I Despite Exile sono, all’interno del panorama italiano contemporaneo, uno degli elementi più interessanti che abbiamo avuto il piacere di ascoltare nel recente periodo. I ragazzi friulani ci hanno colpito con “Sentience”, loro debut assoluto sul mercato discografico,lavoro che si è dimostrato essere un fulgido e solido esempio di deathcore a tutto groove made in Italy. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Jei, il frontman della band, e abbiamo colto l’occasione per conoscere meglio il progetto Despite Exile, il concept che sta alla base di “Sentience” e i piani futuri di questi ragazzi udinesi. Questo e molto altro ancora nell’intervista che segue. Buona lettura!
CIAO RAGAZZI. INNANZITUTTO GRAZIE PER IL VOSTRO TEMPO. VOI SIETE UNA BAND PIUTTOSTO GIOVANE ALL’INTERNO DEL PANORAMA ITALIANO. CHI SONO I DESPITE EXILE? COME VI DESCRIVERESTE A QUALCUNO CHE NON VI HA MAI SENTITO NOMINARE?
“Ciao! Siamo un gruppo metal di cinque ragazzi del nord Italia, suoniamo insieme dal 2010. Io sono Jei, vocalist. Gli altri componenti sono Sanchez e Carlo (chitarre), Gio (basso) e Sasha (batteria). Il gruppo è iniziato da un’idea mia e di Gio nel 2008, con l’arrivo degli altri membri siamo arrivati a definire il sound che abbiamo oggi”.
ADESSO VOGLIAMO FARVI I COMPLIMENTI PER IL VOSTRO DEBUT ALBUM “SENTIENCE” CHE STA RICEVENDO RISCONTRI LUSINGHIERI PIÙ O MENO OVUNQUE. PARLATECI UN PO’ DI PIÙ DEL CONCEPT CHE STA ALLA BASE DI QUESTA VOSTRA PRIMA FATICA.
“Grazie mille! ‘Sentience’ in italiano si può tradurre solo con un concetto: è la capacità di sentire, è ciò che rende un essere ‘’senziente’’. L’album percorre passo dopo passo il percorso dalla non-esistenza (Amentia, ossia ‘assenza di mente’) fino all’esistenza (Exist)”.
ABBIAMO NOTATO CHE VI PIACE CONDIRE I VOSTRI PEZZI CON UN MARCATO ALONE DI SCI-FI. QUALI SONO GLI AUTORI O LE OPERE DAI QUALI TRAETE MAGGIORMENTE ISPIRAZIONE?
“Avete notato bene! Io sono appassionato di film sci-fi e di cartoni animati giapponesi sullo stile di Cowboy Bebop e Neon Genesis Evangelion. Devo dire che quest’ultimo a livello di concept è molto interessante anche per un fatto puramente psicologico, è una cosa veramente malata che fa star male. Sanchez è un grande fan e lettore di Stephen King, in particolare della serie della ‘Torre Nera’. Il testo di ‘Can’-Ka-No Rey’ è ispirato proprio a un passaggio di questa serie. Diciamo che il legame uomo-macchina e tutto quello che riguardo il piano ‘esistenziale’ dell’essere umano ci attira parecchio”.
COME SI SVOLGE IL PROCESSO CREATIVO/COMPOSITIVO ALL’INTERNO DEI DESPITE EXILE?
“Iniziamo sempre dalla parte strumentale, lavoriamo quasi esclusivamente con guitar pro per un fatto di comodità: ci inviamo le tab e ognuno corregge o modifica qualcosa. Una volta finita la scrittura in guitar pro pre-produciamo SEMPRE la canzone prima di registrarla, in quanto molte parti che possono suonare bene in tab poi a livello di arrangiamento o proprio di suono non rendono dal vivo. Il testo viene aggiunto sempre dopo che la parte strumentale è stata conclusa perché è molto difficile incastrare qualcosa di pre-scritto su una canzone, in quanto la voce deve essere molto ritmata e seguire la musica”.
SIETE UNA DI QUELLE BAND CHE HA UN COMPOSITORE PRINCIPE, UN MASTERMIND, OPPURE OGNUNO CONTRIBUISCE EQUAMENTE?
“Assolutamente no, ognuno contribuisce! Solitamente lo scheletro strumentale delle canzoni lo prepariamo io e Sanchez, poi tutti quanti ci mettono qualcosa di loro. La stessa cosa vale per i testi, non li scrivo tutti io: mi aiutano sia Gio che Sanchez. Poi chiaramente io modifico alcune parti per un fatto di fiato o sillabazione, come magari certe parti di chitarra che scrivo io vengono adattate da Sanchez e Carlos in base a come va bene a loro”.
SAPPIAMO CHE VI SIETE FATTI LE OSSA IN TOUR CON BAND MOLTO IMPORTANTI DELLA SCENA METALCORE E DEATHCORE ITALIANA ED INTERNAZIONALE. COM’È STATA PER VOI QUEST’ESPERIENZA?
“Si impara sempre da gruppi più grossi, sia a stare sul palco sia da quello che raccontano fuori da esso. Una cosa che mi ha sempre colpito è l’umiltà che hanno, sono state tutte quante persone veramente alla mano, gentili e disponibili. La cosa che dà la maggiore soddisfazione è quando vengono a farti i complimenti una volta che hai finito di suonare. Per assurdo invece certi gruppi più piccoli si comportano da rockstar vantandosi di avere migliaia di fan su Facebook o milioni di visualizzazioni su YouTube, ma suonano due volte all’anno (ammesso che suonino)”.
AVETE QUALCHE ANEDDOTO SIMPATICO DA CONDIVIDERE CON NOI RIGUARDO ALLE VOSTRE ESPERIENZE IN TOUR?
“Una volta Gio ha dimenticato tutta la sua strumentazione in un locale perché era sicuro che l’avessimo caricata noi. Fa ridere perché non se n’era accorto lui, ma il gestore del locale che ha scritto a me; quando ho chiesto a Gio se per caso si fosse accorto di aver dimenticato qualcosa ha risposto ‘forse ho dimenticato una felpa’. Fortunatamente era una data vicino a casa nostra ed è riuscito a recuperarla senza troppi problemi!”.
AVETE IN PROGRAMMA UN TOUR PER LA PROMOZIONE DI “SENTIENCE”?
“Certamente, lo stiamo organizzando!”.
LA VOSTRA REGIONE HA DATO I NATALI A BAND ESTREMAMENTE RILEVANTI ALL’INTERNO DEL PANORAMA METAL ITALIANO DEL RECENTE PASSATO. PARLIAMO DI BAND QUALI SLOWMOTION APOCALYPSE, ELVENKING E MOLTI ALTRI. COME DEFINIRESTE LA SCENA DELLA VOSTRA REGIONE, IL FRIULI VENEZIA-GIULIA?
“Non dimentichiamo i The Secret, per i quali impazzisco! Ci sono un sacco di gruppi anche se ultimamente c’è molta meno gente che suona o più persone che mollano, purtroppo. Un problema serio della nostra zona è che purtroppo ci sono pochissimi locali dove suonare e questo di certo non aiuta la cosiddetta ‘scena’”.
QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER IL FUTURO?
“Suonare, suonare, suonare. Vogliamo girare il più possibile e suonare ovunque ce ne diano la possibilità. Abbiamo in programma anche di girare un altro video e di organizzare un tour promozionale per ‘Sentience’”.
AVETE GIÀ DEL MATERIALE PRONTO PER IL SECONDO DISCO?
“Stiamo scrivendo, sì! Non dirò cose tipo ‘stiamo sperimentando’, non stiamo sperimentando niente. Sarà metal, veloce e arrogante”.
QUAL È LA BAND CON LA QUALE SOGNATE DI SUONARE?
“Ce ne sono parecchie! io personalmente vorrei suonare con i Whitechapel, oltre a essere il mio gruppo preferito avrei la possibilità di dividere il palco con Phil Bozeman che per me è IL vocalist del metal”.
GRAZIE DI TUTTO, L’INTERVISTA È FINITA. AVETE QUALCOSA DA DIRE IN CHIUSURA PER LA VOSTRA SEMPRE CRESCENTE FANBASE?
“#staysatana”.