DEVILDRIVER – La furia del Creatore

Pubblicato il 18/01/2006 da

Dez Fafara è una icona underground. Chiunque abbia avuto la fortuna di starci vicino può captare il suo magnetismo e la sua totale onestà. Odiatissimo da molti puristi per il suo passato nei Coal Chamber, tanto da offuscare anche la bontà dei lavori dei Devildriver, Dez è in realtà una persona fuori dal comune, parlando a livello umano. Il solo fatto di vederlo nel primo pomeriggio uscire, andare al supermercato fuori dal Rollig Stone e tornare con del chianti per offrirlo personalmente (e intendo versarlo nel bicchiere uno ad uno) a tutti i fan infreddoliti in attesa all’esterno, oltre che a tutti gli addetti ai lavori presenti al Rolling, è indice della incredibile umiltà del singer, davvero irresistibile. C’è da aggiungere che anche dopo il concerto davvero tutti hanno avuto la possibilità di scattare una foto ricordo con lui, fino al momento in cui ha dovuto chiedere pietà per i continui flash rintronanti. Eppure c’è sempre il dito puntato, c’è la diffidenza e la prevenzione nei confronti della macchina da guerra chiamata Devildriver, capace di sfornare un disco metal al centodieci percento, pieno di marciume e malvagità come solo il grezzo frontman sà esprimere. Un Dez rilassato, giocherellone, e anche un pò distratto da qualche bellezza femminile che passeggiava in zona si concede ai microfoni di Metalitalia…

CIAO DEZ E’ UN PIACERE VEDERTI! COME STA ANDANDO IL TOUR? TI SENTI IN FORMA?
“Sempre! Adoro stare in tour non mi fermerei mai, veniamo da una data a Monaco veramente distruttiva, stasera ci divertiremo anche qui vedrai”.

PER INIZIARE UNA PICCOLA CURIOSITA’. FAFARA E’ IL TUO VERO COGNOME PENSO: CHE ORIGINI HA?
“Certo che è autentico, mi sarei scelto un nome d’arte più di impatto. Mi chiamo Bradley Fafara, il nome Dez me lo sono ritrovato da qundo il chitarrista dei Black Flag Dez Catena mi ha trascinato sul palco durante un concerto. Le origini del mio cognome sono in parte italiane, i miei nonni vengono da qui!”.

PARLIAMO DEI DEVILDRIVER. COME SI E’ FORMATO IL GRUPPO?
“Ci siamo conosciuti in una maniera assolutamente naturale, i ragazzi erano venuti a casa mia per un barbecue e tra un hamburger, una birra e una bottiglia di vino rosso siamo diventati amici a abbiamo cominciato a frequentarci. Ero ancora nei Coal Chamber ma sentivo che stavamo per arrivare alla fine, così iniziando a provare con questi ragazzi per gioco un giorno gli dissi: ‘Hey, penso di lasciare la mia band’… Ed eccoci qua”.

QUANDO HAI REALIZZATO DI NON ESSERE PIU’ A TUO AGIO NEI COAL CHAMBER?

“Dopo l’uscita del secondo album. Le divergenze musicali cominciarono a farsi veramente gravi e io ero sempre dal lato heavy, quindi dopo essermi trascinato anche troppo a lungo ho deciso di concretizzare quello che volevo fare veramente”.

E SI SENTE CREDIMI! PARLIAMO DEI TUOI COMPAGNI ATTUALI: SEMBRANO MOLTO PIU GIOVANI DI TE O MI SBAGLIO? COM’E’ GIRARE CON LORO, LA SENTI LA DIFFERENZA?
“In effetti ci sono almeno otto anni di età che ci separano, però non c’è nessun tipo di problema, tutto liscio come l’olio, sono dei ragazzi a posto. Ognuno di loro sa fare alla grande il suo mestiere con lo strumento in mano. Sono persone molto diverse a livello umano, vite diverse e personalità differenti. Tre di loro sono cresciuti assieme (Jeff Kendrick, Jon Miller e John Boecklin, il chitarrista Mike Spreitzer li raggiungerà in seguito ndR) e sono ovviamente legatissimi, a volte sono per forza escluso da certe loro discussioni, ne resto aldifuori”.

IL QUARTO E’ MIKE IMMAGINO…
“E’ il nostro nuovo chitarrista, una persona eccezionale. Ci ha letteralmente salvato il culo! Evan decise di smettere ventiquattr’ore prima di partire per l’europa nel tour di supporto agli In Flames. Puoi intuire quello che era il nostro stato d’animo, ma grazie al cielo è arrivato Mike che è riuscito a imparare praticamente tutto mentre ci spostavamo in aereo, e a suonare alla grande già dal primo show davanti a migliaia di persone. Il posto non poteva che diventare suo”.

COSA PENSI CHE “THE FURY OF OUR MAKERS HAND” POSSA OFFRIRE IN PIU’ RISPETTO AL VOSTRO DEBUTTO?
“Innanzitutto il nostro primo lavoro è stato scritto da un solo chitarrista. Penso che il nuovo offra molto di più a partire dal dialogo tra le chitarre e dalla varietà dei riff, è sempre metal al cento percento poi, niente cazzate emo o screamo…”

COME CONTRIBUISCONO I RAGAZZI ALLA STESURA DEI PEZZI? L’ULTIMA PAROLA E’ SEMPRE LA TUA?
“La parte musicale è interamente prodotta da loro, i ragazzi mi han portato 25 canzoni dalle quali abbiamo estratto il meglio del meglio, lavorandoci assieme. L’ultima parola sui pezzi è la mia, non farò mai più nulla se non ho l’ultima parola sul prodotto finale!”.

COSA HA PORTATO MIKE A LIVELLO DI SUONO?
“Direi un sapore gotico che amo tantissimo, si integra perfettamente in quell’aura dark e malvagia all’interno di quello che sono i Devildriver, a livello umano perchè è una persona eccezionale e a livello musicale perchè non potevamo trovare di meglio”.

RIUSCITE A SCRIVERE ANCHE QUANDO SIETE IN TOUR?
“Assolutamente si, abbiamo già piu di dieci pezzi in cantiere, ma non voglio anticiparti nulla, aspettiamo a parlarne. Ti posso dire che sarà sempre heavy e con quel groove che ci contraddistingue”.

SAI CHE PROBABILMENTE CI SARA’ SEMPRE UN PARAGONE TRA I DEVILDRIVER E I COAL CHAMBER…
“Non c’è paragone, i Devildriver sono tutta un’altra cosa. Se i primi erano eclettici, gothic, alternative, suonavano musica strana, i Devildriver sono una rock band che ti prende a calci in culo. E’ proprio questa la definizione che mi piace dare per i Devildriver: ‘kick-ass rock n’roll band’!!!”.

PERO’ CI SONO MOLTI METALLARI CHE FATICANO AD ACCETTARE LA TUA PERSONA SOPRATTUTTO PER IL TUO PASSATO ARTISTICO. SENTI DI DOVER DIMOSTRARE QUALCOSA?
“Non mi sento di dover dimostrare nulla, potrei paragonarle i Chamber a una vecchia giacca che non uso più e ho abbandonato nel mio armadio. Ora mi metto la mia giacca nuova e sono pronto a spaccare… Capisci cosa intendo?”.

DA DOVE ARRIVA IL SIMBOLO DELLA BAND? SEMBRA UNA CROCE CON UNA LUNA…
“Si chiama “Cross of Division”, e ha un significato preciso: metti in dubbio l’autorità, la religione, tutto quello che ti sta attorno. Ho ereditato questa filosofia di pensiero dai miei genitori, non dico che sia quella da seguire per me funziona perfettamente. Il simbolo l’ho trovato sul libro che ha ispirato il nome Devildriver”.

QUAL’E’ IL TUO PRIMO RICORDO SULLA MUSICA E SULL’ESSERE MUSICISTA?
“I miei primi ricordi sono di quando ho scoperto i dischi dei Doors dei miei genitori, da lì ho voluto diventare un musicista. I miei genitori erano degli hippie sai? Ascoltavano parecchia musica e probabilmente sono cresciuto così per quello (e ride in maniera contagiosa, allargando le braccia ndR)”.

SEI SODDISFATTO AL 100% DI QUELLO CHE FAI COI DEVILDRIVER? TI SENTI DI DOVER DAR SFOGO ALLA TUA VENA ARTISTICA IN ALTRE VIE O IN ALTRI GENERI MUSICALI?
“Non sono mai soddisfatto, è per quello che sono ancora qui. Se lo fossi sarei finito. Per quanto riguarda la musica non suonerei nient’altro non in questo periodo, in futuro chissà”.

DI TUTTI I TOUR A CUI AVETE MAI PARTECIPATO QUALE PENSI ABBIA PORTATO PIU’ FAN ALLA BAND?
“Sicuramente l’Ozzfest. Se mi chiedi però quale è il mio preferito ti rispondo quello con i Superjoint Ritual, che è stato davvero fanastico perchè adoro quei ragazzi, sono amici carissimi”.

I DEVILDRIVER HANNO MAI PAGATO PER SUONARE?

“Ti riferisci all’Ozzfest? Te lo dico senza problemi scrivilo pure: tutti pagano per suonare all’Ozzfest. E’ ok, si può accettare. Non pagherei per suonare in nessuna altra manifestazione al mondo”.

CHE MI DICI DEI TUOI COMPAGNI ATTUALI LAMB OF GOD E THE AGONY SCENE?
“Sono le persone più adorabili con cui abbia mai girato, e, ti dirò, sono un grandissimo fan dei Lamb Of God, dannazione sono eccezionali”.

IL TUO RICORDO MIGLIORE ON THE ROAD?
“Andare in tour coi Black Sabbath e i Pantera, il mio miglior ricordo di sempre”.

ULTIMA DOMANDA: SE AVESSI LA POSSIBILITA’ DI CONTROLLARE ‘LA FURIA DELLE MANI DEL CREATORE’ E POTESSI CANCELLARE DAL MONDO UNA ROCK O METAL BAND, QUALE SCEGLIERESTI?
“Ahahah (ride rumorosamente ndR)… Non posso dirtelo, davvero”.

DIMMENE UNA ALMENO!
“No no non posso, sono di origine italiana quindi sono cresciuto come un gentiluomo, anche se nel profondo ce ne sono parecchie che farei saltare in aria… Non te lo dirò mai, mio nonno si rivolterebbe nella tomba!”.

LE ULTIME PAROLE SONO TUE:
“Grazie a tutti i fan che ci supportano e che già affollano il locale, vi amo tutti. I’ll do this until I die!!!”.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.