Ci sono band che non si smentiscono mai, che restano fedeli al proprio stile ed al proprio modo di porsi. Tra queste possiamo sicuramente annoverare i Desaster che, a parte i primissimi lavori, si sono sempre distinti per un black/thrash contemporaneamente tradizionale ma con dei tratti ben distintivi che rendono la musica della band tedesca riconoscibile fin dal primo ascolto. Un altro aspetto che i Desaster non hanno mai cambiato, almeno negli ultimi dieci anni, è la loro poca loquacità (sul palco, nelle interviste o di persona), quasi che parlare del proprio lavoro musicale fosse per la band superfluo. O forse sono solo reminiscenze di una certa attitude tipica dei vecchi gruppi black metal. Non sappiamo dirlo, ma – ancora una volta – la nostra chiacchierata con Sataniac si è rivelata piuttosto stringata, con risposte laconiche che poco aggiungono e poco tolgono al valore della band e dell’ultima “The Oath Of An Iron Ritual”. Buona (breve) lettura!
SONO PASSATI QUATTRO ANNI DA “THE ARTS OF DESTRUCTION” E “THE OATH OF AN IRON RITAUL”, INFRAMMEZZATI DA UN ALBUM LIVE E DA UNO SPLIT. COSA AVETE FATTO IN QUESTO PERIODO?
“Ti sei risposto da solo. Abbiamo scritto il materiale per ‘The Oath Of An Iron Ritual’, fatto l’album dal vivo, il DVD e lo split coi Soulburn. Ed abbiamo fatto un po’ di concerti, come sempre, suonando dal vivo più o meno una volta al mese”.
L’ULTIMO DISCO, RISPETTO A QUELLI PRECEDENTI, MI È SEMBRATO PIÙ CUPO…
“Si, sono d’accordo. Forse dipende dal sound del disco; è stato più come se suonassimo dal vivo su un palco e forse questo ha portato un po’ più di oscurità. Però, sinceramente, non saprei dirti il motivo: non costruiamo i dischi, semplicemente scriviamo le canzoni che ci piacciono”.
ANCORA UNA VOLTA LE COMPONENTI BLACK E THRASH SONO EQUAMENTE DISTRIBUITE NEI PEZZI. LAVORATE A QUESTO EQUILIBRIO O SEMPLICEMENTE SUCCEDE?
“Infernal ha una buona capacità nel trovare il giusto bilanciamento per avere canzoni differenti all’interno di un album e penso che questa sia una delle cose in cui i Desaster sono particolarmente bravi. C’è sempre l’idea di mantenere il tutto interessante con pezzi memorabili”.
ESSERE ETICHETTATI CON UN GENERE È SPESSO FASTIDIOSO, MA VOI VI SENTITE PIÙ UNA BAND BLACK METAL, THRASH O ALTRO?
“Non abbiamo bisogno di pensare ad un genere particolare. Sentitevi liberi di chiamarlo come volete. Per me è metal estremo e questo è tutto. (ride, ndR)”.
ALCUNE CANZONI SONO PIÙ DIRETTE (COME “DAMNATIO AD BESTSIAS”), MENTRE ALTRE (COME “HAUNTING SIREN”) SONO PIÙ ELABORATE. SEI D’ACCORDO? E CHE APPROCCIO PREFERISCI?
“Si, sono totalmente d’accordo e mi piacciono entrambi gli stili. Forse le canzoni ‘in your face’ sono più semplici da gestire per me”.
SEMBRA CHE CI SIA STATA UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE GRAFICHE DELLA COPERTINA. VUOI DIRCI QUALCOSA AL RIGUARDO?
“E’ ‘The Oath Of An Iron Ritual’. Molto semplice! Infernal ha trovato quest’opera d’arte e ci è sembrato che si adattasse al titolo perfettamente. Non chiedermi dell’edificio, però! Nella scena successiva sprofonda in fuoco e lava!”.
SUONARE DAL VIVO MI È SEMPRE SEMBRATO UNA PARTE IMPORTANTE NELLA CARRIERA DEI DESASTER. RECENTEMENTE AVETE FATTO ANCHE UN TOUR NEGLI STATI UNITI. AVETE IN PROGRAMMA QUALCOSA PER PROMUOVERE IL NUOVO DISCO?
“Non facciamo più tour, ormai; preferiamo suonare singoli concerti nei weekend. Il tour di quattro date negli Stati Uniti è stato un evento speciale”.
A PARTE I PRIMISSIMI LAVORI, I DESASTER HANNO SEMPRE SUONATO UN GENERE PARTICOLARE CON UNO STILE MOLTO DISTINTIVO…
“Sono d’accordo anche se non credo nei generi (ride, ndR). E’ ovviamente, è un complimento avere un proprio stile che distingue la band”.
TORNANDO A “THE OATH OF AN IRON RITUAL”: SEI SODDISFATTO DEL RISULTATO FINALE? PENSI SIA UNA SORTA DI EVOLUZIONE RISPETTO AI PRECEDENTI LAVORI ?
“Penso che sia un tipico disco dei Desaster: niente di più, niente di meno. Cerchiamo sempre di mantenere le nostre canzoni interessanti e non pubblicheremmo mai un album che non ci piace. Forse quest’ultimo è un po’ più un ritorno alle origine rispetto agli altri, soprattutto per quanto riguarda la registrazione ed i suoni”.
C’È QUALCOSA DEL DISCO CHE PREFERISCI E QUALCOSA CHE PENSI AVREBBE POTUTO VENIRE MEGLIO?
“Non penso mai a questo genere di cose. L’album e le canzoni riflettono i nostri sentimenti degli ultimi quattro anni ed abbiamo fatto del nostro meglio per comporre dei pezzi memorabili. Sono felice del disco così com’è”.
VENITE DALLA GERMANIA, UNA DELLE NAZIONI CON PIÙ BAND HEAVY METAL, NONCHE’ LUOGO DI NASCITA DEI GRANDI FESTIVAL. MA C’È ANCHE UN FIORENTE AMBIENTE UNDERGROUND. LE BAND COME LA VOSTRA HANNO MOLTO SUPPORTO?
“In alcune aree siamo molto rispettati per quello che abbiamo fatto, in altre non lo siamo. Proprio come nella vita di tutti i giorni: ci sono sempre persone che preferisci ed altre che non ti piacciono”.
C’È QUALCHE BAND CHE STAI ASCOLTANDO IN QUESTO PERIODO E CHE VORRESTI CONSIGLIARCI?
“Ascolto musica tutto il giorno. In questo momento sto ascoltando i nuovi dischi di Grave Miasma, Fates Warning, Nocturnal Graves e Marduk”.