“I Deathstars hanno le radici nella scena death metal e nel black underground, in gruppi come Dissection o Swordmaster, che sono però evoluti da un genere stagnante unendo all’attitudine death una estetiCa glam e l’amore per il futurismo e l’elettronica”.
COME SI DIFFERENZIA “TERMINATION BLISS” DAL PRECEDENTE “SYNTHETIC GENERATION”?
“Posso dirti che le vibrazioni sono molto migliori, davvero un grosso passo avanti rispetto al nostro esordio ‘Syntehic Generation’. Il primo album era la nostra prima esperienza verso questa nuova forma di espressione e verso questa direzione sperimentale, ‘Termination Bliss’ ha continuato splendidamente nella direzione che volevamo intraprendere. E’ un album più ricco, più complesso, dark, gelido, personale… E’ semplicemente migliore in definitiva, come la cocaina in rapporto all’anfetamina!”.
COME SI SVILUPPA IL SONGWRITING NEI DEATHSTARS?
“Io e Nightmare abbiamo scritto tutto il materiale mai pubblicato come Deathstars. Di solito Nightmare si occupa di fondere testo e musica in maniera perfetta… E’ quello che facciamo assieme da quindici anni a questa parte, è una formula molto collaudata. Questa volta abbiamo registrato nel nostro studio personale, in maniera molto più confortevole e con la produzione di Nightmare che ha reso la cosa ancora più facile e intima”.
NELLA RECENSIONE DEL DISCO VI HO DEFINITI UNA PERFETTA VIA DI MEZZO TRA RAMMSTEIN E KOVENANT. SIETE D’ACCORDO CON QUESTA DEFINIZIONE?
“Si, direi che posso essere d’accordo, la gente può trarre un’idea azzeccata con una descrizione del genere. Certo sono riferimenti che mi garbano ma non mi importa granchè di come la gente ci definisce”.
PUOI ALLORA NOMINARE QUALCHE GRUPPO CHE RITIENI POSSA AVVICINARSI AL VOSTRO STILE?
“E’ difficile, ci sono talmente pochi gruppi che si dedicano a questo genere di musica che i riferimenti delle persone ricadono sempre sugli stessi nomi. Ministry, Nine Inch Nails, Marylin Manson, Rammstein, The Kovenant… Sono sempre questi. Non ascolto la musica di quelle band e non ritengo che queste siano nelle influenze dei Deathstars, in tutta sincerità devo confessarti che non seguo nemmeno questo tipo di scena e non so come si stia sviluppando attualmente. Cerchiamo di portare avanti il nostro discorso senza seguire nessuno, come dovrebbe fare ogni gruppo per essere originale”.
“E’ il binomio più rappresentativo per i Deathstars, perchè la nostra musica è una celebrazione dell’oscurità in maniera lussuriosa… La lussuria applicata all’oscurità capisci? Death-Glam è come dire Death-Stars, il significato del genere è incluso anche nel nome della band”.
C’E’ UN CONCEPT LIRICO O UN TEMA RICORRENTE NEI TUOI TESTI?
“Ogni canzone ha vita a sè, non c’è un vero e propro tema principale. Le song parlano tutte di esperienze molto personali e fuoriescono da un periodo molto buio della mia vita. Ci sono molti riferimenti all’essere distruttivi, a trovare un valore e della qualità nel conflitto e nella disperazione. L’oscurità è l’unica cosa che permea ogni mio testo e ogni nostra composizione”.
COME RIPROPORRETE IL DISCO SU DI UN PALCO? I VOSTRI SHOW HANNO EFFETTI VISIVI?
“Lo spero proprio, è uno dei nostri obiettivi principali. I Deathstars sono un gruppo molto visivo, assolutamente. Al momento stiamo vagliando con molte booking agency le offerte migliori per girare l’Europa con uno show che si avvicini il più possibile a ciò che abbiamo in mente, non so ancora confermarti nessuna data ma sicuramente ci vedrete nei festival estivi europei”.
SE AVESTE A DISPOSIZIONE UN BUDGET ILLIMITATO COSA FARESTE ONSTAGE?
“Costruirei il palco sulla luna e avrei degli amplificatori giganti che fluttuano nello spazio!”.
TROVATE DIFFICILE RIPROPORRE DAL VIVO IL SUONO MAESTOSO ED ELABORATO CHE AVETE SU DISCO?
“Non c’è nessun problema quando abbiamo delle buone acustiche e un buon mixing, con queste premesse anzi riusciamo ad avere un appeal addirittura migliore che su disco, molto più organico e diretto”.
QUANTO E’ IMPORTANTE IL LOOK PER UNA BAND COME LA VOSTRA?
“Come ti ho già detto è sicuramente importantissimo e riteniamo di essere una band visiva, il look rispecchia il nostro essere. Il fatto di avere del make up differenzia anche quello che sono i Deathstars dalla nostra vita reale. Da piccoli eravamo colpiti dal trucco dei Kiss, e l’estetica e il trucco è un altro modo per esprimersi visivamente. Non sarebbe lo stesso se ci presentassimo in pantaloncini e bandana sul palco, l’immagine e il look supportano la performance e sono importantissimi per la musica”.
ODI ESSERE PARAGONATO A MARYLIN MANSON?
“Si, non mi fa sicuramente piacere… Vorrei sapere se le persone che fanno questo paragone hanno mai sentito parlare della scena black metal degli anni novanta. Avevamo del make up allora come ce l’abbiamo adesso, ma sicuramente Manson non ha alcun tipo di legame col black essendo un artista commerciale. Siamo i Deathstars e basta, abbiamo il nostro stile. Per me puoi paragonarmi anche al Dalai Lama, non mi interessa minimamente…”.
ACCETTERESTE DI SCRIVERE LA COLONNA SONORA PER UN FILM?
“Assolutamente si, sarebbe una cosa eccezionale e non ti nascondo che è uno dei miei sogni nel cassetto… Spero si possa concretizzare un giorno”.
C’E’ QUALCOSA CHE IL VOSTRO PUBBLICO DOVREBBE SAPERE MA CHE NON VIENE MAI CHIESTA NELLE INTERVISTE?
“Penso che la gente non debba conoscere troppo di noi, comunichiamo quello che ci sentiamo di comunicare attraverso la musica, il resto lo lasciamo avvolto nel mistero”.
CONCLUDI COME DESIDERI:
“Ciao ciao italia (in un italiano zoppicante, ndR)!!!”.