devota all’hardcore in quasi tutte le sue forme. Tuttavia, non si può certo dire che il buon Jacob Bannon, cantante dei Converge e proprietario della label, non ci abbia visto giusto! Questi giovani californiani stanno infatti letteralmente bruciando le tappe e diventando un nome di spicco per coloro che stravedono per la moderna scena black statunitense. Con un EP e un full-length, il gruppo di San Francisco ha messo in mostra una personalità notevole e un songwriting già decisamente affinato, che, abbinate a una voglia di fare e a un’umiltà non da poco, stanno portando i nostri sulla bocca di moltissimi appassionati. Ce lo ha confermato, sempre con la suddetta modestia, il frontman George Clarke, a dire il vero senza sbilanciarsi più di tanto quando interpellato sulle ambizioni e le dinamiche all’interno della band.

PRESENTA I DEAFHEAVEN AI NOSTRI LETTORI. CHI SIETE? QUALI SONO I VOSTRI OBIETTIVI?
“I Deafheaven sono una band con base a San Francisco, California. In precedenza abbiamo tutti suonati in altri gruppi, ma questa è la prima volta che facciamo sul serio. Come Deafheaven il nostro solo obiettivo è quello di scrivere musica onesta ed emozionale, che ci faccia stare bene mentre la suoniamo”.

IL VOSTRO DEBUT ALBUM “ROADS TO JUDAH” STA RICEVENDO OTTIME CRITICHE. VI INTERESSA L’OPINIONE DI STAMPA E PUBBLICO?
“Sì, le recensioni per ora sono state piuttosto positive… credo di averne viste solo un paio in cui il disco non veniva ben accolto. È normale che ci siano opinioni contrastanti e mi piace leggere entrambe, anche se mi rendo conto che a volte chi scrive una recensione non abbia ben chiari i nostri propositi e il background del nostro stile”.

VI È UNA SCENA A SAN FRANCISCO DEVOTA A QUESTO TIPO DI “EXTREME METAL MALINCONICO”? OPPURE SIETE GLI UNICI ESPONENTI DI QUESTO MIX FRA BLACK METAL E POST ROCK/SCREAMO?
“Trovo che abbiamo la nostra identità all’interno della scena musicale di San Francisco, ma penso che ci siano altre band che hanno qualcosa in comune con noi. Tuttavia, tutti provano a dare alla propria musica un tocco personale e questo atteggiamento rende la scena locale piuttosto viva e accattivante”.

CHE MUSICA SEI SOLITO ASCOLTARE? QUALI BAND PENSI CHE TI ABBIANO INFLUENZATO DURANTE LA STESURA DEL DISCO?
“Durante il processo di songwriting ascoltavo spesso Lush, The Chameleons, Craft e Bosse-de-Nage, ma non so dirti se effettivamente questi ascolti abbiano influenzato la musica che stavo componendo. Comunque, nella band abbiamo tutti gusti abbastanza simili”.

RITIENI CHE VI SIANO DETERMINATI PARAMETRI ENTRO I QUALI LA VOSTRA MUSICA DEBBA SEMPRE RIENTRARE? VI CAPITA MAI DI SCARTARE QUALCOSA PERCHÈ LA CONSIDERATE “NON DEAFHEAVEN”?
“Diciamo che abbiamo in mente una certa atmosfera che ci interessa sempre ricreare, ma a livello di riff o soluzioni ritmiche non ci poniamo alcun limite per il momento. Siamo persone dalla mente molto aperta ed è importante che la nostra creatività non venga mai messa a freno”.

“JUDAH” È IL NOME DI UNA LINEA DELLA RETE TRAMVIARIA DI SAN FRANCISCO. IL DISCO È UNA SORTA DI CONCEPT SULLA CITTÀ O SU VOSTRE ESPERIENZE LEGATE AD ESSA?
“Sì, ci sei andato vicino. A livello lirico, il disco è basato sull’ultimo anno della mia vita. Esperienza personali e mie riflessioni su queste ultime. Ho intitolato il lavoro ‘Roads To Judah’ perchè buona parte delle mie riflessioni e dei mie scritti sono stati fatti proprio mentre ero sui tram dell’omonima linea ogni giorno. È un album decisamente personale e volevo che ciò trasparisse anche e soprattutto dal titolo”.

VI SENTITE PARTE DI UNA SCENA MUSICALE IN PARTICOLARE? PENSI CHE AVRESTE POTUTO OTTENERE UN SIMILE SUCCESSO (UNDERGROUND) ANCHE ALCUNI ANNI FA?
“No, non ci sentiamo parte di alcuna scena, se non di quella metal in generale, anche se ovviamente traiamo ispirazione da altri generi musicali. Credo che la situazione attuale, a livello di gusti del pubblico e di attitudine dei musicisti, sia piuttosto favorevole per un gruppo come il nostro. Nel complesso, si sente una richiesta per musica aggressiva che tutto sommato non era mai stata così evidente negli ultimi tempi. Allo stesso tempo, però, si sente anche la necessità di rompere le barriere fra generi e di provare a concepire qualcosa di nuovo. Sono un fan sia di realtà marcatamente old school, fiere di rifarsi in toto a musica del passato, sia di chi cerca sempre di evolversi o comunque di non creare qualcosa di ovvio. Ovviamente, però, credo che i Deafheaven facciano parte di quest’ultima schiera”.

LA DEATHWISH RECORDS HA UN ROSTER PIUTTOSTO VARIO, CIÒ NONOSTANTE NON È MAI STATA TROPPO NOTA PER ESSERE UNA ETICHETTA AFFILIATA AL BLACK METAL O SIMILARI. PERCHÈ AVETE DECISO DI FIRMARE PER LORO?
“Si tratta tutto sommato di una label hardcore, ma Tre e Jake hanno da sempre dei gusti molto ampi. Ci hanno scoperto quando ancora eravamo agli inizi, qualcosa di noi gli è piaciuto e hanno subito fatto di tutto per supportarci. Per ora ci troviamo davvero bene con loro, la collaborazione è ottima sotto ogni punto di vista”.

AVETE GIÀ COMPOSTO DEL MATERIALE PER IL PROSSIMO ALBUM?
“No, abbiamo deciso di prenderci una pausa dal songwriting. Credo che torneremo a comporre a partire dalla fine dell’anno o dall’inizio del prossimo”.

QUINDI SUONERETE DAL VIVO? QUALI SONO I VOSTRI PROGRAMMI A RIGUARDO?
“Sì, abbiamo in programma un tour americano con i KEN Mode a giugno, poi ci saranno altre date sparse durante l’estate e infine un altro tour in autunno. Abbiamo già ricevuto delle offerte per venire in Europa e speriamo proprio di riuscire a concretizzare qualcosa per gli inizi del 2012”.

COME DESCRIVERESTI UN TIPICO SHOW DEI DEAFHEAVEN?
“Non ne ho idea! Credo siano sempre diversi, perchè ci troviamo spesso a dividere il palco con band di ogni tipo. Siamo una realtà che può essere inserita in molti tipi di cartellone, quindi le sensazioni che la nostra musica evoca e il contesto in cui ci ritroviamo a esibirci variano di volta in volta”.

IN RETE NON CIRCOLANO MOLTE VOSTRE FOTO… È UN SEMPLICE CASO O È VOSTRA PRECISA VOLONTÀ?
“Inizialmente era nostra precisa volontà… volevamo che solo la musica fosse al centro dell’attenzione e nient’altro. Poi però abbiamo iniziato a suonare live e ovviamente alcune foto o video hanno iniziato a circolare. Ma ora va bene così, la cosa non mi infastidisce”.

UN ULTIMO MESSAGGIO PER I NOSTRI LETTORI?
“Prima di tutto, grazie per averci intervistato e per averci dato spazio sul vostro magazine. Grazie a coloro che hanno letto l’intervista, speriamo di incontrarvi un giorno dalle vostre parti”.

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