Quello che ci troveremo ad assistere il prossimo 10 Settembre al Metalitalia.com Festival è un evento importantissimo, in primis perché sarà una grande festa per i quarant’anni di carriera dei Death SS, una delle band heavy metal più importanti della storia del nostro Paese. In secondo luogo questo concerto potrebbe essere l’ultimo di sempre dei Death SS, uno show che conclude l’ultimo ciclo di vita della band iniziato con la pubblicazione di “Resurrection” e che potrebbe rappresentare il capitolo artistico finale di Steve Sylvester e compagni. Per l’occasione abbiamo contattato il leader e fondatore della band, Steve Sylvester, che come sempre con grande garbo ed intelligenza si è prestato a rispondere a tutti i nostri quesiti.
STEVE, IL PROSSIMO 10 SETTEMBRE SUONERETE AL METALITALIA.COM FESTIVAL UNO SHOW MOLTO IMPORTANTE PER VOI, PER FESTEGGIARE I QUARANT’ANNI DI DEATH SS. IN PRECEDENZA HAI DICHIARATO CHE LA VOSTRA INTENZIONE PER IL FUTURO E’ DI FARE POCHE DATE MIRATE, MA DI GRRANDE QUALITA’. COSA CI DOVREMO QUINDI ASPETTARE?
“Dopo il tour di ‘Resurrection’ che si è concluso ormai due anni fa, seppur come band rimaniamo attivi, abbiamo deciso di dedicarci ognuno alle proprie cose. Ogni tanto ci troviamo per registrare qualcosa insieme, ma a livello concertistico ho messo i Death SS in stand by. Con l’occasione del quarantennale della band, ci è stata caldeggiata su più fronti l’idea di uno show speciale e, proprio per questa ricorrenza, ho ceduto e deciso di suonare una volta ancora dal vivo. La mia idea era di non fare più concerti, non so se quello del Metalitalia.com Festival sarà il nostro ultimo concerto di sempre, potrebbe essere o forse no, al momento non so dirti di più. Sicuramente a breve non ci saranno altre date. In base al tempo che avremo a disposizione cercheremo di fare una scaletta che comprenda il meglio di tutta la nostra produzione, recente e più vecchia. Sarà uno show dalla durata normale, circa un’ora e mezza o due ore al massimo”.
IL VOSTRO DISCO “HEAVY DEMONS” E’ USCITO NEL 1991, DICIAMO CHE HA DA POCO SUPERATO I VENTICINQUE ANNI DI VITA. HAI INTENZIONE DI FARE QUALCOSA DI SPECIALE PER QUEST’ALTRA RICORRENZA?
“Posso dirti che ci saranno sicuramente molti estratti da questo disco perché ‘Heavy Demons’ è stato con tutta probabilità il nostro lavoro più amato da una certa frangia di fan, mi riferisco ai metallari più tradizionali”.
GIA’ DOPO “THE SEVEN SEAL” DICESTI CHE UN CICLO IMPORTANTE PER LA BAND SI ERA CHIUSO. ALLORA NON ERI SICURO DI CONTINUARE CON LA BAND…
“Sì lo ammetto, con i trent’anni della band nel 2007 culminati con il concerto all’Italian Gods Of Metal, per noi si era chiuso un ciclo, un patto trentennale che avevo previsto sin dall’inizio. Abbiamo però lasciato una porta aperta ed infatti qualche anno dopo, nel 2013, siamo tornati con ‘Resurrection’, una resurrezione, un nuovo ciclo. Coerentemente posso dire che un certo tipo di attività ‘deathssiana’ si è conclusa con il trentennale per poi riprendere qualcosa di nuovo con ‘Resurrection’. Per quanto riguarda questo disco ti anticipo che la prossima estate uscirà un doppio DVD che percorrerà un po’ tutte le tappe di quel periodo, con videoclip, documentari del tour e della genesi del disco. Il concerto al Metalitalia.com Festival potrebbe quindi essere il punto di chiusura di questo ultimo ciclo iniziato con ‘Resurrection’”.
ANCHE IN QUESTO CASO TI SENTI DI LASCIARE UNO SPIRAGLIO APERTO AD UN EVENTUALE NUOVO CAPITOLO FUTURO DEI DEATH SS?
“Non lo so, è una cosa che non posso dire con certezza, dobbiamo lasciare che gli eventi seguano il proprio corso. I Death SS sono una band molto libera, incidiamo ciò che ci piace fare con i nostri tempi, senza nessuna fretta o obbligo. Dopo tanti anni di carriera posso anche permettermi il lusso di decidere quando fare qualcosa oppure se non fare proprio niente. Se non ho nulla di interessante da dire, non vedo perché dovrei cimentarmi in progetti. Fortunatamente non ho obblighi contrattuali che mi spingono a pubblicare dischi o tenere concerti solo per fare contento il management o una casa discografica. Produrrò qualcosa di artistico solamente nel momento in cui sarò convinto io stesso della bontà del materiale e lo farò al momento giusto per me”.
HAI INTENZIONE DI FILMARE IL CONCERTO DEL METALITALIA.COM FESTIVAL PER EVENTUALMENTE PUBBLICARE UN DVD IN OCCASIONE DEI QUARANT’ANNI DELLA BAND?
“Essendo un’occasione speciale e potendo contare di un’ottima produzione non solo audio, ma anche a livello di luci e coreografie, credo sarà interessante in qualche modo immortalare e registrare il concerto. Se poi verrà fatto un DVD al momento non te lo so dire, non abbiamo idee in merito. Noi tendiamo sempre a registrare i nostri concerti, per cui sarà fatto anche in questo caso”.
STEVE, AI TEMPI DEL DVD CHE AVETE PUBBLICATO IN CONCOMITANZA CON IL TRENTENNALE DELLA BAND, NACQUE UNA POLEMICA PER ALCUNE SCENE CHE AVETE DECISO DI INCLUDERE…
“Ti riferisci alla scena di un nostro musicista che si faceva una striscia di cocaina? Guarda, avrei potuto tranquillamente omettere quella scena all’interno del documentario, non l’ho fatto forse per chiarezza, perché non mi piace nascondere nulla nel bene o nel male. Si tratta comunque di scelte personali di una singola persona e, per quanto mi riguarda, se non inficia la qualità della performance del musicista che suona con me in quel momento, io lascio la massima libertà a tutti di fare ciò che vogliono. L’unico obbligo che chiedo è che quando salgano sul palco, i miei musicisti siano in grado di dare il loro massimo in termini di qualità per rispetto dei fan che sono venuti a vederci pagando il biglietto. A livello personale, queste cose fanno anche parte del mondo rock, c’è chi lo nasconde, c’è chi finge di essere sballato quando invece è una persona integerrima. Nel nostro caso ognuno può fare ciò che vuole basta che a livello musicale si mantenga la massima professionalità”.
IN PRATICA SEI ANCORA UN FERMO SOSTENITORE DEL MOTTO ‘FAI CIO’ CHE VUOI’ DI ALEISTER CROWLEY.
“Sì, più che mai. Penso che questo sia il motto che più rappresenti la mia esistenza. Anche se è stato interpretato in moltissimi modi, questa frase in realtà significa che una persona debba fare ciò che più ritiene opportuno, ma sempre nel rispetto della libertà altrui”.
TORNANDO ALLA BAND, QUANDO HAI INIZIATO NEL 1977 AVRESTI MAI PENSATO DI ARRIVARE AL TRAGUARDO DEI QUARANT’ANNI DI CARRIERA?
“Penso proprio di no, nel 1977 eravamo proprio degli adolescenti, l’età mia e dei musicisti si aggirava dai tredici ai quindici anni, e di calcoli non ne facevamo. Inoltre all’inizio i Death SS non sono nati come una band canonica, con calcoli di carriera musicale e quant’altro, si pensava più che altro ad una forma di vita e di filosofia che era contro tutto e tutti, molto anarchica e punk a cui abbiamo aggiunto un lato occulto ed esoterico nato dalla nostra passione per i film horror ed i fumetti. La musica era solo una delle forme di espressione”.
UN PERCORSO, IL VOSTRO, SEMPRE ALL’INSEGNA DELL’EVOLUZIONE…
“La band è evoluta moltissimo, bisogna considerare i Death SS come un organismo vivente che cresce e muta nel tempo giorno dopo giorno. Il concetto è lo stesso di una persona che nasce, cresce e diventa adulta. I Death SS anno dopo anno sono cresciuti moltissimo e ritengo questa nostra scelta molto giusta e naturale, sarebbe stato molto peggio se ci fossimo fossilizzati sin dall’inizio senza proporre mai nulla di nuovo. Questa forma di evoluzione per me è molto importante, perché comporta una visione di ciò che è l’idea e la filosofia di base, ma proiettata nel momento in cui si sta vivendo; i Death SS del 1977 sono una cosa, mentre quelli del 2017 sono l’evoluzione di quella cosa, in un periodo diverso”.
QUANDO SIETE NATI A FINE ANNI SETTANTA, AVENTE IMPOSTO UNA FORTE IMMAGINE UNITA A TESTI E SCENOGRAFIE CHE SICURAMENTE HANNO SCIOCCATO IL VOSTRO PUBBLICO E NON SOLO. OGGI CREDI CHE CON LA MUSICA SIA ANCORA POSSIBILE PER VOI SCIOCCARE CHI VI SEGUE?
“Oggi un gruppo come i Death SS non credo riuscirebbe a scioccare, nella vita reale siamo ormai abituati a vedere ben di peggio. Noi abbiamo avuto un forte impatto all’epoca perché in quel determinato periodo storico un gruppo di ragazzini truccati in quel modo che proponevano certe tematiche non si era mai visto prima. Considera che in un certo denso i Death SS sono stati precursori del black metal, che esplose qualche anno dopo con i Venom. Oggi i Death SS non hanno più l’impatto dell’epoca, ormai un sacco di band ha fatto ciò che noi anticipammo a fine anni Settanta. Penso a gruppi come i Ghost, che scenograficamente hanno attinto molto da noi, oggi sono molto famosi, ma concettualmente propongono qualcosa di totalmente diverso”.
VISTO CHE PARLAVI DEI GHOST, PAPA EMERITUS NON HA MAI NASCOSTO IL SUO AMORE PER VOI, VI CONSIDERA UNA FORTE INFLUENZA.
“Io non conosco molto bene i Ghost, ho visto e sentito alcune canzoni, li apprezzo e li trovo una band molto valida. Come loro stessi hanno ammesso, qualcosa da noi è stato preso, ma hanno sviluppato una propria personalità che a me piace. Tra l’altro so che parteciperanno ad un tributo che la Black Widow Record sta organizzando per festeggiare i nostri quarant’anni di carriera. Sarà una compilation molto interessante e, da quel che so, i Ghost prenderanno parte al progetto”.
A QUESTO PUNTO TI CHIEDO DI PARLARMI DI QUESTA COMPILATION/TRIBUTO IN LAVORAZIONE.
“Conosco molto bene i ragazzi di Black Widow, sono dei grandi professionisti e sono sempre coinvolto nelle attività che riguardano la band. Posso dirti che ho supervisionato l’artwork che apparirà nel tributo e sono sempre rimasto in contatto con l’etichetta per gli aggiornamenti su questo lavoro che ancora non so quando uscirà”.
SECONDO TE QUAL E’ IL DISCO DEI DEATH SS CHE HA AVUTO PIU’ IMPATTO SULLA SCENA, NON SOLO IN TERMINI DI VENDITE?
“A livello personale è come chiedere a un padre quale dei suoi figli preferisce, per me tutti i nostri dischi hanno rappresentato momenti molto importanti e ognuno, nel periodo in cui è uscito, era il disco più importante della nostra storia. Oggi ti direi che il nostro disco più importante è ‘Resurrection’ perché rappresenta lo status attuale dei Death SS. Tutti i nostri dischi rappresentano l’essenza dei Death SS e mia come individuo nel particolare contesto temporale in cui ho lavorato per realizzarli”.
NELLA TUA BIOGRAFIA, “IL NEGROMANTE DEL ROCK”, NON HAI FATTO SEGRETO DI AVER VISSUTO LA TUA GIOVINEZZA IN MODO MOLTO ROCK ED ESTREMA. OGGI CHI E’ STEVE SYLVESTER, ANCORA QUEL RAGAZZO CHE VIVE SOPRA LE RIGHE O HAI TROVATO UNA CERTA CONDIZIONE DI CALMA INTERIORE?
“Sicuramente ho vissuto la mia giovinezza molto sopra le righe, ma, cosa molto importante, ho vissuto in modo molto spontaneo, non seguivamo le gesta di qualcun altro, vivevamo secondo la nostra volontà. La ricerca della calma interiore per una persona credo non abbia mai fine perché la pace della mente e dell’anima sono cose a cui tutti ambiamo e che si può raggiungere solamente con tanto esercizio e disciplina. Steve Sylvester di oggi è lo stesso ragazzino quindicenne di quel periodo, ma che nel frattempo ha fatto tesoro di tutte le sue esperienze positive e negative vissute cercando per quanto possibile di migliorarsi come persona e individuo. La ricerca della perfezione è infinita, molto mi hanno aiutato le pratiche esoteriche e le discipline che ho studiato negli anni, con cui mi sono tenuto sempre vivo fino ad ora e che continuerò sempre a fare. L’evoluzione personale si riflette anche nell’evoluzione della band stessa a livello musicale. Mi ritengo una persona curiosa perennemente in ricerca, spero di essere oggi un individuo migliore di ciò che ero un tempo”.
NEGLI ULTIMI ANNI HAI AFFRONTATO ANCHE ESPERIENZE DI TIPO TELEVISIVO.
“Queste sono esperienze che non ho cercato, sono stato contattato ed ho accettato di buon grado perché io adoro l’arte a 360 gradi. Mi sono molto divertito a farle. Al momento non ho ulteriori proposte, dipende anche dal tempo, perché con la nuova attività che sto svolgendo a malincuore ho dovuto rinunciare ad alcune proposte artistiche che non sarei in grado di seguire”.
A LIVELLO DI PROGETTI MUSICALI SOLISTI INVECE STAI LAVORANDO A QUALCOSA?
“Anche in questo caso continuo a ricevere diverse proposte, ad esempio di portare avanti progetti come Sancta Sanctorum o W.O.G.U.E., ma il problema è sempre il mio tempo, ora molto limitato. Di idee ne avrei tante, dovrei riuscire a trovare il momento giusto per potermici dedicare”.
NEL TUO BAULE DEI RICORDI C’E’ AMCORA MATERIALE INEDITO DEI DEATH SS DA PUBBLICARE O TUTTO E’ GIA’ STATO DATO ALLE STAMPE?
“Ritengo che tutto sia già stato pubblicato, ormai tra dischi ufficiali, singoli o edizioni limitate non è rimasto davvero nulla nel cassetto. Inoltre io non sono una persona nostalgica, non mi interessa rispolverare il passato anche se spesso ricevo soprattutto dall’estero proposte di ristampe del nostro vecchio catalogo. In genere io accetto perché so che tanto le farebbero lo stesso in versione non ufficiale senza la mia approvazione. Preferisco sempre puntare su qualcosa di nuovo”.
SIAMO ARRIVATI ALLE CONCLUSIONI…
“Io ti ringrazio e spero che al Metalitalia.com Festival venga più gente possibile, noi ci impegneremo al massimo per offrire un grande show che potrebbe essere l’ultimo di sempre della band”.