DEVIL YOU KNOW – L’occhio della tigre

Pubblicato il 21/12/2015 da

Howard Jones è la voce che ha segnato il metalcore di scuola Boston nel periodo più florido dei Killswitch Engage, trainando il carretto del metal mainstream dopo l’overdose nu-metal in quelli che molti chiamano la NWOAHM (New Wave Of American Heavy Metal). Raramente una seconda chance si concretizza appieno: siamo contenti che sia potuto capitare a Howard, considerata la svolta drammatica degli eventi che lo hanno portato prima a lasciare i Killswitch Engage, cadendo nel baratro tra depressione, diabete e sindrome bipolare, fino al tentato suicidio. I Devil You Know non suonano troppo diversi dai Killswitch Engage è vero, ma hanno abbastanza esperienza nel CV dei singoli per spuntare un contratto con Nuclear Blast ed entrare nel giro che conta, grazie al rispetto di cui i componenti godono nella scena. Il loro secondo capitolo in studio è decisamente un passo avanti rispetto al debutto: un sound più rotondo e una collezione di tracce bene a fuoco e con pochi punti deboli. Ne parliamo con uno dei gregari di lusso di Howard, il batterista John Sankey, australiano con esperienze importanti (Devolved, Divine Heresy, Fear Factory) che ha fondato lo squadrone Devil You Know…

Devil You Know - band - 2015

SEMBRA CHE IL NUOVO ALBUM SIA COSTRUITO PER ESSER SUONATO DAL VIVO, HO RAGIONE?
“Hai assolutamente ragione. E’ stato un album molto spontaneo da scrivere e abbiamo voluto esser sicuri che le canzoni avessero molta energia in studio. L’album ha un feeling ‘live’ molto naturale quindi quelle tracce saranno una bomba nei concerti!”.

“THE WAY WE DIE” E’ LA VOSTRA NUOVA HIT? C’E’ QUALCHE ALTRA CANZONE DI CUI SEI PARTICOLARMENTE FIERO SUL NUOVO ALBUM?
“Abbiamo pensato che ‘The Way We Die’ fosse un ottimo singolo perché ha un sacco di groove ed è molto catchy, ci siamo trovati tutti d’accordo sul girare un video. Sono fiero di tutti i pezzi, c’è molta diversità nell’album. Amo canzoni come ‘Stay Of Execution’ e ‘Shattered Silence’ che sono molto heavy e veloci, ma amo allo stesso modo ‘Let The Pain Take Hold’ e ‘Searching For The Sun’ che sono più lente ed emozionali”.

COM’E’ NATA LA COVER DI “EYE OF THE TIGER”?
“E’ stata un’idea del nostro manager. All’inizio ci abbiamo riso sopra, ma quando abbiamo iniziato a suonarla in studio ci siamo accorti che suonava davvero bene, così abbiamo deciso di includerla come bonus track. Ero un grande fan dei film di Rocky da ragazzino e ho sempre amato la canzone, è stato molto divertente avere la possibilità di fare una cover e adattarla al nostro stile”.

E’ STATO PIU’ FACILE COMPORRE “THEY BLEED RED” DOPO IL TEMPO PASSATO INSIEME IN TOUR?
“Fare molte date dopo la pubblicazione del nostro primo album ci ha aiutato molto a trovare un suono più a fuoco, più unico, e grazie a quello sapevamo quello che volevamo nel momento di scrivere e registrare ‘They Bleed Red’. E’ molto evidente, ascoltando il nuovo album, che abbiamo suonato molto e oggi siamo una band molto più unita e consapevole dei propri mezzi”.

L’ARTWORK DEL NUOVO ALBUM E’ STATO CREATO DAL NOTO PITTORE ED ILLUSTRATORE TRAVIS SMITH (OPETH, DEVIN TOWNSEND). QUAL E’ IL CONCEPT INERENTE?
“L’artwork di copertina rappresenta il titolo dell’album, e illustra come non importa quanto una persona possa sentirsi sola ed isolata nel mondo coi propri problemi, alla fine siamo tutti umani e sanguiniamo tutti rosso. Sebbene appaia molto oscura e tetra c’è sempre un tema di fondo positivo e speranzoso, ma è aperto all’interpretazione, cosicché chiunque possa trarre le proprie conclusioni e connettersi all’album a modo suo. Volevamo inoltre che l’immaginario catturasse l’atmosfera della musica, ovviamente molto heavy ed intensa, quindi penso che sia una grande rappresentazione e che Travis Smith abbia fatto un ottimo lavoro. Siamo onorati di aver lavorato di nuovo con lui”.

ROY E’ FUORI DAL GRUPPO? CONTINUERETE CON UN SOLO CHITARRISTA?
“Roy non fa più parte della band. E’ stata una decisione presa col consenso di entrambe le parti, è un grande musicista e sarà sempre nostro amico ma abbiamo deciso di diventare un quartetto al momento e vogliamo continuare così. E’ stata più una decisione d’affari, nulla di personale. Roy spacca e gli auguriamo il meglio!”.

TU SEI AUSTRALIANO, FRANCESCO E’ NATO IN ITALIA, ROY VIENE DAL KENYA, RYAN E HOWARD DAGLI STATI UNITI. DEV’ESSERE UNA SITUAZIONE INTERESSANTE, C’E’ QUALCOSA CHE TROVI CURIOSO NEI TUOI COMPAGNI DI GRUPPO, O SOLO DIVERSO DALLA TUA CULTURA?
“(ride,ndR) Di sicuro siamo tutti un po’ diversi, tutti noi abbiamo una personalità distintiva ma ci frequentiamo con molto piacere e siamo ottimi compagni di gruppo. Quando spendi molto tempo viaggiando insieme, spesso in spazi confinati, è importante saper ridere e godersi le esperienze collettive. Siamo fortunati a poterlo fare. Quei tizi bizzarri sono i miei fratelli”.

DAL MOMENTO CHE HOWARD E’ IL NOME PIU’ FAMOSO NEL GRUPPO E CHE NON HA MODIFICATO IL SUO STILE VOCALE, IL CONTINUO PARAGONE COI KILLSWITCH ENGAGE TI INFASTIDISCE?
“No, per nulla. La gente farà sempre paragoni e tutti noi sapevamo cosa sarebbe successo con Howard. Non ci facciamo caso, vogliamo concentrarci esclusivamente sulla nostra carriera. Hojo ha uno stile molto personale ma a mio parere coi Devil You Know ha incorporato idee e stili diversi dal proprio passato”.

TI STA BENE CHE SI USI IL TERMINE ‘SUPERGRUPPO’?
“Non sono per niente a mio agio con quel termine, capisco che sia utilizzato come complimento ma toglie peso all’integrità della band e passa il concetto di progetto a breve termine, il che è del tutto in contrasto con noi. Vogliamo che i Devil You Know siano visti come un gruppo vero e a se stante, vogliamo lavorare sodo per guadagnare nuovi fan senza fare affidamento ai nostri progetti e traguardi passati, è molto importante per noi. E’ bello aver riconoscenza del nostro lavoro passato ma serve molta intesa per far funzionare un gruppo e farlo diventare qualcosa di speciale, che riesca a superare il test del tempo”.

VI SIETE ESIBITI RARAMENTE COME HEADLINER, TROVATE DIFFICILE SUONARE DAVANTI A UN PUBBLICO CHE NON E’ IL VOSTRO?
“Non ci è per niente difficile, trattiamo ogni pubblico ad ogni concerto allo stesso modo, non importa se sono cento o diecimila persone. Saliamo sul palco e ci divertiamo, se va bene si diverte anche il pubblico. Ovviamente cerchiamo di trovare nuovi fan ma la cosa più importante per noi è il divertimento, nello stare nella band e nell’esperienza del concerto”.

RICORDI QUALCHE ESPERIENZA PARTICOLARMENTE NEGATIVA NEL SUONARE COME SUPPORTER?
“No, accettiamo volentieri la sfida del suonare come supporter. Anche se collettivamente abbiamo una buona esperienza nel fare tour siamo una band relativamente nuova, suonare in apertura fa parte del progredire come live band e del migliorare noi stessi”.

1 commento
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.