DEICIDE – Leoni in gabbia?

Pubblicato il 04/05/2008 da
Poveri Deicide… anzi, povero Steve Asheim! Ha impiegato un lustro per rimettere in sesto la band e per farla tornare ai fasti di un tempo e ora ci si mette il suo socio di sempre, Glen Benton, a mettergli i bastoni fra le ruote. Si può anche pubblicare il disco migliore della propria carriera, ma se non si ha possibilità di promuoverlo adeguatamente e di andare in tour, si è praticamente al punto di partenza! A quanto pare, Glen Benton vuole ritirarsi e/o prendersi una pausa. C’è chi dice che sia stanco della vita on the road e depresso per il suo recente divorzio e chi, addirittura, sostiene che abbia combinato qualcosa di grosso, sia in libertà vigilata e perciò impossibilitato a muoversi dalla Florida. Il buon Asheim, incontrato qui a Londra nell’appartamento della mitica Talita della Earache Records, non vuole scendere nei dettagli e si limita a parlare del nuovo “Till Death Do Us Part”. Si capisce però che è preoccupato per il futuro della band che ha ha rappresentato gran parte della sua vita sino a oggi. Pare ci sia un nuovo progetto in cantiere per il capace batterista/songwriter, tuttavia è impossibile non augurarsi che Benton cambi presto idea e torni a fronteggiare la band sui palchi di tutto il mondo. La scena death metal – alla luce di ottimi lavori come “The Stench Of Redemption” e “Till Death…” – ha ancora bisogno dei Deicide.
 
GIRA VOCE CHE NON ANDRETE PIÙ IN TOUR, ALMENO PER UN PO’…
“Mi stai chiedendo se i Deicide suoneranno dal vivo nel 2008? Non credo proprio. Nel 2009? Forse, ma oggi mi pare difficile. Più avanti? Magari… io lo spero vivamente. Di sicuro, non ci imbarcheremo in un tour come quello dell’anno scorso.”
COME È STATO SUONARE DAL VIVO SENZA GLEN BENTON?
“Non mi è piaciuto quel tour, se è questo che vuoi sapere… non è stato un tour dei Deicide. Sono grato ai ragazzi che ci hanno dato una mano per portarlo a termine, ma ovviamente non lo rifarei. La booking agency aveva investito tantissimi soldi nel tour e noi venivamo da un periodo in cui avevamo annullato parecchi show a causa dei fratelli Hoffman. Non potevamo quindi permetterci di tornare a casa. La nostra immagine ne avrebbe risentito più che mai e i nostri collaboratori avrebbero perso un mucchio di denaro. Abbiamo così deciso di suonare ugualmente, facendoci aiutare dai nostri amici dei Severe Torture, dei Visceral Bleeding, degli Psycroptic e dei Dissenter. Ma, come ti dicevo, non è stato certo come suonare con Glen.”
PERCHÈ GLEN NON È QUI NEMMENO ORA? CHE COSA LO TRATTIENE IN FLORIDA?
“Glen ha dei problemi personali che non gli permettono di allontanarsi da casa. Mi dispiace, ma non posso scendere troppo nei dettagli. Può venire in studio durante il giorno per registrare, può passare a trovarmi, ma non può assolutamente andare in tour, nè rilasciare interviste. Dovrà mantenere un basso profilo ancora per parecchio tempo, perciò i Deicide non suoneranno dal vivo nel futuro prossimo.”
CHE COSA FARAI IN QUEL PERIODO? HAI INTENZIONE DI DEDICARTI AD ALTRI PROGETTI?
“Sto suonando con una death-black metal band delle mie parti chiamata Council Of The Fallen. Contiamo di pubblicare un nuovo album entro qualche mese. Poi scriverò nuovo materiale per i Deicide, sperando di poter andare in tour non appena Glen avrà risolto tutto.”
PRIMA DI DEDICARTI AL SONGWRITING PER “TILL DEATH DO US PART” HAI DOVUTO ANCHE AFFRONTARE L’ABBANDONO DI RALPH SANTOLLA… NON È STATO FRUSTRANTE?
“Posso dire che mi è sinceramente dispiaciuto. Ralph è un grandissimo chitarrista… senza dubbio il migliore con cui abbia avuto l’opportunità di collaborare in tutta la mia carriera. Ha avuto qualcosa da ridire con la Earache Records e ha deciso di lasciare la band. Sono questioni che non mi riguardano affatto, quindi la nostra amicizia è rimasta intatta. Lo dimostra il fatto che Ralph si è comunque offerto di darci una mano per alcuni assoli del nuovo album. Come sempre, ha fatto un gran lavoro. Gli ho chiesto di tornare e sono moderatamente fiducioso per il futuro… forse suonerà ancora con noi prima o poi”.
QUINDI NON SE NE È ANDATO PERCHÈ CRISTIANO… SAPEVO CHE TENEVA MOLTO ALLA SUA FEDE!
“No, quello non c’entra nulla! Certo, Glen lo ha sempre preso in giro, ma tutti eravamo d’accordo sul fatto che la musica fosse la cosa più importante. Ralph è un mio amico, amava suonare death metal e stare con noi. Se ne è andato solo perchè non gli andavano a genio alcune idee della Earache”.
“TILL DEATH DO US PART” È UN ALBUM PIÙ OSCURO E AGGRESSIVO DI “THE STENCH OF REDEMPTION”. HAI VOLUTO TORNARE ALLE ORIGINI?
“No, semplicemente i riff che ho composto all’inizio avevano tutti questo taglio molto aggressivo e allora ho deciso di muovermi in quella direzione per comporre il resto del materiale. Non l’ho fatto perchè qualcuno si è lamentato della melodia di ‘The Stench Of Redemption’ (ride, ndR)! Poi, non avendo Ralph nella band a tempo pieno, è normale che sia venuta fuori tutta la nostra anima violenta. Tuttavia, trovo che nel disco siano presenti comunque delle soluzioni mai sperimentate in passato… non si tratta affatto di un ritorno alle origini. Per la prima volta, ad esempio, abbiamo delle lunghe sezioni strumentali e l’atmosfera del disco è molto tetra… quasi epica, a tratti. ‘Till Death Do Us Part’ è un disco sicuramente diverso dal suo predecessore, ma lo è anche da tutti gli altri vecchi lavori. Lo ritengo un album speciale. Mi piacerebbe che venisse ben accolto dai fan… hanno dimostrato di avere una mentalità aperta quando si è trattato di assorbire ‘The Stench…’ e spero che facciano lo stesso con il nuovo lavoro.”
DA QUALCHE ANNO SEI DIVENTATO IL SONGWRITER PRINCIPALE – SE NON UNICO! – DELLA BAND. COME TI TROVI A GESTIRE QUESTO RUOLO?
“A dire il vero, sono sempre stato il songwriter principale dei Deicide… ma purtroppo i fratelli Hoffman erano soliti prendersi tutto il merito nelle interviste! Comunque, gli ultimi due album – come noto – li ho scritti da solo, mentre puoi trovare almeno cinque brani composti da me in tutti gli altri dischi, ad eccezione di ‘In Torment In Hell’. Quel lavoro contiene solo un mio pezzo, mentre il resto è effettivamente opera degli Hoffman”.
QUINDI SEI ANCHE UN CHITARRISTA MOLTO CAPACE… COMPLIMENTI!
“Grazie! Amo anche suonare il pianoforte, se è per questo! Negli ultimi anni ho ascoltato quasi esclusivamente musica classica e arie al pianoforte. Questi ascolti mi hanno dato tantissime idee per il songwriting dei Deicide. Non avrei potuto realizzare qualcosa di davvero interessante se avessi continuato ad ascoltare solo death metal o musica di quel tipo”.
JACK OWEN E GLEN NON TI HANNO AIUTATO NEMMENO UN PO’ PER QUESTA NUOVA OPERA?
“No. Ho chiesto loro aiuto e gli ho detto di darmi dei suggerimenti, ma ogni volta mi hanno detto che quello che stavo facendo andava benissimo e così mi sono ritrovato a comporre tutti i brani da solo. Non sono un dittatore, avrei voluto dividere il lavoro, ma pare che agli altri non interessasse”.
AVETE SEMPRE REGISTRATO AI MORRISOUND STUDIOS IN FLORIDA. NON VI È MAI VENUTA VOGLIA DI CAMBIARE?
“Ci ho pensato qualche volta… ma alla fine mi sono sempre detto che non ne valeva la pena. Vero, in un altro studio magari assorbiremmo input diversi e potremmo provare delle nuove soluzioni, ma registrare ai Morrisound è davvero comodo per noi. Ci posso arrivare in pochi minuti e conosciamo alla perfezione lo staff e le apparecchiature”.
LA COPERTINA DI “TILL DEATH DO US PART” È LIEVEMENTE PIÙ SOBRIA DEL SOLITO. ERAVATE STANCHI DI RISCHIARE DI ESSERE CENSURATI IN QUALCHE MERCATO?
“Sono d’accordo, la copertina questa volta è meno estrema del solito… più enigmatica, oserei dire. Ma non è stata una scelta legata a quelle questioni da te citate. Abbiamo optato per un’immagine di quel tipo perchè i nuovi testi di Glen sono meno diretti rispetto al passato. Forse per la prima volta in carriera, Glen ha voluto affrontare anche tematiche vicine alla realtà, oltre alle solite invettive contro la religione. Alcuni testi sono davvero personali, quindi non ci è sembrato il caso di incentrare la copertina su un solo tema, come invece accadeva in passato. Di certo non ci siamo orientati su fiori e arcobaleni, tuttavia è evidente come l’intero artwork abbia un taglio un po’ diverso dal solito. Vedremo se in futuro continueremo su questa strada… ammesso che riusciremo a realizzare un altro disco in tempi brevi…”.
PENSI CHE RIUSCIRETE MAI AD ACCANTONARE IL VOSTRO CONCEPT ANTI-RELIGIOSO?
“Non credo, Glen è molto coinvolto in quello e dubito che i Deicide potranno mai levarsi di dosso l’etichetta di ‘satanic death metal band’. D’altro canto, oggi abbiamo quarant’anni e a volte può essere un po’ noioso urlare per un intero album ‘satan’… soprattutto se, come nel nostro caso, lo abbiamo già fatto tante volte in passato!”.
PER CONCLUDERE, UNA CURIOSITÀ… PER QUALE MOTIVO IN CONCERTO SUONATE POCHISSIMI O ZERO BRANI DA “LEGION”, CHE È NOTORIAMENTE IL VOSTRO ALBUM PIÙ CELEBRE?
“Con questa domanda spero di mettere le cose in chiaro una volta per tutte, visto che non è la prima volta che sento di simili ‘lamentele’. Durante il tour di ‘Legion’ suonavamo, come ovvio, parecchi brani da quel disco. Poi però, nei tour successivi, gli Hoffman hanno iniziato a dire che venivano da schifo e che era tutta colpa di Glen. Quest’ultimo diceva la stessa cosa, accusando però i fratelli. Così, con il passare degli anni, abbiamo smesso di suonarli, perchè nessuno aveva più voglia di litigare. Personalmente, ho sempre trovato quelle accuse e quei litigi senza senso. Avevamo registrato noi quei pezzi, quindi eravamo in grado di suonarli… bastava impegnarsi maggiormente in sala prove”.
OK, MA ANCHE CON LA LINEUP DI “THE STENCH OF REDEMPTION” NON LI AVETE MAI SUONATI!
“Io volevo, ci tenevo… ho detto più volte a Ralph e a Jack di imparare almeno ‘Trifixion’ e ‘In Hell I Burn’, ma ogni volta inventavano una scusa diversa o preferivano bere birra. Non potevo certo obbligarli con la forza! Peccato… magari riusciremo a suonarli in futuro, sempre se avremo di nuovo modo di andare in tour…”.
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