DEMIURGON – L’informe Onnipotente

Pubblicato il 13/02/2016 da

Che la scena death metal italiana goda di ottima salute e che tema ben pochi rivali al mondo non è più una novità da diverso tempo. Prova ne è lo strabiliante esordio dei modenesi Demiurgon, pubblicato lo scorso anno dall’intraprendente Ungodly Ruins Productions e foriero di uno stile già perfettamente affinato e maturo, in grado di far impallidire realtà molto più affermate e con contratti di un certo peso alle spalle. Prendendo le mosse da alcuni mostri sacri statunitensi (Deeds Of Flesh e Morbid Angel in primis) e ricorrendo a formule ormai consolidate nell’ambiente tricolore (tecnica messa sempre al servizio dei brani, una buona dose di orecchiabilità, ecc.), i Nostri si sono resi protagonisti di un’opera vincente e competitiva su tutti i fronti, che nel suo piccolo è già diventata un modello da imitare…

Demiurgon - intervista

CIAO RAGAZZI, BENVENUTI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM. QUESTA E’ LA VOSTRA PRIMA INTERVISTA PER IL NOSTRO SITO, INIZIAMO QUINDI CON IL PRESENTARE LA BAND AI LETTORI: COME, QUANDO E PERCHE’ NASCONO I DEMIURGON?
“Ciao Metalitalia.com, qui è Umberto, sono il bassista della band e vi ringrazio a nome di tutto il gruppo per lo spazio datoci! I Demiurgon si presentano come il naturale proseguimento di Hatred, progetto death metal nato nel 2001 e con all’attivo l’EP ‘Entity’, l’album ‘The Bleeding Archtecture’ e lo split album ‘The Quadrum Plague’. Il cambio di monicker s’accompagna ad un cambio di prospettiva, ovviamente sempre all’interno del genere, iniziato con ‘Above The Unworthy’ e proseguito con la recentissima uscita del singolo ‘Teatro del Coito’ e con la realizzazione, già in corso, di un nuovo album”.

“ABOVE THE UNWORTHY” E’ SENZA DUBBIO UNO DEI MIGLIORI ESEMPI DI DEATH METAL (MODERNO E NON) ASCOLTATI NEGLI ULTIMI MESI. COSA POTETE DIRCI RIGUARDO LA COMPOSIZIONE E LA REGISTRAZIONE DEL DISCO?
“Per quanto riguarda la composizione, la mente dietro a tutto è quella di Emanuele, chitarrista e mente principale del progetto, il quale, assieme al batterista Riccardo, si è dedicato alla stesura e all’arrangiamento del materiale; i testi hanno invece visto una partecipazione pressoché collettiva. La composizione si è dilungata per circa un anno e mezzo, e la registrazione si è rivelata quasi altrettanto lunga, a causa di problematiche legate agli impegni della vita di tutti i giorni. La gestazione dell’album è dunque durata circa un paio d’anni”.

IL VOSTRO SUONO AFFONDA LE RADICI NELLA CORRENTE AMERICANA DEL GENERE E – PUR ESSENDO PERSONALE – NON NASCONDE RIFERIMENTI A GRUPPI COME DEEDS OF FLESH, MORBID ANGEL E A CERTE FRANGE DEL CATALOGO UNIQUE LEADER E WILLOWTIP. COSA VI AFFASCINA DI QUESTO PARTICOLARE STILE? E PIU’ IN GENERALE, COS’E’ IL DEATH METAL PER I DEMIURGON?
“Questa è una domanda difficile! Naturalmente è arduo descrivere sensazioni e pensieri ben definiti riguardo ad un genere musicale: è un tipo di musica catartico, che in qualche modo riesce a smuovere qualcosa di inconscio, oserei dire atavico, e che riesce a portare tutto ciò ad un livello di coscienza in cui la parte più ‘pericolosa’ di se stessi viene portata alla luce e in qualche modo ‘esorcizzata’ attraverso l’ascolto piuttosto che la stesura di musica. Senza voler ridurre tutto ai soliti cliché del metallaro medio su quanto il proprio genere sia il migliore o il più ‘complesso’, oserei dire che è un genere alle volte tanto profondo quanto incompreso, persino quando si tratta di frattaglie e grugniti. Pur non potendo parlare a nome di tutta la band in questo caso, sono sicuro che questa mia idea sia condivisa da tutti i membri”.

UNO DEI PREGI PRINCIPALI DI “ABOVE…” E’ LA SUA FLUIDITA’, IL SUO PORRE LA TECNICA AL COMPLETO SERVIZIO DEI BRANI. DA DOVE NASCE QUESTA CONTINUA RICERCA DELLA FORMA CANZONE? STANCHI DEI GRUPPI “TUTTI ORPELLI E NIENTE SOSTANZA” CHE BAZZICANO IL MERCATO?
“Decisamente! Il tasso tecnico di questo genere è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni, ma spesso ha anche sostituito l’idea di cui sopra: molti gruppi sono incredibilmente bravi a suonare, ma a mio parere non colgono nel segno, dimenticando quello che secondo me deve essere lo spirito di questo tipo di musica. D’altro canto si sta anche verificando un movimento opposto, un ritorno al suono old school e a proclami assurdi in cui ‘ignorante è bello’. Come detto precedentemente, il death metal è dal mio punto di vista ricerca, e non deve mai fermarsi: da qui la volontà di coniugare musica complessa a soluzioni d’impatto, senza mai sedimentarsi sulle stesse formule”.

L’ARTWORK E’ VERAMENTE IMPRESSIONANTE E SEGNA UN ALTRO PUNTO A FAVORE DELL’OPERA: IN CHE MODO SI RELAZIONA CON I TESTI? QUESTI ULTIMI HANNO FORSE A CHE FARE CON I RACCONTI DI H.P. LOVECRAFT?
“No, i testi non hanno a che fare con l’opera di Lovecraft, anche se essa può essere considerata un’influenza fondamentale per il genere intero. Sebbene non si possa parlare di un concept album, i testi sono fondamentalmente tutti legati al tema del controllo: che sia esso religioso, politico, o cosmico, il controllo e il desiderio di esso è il tema principe che sta dietro ad ‘Above The Unworthy’ ed allo stesso nome Demiurgon. L’artwork, realizzato da Par Oloffson, è in tal senso sintesi di tutto ciò, con il Demiurgo che domina sul Creato. La luce centrale rappresenta la caduta del divino nel mondo materiale, considerato come maligno e frutto dell’opera di un Demiurgo, un’entità dipinta dai sistemi gnostici della prima era del Cristianesimo come caricatura dei monoteismi giudaici e di cui parlano i pezzi ‘Rex Mundi’ e ‘The Shapeless Almighty’, rispettivamente in apertura e in chiusura al disco. Il Demiurgo trattiene la vera Luce dunque nel proprio regno, mentre colonne di esseri umani tentano l’ascesa oltre la prigionia della materia, per poi trovarsi nuovamente scaraventati nell’oblio della creazione”.

L’UNGODLY RUINS PRODUCTIONS NON E’ CERTO UN’ETICHETTA POPOLARE, ALMENO DALLE NOSTRE PARTI: COSA VI HA SPINTI A SCEGLIERLA? AVETE RICEVUTO ALTRE PROPOSTE?
“Ricollegandomi anche stavolta ad una domanda precedente, devo precisare una cosa: come già detto, i trend del momento sono costituiti dal filone ‘techno-death’ da un lato, da quello rivolto al ritorno alle origini dall’altro. Risulta evidente come noi non rientriamo in nessuno di questi, e come dunque una scelta musicale coerente con se stessi possa sbarrare delle porte, ma anche aprirne altre: Ungodly Ruins non è di certo enorme, ma i ragazzi credono in quel che fanno, conoscono ciò che producono e si sono rivelati assolutamente corretti in tutto, risultando dunque una scelta comunque azzeccata quando si tratta di non voler scendere ad un compromesso e portare avanti le proprie idee”.

QUALCHE SETTIMANA FA AVETE RESO DISPONIBILE UN BRANO CANTATO IN LINGUA ITALIANA, “TEATRO DEL COITO”. COME VI E’ VENUTA QUESTA IDEA? PENSATE DI RIPETERE L’ESPERIMENTO ANCHE IN FUTURO?
“L’idea di impiegare un testo in italiano ha in verità inizialmente suscitato non pochi dubbi in alcuni di noi, specie con un tema così distante rispetto a quanto fatto in precedenza. Ma l’idea di far qualcosa di nuovo ha ancora una volta preso il sopravvento, ed i risultati sono stati sorprendentemente interessanti, ricevendo decisamente un buon responso dal pubblico. Pertanto sì, sicuramente verrà riproposto qualcosa in italiano”.

MOLTI DI VOI SUONANO IN ALTRI GRUPPI: QUALCHE NEWS SUL FRONTE UNBIRTH, VALGRIND, ECC.? E SOPRATTUTTO, CREDETE CHE AL MOMENTO SI POSSA PARLARE DI SCENA DEATH METAL ITALIANA?
“Dunque, attualmente Emanuele ed io siamo impegnati nella realizzazione del nuovo album per gli Unbirth, con la speranza di farlo uscire entro l’anno nuovo; è inoltre in corso proprio in questi giorni la trattativa per l’uscita dell’EP di debutto del mio nuovo gruppo con ex membri degli storici Hobnailed, i Saturno. Riccardo e Daniele sono invece al momento concentrati sull’imminente uscita del nuovo album dei Darkend e alla relativa futura promozione live. Riccardo suona anche negli Amassado, con membri di The Modern Age Slavery ed Injury, e farà da live session per gli amici Hateful nelle loro imminenti date estere: diciamo che gli impegni non ci mancano! Per quanto riguarda i Valgrind, Emanuele non è più da tempo nella loro line up, ma è prossima l’uscita del loro nuovo album ‘Speech Of The Flame’. Parlando di scena, sento il bisogno di essere onesto: sebbene ci siano anche solide amicizie tra i membri dei vari gruppi, i rapporti fra le band del Bel Paese sono spesso caratterizzati da situazioni quantomeno ‘particolari’ e da addetti ai lavori tanto inesperti dal punto di vista musicale quanto pronti a sciorinare il proprio ego ad ogni occasione utile. La voglia di aggregazione si fa sentire, ma di fatto non è sempre condivisa. Mi sento dunque di dire che, a mio parere, non esista una vera e propria scena italiana, sebbene vi siano gruppi che il mondo intero ci invidia: è il classico suicidio, tutto italiano, di ciò che il Paese ha di buono da offrire”.

QUANTO E’ IMPORTANTE PER VOI LA DIMENSIONE LIVE? DI RECENTE AVETE TENUTO DIVERSE DATE SINGOLE, SODDISFATTI DEL RESPONSO? L’IPOTESI DI IMBARCARVI IN UN TOUR VI E’ MAI PASSATA PER LA MENTE?
“Anche qui è richiesta onestà: le date sono andate bene, ma le problematiche di cui sopra si estendono anche alla dimensione live, con situazioni alle volte torbide dal punto di vista organizzativo. Il death metal non è certo un genere facile, ma personalmente posso tranquillamente dire che questo gruppo ha sempre cercato di dare il 100% sia dal vivo che nel rapporto con altri gruppi, e chi ci conosce lo può confermare. Tutta questa premessa è stata fatta per un semplice motivo: le date scarseggiano non perché a scarseggiare sia la voglia di fare, bensì le situazioni favorevoli ai concerti. Lo stesso vale per i tour: la voglia di farne c’è eccome, ma è realisticamente impossibile realizzarne senza ricorrere al pay to play o senza comunque subire ingenti perdite economiche. Siamo alla ricerca della situazione giusta!”.

SE POTESTE SCEGLIERE, CON QUALE BAND VI PIACEREBBE CONDIVIDERE IL PALCO UN GIORNO?
“La lista è lunghissima, ma se dovessi scegliere una band a noi affine direi Hate Eternal!”.

I CINQUE MIGLIORI DISCHI DEATH METAL DI SEMPRE SECONDO I DEMIURGON…
“Anche questa è difficile come domanda! Sicuramente ‘Conquering The Throne’ degli Hate Eternal, ‘The Book Of Lambs’ degli Internecine, ‘Ixaxaar’ dei Nox, ‘Close To A World Below’ degli Immolation e ‘Litany’ dei Vader, ma la lista potrebbe fortunatamente proseguire all’infinito, il genere offre così tanti ottimi dischi!”.

L’INTERVISTA E’ FINITA, GRAZIE PER IL VOSTRO TEMPO. LE ULTIME PAROLE FAMOSE?
“Grazie a voi per la disponibilità, e grazie agli interessati che hanno letto fin qui!”.

3 commenti
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