DESOLATED – Punishment

Pubblicato il 31/03/2016 da

Quello che spesso viene ritenuta come una grave mancanza, da veterani e non, per le nuove leve della musica heavy è quel senso di minaccia, di insidia, di pericolosità fisica alla quale si veniva sottoposti fronte palco nei selvaggi anni ’80 e ’90. Per un adolescente assistere a un concerto di Slayer, Sepultura o Biohazard significava mettere in conto parecchi lividi nel migliore dei casi. I Desolated contraddicono i tempi da cui provengono: la giovane band di Southampton è partita nel 2008 con una miscela primitiva di deathcore e ha sconfinato successivamente nell’hardcore beatdown più primitivo, costruendosi una reputazione minacciosa nel periodo formativo assieme ai compagni di ventura Malevolence. Attivissimi nell’Europa continentale ma anche oltreoceano dopo una serie interminabile di date, i Desolated arrivano ad un contratto di distribuzione con Beatdown Hardwear e, con la cattiva fama che li precede, sfornano un interessantissimo terzo album in studio che fonde la attuale scuola beatdown alle influenze metal e crossover anni ’90 (Biohazard e Life Of Agony in primis). “The End” ha tutte le carte in tavola per piacere al di fuori del circuito hardcore insomma, e per questo, con il disco ancora in heavy rotation, abbiamo inviato una manciata di domande alla formazione, alle quali risponde il chitarrista Rich Unsworth…

desolated - band - 2016

 

I DESOLATED HANNO FATTO USCIRE 2 DEMO, 3 EP E 3 FULL-LENGTH DAL 2008: E’ UNA SCELTA SPECIFICA RESTARE PROLIFICI A TAL MODO? PENSI CHE SIA NECESSARIO DI QUESTI TEMPI AVERE SEMPRE QUALCOSA DI FRESCO SUL MERCATO?
“Non la definirei una scelta, non direi proprio. Penso sia molto importante pubblicare sempre nuova musica, non solo per le persone che supportano la band ma anche per la band stessa, per rendere il tutto più fresco e godibile”.

PUOI RACCONTARCI IL CONCEPT ALLA BASE DI “THE END”? E’ STATO DIFFICILE CREARE UN CONCEPT ALBUM?
“Il concept ruota attorno a un uomo a cui è stata diagnosticata schizofrenia paranoide. L’album parla delle sfide di tutti i giorni che quest’uomo è tenuto ad affrontare, con un affondo su alcuni punti chiave della sua vita. La fine non si concretizzerà mai realmente, per quanto lui voglia che tutto finisca la malattia continuerà ad infestarlo. Se parliamo della scrittura dei testi non è stato difficile scrivere una storia di questo tipo, poiché tutti gli argomenti trattati sono fatti realmente accaduti. E’ una storia vera”.

COSA HA PORTATO AL GRUPPO L’INTRODUZIONE DI NUOVI MEMBRI?
“Siamo molto felici dei nuovi ingressi, tutti loro hanno portato qualcosa al tavolo di scrittura e tutti contribuiscono a differenti aree di funzionamento del gruppo”.

I VOSTRI LAVORI HANNO SEMPRE DEGLI ARTWORK DI COPERTINA MOLTO PARTICOLARI PER L’UNIVERSO HARDCORE, NONCHE’ MOLTO INTERESSANTI. CHI E’ L’AUTORE E COME DEFINIRESTI IL VOSTRO RAPPORTO LAVORATIVO?
“Il nome dell’artista è Chris Panatier. Si tratta di un ragazzo che ho trovato su Deviantart quando cercavo qualcuno per l’artwork di ‘The Sixth Day’. Penso sia un artista straordinario, riesce sempre a tradurre le mie visioni in opere davvero fantastiche”.

SIETE CONSAPEVOLI DEL FATTO CHE PER MOLTI UN FULL CHE DURA MENO DI TRENTA MINUTI NON E’ ABBASTANZA?
“Ne siamo consapevoli. Sai cosa penso? Preferisco scrivere un disco corto ma davvero buono che inserirci canzoni terribili”.

GLI SHOW DEI DESOLATED SONO FAMOSI PER LA VIOLENZA NEL PIT: QUALCUNO SI E’ MAI SPINTO TROPPO OLTRE A TUO AVVISO?
“Assolutamente no, mai. Quel che è accaduto nel pit è sempre rimasto nel pit”.

COSA NE PENSI DEL “CROWD KILLING”?
“E’ quello che è… si tratta solo di mosh più duro, a mio parere”.

IL NOME DESOLATED HA INIZIATO A CIRCOLARE AL DI FUORI DEL CIRCUITO HARDCORE: QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE SE PARLIAMO DI METAL?
“Adoro un sacco di band anni ’90, il crossover di Biohazard e Life Of Agony ha influenzato pesantemente il nuovo disco”.

CHE RELAZIONE AVETE COI MALEVOLENCE?
“Sono i nostri migliori amici, fino a un paio d’anni fa suonavamo sempre insieme agli stessi concerti”.

C’E’ QUALCHE GRUPPO CHE VORRESTI RACCOMANDARCI?
“I Blind Justice spaccano”.

QUALE NAZIONE EUROPEA HA LA SCENA HARDCORE PIU’ PROSPERA?
“Direi Germania”.

QUANTO E’ IMPORTANTE IL MERCHANDISE NELL’ECONOMIA DI UNA TOURING BAND?
“Il merch è tutto, mantiene vivo il gruppo. Devi per forza vendere maglie per sopravvivere durante lunghi tour, ormai tutto costa davvero tanto”.

VEDO CHE INDOSSATE UN SACCO DI MERCH DI GRUPPI ANNI ’90 NEI VOSTRI PROMO E NEI VIDEO. SIETE DEI FAN DEL METAL DI QUELL’EPOCA?
“Cazzo, sì”.

SPESSO SIETE INDICATI COME DESOLATED (UK): C’E’ QUALCHE ALTRA BAND IN GIRO COL VOSTRO STESSO NOME?
“E’ vero, non so perché in realtà. Potrebbe esserci un’altra band che si chiama Desolated ma non cambieremo mai il nostro nome, non se ne parla”.

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