DIMMU BORGIR – Un nuovo inizio?

Pubblicato il 27/10/2010 da
Introduzione a cura di Gennaro “Dj Jen” Dileo e Matteo Cereda
Intervista a cura di Matteo Cereda e Gennaro “Dj Jen” Dileo

Non c’è il minimo dubbio che i Dimmu Borgir puntino al “botto” con il nuovo album “Abrahadabra”, il quale sembra cesellato appositamente per allargare il più possibile il bacino dei propri fan. Anche in questa occasione, Metalitalia.com non si è lasciata sfuggire la ghiotta occasione di intervistare personalmente Galder e Silenoz in un hotel a Milano. I due chitarristi si sono dimostrati piuttosto loquaci e sicuri della bontà del nuovo materiale, mostrando concretamente una mentalità aperta, nonostante abbiano mantenuto il riserbo più assoluto sulle papabili new entry che avranno l’arduo compito di sostituire Mustis e Vortex…


ASCOLTANDO IL NUOVO ALBUM “ABRAHADABRA” ABBIAMO SUBITO PERCEPITO L’IMPONENZA DELLE PARTI ORCHESTRALI E DEI CORI. PENSI CHE QUESTO POSSA TOGLIERE UN PO’ DI POTENZA AL SOUND DELLA BAND?

G.: “Non credo, perché questo è esattamente quello che volevamo creare. Le parti orchestrali servono proprio ad enfatizzare la potenza tipica del nostro sound creando maggior atmosfera, e questo è un discorso che riguarda non solo i Dimmu Borgir ma anche altre band che utilizzano questo tipo di sonorità”.

QUALI SONO STATE DUNQUE LE VOSTRE IMPRESSIONI LAVORANDO CON UN ORCHESTRA E CON UN CORO VERO E PROPRIO?
G.: “Le impressioni sono state molto positive, abbiamo lavorato con una grande orchestra composta da grandi professionisti, credo che la Norvegia Radio Orchestra sia una delle migliori in Europa. Potevamo anche utilizzare le tastiere ma non sarebbe stata la stessa cosa, qui i suoni danno maggiore profondità e sono soprattutto reali”.

NON CREDI PERO’ CHE LE SONORITA’ COMPLESSE DEL NUOVO ALBUM POSSANO CREARVI QUALCHE PROBLEMA DI RESA IN SEDE LIVE? AVETE PENSATO DI PORTARVI DIETRO L’ORCHESTRA O IL CORO, PER CASO?
G.: “Ci piacerebbe poter avere i soldi per permetterci l’intera orchestra in tour, ma la realtà è ben diversa. Al momento abbiamo in mente di organizzare un evento speciale, una singola serata in cui riproporre il disco con tutta l’orchestra al seguito. In tour poi magari ci sarà la possibilità che qualche membro dell’orchestra si aggiunga alla band, anche se credo che la maggior parte del lavoro sarà fatto da samples e tastiere”.

POTRESTE RACCONTARCI QUALCOSA IN PIU’ SULLA CANZONE DIMMU BORGIR PRESENTE SULL’ULTIMO ALBUM? ABBIAMO SENTITO MELODIE INSOLITAMENTE ARIOSE PER I VOSTRI STANDARD, RAPPRESENTA PER CASO UN NUOVO PUNTO DI PARTENZA?
S.: “Innanzitutto ci tengo a precisare che ‘Dimmu Borgir’ non è rappresentativa per l’album in sé ma rappresenta piuttosto la storia stessa dei Dimmu Borgir: la canzone parte molto melodica, ma poi nella parte finale c’è spazio per sonorità aggressive. Dunque penso che sia una traccia varia che contiene molti ingredienti proprio come la nostra musica”.

QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL TITOLO DEL NUOVO ALBUM E QUALI SONO LE PRINCIPALI TEMATICHE AFFRONTATE NEI TESTI? SI TRATTA DI UN CONCEPT PER CASO?
S.: “’Abbrahadabra’ non è un concept album, le liriche trattano tematiche differenti in ogni canzone e le stesse sono viste da prospettive diverse; un concept deve avere canzoni strettamente connesse a livello lirico con una sequenza ben precisa e via dicendo, non è dunque il caso del nostro nuovo album. Il significato del titolo invece si presta a diverse interpretazioni; può essere visto come una formula magica e allo stesso tempo si può tradurre con la frase ‘Io creo ciò che dico’ che è la prospettiva che coinvolge e soddisfa di più la band”.

LA VOSTRA ETICHETTA NUCLEAR BLAST PER PRESENTARE IL NUOVO ALBUM DICE: “UN RITORNO ALLA  FEROCIA DI ‘ENTHRONE DARKNESS TRIUMPHANT’” SIETE D’ACCORDO CON QUESTA AFFERMAZIONE?
G.: “Penso che il nuovo disco sia maggiormente accostabile a ‘Death Cult Armaggeddon’ perché riprende la vena orchestrale di quel disco in un certo senso, anche se poi le idee sono molto più complesse e sviluppate diversamente”.
S.: “Credo che sia sempre difficile per un musicista coinvolto parlare di questo tipo di cose, l’etichetta in qualche modo deve cercare di descrivere in poche parole il sound di un disco e mi rendo conto che non è facile, poi dobbiamo tener presente che certe sensazioni sono soggettive e ognuno ha il suo punto di vista personale”.
G.: “Poi c’è da dire che in realtà questo disco è un po’ differente rispetto a quanto fatto fino ad ora dai Dimmu Borgir, sicuramente contiene il nostro marchio di fabbrica ma sa anche spingersi oltre. Volevamo un disco da sentire a lungo, con qualche sperimentazione, qualcosa di nuovo insomma”.

PENSO CHE UNO DEI PREGI CHE SALTA ALL’ORECCHIO SIA LA PRESENZA DI ALCUNI RIFF MOLTO CATCHY COME QUELLO PRESENTE IN “BORN TREACHEROUS”, SIETE D’ACCORDO?
S.: “Credo ci siano molte parti memorizzabili e degne di nota in ogni canzone che si stampano in testa agevolmente, soprattutto la parte finale dell’ultima traccia che ha delle atmosfere molto particolari”.
G.: “All’interno di una canzone ti può piacere il riff iniziale oppure colpire lo stacco melodico o l’accelerazione successiva, in ogni brano ci sono un sacco di idee e qualcosa di buono troverai di sicuro”.

POTRESTE CHIARIRE COS’E’ SUCCESSO CON SNOWY SHAW?
S.: “Potresti passare alla prossima domanda, per favore?”.
G.: (ride, ndR)

POTRESTE ALLORA PRESENTARCI GLI ALTRI MEMBRI DEI DIMMU BORGIR?
G ”Non ci sono altri membri dei Dimmu Borgir oltre noi tre, al momento, però se vuoi posso presentare ogni singolo membro dell’orchestra. Per il tour ingaggeremo sicuramente dei turnisti, ma al momento siamo ancora in fase di organizzazione”.

POTRESTE CHIARIRE COSA E’ SUCCESSO CON MUSTIS E VORTEX?
S.: “Niente di particolare in realtà, è accaduto qualcosa di simile a quando si rompe un matrimonio. Il nostro rapporto durava da anni, ma purtroppo ad un certo punto tra opinioni diverse, punti di vista opposti e tante complicazioni abbiamo dovuto separarci”.

POSSIAMO CONSIDERARE I DIMMU BORGIR UNA BLACK METAL BAND OGGI, SECONDO VOI?
G.: “E’ ancora black metal quello che suoniamo, in fondo non vedo grosse differenze, le persone sanno che non suoniamo più solo black metal ma ciò che è positivo per i Dimmu Borgir. Certamente, come dicevo poc’anzi, non è più solo black metal, è black metal sinfonico, ma noi abbiamo la mente aperta e scriviamo la musica che vogliamo scrivere. Puoi sentire all’interno delle nostre canzoni un mix di heavy metal, death metal, thrash metal, black metal, progressive metal, ogni persona può tirare fuori ciò che preferisce dalla nostra musica, ma alla fine il messaggio dei Dimmu Borgir è sempre molto oscuro”.

SAPPIAMO CHE A BREVE FARETE UN BREVE TOUR EUROPEO DI SUPPORTO AI KORN, QUALI SONO LE AFFINITA’ CHE VI ACCOMUNANO SECONDO VOI?
S.: “Conosciamo le loro hit che passano in radio o i loro video, inoltre so che Jonathan è un fan dei Dimmu Borgir e della scena black metal scandinava in generale. A livello stilistico siamo consapevoli delle differenze che ci separano tuttavia credo che gente con la mente aperta possa benissimo apprezzare anche il nostro sound, dunque per noi è un’opportunità importante per farci conoscere da un pubblico diverso”.

AVETE ASCOLTATO L’ULTIMO DISCO DI BURZUM? COSA NE PENSATE?
S.: “Penso sia andato oltre le aspettative e secondo me è un ottimo album”.
G.: “Anche a me è piaciuto molto e credo sia il miglior lavoro di Burzum da ‘Hvis Lyset Tar Oss’ e ‘Filosofem’”.

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