Si potrebbe riassumere così, con una parafrasi del celebre brano di Ian Dury nel titolo della nostra intervista, la chiacchierata virtuale che abbiamo avuto con Steve Sylvester, mente, penna, cuore pulsante e voce di una band che maledetta per alcuni lo è davvero (lo stesso Steve si è espresso più volte in merito alle leggende metropolitane che collegano il nome dei Death SS a presunte ‘sfighe’, scegliendo la via dell’ironia nel brano “Bad Luck”). Per contro la fanbase del gruppo – toscano d’adozione ma marchigiano di origine – è tra le più affezionate e agguerrite che ci siano, segno inconfutabile del solco profondo che il Vampiro e i suoi musicisti hanno lasciato nella vita, oltre che nello stereo, di tantissimi. Il nostro ultimo incontro risaliva all’estate del 2018: molte cose sono successe negli ultimi tre anni, e insieme abbiamo ripercorso alcuni tra gli eventi più recenti della carriera di un artista poliedrico, curioso e appassionato di cultura ‘di genere’ a tutto tondo. Ovviamente il focus del discorso non poteva essere che il luciferino nonché freschissimo di uscita “Ten”, decimo capitolo da studio dell’inarrestabile creatura Death SS, Signori dell’horror metal dal lontano 1977. Vi lasciamo quindi alle parole di Steve.
LE ULTIME DATE DAL VIVO DEI DEATH SS RISALGONO AL’AUTUNNO 2019; L’ESIBIZIONE AL LUCCA COMICS & GAMES, IN PARTICOLARE, HA CHIUSO UNA DUE GIORNI MOLTO INTENSA PER TE, COINVOLTO SIA IN VESTE DI MUSICISTA CHE DI APPASSIONATO ED ESPERTO DI FUMETTI HORROR-EROTICI. COSA PUOI DIRCI IN MERITO A QUELL’ESPERIENZA?
– E’ stata un’esperienza molto stimolante e costruttiva, dove ho potuto parlare a trecentosessanta gradi delle mie passioni legate alla musica rock, al mondo dei comics e del fumetto horror-erotico italiano in particolare, il tutto assieme ad amici e grandi maestri del settore, come Luca Montagliani, Emanuele Taglietti, Paolo Eleuteri Serpieri e Moreno Burattini.
SEI PARTICOLARMENTE LEGATO A ZORA, LA VAMPIRA SEXY DI RENZO BARBIERI, TANTO DA ESSERE ENTRATI L’UNA NEL MONDO DELL’ALTRO E VICEVERSA. COSA RICORDI DEL TUO PRIMO IMPATTO CON GLI ALBI DELLA BELLA EROINA?
– Agli inizi degli anni Settanta ero un bambino ribelle e curioso, morbosamente attratto da tutto ciò che poteva apparire ‘trasgressivo’ rispetto alla morale corrente dell’epoca. Pertanto, mentre i miei amichetti o compagni di scuola indulgevano nelle letture di Topolino e Tiramolla, io avevo già adocchiato i fumettacci ‘zozzi’ e proibitissimi che uno zio ventenne teneva occultati in garage. Su tutti nutrivo una vera predilezione per Zora! Amavo i disegni di Balzano Birago e trovavo che le fantasiose vicende delle bionda vampira, almeno quelle che mi era capitato di leggere, fossero più divertenti e sarcastiche di quelle di altre ‘colleghe’ come Jacula. In quegli albi si osava l’impossibile e lo si realizzava con semplicità ed ironia! Le avventure di Zora hanno così contribuito a segnare la mia immaginazione, influenzando anche quello che avrei creato anni dopo con i miei Death SS. E’ stato quindi per me un grandissimo onore averla potuta conoscere ‘personalmente’, entrando come personaggio (il demone Sylvestrus) all’interno di alcune delle sue nuove storie!
PARTIAMO PROPRIO DA “ZORA”, SINGOLO APRIPISTA DEL NUOVO ALBUM. IL CONCEPT DEL VIDEO E’ UN’OPERA CONGIUNTA TUA E DI ANDREA FALASCHI?
– Sì. Ho esposto ad Andrea la mia idea di creare un videoclip che riprendesse le tipiche atmosfere sexy erotiche dei film di serie B e dei fumetti degli anni 70, qualcosa di ‘forte’ ma allo stesso tempo divertente, ironico e goliardico, e lui ha capito al volo cosa avessi in mente. Abbiamo scritto assieme la sceneggiatura e in pochissimo tempo l’abbiamo realizzato.
SIAMO RIMASTI SINCERAMENTE STUPITI DALL’AVVISO DI YOUTUBE CHE NE LIMITA LA VISIONE AI MAGGIORI DI 18 ANNI. SI TRATTA DEL COSIDDETTO ‘MALE MINORE’ A FRONTE DI UN’IPOTESI DI CENSURA DIRETTA DEL CONTENUTO?
– Devo ammettere che me lo aspettavo, gli strali della censura si stanno facendo sentire sempre di più ultimamente e immaginavo che un video come quello di “Zora” non sarebbe passato liberamente per la visione pubblica ‘per tutti’. Pur non essendoci nulla di particolarmente ‘hard’, mostra immagini di nudo integrale e ambientazioni diciamo blasfeme, anche se il tutto è stemperato da una grande ironia e non è mai né volgare né fine a se stesso.
SEMPRE A PROPOSITO DI FUMETTI, LA MATITA DI ALEX HORLEY QUESTA VOLTA NON SI E’ LIMITATA ALLA COPERTINA DI “TEN” MA HA CREATO UN VERO E PROPRIO FUMETTO. IN QUALE SCENARIO VEDREMO IN AZIONE IL VAMPIRO E I SUOI ACCOLITI?
– Alex è un grandissimo artista internazionale e viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda. Logico quindi che la nostra collaborazione si sia sviluppata nel tempo, portando alla realizzazione di un vero e proprio fumetto che vedrà la band in trasferta direttamente all’Inferno (precisamente nel Regno Oscuro di Suspiria), condotta da Zora!
QUELLO DEL DECIMO ALBUM E’ UN TRAGUARDO IMPORTANTE E HAI GIA’ ACCENNATO AI MOLTISSIMI SIGNIFICATI CHE QUESTO NUMERO RIVESTE IN AMBITO MAGICO E RELIGIOSO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE COME ARTISTA?
– “Ten” rappresenta quello che sono i Death SS oggi. Come il numero dieci è la somma dei primi quattro numeri, così questo album è la somma artistica dei nostri primi quattro dischi, portata alla sua evoluzione finale.
UNO DEI BRANI PIU’ EVOCATIVI E’ “SUSPIRIA”, POSSIAMO CONSIDERARLO UN OMAGGIO ALLA ICONICA PELLICOLA DI DARIO ARGENTO?
– No, “Suspiria” non c’entra nulla con il film di Dario Argento e con l’omonima canzone dei Goblin… Il riferimento è rivolto al fumetto dark-erotico “Suspiria (del Regno Oscuro)”, creato alcuni anni fa dal fumettista, scrittore e sceneggiatore Luca Montagliani per l’Associazione Culturale Annexia. Suspiria è la regina di un non-luogo in cui vive con le sue tre sorelle Nenia Candelaria, Sudaria e Grimoria e la madre, la Santa Morte. È la figlia di Lucifero che si è autoesiliato nel sonno eterno lasciando a loro il compito di gestire le anime nelle loro reincarnazioni sul pianeta terra.
“UNDER SATAN’S SUN” E’ UN ALTRO BRANO INFLUENZATO DAL CINEMA (E ANCOR PRIMA DALLA LETTERATURA), OVVERO DALL’OMONIMA PELLICOLA FRANCESE CON GERARD DEPARDIEU…
– Si, questa canzone è in parte ispirata all’omonimo romanzo del 1926 dello scrittore francese Georges Bernanos, poi divenuto anche un film, il discusso ed eretico cult-movie del regista Maurice Pialat, Palma d’Oro fischiatissima a Cannes nel 1987. Il concetto di ‘sole di Satana’ è esotericamente un’opera radicale, solo accennata nel racconto di Bernanos, un’entità da riscoprire, una gemma preziosa che ragiona sul ‘male’, sul dominio e sulla sensualità. Nella mia canzone ho trasposto questo concetto all’interno di un rapporto vampirico, dove la luce del sole nero non nuoce alla creatura della notte, ma anzi alimenta ulteriormente la sua linfa vitale collegandosi alla magia sessuale.
RIMANENDO SUL TEMA CINEMA E MUSICA: QUALI SONO LE TRE COLONNE SONORE CHE RITIENI PIU’ INFLUENTI E ALLE QUALI SEI PIU’ LEGATO?
– Beh, sicuramente “Ave Satani” di Jerry Goldsmith, colonna sonora del film “The Omen (Il Presagio)”, poi anche “Jesus Christ Superstar” e al terzo posto probabilmente la soundtrack del film di Brian de Palma ‘Phanthom Of The Paradise’, ma ce ne sarebbero parecchie altre…
MUSICALMENTE MI SEMBRA CHE “TEN” SEGUA COORDINATE SIMILI A “ROCK’N’ROLL ARMAGEDDON”, MESCOLANDO SUGGESTIONI HORROR E GOTICHE, HEAVY METAL VECCHIA SCUOLA E SUGGESTIONI PIU’ MODERNE, CON UN’ATTENZIONE ARTICOLARE PER LA MELODIA E UN FILO DI IRONIA. CONCORDI?
– Solo in parte… “Ten” ha una matrice molto più dark del suo predecessore, essendo stato concepito in pieno periodo di pandemia globale, dove l’intero pianeta sembrava essere sprofondato nella trama di un film horror-catastrofico degli anni ’80. La situazione surreale che si è andata a creare e che in parte stiamo continuando a vivere anche oggi ha ovviamente influito sul mood del disco e, se proprio devo fare un paragone, lo avvicinerei musicalmente a lavori come “Do What Thou Wilt” piuttosto che a “Rock ’n’Roll Armageddon”.
“HERETICS” PROSEGUE LA LUNGA TRADIZIONE DI BALLAD ‘NERE’ CHE COSTELLA LA DISCOGRAFIA DEI DEATH SS. HAI MAI PENSATO DI DEDICARE UN’INTERA USCITA A MATERIALE ACUSTICO?
– Sinceramente non ci avevo mai pensato. In genere preferisco mantenere uno stile variegato che alterni momenti più duri ad altri più ‘rilassati’, ma potrebbe essere un’idea.
FACCIAMO IDEALMENTE UN PASSO INDIETRO NEL TEMPO E PARLIAMO DE “LA STORIA DEI DEATH SS (1987-2020)”, IL VOLUME CHE CONTINUA IL RACCONTO INIZIATO CON “IL NEGROMANTE DEL ROCK”. UNO DEGLI ASPETTI PIU’ INTERESSANTI E’ TUTTO IL ‘CONTORNO’, CIOE’ LA NARRAZIONE DI UN’ITALIA ROCK E METAL FATTA DI GRANDE PASSIONE,GENUINITA’ E CREATIVITA’, CON I TANTI LIMITI E LE INGENUITA’ CHE HANNO CARATTERIZZATO GLI ANNI ’80 E ’90. COSA TI MANCA DI QUEGLI ANNI?
– (Ci pensa, ndr) Sicuramente allora c’erano meno mezzi di comunicazione rispetto ad ora, ma il tutto era più genuino e spontaneo… Mi manca soprattutto il modo di concepire il prodotto discografico, fatto di supporti fisici come il CD e il vinile. Sono sempre stato poco interessato al download digitale, mi piace avere qualcosa che oltre ad ascoltare si possa guardare e toccare.
UN’ALTRA CARATTERISTICA INTERESSANTE E’ LA PARTECIPAZIONE DI MOLTE VOCI AL RACCONTO DI QUEGLI ANNI: IL PUNTO DI VISTA E I RICORDI DI AMICI, COLLABORATORI ED EX MEMBRI DELLA BAND SONO PREZIOSI NELL’OTTICA DI UNA NARRAZIONE A TUTTO TONDO; ERI RIMASTO IN CONTATTO CON TUTTI O IN QUALCHE CASO SI E’ TRATTATO DI UN’OCCASIONE PER RIPRENDERE VECCHI RAPPORTI?
– E’ stato Steven (Stefano Ricetti, che insieme a Gianni della Cioppa ha collaborato alla stesura del volume, ndr) ad occuparsi di rintracciare ex membri e collaboratori della band per arricchire il libro con i loro aneddoti e punti di vista. In effetti con alcuni di loro avevo perso i contatti nel tempo e quindi questa è stata un’occasione per recuperare un rapporto di stima ed amicizia che da parte mia non è mai venuto a mancare verso tutti coloro che hanno condiviso con me il percorso artistico dei Death SS nel corso di tutti questi anni.
INSIEME A FREDDY DELIRIO HAI PARTECIPATO AL PROGETTO A SCOPO BENEFICO SABBATONERO, COVERIZZANDO “SABBATH BLOODY SABBATH” INSIEME A MANTAS E SNOWY SHAW: COME SONO NATE LA COLLABORAZIONE E LA SCELTA DEL PEZZO?
– Fui contattato in merito da Tony Dolan dei Venom Inc. Mi spiegò il progetto e mi disse che gli sarebbe piaciuto che anch’io partecipassi. Ovviamente gli ho detto di sì e poi fu lo stesso Dolan a suggerirmi il brano da cantare, in base al mio tipo di vocalità. Sono stato io poi a suggerirgli di chiamare Snowy Shaw alla batteria, artista con il quale ho un rapporto di stima ed amicizia da tempo. Jeffrey (Mantas) ha poi aggiunto il suo solo di chitarra e devo dire che ne è risultato un ottimo pezzo, che racchiude in se la malefica triade Death SS + Venom + Mercyful Fate!
PARLIAMO DI LIVE: DI RECENTE SEI APPARSO COME ‘SUPER OSPITE’ CON I DEATHLESS LEGACY, DOPO LA COLLABORAZIONI SUI BRANI “YOUR BLOOD IS MINE” E “LEGIN OF THE NIGHT”. COM’E’ STATO TORNARE SUL PALCO DOPO DUE ANNI DI STOP FORZATO?
– Sicuramente è stato molto stimolante, anche se purtroppo le condizioni non erano ancora quelle ottimali, con un pubblico a numero limitato, costretto a restare seduto e distanziato. Non sono certo queste le caratteristiche che deve avere un concerto rock!
GUARDANDO AL FUTURO: I DEATH SS SONO STATI CONFERMATI ALLA PROSSIMA EDIZIONE DEL WACKEN, LA PRIMA DELL’ERA POST COVID. NEL 2001 SCEGLIESTI DI ESIBIRVI A TARDA SERA SUL PALCO ‘SECONDARIO’, SCELTA CHE SI E’ RIVELATA VINCENTE IN TERMINI DI ATMOSFERA E RISPOSTA DI PUBBLICO. PENSI DI OPTARE PER UNA FORMULA SIMILE?
– Questo non dipende da me ma dall’organizzazione logistica del festival. Al momento non ho ancora dettagli su quella che sarà la nostra posizione in scaletta, ma certamente, potendo scegliere, opterei per lo stesso tipo di scelta che feci l’altra volta.
I VOSTRI SHOW SONO IMPEGNATIVI DAL PUNTO DI VISTA DELL’ALLESTIMENTO SCENICO E DELLA PERFORMANCE, E LA SITUAZIONE PER IL MONDO DELLO SPETTACOLO E’ ATTUALMENTE MOLTO DIFFICILE NEL NOSTRO PAESE; SARA’ COMUNQUE POSSIBILE VEDERVI RESTO SUL SUOLO ITALIANO?
– Da tempo ho scelto di fare solo poche e selezionate date dal vivo. Sicuramente nel 2022 ci vedrete su qualche prestigioso palco italiano a supporto del nuovo disco (l’intervista è stata raccolta nei giorni in cui venivano confermati i Death SS nella giornata di Mercyful Fate, Blind Guardian e Venom, ndr), non appena si presenteranno le condizioni ottimali per poter offrire un degno spettacolo a tutti coloro che vorranno venire e vederci.
SEI UN VULCANO DI IDEE ED ENERGIA, QUINDI NON POSSIAMO CHE CONCLUDERE CHIEDENDOTI: QUALI NOVITA’ (MUSICALI E NON) DOBBIAMO ASPETTARCI DA STEVE SYLVESTER NEL PROSSIMO FUTURO?
– Non lo so ancora neppure io! Viviamo in un periodo difficile in cui non è possibile pianificare troppo e fare progetti a lunga scadenza… Preferisco quindi vivere alla giornata, cercando quando possibile di non porre alcun limite alla mia creatività artistica. Stiamo a vedere dove mi porterà!