Ci è voluto del tempo, le voci si sono a lungo rincorse e smentite, ma adesso la reunion dei Dismember è finalmente realtà. Una reunion, quella della leggendaria death metal band svedese, fortemente voluta dal suo membro fondatore, il batterista Fred Estby. Dopo essersi allontanato dal panorama estremo per dedicarsi ad altro ed essersi addirittura trasferito in un altro continente, il musicista di Stoccolma dopo alcuni anni interlocutori ha deciso di tornare al primo amore e di richiamare a sè i suoi vecchi amici e compagni di avventura. I cinque – Matti Kärki (voce), David Blomqvist (chitarra), Robert Sennebäck (chitarra), Richard Cabeza (basso) e, appunto, Fred Estby (batteria) – sono ora impegnati nei preparativi per il loro attesissimo show di rientro, previsto per il 12 ottobre 2019 all’interno del nuovo Scandinavia Deathfest. A questo evento, a seguito di una enorme richiesta, è stato quindi aggiunto un concerto da headliner, in programma sempre a Stoccolma il giorno successivo. Una doppietta che Metalitalia.com cercherà assolutamente di seguire con una trasferta in terra scandinava. Nel frattempo, siamo felici di proporvi il resoconto di una breve chiacchierata telefonica con il leader della band, raggiunto per telefono in quel di New York.
LA PRIMA DOMANDA CHE MI VIENE DA FARTI E’: PERCHE’ ORA? QUALI PRESUPPOSTI SI SONO VENUTI A CREARE PER FARE IN MODO CHE UNA REUNION DEI DISMEMBER POTESSE AVERE LUOGO ADESSO?
– La reunion era nell’aria da qualche tempo, ma ci è voluto un po’ di impegno per convincere alcuni dei membri. Io e Richard adesso abitiamo negli USA ed è capitato di incontrarci e di parlare dei vecchi tempi. Entrambi eravamo pronti a riattivare il gruppo già un paio di anni fa, ma per vari motivi abbiamo dovuto attendere. Adesso invece siamo pronti e questo autunno la reunion sarà una realtà. In tutto questo tempo le offerte per tornare a suonare dal vivo non sono mancate: semplicemente mancava la volontà di tutti di rimettersi in gioco.
QUAL E’ IL PIANO PER I PROSSIMI MESI? LO SHOW ALLO SCANDINAVIA DEATHFEST – E IL BIS CHE FARETE IL GIORNO SUCCESSIVO, SEMPRE A STOCCOLMA – SONO MOLTO ATTESI. C’E’ ALTRO IN PROGRAMMA?
– I ragazzi del Maryland Deathfest sono gli organizzatori dei vari Netherlands e Scandinavia Deathfest. Per anni ci hanno chiesto di tornare a suonare e di prendere parte ad un loro evento. Ci è sembrato giusto ripartire con loro e fare da headliner alla prima edizione del festival scandinavo, che si terrà appunto ad ottobre a Stoccolma. Per adesso non abbiamo ufficialmente confermato altri eventi, ma probabilmente potrete vederci in qualche altro festival nel 2020. Al momento non sono in grado di fare annunci e fornire dettagli, ma qualche altro concerto avrà sicuramente luogo.
TOUR? UN NUOVO ALBUM?
– No, per adesso tour veri e propri e un nuovo album non rientrano nei nostri programmi. Per ora vogliamo che gli show della reunion siano qualcosa di speciale. Dovranno avere luogo in condizioni ottimali ed essere degli eventi a tutto tondo. Non abbiamo voglia di andare in tour come una volta. Ognuno di noi ha espresso le sue idee e le proprie condizioni prima di approvare la reunion: siamo stati molto chiari tra di noi ed è nostra intenzione fare in modo che suonare insieme resti un piacere; non deve diventare uno stress, come già accaduto in passato. Alcuni di noi non vogliono salire su un tourbus, altri non vogliono rilasciare interviste, ecc. Abbiamo preso nota di tutto e ci comporteremo di conseguenza. Per quanto riguarda nuova musica, al momento la priorità è prepararsi a dovere per lo Scandinavia Deathfest. Non abbiamo assolutamente valutato la stesura di nuove canzoni. E’ troppo presto.
COME PROCEDONO I PREPARATIVI? VI SIETE GIA’ TROVATI PER SUONARE INSIEME?
– No, in verità non ci siamo ancora ritrovati. A dirla tutta, non vedo Matti di persona da anni. Sinora abbiamo comunicato solo per telefono e via mail. A breve ci organizzeremo per fissare le prime prove. Io e Richard, come ti dicevo, viviamo oltreoceano, quindi a livello logistico vi è qualche complicazione, ma c’è tutta la volontà per far sì che la reunion decolli presto.
COSA POSSIAMO ASPETTARCI DAI CONCERTI DEL 12 E 13 OTTOBRE?
– Suoneremo due concerti prettamente old-school. La formazione è quella originale, quella dei primi album, quindi abbiamo deciso di non proporre nulla del repertorio recente. Per ‘recente’ intendo tutto quello pubblicato dopo “Death Metal”. Suoneremo in pratica solo brani estratti dai primi quattro album.
FACCIAMO ADESSO UN PASSO INDIETRO: TU LASCIASTI LA BAND ALCUNI ANNI PRIMA CHE SI SCIOGLIESSE. NON PRENDESTI DUNQUE PARTE ALLA PROMOZIONE DELL’ULTIMO, OMONIMO, ALBUM. CHE COSA TI HA SPINTO A RIESUMARE IL GRUPPO? COME TI E’ TORNATA LA VOGLIA DI SUONARE DEATH METAL?
– Dopo essere uscito dai Dismember ho cercato di concentrarmi sulla mia vita privata e di suonare qualcosa di diverso, per dare sfogo alla mia passione per altri generi musicali. I vari progetti che mi hanno visto coinvolto hanno però avuto vita breve. L’entusiasmo iniziale è scemato abbastanza in fretta. Poi, andando in giro, mi sono spesso imbattuto in persone che mi chiedevano dei Dismember. Alla lunga ho capito che la mia carriera di musicista era indissolubilmente legata a questa band. Mi è tornata la voglia di suonare quella musica e di farlo con i miei amici. Poi si è soltanto trattato di aspettare il momento giusto per farlo.
PERCHE’ LASCIASTI I DISMEMBER DOPO “THE GOD THAT NEVER WAS”?
– In quel periodo il gruppo stava vivendo un periodo piuttosto strano. Piovevano offerte per andare in tour, eppure non riuscivamo a fare diventare la band un’occupazione a tempo pieno. Capitava di tornare da delle date dal vivo senza un vero guadagno. Io ho famiglia e ho iniziato a farmi delle domande. Dopo qualche tempo siamo arrivati ad un punto in cui io non ero molto più entusiasta di andare in tour a certe condizioni, mentre gli altri della band spingevano per essere attivi come al solito. Siamo quindi giunti alla conclusione che sarebbe stato meglio per tutti se io mi fossi fatto da parte, cosa che è poi divenuta realtà una volta trovato un sostituto per la batteria. Lo split è avvenuto in toni pacati, non ci sono stati grandi drammi: semplicemente io e gli altri avevamo esigenze e priorità diverse.
COSA PENSI DI “DISMEMBER”? LO TROVI UN BUON ALBUM?
– Lo trovo un ottimo album. In verità ho anche partecipato alla sua stesura: ero ancora nella band quando abbiamo iniziato a lavorare ai demo. E devo dire che Thomas Daun ha fatto un grandissimo lavoro alla batteria sul disco.
E COSA PENSI INVECE DI TUTTE QUELLE OLD-SCHOOL DEATH METAL BAND SPUNTATE NEGLI ULTIMI ANNI? SI E’ VENUTA A CREARE UNA VASTISSIMA SCENA DI GRUPPI CHE DEVONO MOLTISSIMO AL SOUND CHE VOI, GLI ENTOMBED E LE ALTRE VECCHIE GLORIE DI STOCCOLMA AVETE INVENTATO ORMAI TRE DECENNI FA…
– Mi fa molto piacere assistere a questa sorta di revival. Cerco di tenermi aggiornato e ascolto volentieri gruppi come Bastard Priest o Gatecreeper. Questo tipo di sound sa ancora essere attuale, se maneggiato bene.
NON POSSO POI FARE A MENO DI CHIEDERTI UN PARERE SU QUANTO AVVENUTO IN CASA ENTOMBED NEGLI ULTIMI ANNI. COSA PENSI DELLA LORO FAIDA INTERNA E DELLA NASCITA DEGLI ENTOMBED A.D.?
– Ovviamente mi dispiace molto. Conosco i ragazzi da più di trent’anni ed è un po’ triste che le cose abbiano preso questa piega. Purtroppo sembra che nessuna delle due parti abbia intenzione di muoversi dalle proprie posizioni, quindi al momento non possiamo fare altro che attendere e nel frattempo goderci quanto entrambi i gruppi sapranno produrre.
ACCENNAVI AL FATTO CHE ADESSO RISIEDI NEGLI STATI UNITI. COME VANNO LE COSE DA QUELLE PARTI?
– Sì, mia moglie è statunitense e abito a New York da qualche anno. Lavoro come fonico e ingegnere del suono, ho una vita abbastanza piena. In passato ho anche fatto da fonico e da tour manager per varie band europee in tour negli USA, ma ultimamente ho scelto di trascorrere più tempo a casa. Le cose vanno bene, sono molto soddisfatto della mia nuova vita qui. In futuro però le mie visite in terra europea si faranno regolari, visto che ovviamente la reunion del gruppo richiederà la mia presenza.
SE TI GUARDI INDIETRO, RIMPIANGI QUALCOSA? COME VALUTI LA TUA CARRIERA?
– Non rimpiango niente, credo che la mia carriera sia stata coerente e soddisfacente. Ho tanti ottimi ricordi. I momenti spiacevoli li conto sulle dita di una mano.
QUAL E’ IL TUO ALBUM PREFERITO DEI DISMEMBER?
– Il primo album è sempre speciale. “Like an Everflowing Stream” è considerato un classico e ne vado molto orgoglioso. In generale mi piacciono tutti i nostri album, anche quelli meno celebrati. “Hate Campaign” ha una produzione un po’ strana, ma contiene alcuni brani molto validi. “Where Ironcrosses Grow” è secondo me molto sottovalutato: ha retto benissimo la prova del tempo. Forse quello che mi piace di meno è “The God That Never Was”: lo abbiamo composto in fretta e avremmo dovuto curarlo meglio sotto vari aspetti.
ALCUNI DI QUESTI ALBUM SONO FUORI STAMPA: AVETE IN PROGRAMMA DI RENDERLI NUOVAMENTE DISPONIBILI?
– Sì, ti dò un’altra anticipazione: di recente la Nuclear Blast si è rimessa in contatto con me e ci ha offerto di ristampare tutti gli album. A breve inizieremo a lavorare a queste nuove edizioni. Alcuni dei dischi sono da tempo di difficile reperibilità e sarà bello averli nuovamente tutti disponibili, per giunta sotto la stessa etichetta. Alcuni album hanno sofferto di una promozione e di una distribuzione scadenti. “Where Ironcrosses Grow”, inoltre, è stato più volte ristampato dalla Hammerheart senza il nostro consenso e non abbiamo ricevuto alcun compenso per le vendite.
INTERESSANTE CHE TORNIATE SOTTO NUCLEAR BLAST: NON VI ERAVATE LASCIATI BENISSIMO DOPO “HATE CAMPAIGN”…
– Sì, ma adesso siamo cresciuti ed entrambe le parti hanno capito di avere commesso degli errori ai tempi. Noi abbiamo sempre rifiutato di metterci nei panni di un discografico, facendo sempre tutto a modo nostro anche quando magari sarebbe stato opportuno ascoltare dei consigli esterni, mentre loro hanno ammesso di avere sbagliato a trattarci come un gruppo di seconda fascia solo perchè suonavamo death metal in un momento in cui il genere non era troppo popolare. Adesso siamo sulla stessa lunghezza d’onda, sono genuinamente interessati a lavorare con noi e sono contento di concedere loro la licenza per ristampare i nostri dischi.