DEATH MECHANISM – Più umano dell’umano

Pubblicato il 07/02/2014 da

I Death Mechanism hanno le idee molto chiare: non considerateli la classica thrash-band ancorata agli anni Ottanta. Questo botta-e-risposta con Pozza (voce e chitarra) spazia dalla musica del gruppo alle tendenze che attraversano il panorama metal che segue, inevitabilmente, mode e tendenze. Naturalmente è un discorso che meriterebbe intere pagine di discussione, qui ci limitiamo a riportare un’opinione (peraltro anche condivisibile) ed a parlare di transumanesimo, una corrente culturale in bilico tra la body modification più estrema e la scienza. Lasciamo, dunque, spazio a questa interessante chiacchierata…

Death Mechanism

COMINCIAMO PARLANDO DEL VOSTRO NUOVO “TWENTY-FIRST CENTURY”. COME È NATO E COSA VUOLE ESPRIMERE ?
“’Twenty-First Century’ è nato come tutti i nostri precedenti lavori e cioè ritrovandoci in sala prove tutti insieme per sviluppare delle mie idee… per noi è sempre stato cosi: io porto le idee di base e poi tutto viene sistemato, modificato e arrangiato insieme. Questo album esprime esattamente quello che sentivamo in quel momento… fondamentalmente continua sempre sulle stesse sonorità degli altri due lavori ma questa volta abbiamo voluto anche provare ad inserire qualcosa di nuovo come figure di batteria non prettamente ‘thrash’, alcuni passaggi più articolati e pure l’inserimento di alcune piccole parti di synth. Diciamo che abbiamo cercato di inserire qualche piccola novità rispetto a quello che avevamo fatto fono a quel momento”.

LE SONORITÀ DELLA SCUOLA THRASH TEDESCA (SOPRATTUTTO DEI KREATOR O DEI SODOM CON CUI AVETE SUONATO A SETTEMBRE) SEMBRANO ESSERVI MOLTO AFFINI. VI RICONOSCETE IN QUESTO FILONE?
“Sicuramente quelle sonorità fanno parte delle nostre influenze ma alla stessa maniera le nostre influenze arrivano anche da gruppi come Sadus, Slayer, Coroner, Voivod e dal death metal prima maniera … quindi diciamo che sì, ci riconosciamo nel filone più estremo del thrash ma non esclusivamente nel filone thrash tedesco, assolutamente no! Sicuramente molto meno dei primi periodi dove forse le influenze erano più evidenti ma andando avanti abbiamo sempre cercato di dare una nostra impronta ispirandoci ai gruppi storici del genere”.

VIENE DA PENSARE CHE DUE MEMBRI DEI BULLDOZER SUONINO ANCHE NEI DEATH MECHANISM, MA FORSE SAREBBE PIÙ CORRETTO DIRE IL CONTRARIO. COME CONCILIATE LA MILITANZA NELLE DUE BAND E QUANTO IL LAVORO DEI DEATH MECHANISM VI HA AVVICINATO AI BULLDOZER?
“Certo! la cosa corretta da dire è che due membri dei Death Mechanism suonano anche nei Bulldozer, infatti i DeathMechanism sono nati anni prima della reunion dei Bulldozer. Con i Bulldozer si fanno pochi concerti e ‘mirati’ quindi abbiamo tutto il tempo per organizzarci ed evitare di sovrapporre le date. In un certo senso si può dire che senza i Death Mechanism non ci saremmo mai avvicinati ai Bulldozer. In quel periodo i Bulldozer erano alla ricerca di un nuovo batterista ed Andy e ACWild, dopo aver sentito alcuni brani del nostro primo album ‘Human Error Global Terror’, vennero appositamente ai nostri concerti per vedere Manu suonare dal vivo… cosi è iniziata la collaborazione”.

IL VOSTRO GENERE CI È SEMBRATO THRASH METAL OLD SCHOOL SENZA ALCUN TIPO DI COMPROMESSO E SENZA CONCESSIONI ALLE SONORITÀ PIÙ MODERNE. VI RITROVATE IN QUESTA DEFINIZIONE?
“Bisogna un po’ definire cosa si intende con old school… se si intende solo quello che è stato fatto dal 1982 al 1990 allora la risposta è no, se invece si intende anche quello che è stato fatto dal 1990 al 1995-’97 allora sì… molta gente ci definisce gruppo old school riferendosi agli album usciti negli anni ’80, ma di fatto le nostre influenze arrivano quasi totalmente da album usciti dal 1990 in poi. Io credo che si possono riscontrare molte più similitudini in album come ‘A Vision of Misery’, ‘Coma of Souls’,’Mental Vortex’,’Season in the Abyss’,’Arise’ o altri ancora ma sempre di quel periodo. Gli album di quel periodo sono i miei primi ascolti, sono gli album che ho ascoltato quando ero adolescente e che quindi mi hanno influenzato anche come chitarrista”.

COME MAI, SECONDO VOI, IL THRASH HA AVUTO UN RITORNO COSÌ DECISO NEGLI ULTIMI ANNI?
“La mia opinione forse potrà essere un po’ criticata, ma semplicemente io credo perché anche la scena metal è un fenomeno di massa, molto più esclusivo e di nicchia ma pur sempre di massa e di conseguenza soggetto a mode e tendenze, oggi più che mai, è come una ruota che gira… dal 1980 a fine anni ’90 è stato tutto un periodo di invenzioni, sperimentazioni, è nato l’heavy metal, sono nati nuovi generi e sottogeneri, poi, una volta finite le idee, è iniziato il periodo di riciclaggio, rivisitazione, revival, ecc. e quindi ci sono stati periodi black, i periodi thrash, i periodi death. Ultimamente, per dire, vedo un periodo doom, non so da chi o come vengano decise queste tendenze ma a me pare così. Sia chiaro: ovviamente anche noi Death Mechanism siamo dentro il periodo rivisitazione, mica abbiamo inventato niente di nuovo! Poi in parte forse può essere anche perché a forza di sperimentazioni a inizio anni 2000 il thrash ormai era stato snaturato del tutto, con album e band con look e sonorità che non centravo assolutamente niente di niente e che venivano etichettate come thrash. Quindi forse la gente, le band e le etichette hanno sentito il bisogno di riavvicinarsi o riscoprire le vere origini del genere”.

VOI SIETE IN TRE: IL MINIMO SINDACALE (VOCE/CHITARRA, BASSO E BATTERIA) ED ANCHE IN QUESTO SIETE DECISAMENTE OLD SCHOOL (VENGONO ANCORA IN MENTE I SODOM, SOPRATTUTTO DEL TRIO ANGELRIPPER, WITCHHUNTER, BLACKFIRE O I DESTRUCTION). E’ STATA UNA SCELTA?
“Sì, per quello che facciamo noi una chitarra basta! E poi meno componenti vuol dire meno teste, meno questioni e meno casini (ride, ndR)”.

OLTRE ALLA MUSICA, VOLETE DIRCI QUALCOSA ANCHE DEI TESTI ? ESISTE UN FILO CONDUTTORE ALL’INTERNO DI “TWENTY-FIRST CENTURY”? CI PARLATE DEL CONCETTO DI “TRANSHUMANISM” CHE PARE ESSERE PARTE FONDAMENTALE DELLA VOSTRA MUSICA ?
“Si può dire che fin dai primi demo c’è un filo conduttore nei testi dei Death Mechanism, infatti le tematiche riguardano quasi esclusivamente il rapporto tra umanità e tecnologia descrivendo, in modo visionario e cinico, vantaggi e svantaggi, rischi e conseguenze. Il transumanismo è una corrente di pensiero che punta alla massimizzazione delle possibilità fisiche e cognitive di ogni individuo attraverso l’uso della tecnologia e della genetica puntando addirittura all’immortalità… l’individuo viene infatti visto come un’entità a se stante che può trascendere dal corpo, ovvero l’essere vivente non è visto come un corpo che vive, invecchia e muore, ma come entità. Sono argomenti inquietanti e al limite dell’assurdo, ma mi hanno sempre interessato”.

SUL VOSTRO PROFILO MYSPACE SI LEGGE CHE SIETE TOTALMENTE A FAVORE DELLA TECNOLOGIA SULL’ETICA, MA CHE QUESTA PORTERÀ ALL’AUTODISTRUZIONE DEL GENERE UMANO…
“Sono le due facce della stessa medaglia, è come una specie di patto: la tecnologia ci dà benessere, abbondanza, comodità e continua a portare migliorie alla nostra vita ma in cambio ci chiede risorse, con conseguenti conflitti e divari sociali, si prende la salute e la vita di molte persone e impone dei sistemi di vita. Qualcuno ha iniziato a cercare un compromesso, un punto di equilibrio, ma la vedo ancora lunga! Mentre riguardo all’etica credo ci sia poco da dire: ritengo sia assurdo limitare o addirittura proibire la ricerca o lo sviluppo di nuove opportunità per motivi etici o morali spesso imposti da religioni o da benpensanti ipocriti manipolatori e opportunisti”.

TORNANDO ALLA MUSICA: COM’È STATO COLLABORARE CON TOMMY T.BARON DEI CORONER?
“Collaborare con Tommy Vetterli è stata una gran bella esperienza! Primo perché per noi, e in particolare per me, i Coroner sono una delle band più importanti in assoluto, e poi perché lui è una gran persona e un gran professionista, oltre al fatto che il New Sound è uno studio di registrazione di gran livello! E poi avere Tommy Vetterli come guest nel nostro disco è una cosa che non avrei mai immaginato quando ho iniziato a suonare! Abbiamo avuto anche modo di conoscere gli altri componenti dei Coroner ed anche loro sono persone molto simpatiche e alla mano!”.

CHE PROGETTI AVETE PER IL NUOVO ANNO?
“Cercheremo di suonare il più possibile, anche se per diversi motivi è sempre più difficile ormai piazzare qualcosa di prestigioso a meno che non ci si adegui a certi ‘sistemi’, poi tra qualche tempo uscirà la versione vinile di ‘Twenty-First Century’ che sarà pubblicata dalla Night Of The Vinyl Dead e nel mentre abbiamo già iniziato a comporre qualcosa di nuovo”.

GRAZIE. LE ULTIME PAROLE PER I LETTORI DI METALITALIA.COM?
“Ci si vede ai nostri concerti, mi raccomando!”.

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