DER WEG EINER FREIHEIT – Voglia di raggiungere le stelle

Pubblicato il 26/10/2015 da

Starà anche volgendo rapidamente verso la saturazione, il cosiddetto post-black metal, ma in questa fase di ripiegamento su se stesso e di spinte a ulteriori rarefazioni in senso bucolico/sentimentale, c’è anche chi assorbe le scorie e del black metal e dell’hardcore, per poi diffonderne un’interpretazione durissima; sorprendente no, geniale nemmeno, però in “Stellar”, terzo album dei tedeschi Der Weg Einer Freiheit, abbiamo canzoni capaci di vivere di vita propria senza dover ricorrere, per giustificarne un buon giudizio in merito, a equivoche lodi su innovazione, ricerca, introspezione…. Qua è il songwrting a brillare, la compattezza e la varietà delle soluzioni adottate, unite a uno spontaneo livore non scontato in ambienti ‘post’; un intelligente massacro butterato di macchie grigie e nere quello dei Der Weg Einer Freiheit, ancora perfettibile sotto alcuni aspetti ma già maturo e attrezzato per far parlare di sé. Cosa già avvenuta quest’anno, con il passaggio sotto Season Of Mist, un tour esteso per l’Europa in compagni dei Downfall Of Gaia e partecipazioni ai più importanti festival open air. Siamo andati a conoscerli questi quattro ragazzi tedeschi, consapevoli di confrontarci con musicisti preparati e che sanno benissimo dove andare a parare con la loro musica. Ecco quanto ci ha riferito il cantante/chitarrista Nikita Kamprad.

Der Weg einer Freiheit - band - 2015

INIZIEREI L’INTERVISTA CHIEDENDOVI DEL NOME DELLA BAND. PERCHÈ AVETE SCELTO UN MONICKER COSÌ INUSUALE? SUONA MOLTO IDEALISTICO E UTOPICO…
“Può essere rozzamente tradotto in ‘La strada verso la libertà’, ma a dirla tutta non mi sono mai piaciute troppo le diverse traduzioni che sono state effettuate di questa espressione. Scrivere e suonare musica mi fa sentire libero anche solo per brevi momenti. Non sento alcun tipo di libertà nel mondo attuale: vi sono limitazioni alla libertà di parola, alla privacy, alla religione e in molti altri aspetti del vivere quotidiano, tutte barriere che causano conflitti, corruzione e guerra. La musica e questa band in particolare sono la mia personale ‘strada verso una libertà’, un modo per scappare e indurre le altre persone a pensare a come conducono la loro esistenza. Questo è esattamente il significato del nostro monicker. Tuttavia, tu non puoi definire in qualche maniera il concetto di ‘libertà’, non secondo un significato universale. Nella musica e nell’arte trovo la mia libertà personale, individuale, e sicuramente ogni persona ha la sua personale visione di cosa rappresenti per sè la libertà”.

AVETE REALIZZATO TRE ALBUM IN SEI ANNI DI ATTIVITÀ, UN OBIETTIVO RAGGIUNTO IN UN’ETÀ MOLTO GIOVANE: IN MEDIA AVETE VENTICINQUE ANNI! DA DOVE ARRIVA TUTTA QUESTA ISPIRAZIONE?
“Top secret! No, onestamente trovo difficile spiegare da dove provengano tutta l’ispirazione e la motivazione che ci guidano. Sono solo un ‘drogato di musica’ e bramo solamente di trovare nuova ispirazione nel mio ambiente quotidiano, sia il lavoro, la natura, quando sono da solo o insieme ad altre persone. Bisogna soltanto aprire gli occhi e lasciar che il mondo ti influenzi, così l’ispirazione non finirà mai. Sono sempre alla ricerca di parole per argomenti che non posso spiegare in nessun’altra maniera se non con la musica”.

SECONDO VOI, QUALE TIPO DI EVOLUZIONE AVETE AVUTO IN QUESTI PRIMI TRE ALBUM? QUALI SONO GLI ELEMENTI RIMASTI QUASI GLI STESSI IN QUESTI SEI ANNI DI VITA, E QUALI SONO INVECE QUELLI CHE SONO DRASTICAMENTE CAMBIATI?
“Se vai indietro al nostro primo disco ti accorgerai che è un tipico disco di black metal tradizionale con un certo tocco melodico. Ci sono canzoni dalla struttura ampia e dilatata e qualche volta riff più grezzi e diretti che permettono ai pezzi di essere sufficientemente catchy. Attraverso la seconda e la terza release la musica è divenuta più dinamica, complessa e ora è più difficile comprenderla rispetto ai nostri esordi. Restano importantissime le melodie, che creano l’atmosfera capace di donare a ogni traccia il suo specifico carattere. Inoltre, rimango un grande fan dei blast-beat: saranno sempre uno degli elementi principali delle nostre sezioni di batteria”.

MISCHIATE NELLA VOSTRA MUSICA POST-ROCK, BLACK METAL, CRUST E SHOEGAZE, MA VOI APPARITE PIÙ CUPI DELLA MAGGIOR PARTE DEI GRUPPI DEDITI A QUESTO COCKTAIL DI STILI. PERCHÉ SIETE COSÌ ESTREMI? QUAL È LA BAND OLD-SCHOOL BLACK METAL CHE VI HA INFLUENZATO MAGGIORMENTE?
“Quando abbiamo fondato i Der Weg Einer Freiheit ero un grande fan di band come Emperor, Belphegor, Dark Funeral, o act tedeschi quali i Nagelfar, Orlog e Drautran. E lo sono tuttora. Tutti i gruppi nominati sono molto melodici e allo stesso tempo veloci ed aggressivi, così da creare un’atmosfera speciale che mi ha meravigliato fin dalle prime volte che ho iniziato a seguirli. Nonostante noi abbiamo parti molto atmosferiche e toccanti cerchiamo sempre di mantenere quel tipo di aggressività tipico delle realtà puramente black metal: ecco perché utilizziamo molto il blast-beat e un riffing pesante. Ritengo che abbiamo un nostro modo speciale di unire segmenti veloci e lenti, potenti e tranquilli, è la nostra maniera di suonare ‘estremi’”.

“STELLAR” HA UNA GRAN SUONO, CAPACE DI ENFATIZZARE BENISSIMO SIA LE PARTI PIÙ RUVIDE SIA QUELLE ATMOSFERICHE E DILATATE. COME SIETE GIUNTI A QUESTO RISULTATO? COME AVETE LAVORATO IN STUDIO DI REGISTRAZIONE?
“L’intero periodo delle registrazioni è andato via liscio. Una volta finito di registrare la batteria, abbiamo preparato diversi set-up per chitarre, basso e voce dentro ad un’unica stanza. Preparate le chitarre ritmiche, abbiamo potuto inserire le linee vocali, gli assoli, il basso, overdub, oppure mixare gli strumenti in modi diversi. Questa modalità di lavoro ci ha tolto stress, abbiamo potuto affrontare le cose con calma, avremmo avuto più pressione se avessimo registrato prima tutte le chitarre, poi le linee di basso, le voci o altro ancora: è un metodo che per conto mio assomiglia molto a quello di una catena di montaggio. Io invece voglio mettere assieme un disco con modalità più creative, il flusso di lavoro deve essere stimolante, non ci deve annoiare. Questa è la prima volta (se escludiamo l’Ep ‘Agonie’) che registriamo interamente un disco nello stesso luogo. I ‘Ghost City Recordings’ sono in mezzo alla campagna, a mezz’ora da Norimberga e a un’ora dalla mia città natale Würzburg e offrono il miglior ambiente possibile per registrare musica. Hai a disposizione strumentazione all’avanguardia, stanze con un’acustica eccellente e a soli cinquanta metri dall’ingresso dello studio ti immergi pienamente nella natura circostante. Per il produttore di ‘Stellar’, Jan Kerscher, si è trattato del primo album black metal sul quale abbia messo mano, collaborare con lui è stato un esperimento per entrambi. Tuttavia, ci conoscevamo già da un paio d’anni e a conti fatti si è rivelata un’ottima collaborazione, molto produttiva. Ci ha suggerito alcuni accorgimenti a cui non avevamo proprio pensato, idee che non avremmo potuto sfruttare se avessimo prodotto il disco da soli come avevamo fatto per ‘Unstille’”.

IL TITOLO DEL VOSTRO TERZO ALBUM RICHIAMA IL CIELO, LE STELLE ; L’ARTWORK DESCRIVE UN’ECLISSE. C’E UN CONCEPT DIETRO QUESTE SCELTE?
“Nel cielo vedo un qualche tipo di libertà e ci sono vari ostacoli che non mi permettono di guadagnarmi la mia libertà personale di questi tempi. Scrivere e suonare musica è un modo di evadere dalla realtà e mi fa sentire libero. Purtroppo la società moderna tende a intrappolarti in molti vincoli e la nostra libertà sta diventando un bene limitato quasi ovunque e in ogni momento. Se non sei in grado di sfuggire da queste catene fisicamente, devi almeno cercare di farlo mentalmente o con l’aiuto della musica, dell’arte e questo è il concetto su cui ‘Stellar’ si va a focalizzare. La copertina mostra un’eclisse, vista come un impenetrabile ostacolo che blocca la via verso il cielo, le stelle, la libertà”.

ASCOLTANDO IL DISCO, HO AVUTO L’IMPRESSIONE CHE AVRESTE POTUTO INSISTERE MAGGIORMENTE SULLA COMPONENTE ATMOSFERICA: PENSO ALLO SPLENDIDO INCIPIT DI “REPULSION…”, CON QUELLA SOTTILE VOCE PULITA A CARATTERIZZARLO, OPPURE I VIOLINI E L’AMBIENT DI “LETZTE SONNE”, PER QUANTO MI RIGUARDA I DUE MOMENTI MIGLIORI DELL’ALBUM. PENSI CHE IN FUTURO VI SPOSTERETE SU QUESTO LATO DEL VOSTRO SUONO, SUONANDO MENO ESTREMI DI QUANTO NON FACCIATE ADESSO?
“Le voci pulite in ‘Repulsion..’ sono state un grosso passo avanti nella nostra evoluzione, un esperimento, e sono contento di vedere che si adatti così bene alla musica. Sono sempre a caccia di nuovi elementi che siano sorprendenti ma non snaturino il naturale scorrere del pezzo. Quindi sperimentare nuovi approcci vocali, strumenti o effetti sarà sempre molto importante per la nostra musica. Sarebbe noioso copiare noi stessi all’infinito su ogni album, come credo allo stesso tempo che le parti più estreme non scompariranno mai del tutto. Saranno sempre una porzione basilare del nostro modo di suonare metal estremo”.

IL DISCO NEL SUO COMPLESSO MI È PIACIUTO MOLTO, MA PENSO CHE LE PARTI BLACK METAL TENDANO AD ASSOMIGLIARSI UN PO’ TROPPO. QUAL È LA TUA OPINIONE SU QUESTO ASPETTO?
“È difficile variare i riff quando stai suonando un genere così ristretto come il black metal, che si basa principalmente su aggressività e furia. Credo sia per questo motivo che la maggior parte dei passaggi di black metal tradizionale che proponiamo possono suonare simili. Detto questo, puoi sempre creare varietà tramite i cambi di tempo, le ritmiche, le armonie oppure aggiungendo break ed elementi inaspettati”.

AVETE SCELTO DI CANTARE IN TEDESCO. NON È UNA SCELTA MOLTO COMUNE PER UNA METAL BAND, QUALI SONO LE POSSIBILITÀ ESPRESSIVE CHE VI CONSENTE QUESTA LINGUA RISPETTO ALL’INGLESE?
“Il tedesco è la mia lingua madre, quindi mi esprimo naturalmente con essa e posso esprimere meglio le mie emozioni utilizzando questa lingua. Posso dire tutto quello che mi viene in mente senza doverlo filtrare con una traduzione e con la conseguente ricerca della parole giuste da usare. Questa è la ragione principale per cui ho deciso di cantare in tedesco, anche se rimango aperto a cambiamenti su questo fronte per il futuro. Essendo tedesco, i suoni delle parole sono mediamente taglienti, si adattano benissimo allo screaming, mentre per i vocalizzi in pulito il tedesco non va così bene come se cantassi in un’altra lingua. Così scrivere le linee vocali pulite di ‘Repulsion…’ è stata davvero una mezza tragedia, perché era difficile non suonare rude quando devi cantare nella mia lingua”.

QUESTO E IL PRIMO ALBUM RILASCIATO PER L’IMPORTANTE LABEL FRANCESE SEASON OF MIST. COME SIETE ARRIVATI A QUESTO CONTRATTO? COSA PENSI ABBIAVISTO IN VOI QUESTA CASA DISCOGRAFICA E QUALE POTENZIALE INTRAVEDA PER LA BAND IN FUTURO?
“La Season Of Mist ci ha adocchiato al Summer Breeze nel 2013 e ci ha avvicinato personalmente appena dopo il concerto, fatto per noi alquanto inaspettato. Abbiamo parlato un po’ del nostro futuro e di possibili nuove release e successivamente sono scesi nei dettagli via mail. Essendo sempre stata una delle nostre etichette preferite, con un eccellente catalogo, quando è stato il momento di cercare una label per il nuovo album ci siamo rivolti a loro. Ora siamo più che soddisfatti di come si sta svolgendo la collaborazione con loro, sono professionali e veloci e questo è stato importantissimo per la realizzazione e diffusione di ‘Stellar’. La Season Of Mist inoltre ci aiuta molto nel raggiungere un’audience più internazionale, eventualità difficile da realizzare per una band che canta in tedesco”.

UNA CURIOSITÀ: AVETE UN RAGAZZO DAL NOME ITALIANO NELLA LINE-UP, GIULIANO BARBIERI. COME È ARRIVATO NELL’ANGOLO DI GERMANIA DA CUI PROVENITE? COME LO AVETE INCONTRATO?
“La sua famiglia proviene dalla Calabria, ma lui è nato e cresciuto in Germania. Suona in un’altra band assieme al nostro batterista Tobias e quando stavamo cercando un nuovo bassista lo abbiamo contattato. Sa suonare il basso molto bene ed è un ragazzo davvero in gamba. I geni italiani sono molto forti in lui (risate, ndR)!”.

NEL VOSTRO GENERE DI COMPETENZA, SIAMO IN UN MOMENTO STORICO IN CUI SI ASSISTE A UN ASSESTAMENTO NEI SUOI TRATTI PRINCIPALI ED È DIFFICILE PENSARE DI APPORTARE GRANDI INNOVAZIONI E CAMBIAMENTI. QUANTE BAND CI SONO IN GIRO CHE MISCHIANO BLACK METAL, HARDCORE E MOVIMENTI SHOEGAZE? SONO UN’INFINITÀ! QUAL È LA TUA OPINIONE SU QUESTA PROLIFERAZIONE DI GRUPPI CON UNA SIMILE IMPRONTA SONORA? COSA PENSATE DI AVERE DI DIVERSO DALLA CONCORRENZA?
“Vero, di realtà che mettono assieme black metal, hardcore, shoegaze, sludge e altro ancora ce ne sono un numero altissimo oggi. Visto che ritengo la musica qualcosa di molto personale e soggettivo non sto a fare paragoni tra la mia band e le altre, non perdo tempo in queste cose. Se cominci a pensare a cosa riesci a fare meglio degli altri, allora sei già su una strada sbagliata secondo me. Devi occuparti soltanto della tua musica, agire nella maniera migliore, pensare attentamente a cosa desideri da essa e non farti strane idee su quello che altri potrebbero aspettarsi da te. Se ti muoverai in questa direzione, il suono che vai cercando scaturirà molto più facilmente di quanto tu possa immaginare. Ci sono già così tante persone che seguono un trend e si accodano a quanto suonato dagli altri, non è il caso di diventare l’ennesimo clone di qualcuno! Seguire un trend è il modo peggiore per crearti la tua personale identità musicale, non ci arriverai mai. Non importa se tu stia suonando black metal o altro, sii semplicemente te stesso, a prescindere da cosa possano pensare le altre persone su di te”.

QUALI SONO LE BAND PIÙ SIMILI AL VOSTRO SOUND? C’È QUALCHE REALTÀ UNDERGROUND CHE TI PIACEREBBE SEGNALARCI?
“Non so se possa sembrare maleducata questa mia affermazione, ma al momento non ci sono molte band heavy metal che catturino la mia attenzione. Sono un grande fan dei Lantlôs, stanno proseguendo nella loro evoluzione e hanno un suono unico, non confondibile. Alcuni degli album black metal migliori mai realizzati da una band tedesca sono quelli degli Orlog (andatevi a sentire “Die Reinigenden Feuer” o “Elysium”) e c’è anche un’altra band poco conosciuta, i Membaris, che si avvicina parecchio al loro suono. Hanno pubblicato i loro lavori migliori un paio d’anni fa”.

MUSICA E SOCIAL NETWORK: QUALI SONO I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DELL’USO DI FACEBOOK, INSTAGRAM, TWITTER E ALTRI STRUMENTI SIMILI DI PROMOZIONE E DI DIALOGO COI FAN?
“Se non usi i social network per postare cretinate ritengo possano essere un ottimo strumento di ottenere un contatto diretto coi fan o condurre a una discussione su particolari tematiche. Noi usiamo Facebook e Instagram con frequenza regolare per mantenere aggiornati i nostri follower sulla composizione di nuova musica, sui concerti e qualsiasi altro aspetto legato alla vita della band”.

QUESTA PRIMAVERA SIETE STATI IMPEGNATIO IN UN TOUR EUROPEO ASSIEME AI DOWNFALL OF GAIA. QUAL È IL TUO GIUDIZIO A PROPOSITO? COSA AVETE IMPARATO DA QUESTA ESPERIENZA E QUALI SONO STATE LE PIÙ GRANDI SODDISFAZIONI OTTENUTE IN QUEL PERIODO?
“È stato il tour più esteso a cui abbiamo partecipato, con venticinque show in venticinque giorni. È stato durissimo, stancante, a volte avevamo di fronte viaggi di dodici ore in un giorno solo ma l’abbiamo fatto e siamo orgogliosi di aver raggiunto così tante persone in Europa. Abbiamo visitato città e posti dove non eravamo mai stati e abbiamo suonato al leggendario Roadburn, al Ragnarök e, per l’ultimo concerto del tour, siamo stati lo special guest dei Satyricon”.

UNA DOMANDA STUPIDA, MA NON POSSO NON FARVELA: COSA PENSATE DI DIRK NOWITZKI, IL CAMPIONE DI BASKET NBA E CITTADINO PIÙ FAMOSO DI WÜRZBURG, LA VOSTRA CITTÀ?
“È la prima volta che ci troviamo a rispondere di Dirk in un’intervista (risare, ndR)! La sua carriera nell’NBA è impressionante, a dire il vero non l’ho mai visto passeggiare in giro per Würzburg. È una star internazionale, non credo si mostri in giro tanto spesso. Una volta suonavo in un gruppo che provava proprio accanto alla casa di Dirk qui a Würzburg, il batterista era un suo vicino. Di persona, però, mai visto in vita mia”.

QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER LA SECONDA PARTE DELL’ANNO (L’INTERVISTA SI È SVOLTA IN PRIMAVERA, NDR)? SIETE CONFERMATI PER L’HELLFEST, QUALI SONO GLI ALTRI FESTIVAL A CUI PARTECIPERETE QUEST’ESTATE?
“Hellfest e Graspop sono i festival più grossi dove siamo stati ingaggiati, è incredibile che ci suoneremo! Abbiamo appena suonato al Resurrection Fest in Spagna e siamo confermati per il Motocultor in Francia e il Dark Bombastic Evening in Romania ad agosto. Poi a novembre avremo un breve tour coi norvegesi Shining e i tedeschi Imperium Dekadenz”.

 

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.