DIO – Il Signore della Luna

Pubblicato il 14/10/2004 da

Chi sostiene che i vecchi dinosauri non hanno più nulla da dire, dovrebbe tapparsi la bocca davanti ad una leggenda come Ronnie James Dio. Più di trent’anni di carriera, pagine di storia scritte con Rainbow, Black Sabbath e da solista, ed una voce letteralmente unica! Il folletto dell’heavy metal torna on the road con “Master Of The Moon”, disco controverso che a pochi mesi dalla pubblicazione ha provocato reazioni diverse fra i fans. Il punto di forza coincide con un sound sulla scia dei precedenti “Magika” e “Killing The Dragon”, qui potenziato all’inverosimile grazie ad una devastante produzione mai utilizzata prima d’ora su un full lenght firmato Dio. Ronnie in persona si lascia andare in una lunga serie di riflessioni…

RONNIE, INIZIAMO QUESTA INTERVISTA PARLANDO DI “MASTER OF THE MOON”, IL NUOVO ALBUM CHE INIZIALMENTE DOVEVA ESSERE CONCEPITO COME LA SECONDA PARTE DI “MAGIKA”…

“Hai detto bene, inizialmente era stata proposta l’idea di scrivere ‘Magika’ parte due e parte tre, una sorta di trilogia-concept legata al disco, ma una volta iniziato a concretizzare i lavori ho capito che un’impresa del genere sarebbe stata troppo impegnativa e complicata, almeno per il momento. Ho scelto così di scrivere un tipico disco in cui i brani non seguono un unico filone. Dal punto di vista musicale, chi ha ascoltato ‘Master Of The Moon’ non avrà certo fatto fatica ad identificare certi brani, come “The Eyes” ad esempio, molto vicini al sound di Magika…il motivo è proprio perché inizialmente si pensava ad un concept.”

NONOSTANTE ALCUNE SOMIGLIANZE CON “MAGIKA”, E’ INNEGABILE CHE IL TUO NUOVO LAVORO SIA MOLTO PIU’ ROCCIOSO E DIRETTO!
“Sì, è vero, io considero ‘Master Of The Moon’ molto vicino come sound ai miei due ultimi album, ma per potenza e rabbia lo paragono spesso a ‘Dehumanizer’ dei Black Sabbath. Su questo disco i fans troveranno una delle produzioni più devastanti che i Dio abbiano mai avuto, inoltre i pezzi sono molto aggressivi e quadrati, una potenza senza pari. La composizione è avvenuta nel modo più naturale possibile, io e Craig Goldie ci siamo trovati in perfetta sintonia mentre eravamo in studio a confrontare le nostre idee; alcuni possono lamentare il fatto che manca una ballad come ‘Don’t Talk To Strangers’ o di un hit tirato come ‘We Rock’, ma durante il song-writing sentivamo che canzoni come queste non sarebbero nate spontaneamente. Non voglio riciclarmi per vendere qualche copia in più, ormai suono da tanti anni e posso concedermi il lusso di non dover rendere conto a nessuno di ciò che faccio nel mio lavoro, posso invece pubblicare i brani che compongo nella maniera più naturale possibile.”

COME MAI IL TUO STORICO BASSISTA JIMMY BAIN HA LASCIATO LA BAND?
“Sinceramente non so rispondere a questa tua domanda, la cosa migliore sarebbe rivolgerla a Jimmy stesso, pensa che neppure io so perché ha lasciato la band. Ogni cosa andava per il verso giusto, ma al momento di entrare in studio per scrivere le canzoni del nuovo album, Jimmy non era più interessato a dare il suo contributo. Io non ho potuto far altro che prenderlo da parte e chiedergli quali fossero le sue intenzioni, tanto per mettere tutto nero su bianco. Come puoi immaginare, Jimmy ha scelto di lasciare la band, sui media ho letto vari punti di vista, ma lui personalmente non mi ha mai fornito una valida ragione del suo abbandono. Dopo la sua dipartita ho dovuto cercare un sostituto, e l’ho trovato in Jeff Pilson, l’ex bassista dei Dokken. Quella con Jeff è stata una collaborazione limitata alle registrazioni di ‘Master Of The Moon’, molto onestamente lui ha subito messo in chiaro che non avrebbe potuto seguirci in tour, primo per i suoi impegni solisti e di produttore, secondo perché era appena divenuto padre. Faccio senza elogiarlo perché la sua fama lo precede, Jeff è un grandissimo bassista che insieme ai Dokken ha scritto una parte di storia dell’hard rock, il suo modo di suonare è molto personale e d’impatto, io sono molto soddisfatto della sua prova su disco. Finiti i lavori in studio, abbiamo reclutato un’altra figura storica del rock, Rudy Sarzo, e dal vivo non avremmo potuto chiedere di meglio. I concerti che abbiamo fatto insieme sono andati benissimo, ricordo in particolare quello di Wacken in cui abbiamo suonato di fronte a oltre quarantamila persone!”

IN QUEL DI WACKEN HAI INOLTRE RICEVUTO UN AWARD ALLA CARRIERA DA JOEY DEMAIO DEI MANOWAR…
“Oddio, non farmi pensare a quel momento eh eh! Non fraintendermi, sono stato molto felice e orgoglioso di ricevere il riconoscimento alla carriera, ma non ti nascondo che questo tipo di iniziative mi mette abbastanza in imbarazzo. Io sono uno a cui piace stare sul palco e cantare, così dimostro ai fans ciò che so fare. Non sono fatto per le premiazioni…”

SEMPRE A PROPOSITODI GRANDI CONCERTI, RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO LA VERSIONE DVD DEL PRESTIGIOSO LIVE TRATTO DAL TOUR DI “SACRED HEART”. ME NE VUOI PARLARE?
“Certamente! Da molto tempo i fans chiedevano la versione i dvd di quel live, un concerto fantastico tenutosi in un periodo in cui l’hard rock e l’heavy metal dominavano le classifiche. In un certo senso la scenografia di quel tour è divenuta leggenda, il dragone sputafuoco tuttora viene ricordato con grande nostalgia. Non sono però un nostalgico, gli anni ottanta sono ormai passati da un pezzo e non c’è motivo di vivere nel rimpianto, la mia carriera continua ad andare bene, riesco tranquillamente a pubblicare dischi con una certa regolarità ed ai miei concerti ritrovo sempre tanti fans. Per me questo è tutto ciò che conta.”

VISTO CHE CITAVI IL DRAGONE, TOGLIMI UNA CURIOSITA’: ALLA FINE DI UN TOUR CHE FINE FANNO LE TUE FANTASTICHE SCENOGRAFIE?
“Sai, parte di queste finisce o venduta oppure eliminata, ma diversi componenti li tengo per me nella mia casa! Il famoso drago di ‘Sacred Heart’ è a casa mia, così come altri ‘oggetti’ dei vari tour fatti in tutti questi anni. Alla fine queste scenografie mi hanno accompagnato on the road per tanto tempo, sarebbe triste vederle finire nel dimenticatoio, quindi ciò che riesco a tenere finisce in casa mia eh eh (ride di gusto, nda).”

RONNIE, QUANDO VERRAI IN TOUR?
“Molto probabilmente dovremo venire il prossimo anno, faremo certamente una serie di date e parteciperemo ad alcuni festival, non c’è ancora nulla di certo ma non escluderei a priori l’eventualità di suonare proprio al vostro Gods Of Metal. Staremo a vedere, ci sono ancora diverse cose da pianificare…”

SUONI DA OLTRE TRENT’ANNI ED HAI ANCORA LA VOCE E L’ENERGIA DI UN RAGAZZO…DOVE TI VEDI FRA DIECI ANNI?
“Mi piacerebbe davvero darti una risposta, ma purtroppo non riesco a leggere il futuro eh eh! A me piace immaginarmi su un palco a cantare di fronte ai fans, al momento non ho nessuna intenzione di fermarmi, mi piace ancora moltissimo scrivere canzoni e cantarle ai ragazzi che da anni mi dimostrano tutto il loro calore! Finchè mi divertirò e la mia voce mi sosterrà continuerò a vivere questo lungo sogno…”

QUAL E’ IL SEGRETO CHE TI PERMETTE DI PROTEGGERE LA TUA VOCE DAGLI EFFETTI DEL TEMPO?
“Non nego che avere una buona voce sia in parte un dono di natura, ma se avessi sfruttato solo questa ‘fortuna’, oggi non so se sarei ancora qui. Negli anni ho sentito spesso e volentieri dischi di giovani bands esordienti in cui apparivano cantanti molto dotati che però si limitavano a urlare dall’inizio alla fine e a far gara fra chi raggiungeva tonalità più alte. Il risultato? Questi giovani si sono ‘fumati’ le corde vocali in pochi anni e non sono più riusciti a sfruttare al meglio la loro voce. Personalmente ho studiato e imparato diverse tecniche di canto e una serie di utilissimi ‘trucchetti’ che mi hanno permesso di modellare la voce a mio piacimento e di conservarla nel tempo…poi, siamo sinceri, un buon cantante non si limita a lanciare acuti altissimi, deve interpretare le canzoni, trasmettere emozioni a chi ascolta e coinvolgere con la propria voce. Mi piace pensare ai cantanti come ad una sorta di ‘attori’, non a fredde macchine che giocano tutti gli assi nella manica in un paio d’anni per poi scomparire.”

RONNIE, L’ANNO SCORSO SU INTERNET E’ GIRATA LA NOTIZIA DI UN TUO “AVVICINAMENTO” A RITCHIE BLACKMORE PER LA TANTO AGOGNATA REUNION DEI RAINBOW, POI NON SE NE E’ FATTO NULLA.
“Esattamente, non è la prima volta che andiamo molto vicini alla reunion, ma alla fine salta tutto! Ai tempi io ero entusiasta di un evento del genere, secondo me era il momento giusto per riunirci, il problema è proprio Ritchie, che non sembra più interessato a suonare rock. Ora è totalmente presto a suonare musica celtico/medievale con i Blackmore’s Night e sembra che nulla e nessuno riescano a smuoverlo. Peccato, credo che i fans avrebbero molto apprezzato la possibilità di vedere la line-up storica dei Rainbow. Oggi però ho messo definitivamente una pietra sopra a questa faccenda, se anche venisse a chiedermelo Ritchie in persona sarei io a rifiutare questa volta. Sono troppo preso dalla mia carriera solista, le soddisfazioni non mi mancano e ho deciso di dedicare anima e corpo ai miei progetti solisti.”

SAI CHE ALCUNE VOCI DICONO CHE RITCHIE TORNEREBBE ANCHE A SUONARE ROCK, MA SEMBRA CHE SIA PROPRIO LA SUA CONSORTE E CANTANTE CANDICE NIGHT A FRENARLO?
“Sinceramente non saprei cosa dirti, potrebbe essere anche così, ma personalmente non ci credo. Ho sentito anch’io voci del genere, ma credo che Ritchie sia ormai maggiorenne e vaccinato da qualche anno, se volesse davvero tornare a suonare rock nulla potrebbe fermarlo. D’altro canto se è soddisfatto della sua attuale carriera, ha tutto il mio rispetto, in fondo anche lui non ha più nulla da dimostrare a nessuno, credo che il suo genio sia ormai un dato di fatto!”

C’E’ QUALCHE PERSONAGGIO DEL MUSIC BUSINESS CON CUI NON VORRESTI AVERE PIU’ NULLA A CHE FARE?
“Come ogni lavoro, anche nel mondo della musica si viene a contatto con tante brave persone ma anche con gente pronta a pugnalarti alle spalle. Oggi sono ancora qui, ho tanti fans che mi seguono e non ho né tempo né l’intenzione di guardarmi indietro e rimuginare su fatti accaduti tanti anni fa. Quel che dovevo dire l’ho detto a suo tempo, se c’è gente che mi odia non è un problema mio, mi limito ad andare avanti per la mia strada ignorando queste persone. Recentemente mi ha amareggiato una dichiarazione di Vivian Campbell dei Def Leppard (primo storico chitarrista dei Dio, nda) in cui venivo definito una persona attaccata solo ai soldi, oppure in passato ho avuto dei diverbi con i Black Sabbath e con Ozzy, ma ormai non siamo più dei ragazzini, l’importante è guardare sempre avanti e lasciarsi le cose brutte dietro le spalle.”

OK RONNIE, SIAMO ALLA FINE…
“Voglio ringraziarti per questa intervista, ma anche dire un grazie a tutti i fans che mi hanno permesso di vivere questo bellissimo sogno. Non vedo l’ora di suonare in Italia, ricordo sempre con piacere i miei concerti nel vostro Paese, i fans sono fra i più ‘caldi’ in assoluto, inoltre non dimentichiamo che ho origini italiane!”

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