Un gruppo su cui puntare a scatola chiusa, sulla fiducia? A parere di chi scrive, senza alcun dubbio, sono i Devildriver. Questione di onestà, passione e soprattutto entusiasmo. Non sono in molti, dopo anni di (dis)onorata carriera (raramente come in questo caso dipende dai punti di vista), a poter vantare la genuina carica di Dez Fafara, un artista che riesce a trasmettere sincera eccitazione e amore per la musica anche nel breve tempo di una stretta di mano. Incontriamo il frontman dei Devildriver nel backstage del Gods Of Metal per fare il punto della situazione in casa dei californiani, che continuano inarrestabili la loro crescita artistica in un cammino di crescita lento ma inesorabile. Il gruppo è quasi arrivato alla fine del ciclo di tour a supporto di “The Last Kind Words” e già ha pronto il nuovo album, in attesa del mixaggio finale…
I DEVILDRIVER, COME IL BUON VINO, MIGLIORANO COL TEMPO, ALBUM DOPO ALBUM, ANNO DOPO ANNO, TOUR DOPO TOUR. QUAL’E’ IL VOSTRO SEGRETO?
“Innanzitutto ti ringrazio per il complimento: l’unico segreto è l’immensa passione per la musica e per quello che facciamo, e siccome è tutto frutto della nostra passione ci mettiamo sempre il 110%”.
SIETE ANCHE UN GRUPPO PROLIFICO, AD OGGI AVETE SFORNATO UN DISCO OGNI DUE ANNI: MANTERRETE L’ABITUDINE?
“La manterremo sicuramente, fino a quando saremo una band, ogni due anni. Da fan mi pare troppo aspettare anche tre anni per un nuovo disco del mio gruppo preferito, non vogliamo dare nessun tipo di dispiacere ai nostri incredibili sostenitori”.
IL NUOVO DISCO E’ GIA’ PRONTO?
“Si, tutte le canzoni sono pronte e registrate. L’unico tassello mancante è il mixaggio, che verrà affidato ad Andy Sneap, successivamente sarà pronto per la pubblicazione”.
AVETE MAI SENTITO IL BISOGNO DI PRENDERVI UNA LUNGA PAUSA DALLA VITA ON THE ROAD?
“Non ancora a dire il vero. Se dovesse capitare vi farò sapere! La parte peggiore è lasciare la mia bellissima moglia a casa, assieme ai miei bambini. Ho tre ragazzi, e come ben saprai per un italiano stare lontano dalla propria famiglia è una grande sofferenza… per fortuna esiste Skype. Abbiamo date pianificate fino a maggio 2012!”.
CI SONO DELLE REGOLE CHE VI SIETE POSTI PER VIVERE ASSIEME NELLO STESSO TOUR BUS?
“Nessuna regola specifica, abbiamo imparato a conoscerci molto bene l’un l’altro, in sostanza basta non ‘premere i bottoni sbagliati’, e tollerare le ‘debolezze’ degli altri. Si tratta di condividere le cose belle e non lasciar trapelare quelle brutte”.
HAI DICHIARATO CHE IL NUOVO MATERIALE E’ ANCORA PIU’ PESANTE E VELOCE DI QUANTO PRODOTTO SIN’ORA, SENZA TRALASCIARE GANCI E IL VOSTRO GROOVE CARATTERISTICO…
“Il nuovo disco è… oscuro. E’ un’altra pietra miliare per i Devildriver. Completamente diverso dal nostro passato. E’ sicuramente molto, molto veloce e possiede un’attitudine punk, nel senso che ha parti dirette e ganci assassini, restando rabbioso, feroce. Continuiamo a cambiare e ad evolvere, ho molte storie da raccontare, il prossimo album è come un cane che ringhia e mostra i denti”.
AVETE UNA DATA INDICATIVA?
“Febbraio 2011”.
CHI E’ MARK LEWIS E PERCHE’ L’AVETE SCELTO COME PRODUTTORE?
“Ha già lavorato con noi su ‘The Last Kind Words’, come ingegnere del suono. Una volta terminata l’esperienza sul disco precedente, riconosciuto il talento nella sua professione, ho voluto assolutamente che ci facesse da produttore. Per fortuna ha accettato. La sua forza è che non è solo una persona che sa schiacciare i tasti giusti, ha del gusto e riesce a dare delle opinioni durante il suo lavoro, opinioni che per noi si sono rivelate davvero preziose”.
DOPO I FESTIVAL EUROPEI SARETE NELLA LINEUP DELL’OZZFEST, PER L’ENNESIMA VOLTA. CHE NE PENSI DI QUESTA EDIZIONE?
“Ozzy, Motley Crue, Halford, palco principale… devo aggiungere altro?”.
I GRUPPI DEVONO ANCORA PAGARE PER SUONARE ALL’OZZFEST?
“Non noi, suoniamo sul palco principale ora!”.
NEGLI ULTIMI MESI IL MONDO DEL METAL HA AVUTO GRAVISSIMI LUTTI. HAI QUALCHE PAROLA PER CHI E’ VENUTO A MANCARE?
“Ho incontrato Dio due settimane prima che ci lasciasse. Non lo dimenticherò mai, mi è passato accanto e mi ha salutato con un ‘Hey ragazzo!’, dandomi una pacca sulla spalla. E’ triste. La vita finisce, ma se negli anni riesci a lasciare arte, vivrai per sempre. Dio vive, su ogni tour bus, nelle case, nelle cuffie, sui palchi dove si suona la sua musica, vive ancora. Il mio obiettivo, come artista, è lasciare un’eredità in musica”.
E’ LAMPANTE COME PASSI MOLTISSIMO TEMPO, DOPO I CONCERTI, A INCONTRARE PERSONALMENTE I TUOI FANS. PENSI SIA IMPORTANTE QUESTO APPROCCIO FISICO?
“L’attitudine da rockstar non ci appartiene. Anche se il nostro lavoro non è facile come sembra, anche se dopo il concerto abbiamo solo voglia di una doccia bollente e un buon bicchiere di vino, ci piace stringere la mano ad ognuno dei nostri fan. Siamo grati di ogni secondo della nostra vita da artisti, ed il merito è solo dei nostri sostenitori. Mi sento ancora un ragazzino, non mi è difficile ricordare come si sta sotto il palco”.
HAI MAI DOVUTO SPINGERE QUALCUNO DEI TUOI COMPAGNI A FARE LO STESSO?
“Non ce n’è mai stato bisogno, condividiamo la stessa visione”.
C’E’ UNA BELLA DIFFERENZA DI ETA’ TRA TE E GLI ALTRI MEMBRI DEI DEVILDRIVER, TI SENTI MAI COME IL LORO FRATELLO MAGGIORE?
“Sono uno dei più scalmanati, altro che fratello maggiore… l’adulto tra noi è sicuramente Mike”.
FINALMENTE OCCUPATE UNA POSIZIONE ECCELLENTE NEL CARTELLONE DEL FESTIVAL: IL VOSTRO ATTEGGIEMENTO E’ IN QUALCHE MODO DIVERSO?
“Non cambia assolutamente nulla. Suonare per primi o da headliner, davanti a 100 persone o 10000, diamo sempre il 100%, senza risparmiare una goccia di sudore”.
QUANDO TORNERETE IN ITALIA DA HEADLINER?
“Novembre 2010, assieme ai 36 Crazyfists! Vi aspettiamo… Ciao!”.