DEICIDE – Nella mente del Maligno

Pubblicato il 23/11/2013 da

Intervistare Glen Benton è sempre un’esperienza particolare. Volente o nolente, nel corso degli anni il cantante/bassista statunitense è diventato un’icona del death metal e, di pari passo, si è costruito la fama di personaggio burbero e senza peli sulla lingua. Tutto confermato in questa intervista condotta per parlare del nuovo album dei suoi Deicide, “In The Minds Of Evil”: il frontman ci telefona in perfetto orario, ma sembra un po’ distratto e, tra una risposta al veleno e un’altra, lo sentiamo sgranocchiare qualcosa e borbottare con qualcuno alle sue spalle. Poco male, comunque, perchè riusciamo comunque a porgergli buona parte delle domande che avevamo preparato e anche a farci un paio di risate durante la conversazione, vista l’irriverenza totale con cui il Nostro è solito rispondere. Glen Benton, d’altronde, è fatto così: ha le sue idee, non ama i giri di parole, se ne frega di (quasi) tutto e non si sforza minimamente di nasconderlo. Da premiare l’onestà; un po’ meno, forse, l’educazione… ma dopo trent’anni di carriera vissuti in questa maniera è impensabile aspettarsi che il Nostro cambi proprio ora. O no? Signore e signori, ecco a voi il fiero e incorreggibile Glen Benton!

N.B. L’intervista si è purtroppo svolta prima della ormai nota faida con i Broken Hope, altrimenti la chiacchierata avrebbe affrontato anche quell’argomento. L’assenza di domande sui fratelli Hoffman è invece la conseguenza di precise richieste di Benton.

deicide - band - 2013

PER INIZIARE, PARLAMI DEL NUOVO “IN THE MINDS OF EVIL”: COME LO DESCRIVERESTI?
“E’ un vero album dei Deicide. Per fortuna ci siamo allontanati da certe soluzioni melodiche che avevamo sperimentato negli ultimi album. Siamo tornati ad attaccare come una volta”.

PENSI CHE IL CAMBIO DI LINEUP, CON L’ENNESIMO ALLONTANAMENTO DI RALPH SANTOLLA, ABBIA INFLUITO SULLA DIREZIONE STILISTICA DEL DISCO?
“Sì, abbiamo finalmente cacciato quella persona e ci siamo liberati delle sue influenze. Con ‘To Hell With God’ abbiamo definitivamente chiuso un capitolo. Il nuovo album è stato composto da Steve (Asheim, batteria, ndR) e da Kevin (Quirion, chitarra, ndR) e loro non si sono fatti prendere la mano da assoli e altre stronzate”.

SANTOLLA HA LASCIATO E SI E’ RIUNITO ALLA BAND VARIE VOLTE NEGLI ULTIMI ANNI. CHI CI DICE CHE NON TORNERA’ DI NUOVO?
“Te lo posso assicurare: non tornerà più a far parte di questa band. Non riuscirò più a coprirci di ridicolo con le sue idee e con i suoi comportamenti. Ho tenuto sin troppi concerti con un chitarrista ubriaco sul palco. L’ho cacciato una volta per tutte proprio in Italia…”.

SEI QUINDI CONTENTO DI POTER ORA CONTARE SU KEVIN QUIRION…
“Certo, lui è un grande musicista e un vero professionista. Se fosse stato solo per me, non avrei mai messo in dubbio il suo posto per riprendere quell’altro personaggio. Ora comunque è con noi in pianta stabile e ci ha ripagato componendo una buona fetta del nuovo album”.

ANCHE LA PRODUZIONE E’ PIU’ RUVIDA RISPETTO A QUELLA DI “TO HELL WITH GOD”…
“Sì, abbiamo curato meglio ogni cosa questa volta. Abbiamo lavorato con Jason Suecof per la prima volta: un grande professionista e un vero fan della band. Sapeva esattamente di cosa avevamo bisogno. Non ho mai lavorato così duramente in studio prima di questa volta: ho impiegato due settimane solo per incidere le linee vocali! Una volta tanto è stato un piacere avere a che fare con un produttore…”.

NON AMI AVERE QUALCUNO IN STUDIO?
“In generale, non sono un fan dei produttori. Io e Steve sappiamo cosa fare e come muoverci, non abbiamo bisogno di nessuno. Suecof, comunque, è stata una buona scelta, non ci ha innervosito come certa gente in passato…”.

A CHI TI RIFERISCI?
“Lavorare con Neil Kernon fu penoso. Si è intascato una grossa fetta del nostro budget e non ha apportato alcun significativo miglioramento alla musica”.

LA COPERTINA DI “IN THE MINDS OF EVIL” E’ PIUTTOSTO SOBRIA PER I VOSTRI STANDARD. MI HA RICORDATO QUELLA DI “TILL DEATH DO US PART”…
“‘Till Death…’ è un disco strano, non so se mi sento di accostarlo a quello nuovo. Comunque, non avevo voglia di affidarmi al solito immaginario satanico: tutti sanno che siamo i Deicide, ormai è scontato puntare su certe cose. La title track parla di assassini e psicopatici, qualcosa di più terreno, quindi era necessario trovare un altro tipo di immagine”.

PERCHE’ REPUTI STRANO UN ALBUM COME “TILL DEATH DO US PART”?
“Quello è sostanzialmente un album di Steve. Io ho solo scritto i testi, senza preoccuparmi troppo della musica. Per me è un bel disco, ma non è Deicide al 100%. E’ un lavoro molto personale, i testi sono diversi dal solito: la componente satanica era stata sostituita da riflessioni sulla mia vita. Ero reduce da un divorzio e da una battaglia legale per l’affidamento di mio figlio. Inoltre, è l’ultimo album per la Earache Records: non ero contento del loro operato e volevo liberarmi di loro. Se fosse stato solo per me, avrei consegnato loro una merda di album, ma Steve è un vero professionista e si è impegnato a fondo come sempre”.

QUESTE DIATRIBE LEGALI FURONO IL MOTIVO PER CUI CANCELLASTE MOLTI CONCERTI IN QUEL PERIODO?
“Sì, una volta la band è andata in tour in Europa senza di me perchè io dovevo andare a salvare mio figlio”.

VI SONO ALTRI DISCHI NELLA CARRIERA DEI DEICIDE CHE NON SENTI TUOI?
“‘In Torment In Hell’ è uno schifo. Non ricordo nemmeno di averlo registrato. Ho fatto fare tutto agli Hoffman, che all’epoca stavano pure litigando con la Roadrunner Records. Non so nemmeno tutti i titoli su quel disco. Quello è un altro esempio di album rilasciato per esaurire gli obblighi contrattuali”.

CHE MI DICI INVECE DI “LEGION”? PER MOLTI FAN E’ IL VOSTRO CAPOLAVORO, MA NON SIETE SOLITI SUONARE MOLTI BRANI TRATTI DA ESSO DAL VIVO…
“Stiamo per partire per un nuovo tour americano e contiamo di suonare due o tre brani da quel disco. E’ vero, per anni lo abbiamo ignorato, ma ricordo bene che quando è uscito abbiamo ricevuto tantissime critiche. Sembrava non piacesse a nessuno. Tutti a dirci che il debut era più violento, più spontaneo, ecc. Ora invece è il nostro capolavoro?! Andate affanculo!”.

TI SCOCCIA LEGGERE E SENTIRE LE OPINIONI DI FAN E ADDETTI AI LAVORI?
“Accetto le critiche costruttive, non delle stronzate senza fondamento. Oggi poi la situazione sta degenerando: questi ragazzini con gli smartphone sono un cancro. Non hanno alcun rispetto per niente e nessuno. In trenta secondi sono in grado di insultare e mettere in dubbio una carriera di trent’anni. Le cose erano meglio anni fa, quando le distanze fra musicisti e ascoltatori erano più ampie”.

CHE COSA TI FA ANDARE AVANTI ALLORA?
“Questo è il mio lavoro. Ho una famiglia e delle proprietà da mantenere. Sono qui per pagare le bollette e per garantire un futuro a mio figlio. C’è chi lavora in banca o chi costruisce case: il mio lavoro è registrare album e andare in tour. Ho passato i quarant’anni da un pezzo, la visione romantica di questo mondo, il cosiddetto sesso, droga e rock’n’roll è una cosa che non mi appartiene più da tempo. Io registro musica e vado in tour per portare i soldi a casa. Questo è quello che faccio da sempre e non mollerò tutto solo perchè qualche guerriero da tastiera si diverte a pigliarmi per il culo su internet. Non sono pronto per andare a lavorare in un supermercato”.

DUBITO QUINDI CHE TU TI TENGA AGGIORNATO E SEGUA LA SCENA METAL ATTUALE…
“No, se ascolto musica, ascolto i classici e del vecchio rock’n’roll”.

CONOSCI QUALCHE BAND ITALIANA?
“Gli Hour Of Penance sono stati in tour con noi. Sono dei bravi ragazzi”.

A QUANDO LA PROSSIMA CALATA IN EUROPA?
“Credo saremo dalle vostre parti in primavera. Nelle prossime settimane ci concentreremo sul Nordamerica”.

RACCONTAMI ORA DI QUANDO HAI AVVISTATO UN BIGFOOT…
“Non ho mai detto che fosse un bigfoot! Ho solo dichiarato di aver visto un grosso animale sul ciglio di una strada in Florida. Qualcosa che assomigliava ad un primate enorme, qualcosa che non avevo mai visto prima. Mi sono talmente spaventato che ho dovuto accostare e ho aspettato alcuni minuti prima di ripartire. Ho telefonato alla Florida Wildlife Conservation e loro non sono stati in grado di darmi una risposta. L’unica cosa che so è che ad un certo punto ho iniziato a ricevere telefonate da quegli sfigati che credono ai bigfoot e da lì è scoppiato il caso”.

ALTRE STORIE STRANE CHE TI SONO CAPITATE DALLE TUE PARTI O QUANDO ERI IN TOUR?
“Tanti anni fa abbiamo avvistato un UFO dopo un concerto tenuto in Florida. Sono sicurissimo che si trattasse di un UFO. Anche gli altri membri della band lo hanno visto e il giorno dopo la cosa era su tutti i giornali locali”.

PENSI MAI AL MOMENTO IN CUI ANDRAI IN PENSIONE?
“Certo, ogni tanto ci penso. Mi piacerebbe ritirarmi in Florida e diventare un pescatore professionista. Amo il sole e amo pesci e crostacei. Ad un certo punto dovrò smetterla di urlare in un microfono”.

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