DEEDS OF FLESH – Intervista a Jacoby Kingston

Pubblicato il 19/09/2003 da

Da annoverare tra le migliori death metal band oggi presenti nella scena, gli statunitensi Deeds Of Flesh non dovrebbero aver bisogno di troppe presentazioni. Fuori da poco con il nuovo “Reduced To Ashes”, il terzetto ha confermato le ottime impressioni fatte con i recenti “Path Of The Weakening” e “Mark Of The Legion”, lavori che hanno permesso loro di farsi conoscere praticamente in tutto il mondo e di intraprendere lunghi ed estensivi tour, tra cui uno con i Cannibal Corpse, uno degli highlight dell’intera carriera della band. Oggi i Deeds Of Flesh sembrano più carichi che mai e qui a Metalitalia.com non potevamo certo lasciarci sfuggire l’opportunità di fare quattro chiacchiere con loro. Ai nostri microfoni è intervenuto il bassista Jacoby Kingston, ragazzo molto disponibile ed entusiasta poiché, a quanto pare, “Reduced To Ashes” ha venduto 6’500 copie solo nella prima settimana di uscita! Un grandissimo traguardo per una formazione come la loro che, tra l’altro, potremo presto ammirare on stage visto che caleranno in Italia in compagnia di Hate Eternal e Dying Fetus…

COSA PUOI RACCONTARCI SULLA REALIZZAZIONE DI “REDUCED TO ASHES”?
“Abbiamo speso molto tempo per scrivere quest’album, abbiamo iniziato a comporre non molto dopo la pubblicazione di ‘Mark Of The Legion’. Il nuovo album è stato inciso in uno studio nuovissimo chiamato Avalon, si trova nella nostra città. Ci lavora un ragazzo che abbiamo avuto come ingegnere del suono ad un concerto tenuto circa un anno fa. Quella sera fece un lavoro eccezionale e così abbiamo deciso di affidargli la produzione di un nostro studio album. Anche questa volta si è comportato benissimo, lasciandoci tutti senza parole. Musicalmente ‘Reduced…’ rappresenta un altro passo nella giusta direzione per la nostra evoluzione. I brani sono più lunghi e complessi ma a volte anche catchy. Ci abbiamo messo molto per registrarlo proprio perché non siamo mai stati così tecnici prima d’ora. Al momento stiamo passando per radio molto spesso e stiamo ricevendo ottime recensioni. Sembra proprio che questo sarà il nostro disco di maggior successo”.

COME CREDI CHE SIA CAMBIATA LA VOSTRA MUSICA NEGLI ANNI?
“Abbiamo man mano impiegato più tempo nella costruzione dei brani, curando sempre di più gli arrangiamenti, I riff e I testi. Mike ha fatto questa volta un grandissimo lavoro sulle parti di batteria. Ci è voluto molto tempo per far combaciare tutte le cose ma il risultato credo che sia buono. Ogni nuovo album è un passo in avanti per noi e nuove idee vengono fuori di anno in anno”.

COME CREATE I VOSTRI PEZZI?
“Di solito tutto nasce da delle jam, improvvisando e suonando tutti assieme. Erik solitamente è il primo a proporre i primi riff. Io li imparo con Mike e poi vediamo se c’è qualcosa da modificare. Quando ne abbiamo un po’ che ci soddisfano vediamo se possono essere accostati e da qui iniziamo a dare forma ai pezzi. Non sempre ciò accade subito, molto spesso dobbiamo accantonare diverso materiale e riesumarlo quando componiamo altra roba che potrebbe suonare meglio con esso”.

QUAL E’ IL BRANO DI “REDUCED TO ASHES” CHE PIU’ TI SODDISFA? PERSONALMENTE MI HA COLPITO TANTISSIMO “THE ENDURANCE”…
“La mia preferita è la title track perché mi diverto molto a suonarla dal vivo. ‘The Endurance’ è un brano che ci ha fatto impazzire durante la fase di songwriting, è stato difficilissimo portarlo a termine. Era dai tempi di ‘Trading Pieces’ che volevamo scrivere un pezzo in cui non venisse mai ripetuto un singolo riff. Su ‘Inbreeding the Anthropophagi’, il nostro secondo cd, avevamo fatto qualcosa di simile su ‘End Of All’ ma quest’ultimo era solo un intro. Avevamo quindi voglia di riprovarci e ‘The Endurance’ è stato uno dei primi brani che abbiamo iniziato a comporre per il nuovo disco. Abbiamo iniziato a comporre un sacco di riff e a metterli in sequenza, poi quando non ne avevamo più di adatti ci dedicavamo ad altri pezzi. Ogni tanto scrivevamo un nuovo riff e lo aggiungevamo al tutto e arrivammo così ad avere un pezzo di otto minuti senza capo né coda. Ci arrabbiammo tantissimo e continuammo ad aggiungere altra roba fino a quando il pezzo raggiunse i quindici minuti di durata! Due mesi prima dell’inizio delle registrazioni ci siamo poi resi conto che così com’era ‘The Endurance’ faceva abbastanza schifo, così abbiamo tolto dei riff, abbiamo ripetuto due o tre parti e ho scritto il testo, che si basa su un naufragio avvenuto nel 1800… e almeno quello non ha una singola frase ripetuta!”.

E GLI ALTRI TESTI DI COSA PARLANO?
“Gli argomenti sono molto differenti ma il tema principale è l’autodistruzione umana. Parliamo di serial killer, leggende vichinghe, cannibali, tombe profanate, cripte e prigioni siberiane!”.

IN FUTURO COME CREDI CHE VI EVOLVERETE?
“Al momento non so dirti ma di certo non diventeremo soft!”.

A BREVE SARETE IN TOUR IN EUROPA CON HATE ETERNAL E DYING FETUS, COSA PENSI DI QUESTO BILL?
“E’ un bill grandioso, davvero underground! Sarà molto divertente andare in tour con loro, sono tutti nostri ottimi amici”.

COSA PENSI DELLA SCENA EUROPEA?
“In Europa i ragazzi sono molto appassionati di musica, è davvero molto bello. Rispetto all’america i concerti sono un po’ differenti: qui la gente poga mentre da voi preferisce rimanere ferma e fare headbanging!”.

CHE COSA FANNO I MEMBRI DEI DEEDS OF FLESH OLTRE A DEDICARSI ALLA MUSICA?
“Io, quando non siamo in tour, frequento il college, mentre il resto del nostro tempo è occupato dalla nostra label, la Unique Leader”.

OK, GRAZIE PER L’INTERVISTA!
“Grazie a te, non vediamo l’ora di vedere tutti i ragazzi italiani a gennaio! Keep it sick!”.

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