DEATHHAMMER – Pure Fucking Armageddon

Pubblicato il 30/10/2025 da

Alfieri di un underground rigorosamente fedele a una musica primordiale, per nulla evoluta, gretta e ignorante ma suonata come meglio non si potrebbe, i Deathhammer si sono guadagnati un following fedele un ruolo mitologico all’interno degli ampi spazi metal contemporanei.
Il loro black/thrash/speed metal ruvido, sguaiato, avente per stella polare i primi movimenti di gente come Sodom, Destruction, Slayer, Venom, si è giusto appena rifinito nei suoni e nelle strutture, nel corso degli anni, arrivando in questo 2025 a uno dei frutti migliori della discografia del chiassoso duo norvegese, “Crimson Dawn”.
Con quella copertina naif che ritrae i due musicisti in divisa da metallari militanti, in mezzo alla neve, torce infuocate in mano e sguardo da cattivoni dei fumetti, si fa presto a dare una possibilità al disco. Per tutti gli amanti del metal ‘di una volta’, crudo, veloce, abrasivo e senza calcoli, canzoni come “Abyssic Thunder” e “Legacy Of Pain” non possono che scatenare piccoli moti di gioia: un impasto di ritmi serratissimi, assoli indiavolati, la sensazione epidermica di una musica scritta per sfogare i propri bassi istinti e buttarla in caciare, seppur con stile.
A vent’anni dai loro primi passi, i Deathhammer non arretrano, non cedono a compromessi, non paiono affatto infiacchiti. Ed è quindi con vivo piacere che li accogliamo sulle nostre pagine per farci raccontare da Sergeant Salsten (cantante/bassista/chitarrista) qualcosa in più su chi sono e cosa vogliono questi guerrieri dell’underground.

“CRIMSON DAWN” È IL VOSTRO SESTO ALBUM IN QUASI VENT’ANNI. QUALI ERANO LE VOSTRE SENSAZIONI E PENSIERI MENTRE COMPONEVATE IL DISCO E QUALI OBIETTIVI VI ERAVATE POSTI CON ESSO?
– Abbiamo iniziato a provare quelle che sarebbero poi state le canzoni di “Crimson Dawn” appena terminato di lavorare su “Electric Warfare”, il nostro disco precedente. Semplicemente, avevamo il desiderio di tornare subito a produrre altra musica.
Era ormai inverno, c’era ghiaccio in giro sulle strade, non potevamo che stare al chiuso e quindi siamo tornati subito a lavorare su nuova musica. L’obiettivo questa volta era lo stesso di sempre: tirare fuori qualcosa di tremendamente violento!

LA VOSTRA MUSICA SEMBRA INTRAPPOLATA IN UNO SPECIFICO TEMPO E LUOGO, LA METÀ DEGLI ANNI ’80 E LA TEMPESTA DI SPEED/BLACK/THRASH METAL CHE STAVA EROMPENDO IN QUEL PERIODO IN OGNI ANGOLO D’EUROPA. PERCHÉ VI AFFASCINA COSÌ TANTO QUELLA SCENA E PER QUALI MOTIVI AVETE DECISO DI OMAGGIARLA CON LA VOSTRA MUSICA, SENZA INCLUDERE ALCUNA ALTRA INFLUENZA DA ALTRE IDEE SONORE ARRIVATE SUCCESSIVAMENTE?
– Quello è stato il picco del vero metal, con una produzione incredibile di grandi classici del genere.

L’ULTIMO ALBUM CONTIENE ALCUNE DELLE CANZONI PIÙ ARTICOLATE DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA, CON DINAMICHE LEGGERMENTE PIÙ COMPLESSE MA SEMPRE SOSTENUTE DALLE VOSTRE PROVERBIALI FURIA, VIOLENZA E ADESIONE AL CAOS. AVETE LAVORATO IN MANIERA LEGGERMENTE DIVERSA, IN FASE DI SCRITTURA DEI BRANI?
– Non proprio, abbiamo scritto metà album ciascuno e contribuito con qualche riff alle canzoni scritte dall’altro, forse è per questo che l’album ha nel complesso discrete variazioni di tonalità. Abbiamo provato per questo disco più di quanto non facciamo abitualmente, questo può avere influito. O forse no, non ho una risposta netta sul punto.

È DIFFICILE COMPORRE UN NUOVO ALBUM, QUANDO SI RIMANE SU SONORITÀ COSÌ TRADIZIONALI ED È QUASI INEVITABILE RICHIAMARE IN QUALCHE MANIERA BAND PIÙ FAMOSE, PER IL TIPO DI MATERIALE PROPOSTO? COME CERCATE DI EVITARE QUESTO EFFETTO DEJA-VU?
– Non nascondiamo mai le nostre influenze ma queste provengono da ogni tipo di ‘vero’ metal, per cui quello che suoniamo rappresenta il metal nel suo complesso, non per forza qualcosa di così specifico e chiaramente identificabile. Ma sicuramente bisogna possedere una certa arte nel suonare un riff semplice ma veramente killer.

APPREZZO TANTISSIMO LO STILE VOCALE ACUTO CHE ADOTTATE, UNA DELLE PECULIARTIÀ DEL VOSTRO SUONO. PERCHÉ SECONDO VOI È COSÌ RARO OGGIGIORNO SENTIRE LINEE VOCALI DI QUESTO TIPO? QUALI SONO I CANTANTI CHE VI HANNO ISPIRATO DA QUESTO PUNTO DI VISTA?
– Ti ringrazio dei complimenti, siamo sempre stati affascinanti da vocalizzi che fossero squilibrati e imprevedibili. Come un cane rabbioso.
La mia più grande influenza è Paul Baloff (ex cantante degli Exodus, tra gli altri, ndr), quando cantava sembrava un maniaco. Poi ti citerei Stephan Witton dei Soothsayer (thrash metal band canadese, ancora oggi in attività, il cui disco più noto è “Have A Good Time”, del 1989, ndr). Ah, e i Negazione, li adoro!

I DEATHHAMMER SI PRESENTANO CON UN LOOK ‘DENIM AND LEATHER’ PERFETTAMENTE COERENTE A QUANTO SUONANO, AL LORO IMMAGINARIO E ALLA MENTALITÀ CHE LI CONTRADDISTINGUE. QUANTO È IMPORTANTE PER VOI AVERE UN’UNIONE COSÌ FORTE TRA I VARI ASPETTI DELAL BAND, DANDO L’IDEA DI UNA REALTÀ METAL ANNI ’80 TRASPORTATA NEL MONDO DI OGGI?
– Riflette il nostro ‘hard rocking self’, quindi non potremmo fare altro che presentarci in questa maniera. Non si tratta di stronzate da guerrieri del fine settimana, una maschera per il week-end. Noi siamo questi e non ci tiriamo mai indietro nel mostrarci.

 

LA PRIMA VOLTA CHE HO SENTITO PARLARE DI VOI È STATO PER UNA CITAZIONE DA PARTE DI FENRIZ NEL SUO BLOG BAND OF THE WEEK. QUANTO HA PESATO L’APPREZZAMENTO DI FENRIZ PER IL SUCCESSO UNDERGROUND DEI DEATHHAMMER?
– Certamente ci ha fatto guadagnare un po’ di attenzione, o almeno l’ha fatto la cover di un nostro brano fatta dai Darkthrone. All’epoca avevamo realizzato solo un paio di demo e l’apprezzamento di Fenriz ci ha dato una buona spinta iniziale. Ma stiamo ormai parlando di parecchio tempo fa.

A PROPOSITO DEL VOSTRO PASSATO, PUOI RACCONTARCI COME È INIZIATA L’AVVENTURA DEATHHAMMER E PERCHÉ SIETE SEMPRE RIMASTI UN DUO?
– Non abbiamo mai avuto l’intenzione di aggiungere altri membri alla band. A dire il vero abbiamo preso in considerazione l’idea per un breve periodo, quando Black Magic e Deathhammer erano di fatto lo stesso gruppo nelle esibizioni dal vivo. Si tratta davvero di molti anni fa. Io e Sadomancer ci siamo incontrati a uno show dei Mayhem nel 2005 e da allora siamo sempre rimasti in contatto. Quell’anno abbiamo cominciato a provare assieme nel negozio di un amico attorno a novembre. Le cose sembravano funzionare, così mi sono recato da lui a dicembre, nel sud della Norvegia, per registrare il nostro primo demo.

SUONATE ASSIEME DAL 2005. FINORA QUALE È STATO IL MIGLIOR PERIODO PER I DEATHHAMMER E COME È CAMBIATO LO SCENARIO ATTORNO A VOI DAI VOSTRI INIZI AD OGGI?
– Non so indicarti un momento migliore degli altri, posso affermare che abbiamo vissuto diversi bei periodi finora. Ricordo volentieri il primo tour americano e anche le prime prove assieme. Ora siamo più cattivi e forti che mai. Quello che accade attorno alla musica, a dire il vero, non penso sia poi cambiato molto. Circa nel 2013 ci siamo entrambi trasferiti ad Oslo e per un periodo non abbiamo suonato assieme. Io nel 2015 mi sono trasferito in Tasmania e ci ho vissuto un paio d’anni. Ovviamente in quegli anni non ci è capitato di suonare spesso assieme, ma siamo lo stesso riusciti a registrare qualcosa e ad andare in tour. Quando sono tornato in Norvegia abbiamo ripreso a provare abbastanza regolarmente.

ORMAI AVETE UNA DISCOGRAFIA ABBASTANZA AMPIA, CON MOLTI SPLIT AD AGGIUNGERSI AGLI ALBUM. QUALI SONO LE CANZONI DELLE QUALI SIETE Più ORGOGLIOSI?
– Sono contento di non aver mai scritto brutte canzoni. Probabilmente il nostro brano migliore è “Blood Token” (seconda traccia del primo album “Phantom Knights”, ndr).

COME GIUDICATE LO STATO DI SALITE DELLA MUSICA HEAVY METAL? QUALI SONI I GENERI CHE PROPONGONO ATTUALMENTE I MIGLIORI GIOVANI GRUPPI E QUALI SONO TRA QUESTI TUOI PREFERITI?
Gli Sphinx (formazione tedesca con all’attivo due album, l’ultimo “900 Days of Ленинград” edito nel 2024, ndr) sono la miglior band in circolazione, thrash metal violentissimo! Non sono così giovani, ma mi piacciono molto anche gli Scalare (altra realtà underground teutonica, due album per loro, “At The Edge Of Darkness” e “Under Hells Dominion”, ndr), sono ancora una garanzia.

LO SPEED/THRASH METAL TRADIZIONALE HA GUADAGNATO UNA PICCOLA MA SOLIDA NICCHIA DI ASCOLTATORI, ANCHE TRA LE GIOVANI GENERAZIONI. SECONDO TE CI SONO GIOVANI FORMAZIONI CHE STANNO PORTANDO AVANTI QUESTE SONORITÀ IN MODO BRILLANTE E IN LINEA CON LO SPIRITO DI CHI HA FORGIATO QUESTO STILE MUSICALE IN PASSATO?
– Ma, penso che potrei risponderti come ho risposto alla domanda precedente, a dire il vero. Lasciami però aggiungere alla lista gli Ingen Nåde: non sono propriamente thrash, suonano una specie di ‘epic metal punk’, stanno per far uscire un nuovo EP proprio quest’autunno. Veri rocker norvegesi!

NON SUONATE DI FREQUENTE DAL VIVO, NONOSTANTE IL VOSTRO STILE SI SPOSI BENISSIMO A UNA DIMENSIONE LIVE. COME MAI CENTELLINATE LE APPARIZIONI DAL VIVO? STATE PENSANDO A QUALCHE TOUR PROSSIMAMENTE?
– Ci sono stati periodi dove abbiamo suonato abbastanza spesso, le cose possono variare a seconda delle nostre situazioni personali, non è sempre una questione di sola pianificazione o volontà nostra. Attualmente non abbiamo alcun tour in programma, dovremmo suonare qualche show singolo qua e là. Prima della fine dell’anno dovremmo suonare alcune date in Norvegia, Svizzera e Germania.

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