Fred Estby è un personaggio che ha fatto la storia del death metal,così come i suoi compagni d’avventura Dismember. Eppure, seppurdisponibilissimo, quando parla pare quasi intimidito e risulta esserelontano anni luce da come appare. La band ha appena sfornato l’ennesimogrande album e, approfittando della calata italica di Fred e del singerMatti Karki, Metalitalia.com ne ha approfittato per scambiare quattrochiacchiere con il drummer. Tra commenti entusiastici su “The God ThatNever Was” e dichiarazione di fedeltà al death metal il buon Fred buttaanche una frecciatina a qalche band storica. Ecco com’è andata.
“THE GOD THAT NEVER WAS” STA ARRIVANDO: QUAL E’ IL VOSTRO STATO D’ANIMO ATTUALE?
“Lo stato d’animo è ottimo: l’album è pronto, siamo soddisfatti delle canzoni, l’artwork è davvero ok. Ora stiamo pianificando le varie attività promozionali, come questa tre giorni in Italia. Stiamo anche prendendo i vari accordi con i promoter per poter suonare dal vivo, anche perchè non vediamo l’ora di proporre le nuove tracce, che nella dimensione live spaccano quanto le vecchie”.
PARLACI UN PO’ DEL NUOVO ALBUM
“Che dire? ‘The God That Never Was’ è un po’ più aggressivo del suo predecessore, ed è anche più studiato sotto l’aspetto tecnico. Sarà un album molto in-your-face. Per scendere nel dettaglio, il tuto è stato prodotto dal sottoscritto nei Sami Studio di Stoccolma ed il lavoro mi ha portato via quasi un mese, tra agosto e settembre. A livello personale, ma mi sento di dire anche a livello di gruppo, siamo molto soddisfatti del lavoro svolto: i suoni sono usciti puliti e crunchy allo stesso tempo, in modo da esaltare sia la complessità delle tracce, sia la potenza tipica del death metal. Inutile poi aggiungere che al momento riteniamo il lavoro il top della nostra discografia, al pari di ‘Death Metal'”.
QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL TITOLO?
“L’intero album, sia musicalmente che ovviamente a livello testuale, è una specie di manifesto che sta a significare che noi non crediamo in nessun tipo di Dio o di religione e riteniamo che non vi siano vere o false confessioni, che è uno dei motivi per il quale l’umanità lotta e si distrugge giorno dopo giorno. L’album in questo senso può essere considerato un concept: magari non nell’accezione che si utilizzerebbe per descrivere un album di King Diamond, ma pur sempre un lavoro dove l’ideologia e le idee di base sono ben chiare in ogni traccia. Io e Matti, quando ci siamo occupati dei i testi, abbiamo voluto che esprimessero appieno i nostri sentimenti antireligiosi”.
AVETE TROVATO UN NUOVO BASSISTA, TOBIAS CHRISTIANSSON: CI PUOI PARLARE DI LUI E ANCHE DEL MOTIVO PER IL QUALE JOHAN BERGEBACK HA LASCIATO LA BAND?
“Tobias è un gran figo di Stoccolma, anche se non sappiamo molto altro su di lui (ride, ndR). Seriamente, ha suonato in altre death metal band svedesi in precedenza, ma non ne conoscevamo nemmeno una. Per quanto riguarda Johan Bergeback, in precedenza con la band, ha dovuto mollare in quanto non aveva più tempo per fare tutto ciò che stava facendo: suona già la chitarra nei Necrophobic, ha appena cambiato casa e si è allontanato da noi ed ha anche un lavoro da portare avanti, quindi ha preferito lasciare. Ovviamente lo ringraziamo per l’apporto che ci ha dato e gli auguriamo di trovare serenità”.
SIETE UNA DELLE DEATH METAL BAND PIU’ LONGEVE SULLA SCENA: COS’E’ PER VOI IL DEATH?
“Per il sottoscritto è prima di tutto uno stile di vita e un manifesto di integrità. Considera poi che agli albori era un genere musicale nuovo e che garantiva una certa libertà compositiva che noi abbiamo contribuito a plasmare. Per me significa davvero molto essere parte del death metal. E’ un segno di perseveranza”.
HAI DETTO CHE INIZIALMENTE IL DEATH LASCIAVA LIBERI DI COMPORRE: OGGI NON E’ PIU’ COSI’?
“Non esattamente: quando noi abbiamo iniziato, il death era materia da plasmare completamente, musica di rottura che partiva dal basso, senza canoni predefiniti. Il genere, come ogni altro tipo di musica, è stato poi canonizzato da noi e da altre validissime band e si è dato quindi delle regole e dei confini. Fortunatamente, a differenza ad esempio del power, il death si è saputo evolvere ed ha allargato i propri orizzonti, cosa che lo rende particolarmente attuale anche al giorno díoggi”.
PERCHE’ AVETE LASCIATO LA KARMAGEDDON IN FAVORE DELLA REGAIN?
“Semplicemente perchè la Karmageddon non ha mai lavorato particolarmente bene per noi: innanzitutto avevamo il contratto solamente per un album, quasi un contratto a termine, e poi, quando ci è arrivata la proposta della Regain, l’abbiamo ritenuta migliore. Sul livello promozionale, per il nostro precedente album, la Karmageddon non aveva svolto un brutto lavoro, ma poi più niente, nessun contatto, pochissimo aiuto per organizzare le date. Forse si aspettavano che l’album vendesse meglio e non eravamo più una priorità per loro”.
SIETE SODDISFATTI DELLA NUOVA ETICHETTA?
“Assolutamente sì, per ora stanno facendo un ottimo lavoro promozionale. Vedremo cosa succederà quando “The God That Never Was” sarà nei negozi, ma per ora non abbiamo motivi di lamentele”.
COSA PENSATE DELLE RISTAMPE DEI VOSTRI ALBUM PRECEDENTI?
“Mi piacciono, sono fatte davvero bene. Io e David (Blomqvist, chitarrista, NdR) abbiamo supervisionato tutto e trovo che, al di là del valore degli album originali, il materiale extra sia piuttosto succoso e di grande interesse, sia per il collezionista sia per i nostri fan, ed anche per chi si vuole avvicinare alla band per la prima volta. Insomma, si ha la possibilità di ascoltare buona musica ad un prezzo tutto sommato contenuto”.
A PROPOSITO DI RISTAMPE E MATERIALE EXTRA: COME SONO ANDATE LE VENDITE DEL DVD?
“Ti dirò che sono andate piuttosto bene, anche se non abbiamo dati ufficiali alla mano. Noi abbiamo cercato anche con il DVD di offrire un buon prodotto e pensiamo di esserci riusciti”.
SIETE PRONTI PER ANDARE IN TOUR?
“Sì, il tour partirà il 14 febbraio e toccherà tutta l’Europa, Inghilterra compresa. Vi saranno anche una o due date in Italia se non sbaglio. Come ti dicevo all’inizio, non vediamo l’ora di suonare e di proporre live i pezzi dell’album. Vi garantiamo un risultato incredibilmente buono”.
QUALI SONO I TUOI ASCOLTI ATTUALI?
“Metal, è ovvio (ride ndR). Scherzi a parte, ti diranno tutti così, ma io ascolto un poí di tutto: oggi ad esempio ho ascoltato Neil Young. La buona musica mi piace tutta, salvo quella elettronica: quella proprio non la sopporto!”.
I DISMEMBER HANNO INFLUENZATO TANTISSIME GIOVANI BAND, INSIEME SOPRATTUTTO AGLI ENTOMBED, OLTRE CHE AI GRAVE E AGLI UNLEASHED: COSA PENSI DELLíEVOLUZIONE DELLA BAND DI L.G.PETROV?
“Parlando degli Entombed innanzitutto dico che li rispetto, quello è sicuro, ma io preferisco rimanere in una band dove si suona death metal: per fare dei paragoni chiari a tutti, direi che sarebbe meglio suonare negli immarcescibili Motorhead che con delle banderuole come i Metallica. Certo, i Metallica avranno un successo commerciale maggiore, ma per la mia, come posso dire, pace interiore, preferisco stare in una band che non tradisce le proprie radici”.
CI SONO NUOVE BAND CHE SEGUI CON INTERESSE?
“Ci sono molte band nuove che mi piacciono, ad esempio i tuoi connazionali Coram Lethe (di cui indossa anche la maglietta, ndR) oppure diverse band di old school death metal di Stoccolma. Vi sono diverse nuove realtà davvero interessanti se si ha la costanza e la passione di guardarsi intorno”.
HAI QUALCHE DESIDERIO PARTICOLARE PER IL FUTURO?
“Certo, senza desideri non si va avanti. Abbiamo in cantiere la creazione di un’etichetta personale per la band in modo da gestire meglio i nostri interessi e suonare il più possibile e dovunque. Questo è il mio primo desiderio e ho fondati motivi di credere che prima di fine anno lo realizzeremo”.
OK, ABBIAMO FINITO, GRAZIE MILLE PER LA DISPONIBILITA’
“Grazie a te e a Metalitalia.com per lo spazio concessoci, l’augurio è sempre lo stesso: speriamo di vedere molta gente ai nostri concerti italiani e ci auguriamo che il nuovo album piaccia al pubblico così come è piaciuto a noi”.