DEVIN TOWNSEND – Master of puppets

Pubblicato il 04/11/2012 da

Introduzione di Marco Gallarati
Testo di Raffaele ‘Salo’ Salomoni

Si è da poco svolto, il 27 ottobre ultimo scorso, il grande evento del The Retinal Circus, lo spettacolo teatrale con il quale Devin Townsend ha rivisitato i suoi vent’anni spesi a comporre, suonare, registrare, vivere e respirare musica di ogni tipo, tutta però sgorgante dal, e facente parte del, suo bagaglio interiore tecnico-cultural-emotivo. In occasione dell’uscita dell’ultimo lavoro del DTP (Devin Townsend Project), quell'”Epicloud” che tanto sta piacendo al pubblico suo affezionato, ed in attesa della prossimissima data milanese di supporto ai Fear Factory, abbiamo contattato via telefono il poli-artista canadese per saperne di più riguardo alla sua attuale porzione di carriera e vita musicale, tanto per cambiare pregna e densa di idee, speranze, certezze e appuntamenti. A voi Devin Townsend, l’ultimo Signore dei Burattini…


INIZIAMO PARLANDO DEL RETINAL CIRCUS, LO SPETTACOLO TEATRALE DEL 27 OTTOBRE (L’INTERVISTA SI E’ SVOLTA IL 12 OTTOBRE): COME TI SEI PREPARATO PER QUESTO TIPO DI EVENTO? E COME HAI PROGETTATO QUESTO ‘CIRCO’?

“La cosa è stata abbastanza semplice, perché è da tanto che voglio creare uno spettacolo teatrale, tipo musical, per Ziltoid ed altre storie. Si tratta di un lavoro dispendioso in termini economici e di tempo, e alla fine mi è venuta l’idea di proporre questo tipo di spettacolo come una retrospettiva dei miei vent’anni di musica. Ho pubblicato 25 album e trovare un filo conduttore tra tutta la mia musica è stato divertente. Ed il risultato è davvero notevole”.

ORA PASSIAMO AL TUO NUOVO ALBUM, “EPICLOUD”. SEMBRAVA CHE AVRESTI CHIUSO IL DEVIN TOWNSEND PROJECT CON LA QUADRILOGIA “KI”, “ADDICTED”, “DECONSTRUCTION” E “GHOST”, ED INVECE SEI USCITO CON IL QUINTO ALBUM…
“Dopo aver completato ‘Ghost’ ero quasi certo di lavorare al secondo Ziltoid e ne ho parlato molto nelle interviste. Ma ad un certo punto mi sono reso conto che avevo ancora delle cose da dire, musicalmente parlando, che avevano più attinenza con la quadrilogia che con Ziltoid. Il Devin Townsend Project ora non è solo ‘Epicloud’, ma anche un altro lavoro che sto completando e che si intitolerà ‘Casualties'”.

DOVE POSIZIONERESTI “EPICLOUD” NELLA TUA CARRIERA? CI PUOI DESCRIVERE LE TUE SENSAZIONI IN MERITO ALL’ALBUM?
“Molte persone lo trovano un album molto positivo e hanno dedotto da ciò che io mi trovi in uno stato mentale felice e allegro. Da un certo punto di vista è vero, nel senso che non permetto più a me stesso di focalizzarmi sulle cose negative. Nella mia vita, come in quella di tutti, ci sono momenti belli e brutti, ed il mondo in generale è in uno stato così negativo che è difficile evitare di affrontare temi nefasti. Ma per l’album ho fatto un certo tipo di sforzo ed è questo che definisce meglio questa fase della mia carriera”.

ANNEKE VAN GIERSBERGEN (EX-THE GATHERING) E’ ANCORA AL TUO FIANCO, E QUESTA VOLTA LE HAI DATO ANCORA PIU’ SPAZIO RISPETTO AD “ADDICTED”. POSSIAMO CONSIDERARLA LA TUA CONTROPARTE FEMMINILE DEFINITIVA?
“Amo le voci femminili e compongo musica anche per questo. Preferisco sentire la mia voce come sottofondo di una voce come quella di Anneke. Ho lavorato con molte cantanti e lei è perfetta per la mia musica. La sua voce ha una maestosità che pochissime persone posseggono ed è stato per me automatico coinvolgerla nel progetto. Non la vedo come una partner fissa perché come avrai notato mi piace lavorare con gente sempre diversa. Mi piace molto variare musicisti e collaboratori, ed inoltre al momento non potrei permettermi di portare Anneke in tour con me”.

COSA TI HA SPINTO A RI-REGISTRARE “KINGDOM”?
“Quel pezzo rappresenta una parte importante della mia storia. L’album su cui originariamente si trovava la canzone, ‘Physicist’, a mio avviso ha un suono terribile, problema che avevo notato anche all’epoca, ma che con i mezzi di allora non sapevo come risolvere. Questa cosa è sempre rimasta dentro me in tutti questi anni, ed ora finalmente ho preso coraggio e ho registrato nuovamente la canzone. I motivi per cui abbiamo fatto questa scelta sono il fatto che la suoniamo live da un bel po’, per cui avevamo tutti una buona dimestichezza, e perché, proprio per la volontà di cui ti parlavo di concentrarsi sugli aspetti negativi, ho ritenuto questo pezzo un perfetto esempio di positività”.

C’E’ UN ALBUM CHE CAMBIERESTI, SE POTESSI TORNARE INDIETRO NEL TEMPO?
“Non credo che cambierei nulla, in realtà. Tutto quello che ho fatto rappresenta ciò che ero in quel momento. Se parliamo dal punto di vista della produzione, ti potrei dire che cambierei qualcosa in tutto ciò che ho pubblicato prima di ‘Ki’. Lavorando per il Retinal Circus ho avuto la possibilità di editare nuovamente alcuni vecchi pezzi, ma in realtà fino a quando avrò nuova musica da proporre non mi preoccuperò più di tanto del passato”.

LA TUA VITA E’ INNEGABILMENTE CONNESSA CON LA MUSICA. TI CAPITA MAI DI PENSARE AD UN DEVIN SENZA MUSICA?
“Certo. Quando non suono sono solo io. Fino a quando ho un’idea, non c’è nulla di musicale nella mia testa. Non ascolto quasi nulla quando non sto creando. Ti posso dire che continuerò a fare musica fino a quando la mia voce reggerà e fino a quando avrò qualcosa da dire. Da quel momento in poi, posso tranquillamente fare altro, senza grossi problemi”.

SEI UNO DEGLI ARTISTI PIU’ PROLIFICI DEL MONDO E SEI SULLE SCENE DA TANTISSIMI ANNI. CHE CONSIGLIO VORRESTI DARE A CHI SI VOLESSE AVVICINARE AL MUSIC BUSINESS?
“La cosa più importante da imparare è accettare le critiche. Ed il modo migliore per farlo è accettare che ci siano persone più talentuose (o meno) di te. Ognuno è unico e se si confronta con la produttività di qualcun altro, sul suo appeal o quant’altro, finirà per combattere un’inutile lotta contro se stesso. Bisogna fare musica per il gusto di farla, punto. Non fate sì che diventi la cosa più importante della vostra vita. Le cose importanti sono gli amici e la famiglia”.

ELEMENTO CARATTERISTICO DELLA TUA SONORITA’ E’ L’ACCORDATURA PARTICOLARE CHE USI PER LE TUE CHITARRE. QUANDO HAI DECISO DI UTILIZZARLA?
“Avevo dodici anni ed amavo l’album ‘Led Zeppelin III’. In particolare mi ero innamorato di ‘Friends’, e quando ho cercato di impararla utilizzando l’accordatura standard mi sono accorto che era impossibile da fare. Quando ho scoperto che lui utilizzava un’accordatura aperta (open C) mi si è aperto un mondo. Da quel momento in poi ho sempre usato quella, e per me è anche molto più semplice, visto che canto e suono, il fatto che gli accordi hanno una diteggiatura più semplice”.

MA SEI ANCORA IN GRADO DI SUONARE UNA CHITARRA ACCORDATA STANDARD?
“Sì certo, anche se qualcuno è convinto del contrario. Uso un sacco di accordature, ma alla fine mi ritrovo sempre a preferire la mia solita accordatura”.

TRALASCIANDO LA NUOVA DIMENSIONE TEATRALE, C’E’ UN’ALTRA FORMA D’ARTE CHE TI ATTIRA IN PARTICOLAR MODO?
“Mi piacciono le marionette e tutto ciò che ha a che fare con l’humor. Mi piace ridere e fare ridere. Non sono un artista particolarmente visivo, non disegno o dipingo poi così bene, anche se da piccolo ci provavo. Anche quando c’è da lavorare sull’artwork dei miei lavori, mi rendo conto che ciò mi richiede uno sforzo notevole di concentrazione e alla fine finisco per fidarmi ciecamente delle persone che lavorano alla grafica. Posso dire cosa mi piace o non mi piace se li vedo, ma difficilmente riesco a partorire un’idea grafica interessante. Diciamo che le mie orecchie sono più allenate dei miei occhi”.

UN ESEMPIO DEL FATTO CHE TI PIACCIA DIVERTIRTI E FAR DIVERTIRE E’ IL VIDEO DI “LUCKY ANIMALS”. IMMAGINO CHE TU L’ABBIA PUBBLICATO BEN CONSCIO DEL LIVELLO DI SERIOSITA’ DI MOLTI FAN, CHE TI ETICHETTERANNO IN MILLE MODI…
“Sono vent’anni che ricevo critiche per quello che faccio, fratello. Non ci penso più e faccio solo ciò che mi sento”.

DAL PUNTO DI VISTA SONORO, I TUOI PEZZI HANNO NUMEROSISSIME STRATIFICAZIONI E SOVRAINCISIONI. SONO STRUTTURE CHE COSTRUISCI STRADA FACENDO O PARTI GIA’ CON UN’IDEA CHIARA IN TESTA DI COME IL PEZZO DOVRA’ SUONARE?
“A volte scrivo una serie di accordi e nella mia testa già immagino le parti che sono importanti. Poi quando registro mi piace decorare, aggiungere particolari. Per esempio, in ‘The Babysong’ dall’album ‘Synchestra’, ci sono particolari che devono essere previsti fin da subito. In questo caso particolare, c’erano quattro cose che dovevano funzionare simultaneamente per far sì che il pezzo funzionasse. Ma ci sono anche casi in cui le stratificazioni sono nate mentre registravo”.

QUANDO TI HO INTERVISTATO PER L’ULTIMO ALBUM DEI TUOI STRAPPING YOUNG LAD ERI STANCO DELLA BAND E DI CIO’ CHE TI CIRCONDAVA AL MOMENTO. COME VEDI ORA LA SITUAZIONE DOPO CINQUE ANNI?
“Gli SYL hanno rappresentato una parte della mia vita e sono fiero di alcune delle cose che abbiamo fatto insieme. Alcuni dei nostri fan hanno nostalgia della band e a volte ci ricordano meglio di quanto non fossimo in realtà. Ma ci sono pezzi che ancora amo particolarmente. In particolare trovo che ‘Skeksis’, ‘All Hail The New Flesh’, ‘Oh My Fucking God’, ‘Love?’, ‘Almost Again’, ‘Possessions’ siano grandi pezzi. Ma credo anche che ci siano song da scartare, come ‘The Filler – Sweet City Jesus’, ‘Spirituality’ e ‘Force Fed’, a cui non penso più perché le reputo non sufficienti. All’epoca era difficile per noi, perché nessuno sembrava curarsi di noi. Poi quando abbiamo chiuso quel capitolo tutti si sono detti innamorati ed hanno esagerato a mio avviso nella visione del quadro completo. Per me è uno dei tanti capitoli della mia storia, niente di più e niente di meno”.

VORREI PARLARE PER UN ATTIMO DELLA TUA COMPARSATA SULL’ALBUM “THE HUMAN EQUATION”. HAI FATTO UN GRANDE LAVORO E CI HA COLPITO IL FATTO CHE LA TUA ACCETTAZIONE A PRENDERE PARTE AL PROGETTO FOSSE SUBORDINATA AL FATTO CHE ARJEN (LUCASSEN) TI DESSE TOTALE LIBERTA’ NELLA STESURA DEL TESTO E DELLE LINEE VOCALI…
“Ci credi se ti dico che avrò sentito quell’album sì e no una volta? Non mi piace cantare pezzi di altri, ma Arjen è stato estremamente tenace e convincente e non ha mollato la presa fino a quando non ho accettato. Avevo inizialmente rifiutato non perché non mi piaccia la sua musica o per mancanza di rispetto, ma proprio perché non amo lavorare sui pezzi di altri. Alla fine ho cambiato idea perché Arjen è una persona squisita, ma è stata dura e ci è voluto un sacco di tempo perché inizialmente sentendo i pezzi su cui dovevo registrare non mi veniva in mente assolutamente nulla. Poi alla fine ho registrato le parti, gliele ho mandate e gli sono piaciute. Da lì non ho più sentito l’album e per questo mi è un po’ difficile parlarne, perché dal mio punto di vista ne so davvero poco”.

IL LAVORO CHE HAI FATTO PER IL REMIX DI “RAMMLIED” DEI RAMMSTEIN E’ UNA COSA COMPLETAMENTE DIVERSA. HAI CREATO QUALCOSA DI IRRIVERENTE ED ESTREMAMENTE DIVERTENTE. COME E’ NATA QUELLA COLLABORAZIONE?
“E’ uno dei miei lavori che apprezzo di più. Il management dei Rammstein ha contattato il mio e ci ha informato che stavano facendo delle audizioni per dei remix da aggiungere su un singolo. Avrebbero mandato i file ad un po’ di artisti ed avrebbero scelto i tre migliori. Appena ricevuto il materiale non sapevo cosa farci, non sono un esperto di remix o di dubstep, per cui per un attimo è finito nel dimenticatoio. All’avvicinarsi della scadenza il mio manager mi ha sollecitato, così ho ripreso in mano i file… ed appena ho sentito la voce stentorea di Lindemann (Till, cantante dei Rammstein, ndR) mi sono venute in mente le ‘beer song’ tedesche. Ho letto alcune interviste alla band e da lì ho capito che sono persone intelligenti e divertenti, nonostante la loro immagine seriosa sul palco. Mi sono deciso a registrare il pezzo come volevo io, in modo da poter verificare se erano davvero intelligenti ed autoironici. L’ho mandato al mio manager e lui era molto preoccupato, perché era convinto che l’avrebbero odiato, ritenendomi forse un coglione. L’abbiamo mandato lo stesso e per tutta risposta il loro manager è stato sorpreso nel comunicarci che la band aveva scelto il mio pezzo per il singolo”.

CI SARANNO PEZZI DEL RETINAL CIRCUS NELLA DATA DI MILANO (25 NOVEMBRE, DI SUPPORTO AI FEAR FACTORY)?
“Certo, utilizzeremo elementi scenografici, video e luci presi direttamente dallo spettacolo teatrale. Sarà un bello show e ci saranno anche sorprese per chi ci ha visti l’ultima volta”.

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