Demians altro non è che l’ottimo progetto del polistrumentista francese Nicolas Chapel, che nell’arco di una decina di pezzi spazia tra innumerevoli influenze musicali, proprio per rifuggire una definizione univoca e per donarci una rigenerante esperienza sonora. Ai microfoni di Metalitalia.com, l’artista si è mostrato sicuro dei propri mezzi e della validità del suo debutto intitolato “Building An Empire”. La parola a Nicolas, che sarà impegnato con la sua band in un tour insieme agli Anathema che toccherà la nostra penisola verso fine ottobre.
“BUILDING AN EMPIRE” E’ QUASI ESCLUSIVAMENTE FRUTTO DEL TUO LAVORO, SIA A LIVELLO COMPOSITIVO CHE ESECUTIVO. COME TI SEI TROVATO A GESTIRE DA SOLO TUTTA QUESTA MOLE DI IMPEGNI?
“Mi sono trovato davvero molto bene. Credo che sarebbe stato molto più difficile per me lavorare con altra gente, in quanto ho sempre avuto un’idea molto chiara di quella che deve essere la mia musica, e so che solo facendo tutto da solo posso arrivare a concretizzare esattamente la mia visione. Mi focalizzo sulle emozioni che voglio creare, ed i pezzi nascono da soli. L’unica complicazione è nata per il fatto che arrivato al punto di registrare i pezzi mi sono ritrovato praticamente senza soldi, e proprio per questo ho deciso di produrre l’album da solo, nel mio piccolo studio personale e a casa di mio fratello. Ho imparato molto da questa esperienza, ed ho capito che ci sono diverse soluzioni a problemi apparentemente insormontabili”.
“Mi sono trovato davvero molto bene. Credo che sarebbe stato molto più difficile per me lavorare con altra gente, in quanto ho sempre avuto un’idea molto chiara di quella che deve essere la mia musica, e so che solo facendo tutto da solo posso arrivare a concretizzare esattamente la mia visione. Mi focalizzo sulle emozioni che voglio creare, ed i pezzi nascono da soli. L’unica complicazione è nata per il fatto che arrivato al punto di registrare i pezzi mi sono ritrovato praticamente senza soldi, e proprio per questo ho deciso di produrre l’album da solo, nel mio piccolo studio personale e a casa di mio fratello. Ho imparato molto da questa esperienza, ed ho capito che ci sono diverse soluzioni a problemi apparentemente insormontabili”.
“Ho iniziato a scrivere pezzi verso la fine del 2001, solo per divertimento. Non avevo assolutamente l’idea di scrivere nulla che potesse far parte di un album. E’ successo in modo graduale. Devi sapere che negli anni successivi ho scritto qualcosa come duecentocinquanta pezzi, tra i quali ci sono appunto quelli che appaiono su ‘Building An Empire’. Non si è quindi trattato di mettersi a scrivere dei pezzi appositamente per un disco, bensì mi è bastato scegliere quelle song che meglio si potevano adattare ad un debutto discografico. Sette pezzi sono stati scritti nel 2001, mentre l’ultimo pezzo, ‘Sand’, è stato scritto l’anno scorso”.
ALLA LUCE DI QUESTO FATTO RISULTA QUINDI INQUIETANTE LA SIMILITUDINE DEI PEZZI CON QUANTO PROPOSTO DAGLI ULTIMI PORCUPINE TREE…
“E’ strano, infatti. Quando sono stati scritti i pezzi, i Porcupine Tree suonavano tutt’altro tipo di musica. Molti invece oggi trovano similitudini tra le nostre sonorità, e la cosa mi lascia perplesso. D’altro canto sono lusingato della cosa, perchè ammiro molto l’operato di Steven Wilson. So che ha apprezzato la mia musica, e la cosa mi ha fatto un piacere immenso”.
“E’ strano, infatti. Quando sono stati scritti i pezzi, i Porcupine Tree suonavano tutt’altro tipo di musica. Molti invece oggi trovano similitudini tra le nostre sonorità, e la cosa mi lascia perplesso. D’altro canto sono lusingato della cosa, perchè ammiro molto l’operato di Steven Wilson. So che ha apprezzato la mia musica, e la cosa mi ha fatto un piacere immenso”.
IL MIO PEZZO PREFERITO DELL’ALBUM E’ SICURAMENTE “NAIVE”, CON QUEL SUO APPROCCIO POST-GRUNGE IN PERFETTO STILE NICKELBACK. COSA MI DICI A RIGUARDO?
“In quel periodo avevo bisogno di un certo quantitativo di energia, ed è solo per questo che è nata ‘Naive’. Come ti ho detto prima, non mi ispiro tanto ad uno stile musicale in particolare, quanto ad un sentimento, un’emozione. E’ un pezzo molto importante per me, e mi piace anche come è stato posizionato nella tracklist dell’album”.
“In quel periodo avevo bisogno di un certo quantitativo di energia, ed è solo per questo che è nata ‘Naive’. Come ti ho detto prima, non mi ispiro tanto ad uno stile musicale in particolare, quanto ad un sentimento, un’emozione. E’ un pezzo molto importante per me, e mi piace anche come è stato posizionato nella tracklist dell’album”.
CREDI CHE CONTINUERAI COME ONE-MAN-BAND O TI CONCENTRERAI SULLA COSTITUZIONE DI UNA BAND VERA E PROPRIA?
“Il fatto che io fino ad ora abbia lavorato praticamente da solo non va visto in senso egoistico ed egocentrico. Il mio obiettivo era solo avere meno interferenze possibili. Non ho mai amato la situazione tipica delle band, perchè sono molto timido ed introverso, e spesso ho dovuto subire la situazione in cui la situazione ci obbligava per esempio ad inserire parti di batteria non necessarie, al solo scopo di non far annoiare il nostro batterista. Questo è successo in alcune band in cui ho militato in gioventù, e la cosa credo che abbia lasciato il segno in me. Ora che tutto è pronto, ho finalmente potuto cercare dei musicisti che potessero accompagnarmi nel prossimo tour, e sono davvero soddisfatto di come le cose stanno andando”.
“Il fatto che io fino ad ora abbia lavorato praticamente da solo non va visto in senso egoistico ed egocentrico. Il mio obiettivo era solo avere meno interferenze possibili. Non ho mai amato la situazione tipica delle band, perchè sono molto timido ed introverso, e spesso ho dovuto subire la situazione in cui la situazione ci obbligava per esempio ad inserire parti di batteria non necessarie, al solo scopo di non far annoiare il nostro batterista. Questo è successo in alcune band in cui ho militato in gioventù, e la cosa credo che abbia lasciato il segno in me. Ora che tutto è pronto, ho finalmente potuto cercare dei musicisti che potessero accompagnarmi nel prossimo tour, e sono davvero soddisfatto di come le cose stanno andando”.
COME SEI ENTRATO IN CONTATTO CON LA INSIDE-OUT?
“E’ stato un approccio più musicale che di businness, devo dire. Mentre stavo lavorando alla registrazione dei pezzi sono entrato in contatto con l’etichetta, e per il primo periodo le nostre conversazioni si sono incentrate solo sulla musica, senza per forza parlare di contratti e cose di questo tipo. Ho capito quanto sono appassionati di musica e quanto amano il loro lavoro, ed è questo che mi ha spinto ad accettare la loro offerta, anche perchè ho notato che ultimamente hanno voluto estendere i propri orizzonti musicali, al di fuori del progressive rock/metal per il quale è conosciuta ormai in tutto il mondo”.
“E’ stato un approccio più musicale che di businness, devo dire. Mentre stavo lavorando alla registrazione dei pezzi sono entrato in contatto con l’etichetta, e per il primo periodo le nostre conversazioni si sono incentrate solo sulla musica, senza per forza parlare di contratti e cose di questo tipo. Ho capito quanto sono appassionati di musica e quanto amano il loro lavoro, ed è questo che mi ha spinto ad accettare la loro offerta, anche perchè ho notato che ultimamente hanno voluto estendere i propri orizzonti musicali, al di fuori del progressive rock/metal per il quale è conosciuta ormai in tutto il mondo”.
LA PROSSIMA SETTIMANA SUONERAI CON JONATHAN DAVIS, DEI KORN. COSA TI ASPETTI DA UNA TALE OCCASIONE?
“Sono eccitatissimo all’idea. E’ una situazione strepitosa, specialmente per il fatto che suonerò da solo in acustico con il mio tastierista. Sarà per me l’occasione di tastare il polso dei pezzi e di vederli sotto un’altra prospettiva, più pura. Poi la cosa sarà diversa invece in occasione del tour di supporto agli Anathema, che toccherà anche l’Italia, dove suonerò con la band al completo”.
“Sono eccitatissimo all’idea. E’ una situazione strepitosa, specialmente per il fatto che suonerò da solo in acustico con il mio tastierista. Sarà per me l’occasione di tastare il polso dei pezzi e di vederli sotto un’altra prospettiva, più pura. Poi la cosa sarà diversa invece in occasione del tour di supporto agli Anathema, che toccherà anche l’Italia, dove suonerò con la band al completo”.
COME E’ NATA L’IDEA DI CHIAMARE IL PROGETTO IN QUESTO MODO?
“Inizialmente non avevo pensato a quale nome usare, in quanto non mi consideravo un musicista professionista. Sai, mi è capitato di registrare le prime parole che mi venivano in mente, ed ancora oggi ci sono dei punti in cui non ho assolutamente idea di cosa stia cantando. Una volta che ho messo tutto nero su bianco, ecco che riascolto tutto e comincio a lavorare sul pezzo. E anche per quanto riguarda il nome del progetto, è uscito tutto in modo assolutamente spontaneo. ‘Demians’ in realtà sono le canzoni che ho scritto: quando ero piccolo ho letto un libro chiamato ‘Demian’. Riassumendo la trama, c’è un personaggio che in sostanza ha la capacità di creare negli altri mille domande ed interrogativi, permettendo in questo modo a tutti di capire un po’ meglio se stessi ed il mondo circostante. E questo è quello che i miei pezzi hanno fatto con me. Ho imparato qualcosa da ogni singolo pezzo che ho composto, di me e della musica in generale. Senza dover per forza sembrare spocchioso o narcisista. Perchè tutti hanno possibilità di imparare da se stessi una infinità di cose”.
“Inizialmente non avevo pensato a quale nome usare, in quanto non mi consideravo un musicista professionista. Sai, mi è capitato di registrare le prime parole che mi venivano in mente, ed ancora oggi ci sono dei punti in cui non ho assolutamente idea di cosa stia cantando. Una volta che ho messo tutto nero su bianco, ecco che riascolto tutto e comincio a lavorare sul pezzo. E anche per quanto riguarda il nome del progetto, è uscito tutto in modo assolutamente spontaneo. ‘Demians’ in realtà sono le canzoni che ho scritto: quando ero piccolo ho letto un libro chiamato ‘Demian’. Riassumendo la trama, c’è un personaggio che in sostanza ha la capacità di creare negli altri mille domande ed interrogativi, permettendo in questo modo a tutti di capire un po’ meglio se stessi ed il mondo circostante. E questo è quello che i miei pezzi hanno fatto con me. Ho imparato qualcosa da ogni singolo pezzo che ho composto, di me e della musica in generale. Senza dover per forza sembrare spocchioso o narcisista. Perchè tutti hanno possibilità di imparare da se stessi una infinità di cose”.