DEVILDRIVER – L’ anno della Bestia

Pubblicato il 14/03/2011 da


Quante volte abbiamo sentito dire in sede d’intervista che l’ultimo disco era il più cattivo e veloce della loro discografia? Tante, e quasi sempre a sproposito, ma non stavolta, non con i Devildriver. Dopo la parentesi (quasi) melodica di “Pray For Villains”, Dez Fafara e soci tornano con un album che punta tutto sull’impatto frontale, mettendo insieme una coesione invidiabile fino a qualche anno fa ed uno stato di forma che li conferma come uno dei gruppi di punta del pur vasto roster Roadrunner. Ai nostri microfoni ecco dunque il chitarrista Mike, interlocutore meno loquace del navigato Dez…

 


ALLORA MIKE, IL 2011 E’ APPENA INIZIATO, SARA’ QUESTO L’ANNO DELLA BESTIA?
“Sì, credo proprio di sì (risate, ndA)!”.

COME AVETE REAGITO ALLA DECISIONE DEL VOSTRO BASSISTA JON MILLER DI ENTRARE IN RIABILITAZIONE, PER VINCERE I SUOI DEMONI LEGATI ALL’ABUSO DI ALCOL E DROGHE?
“Ovviamente è stata una sua scelta e come tale la rispettiamo. E’ un po’ che non lo sento visto che ora è lontano, ma da quello che mi dicono sta facendo progressi, quindi speriamo si risolva tutto per il meglio. Una volta tornati dal tour in Australia vedremo come si saranno messe le cose, per il momento non abbiamo preso ancora nessuna decisione definitiva. Quello che è sicuro comunque è che, qualunque cosa decida di fare, Jon resterà sempre uno di noi, è uno dei miei migliori amici ormai da dieci anni”.

SUBITO DOPO LA MESSA IN ONDA DI “DEAD TO RIGHTS” IL SERVER DELLA ROADRUNNER E’ CROLLATO PER ALCUNE ORE: VI ASPETTAVATE UNA SIMILA RISPOSTA?
“Siamo rimasti un po’ sorpresi anche noi: come sempre quando stiamo per far uscire un nuovo disco suoniamo uno o due pezzi in anteprima, ma stavolta con ‘Dead To The Rights’ abbiamo sentito davvero tutto il pubblico cantare le lyrics a squarciagola, quindi le reazioni ricevute finora ci fanno davvero ben sperare per il prossimo tour”.

“BEAST” SUONA DAVVERO COME UNA FURIA, SE POSSIBILE ANCORA PIU’ VELOCE E CATTIVO DI TUTTI I VOSTRI ALBUM PRECEDENTI; COME MAI SECONDO TE?
“Il nostro songrwiting è sicuramente in continua evoluzione, rispetto agli esordi siamo diventati tutti più partecipi alla fase di scrittura della musica e  dei testi: dopo aver esplorato il nostro lato più melodico con ‘Pray For Villans’, stavolta abbiamo voluto spingere sul nostro lato più aggressivo ed è così che è nato ‘Beast’, sicuramente il lavoro più cattivo dei Devildriver oltre che uno dei miei preferiti in assoluto”.

QUALI SONO I VOSTRI PROSSIMI PASSI IN SEDE LIVE? VI VEDREMO IN QUALCHE FESTIVAL ESTIVO IN EUROPA O SIETE CONCENTRATI SUGLI U.S.A.?
“Suoneremo onvunque come sempre (risate, ndA)! Siamo stati dalle vostre parti solo pochi mese fa, ma sicuramente torneremo prima della fine dell’anno per promuovere ‘Beast’, credo sapremo qualcosa di più entro i prossimi due mesi”.

AVETE GIA’ RILASCIATO CINQUE ALBUM FINORA, A QUANDO UN DVD? E’ QUALCOSA A CUI STATE GIA’ PENSANDO OPPURE NON RIENTRA NEI VOSTRI PIANI PER ORA?
“Di fatto furante le registrazioni abbiamo filmato le prove in studio realizzando un documentario che abbiamo messo on line in quindici episodi, quindi ora abbiamo pensato di arricchirlo con del materiale extra ed allegarlo come DVD all’edizione speciale di ‘Beast’, ma per ora non abbiamo nient’altro in programma”.

HAI AVUTO MODO DI SENTRE QUALCOSA DEI WE ARE THE RIOT, LA NUOVA BAND DI MIGUEL RASCON E MIKEY COX?
“No, non ho ancora avuto di sentire il loro nuovo materiale, ma conosco un paio dei ragazzi di persona e sono anch’io molto curioso di sentire cosa hanno combinato stavolta”.

A PROPOSITO DI COAL CHAMBER, COSA PENSAVI DELLA LORO MUSICA PRIMA CHE DEZ SI UNISSE A VOI PER DARE VITA AI DEVILDRIVER?
“Non posso dire di essere stato un loro grande fan, ma mi è capitato ovviamente di ascoltarli, soprattutto il loro primo album uscito quando ero ancora al liceo. Dovendo scegliere comunque trovo che il loro disco migliore sia il terzo, anche se come detto non è esattamente il genere di musica che ascolto di solito”.

COME E QUANDO HAI DECISO DI COMINCIARE A SUONARE LA CHITARRA?
“Ho cominciato quando avevo dieci anni ma ho cominciato a fare sul serio una volta compiuti diciotto anni, dando vita alla mia prima band al liceo, da lì tutto ha avuto inizio”.

COSA CI PUOI DIRE RIGUARDO AL NOME DELLA BAND? SO CHE VIENE DA UNA TRADIZIONE ITALIANA, VISTO CHE GLI ANTENATI DI DEZ ARRIVANO DA QUI…
“Sì, Devildriver era il nome di un campanello usato dalle streghe per allontanare il male, credo sia stata la moglie di Dez a suggerirlo quando abbiamo dovuto cambiare il monicker. All’epoca io non ero ancora entrato, ma so che la band si doveva chiamare Deathride; il nome però era già utilizzato da un paio di altre band oltre che una corsa ciclistica, quindi Devildriver si è rivelata una scelta decisamente più azzeccata”.

BENE MIKE, SIAMO ALLE BATTUTE CONCLUSIVE, A TE LE ULTIME PAROLE PER I SALUTI DI RITO…
“Grazie a voi per lo spazio concessoci e speriamo di vederci presto in Italia, vi aspettiamo!”.

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