Nel panorama underground italiano sono sempre più le band che si cimentano in territori estremi con successo,ed ennesima conferma di una qualità sempre crescente tra le nuove proposte,sono proprio i pugliesi Disguise.Autori di un symphonic black metal con molti richiami al mondo sulfureo dell’occult metal made in Italy(Paul Chain,The Black,Mortuary Drape),i Disguise ci raccontano la loro filosofia musicale ed il loro rapporto con l’occultismo,tra LaVey, Feuerbach e Nietzsche…
I Disguise nascono nell’estate del 1998 a Barletta (BA), ma trovano il giusto assetto e cominciano a dedicarsi alla composizione di brani propri solo con l’arrivo del nuovo batterista AIWASS nell’estate del ’99. La registrazione di due brani nel Gennaio 2000 consente al gruppo di partecipare a diversi festival metal supportando gruppi italiani di maggior importanza come HORRID, NATRON, NOVEMBRE, SADIST, UNDERTAKERS. Si sono susseguite così serate che hanno portato i DISGUISE ad esibirsi anche oltre i confini Pugliesi, in locali come l’Alkatraz di Roma ed il Kreis di Pescara. Nel Febbraio 2001 i DISGUISE realizzano il loro primo MCD: “IMPETUS MALI/MORS FIDEI”; attualmente il gruppo è alla ricerca di un contratto discografico ed è impegnato nella programmazione di nuove serate live e nella promozione del MCD.
Le vostre principali influenze musicali?
Alla base del sound dei Disguise c’è l’ascolto di band che hanno dato origine e fanno parte della scena Black della seconda metà degli anni ‘90. Album come “Enthrone Darkness Triumphant” o “Dusk and Her Embrace” hanno influenzato notevolmente le nostre produzioni e le nostre sonorità. Ciò non esclude comunque l’importanza che anche gruppi “iniziatori” del genere hanno avuto sulla nostra evoluzione musicale; “De Misteriis Dom Sathanas” è uno dei migliori episodi di musica estrema e gruppi come Darktrhone, Satiricon e Immortal sono indispensabili per le sorti della scena mondiale. E’ presente inoltre, come tu stesso hai potuto riscontrare, un richiamo alle più tipiche sonorità black italiane, dovute anche al grande interesse che suscita in noi la scena nazionale. Oltre ai mostri sacri come Mortuary Drape, Opera IX e Necrodeath, assumono valore internazionale gruppi come Aborym, Maldoror ed Ephel Duat.
I brani del demo “IMPETUS MALI/MORS FIDEI” sono decisamente keyboard-oriented. Si tratta di una scelta artistica? Se si non credete che in questo modo possa venir meno l’approccio brutale del black metal della scorsa decade?
Le tastiere sono una componente molto importante del nostro sound, poiché servono a creare un’atmosfera più cupa ed evocativa. Potrebbe risultare che siano troppo in primo piano e a volte coprano un po’ gli altri strumenti, ma questa è un’imperfezione dovuta alla poca esperienza che abbiamo in fase di missaggio. Con l’utilizzo delle tastiere, certamente si perde in parte la rozzezza delle songs , ma l’aggressività e la potenza rimangono intatte.
L’esperimento delle vocals in italiano che compare in alcune parti di “IMPETUS MALI/MORS FIDEI” può considerarsi una caratteristica dei DISGUISE o un episodio a parte?
Le vocals in italiano sono state utilizzate per sottolineare alcuni passaggi particolari e per renderli ancor più evocativi. Non è stata una decisione presa a tavolino, ma un’intuizione avuta in fase compositiva e nata dal nostro desiderio di fondere insieme sonorità differenti ma sempre di grande effetto. Essendo questo il nostro primo lavoro, non so dirti se le vocals in italiano siano una nostra caratteristica o se avremo intenzione di riproporle in futuro; dipenderà dalle sensazioni che percepiremo durante le nostre prossime composizioni.
Quali sono le tematiche presenti nelle liriche?
I nostri testi esprimono principalmente una visione personale della morte, vista come fine di un lungo calvario ed inizio di una nuova era priva di ipocrisie o leggi morali che limitino la libertà dell’uomo. La vita è considerata come espiazione, espiazione delle colpe degli esseri umani che si sono donati a qualcuno che non darà nulla loro in cambio, se non menzogna e falsità. Mostrata in tutto il suo orrore, la morte è sinonimo di rinascita in un luogo dove il proprio istinto e la propria volontà sono le uniche leggi da seguire. Anche durante la vita, comunque, ci sono momenti in cui l’apparente normalità rischia di trasformarsi in pura follia, e l’unico limite che divide ciò che è concesso da ciò che è proibito è la paura. La paura viene sì condannata, poiché limita il volere dell’uomo e non gli permette di agire secondo la propria volontà, ma inconsciamente viene anche vista come ultima speranza per non cadere nel baratro della pazzia che scaturisce dall’inutilità della quotidianità. La morte può comunque essere intesa anche come morte simbolica delle certezze e delle leggi morali, con la relativa necessità di crearne di nuove.
Esiste la possibilità di creare una scena black metal italiana competitiva come quella che fu in Norvegia ?
Quello che si è verificato in Norvegia nei primi anni ’90 ha davvero dell’incredibile. Furono raggiunte sonorità del tutto nuove e molto più estreme rispetto a quelle fino ad allora prodotte. Ma il fenomeno non fu solo musicale. Il “nero verbo” trovò la sua massima diffusione in questo nuovo tipo di sonorità ed assunse un importanza paritaria a quella musicale nello scenario collettivo. E’ difficile capire se sia stato il Black metal a diffondere il satanismo o il satanismo a diffondere il Black metal, tanto i due fattori erano entrati in simbiosi. Oggi si compie l’errore di affidare le sorti della propria proposta musicale solo sull’ostentazione di appartenenza a questo o a quell’altro nero credo, tralasciando magari la cosa principale: la capacità tecnica e la qualità del gruppo. Imitare una scena come quella Norvegese, dove chi parlava sapeva realmente quello che diceva e dove il tasso tecnico dei musicisti era di ottima qualità, penso sia molto difficile.
L’occultismo è una componente marginale o fondamentale nella vita dei DISGUISE,oltre che nell’opera artistica?
Certamente l’occultismo assume una posizione di rilievo nella composizione della musica e delle liriche dei DISGUISE, nella misura in cui serve per estraniarsi da quella morte dell’uomo che è la quotidianità ed entrare a far parte di una sfera sensoriale fondamentale per la stesura di un pezzo.
Quanto è importante invece la componente filosofica e spirituale nella musica dei Disguise?
Filosofie che pongono l’uomo al centro del loro studio e che lo liberano da impedimenti morali, come possono esserlo quella di Feuerbach o di Nietzsche costituiscono il fondamento del modo di pensare dei DISGUISE. Queste filosofie interessano più che altro la nostra concezione della vita e dell’esistenza e visto che la musica rispecchia il modo di pensare di chi la compone, influenzano indirettamente anche la nostra produzione musicale.
Sul libretto del cd ci sono 2 citazioni di due grandi uomini come LaVey e Nietzsche … quanto ha influenzato il vostro modo di essere la lettura delle opere (differenti e spesso in antitesi) di 2 personalità così uniche ed irripetibili?
Certamente teorie come il super-omismo e l’eterno ritorno dell’uguale sono state fondamentali nella nostra formazione culturale. La morte di Dio e la necessità di creare nuovi valori rispecchia più o meno il messaggio che scaturisce dai nostri testi, e la certezza che tutto ciò che accade sia destinato a tornare, ci spinge a dare il massimo in ogni momento, poiché solo chi non ha rimpianti può desiderare il ritorno del passato. È necessario essere dei di se stessi, per essere totalmente liberi ed agire in piena coscienza di sé. Di conseguenza, anche la filosofia di LaVey con l’autoglorificazione e l’idolatria della personalità assume grande importanza nella nostra visione dell’esistenza.
Tornando a parlare di musica,ed in particolar modo della vostra musica:progetti per l’immediato futuro?
Dopo la realizzazione del MCD, ci stiamo dedicando alla distribuzione del nostro lavoro, cercando di farlo girare a più giornali e fanzine possibili e proponendolo anche a case discografiche italiane ed estere. Fino ad ora abbiamo ricevuto un buon feedback con l’acquisto da parte di alcune case di distribuzione di copie del MCD e con proposte più o meno delineate da parte di alcune etichette. Nell’immediato futuro c’è certamente la necessità di supportare il MCD con esibizioni live ma allo stesso tempo il desiderio di riunire le nuove idee per la composizione di nuovi pezzi.