DISSENTER – L’Apocalisse secondo M£ody

Pubblicato il 14/08/2002 da

Abbiamo dovuto penare tanto, ma alla fine ce l’abbiamo fatta: M£ody, talentuoso batterista dei polacchi Dissenter, dopo qualche mese di silenzio è riuscito a rispondere, seppure telegraficamente e senza spreco di forse, alle domande sottopostegli dal sottoscritto riguardanti il nuovo album della sua band, lo splendido “Apocalypse Of The Damned”. Da poco rilasciato dall’olandese Cold Blood Industries, il secondo album dei Dissenter è una monolitica prova di ‘modernissimo’ death metal made in Poland, sulla scia di quanto prodotto dai connazionali Vader e Behemoth in questi ultimi anni.
CIAO M£ODY! PUOI RACCONTARCI QUALCOSA RIGUARDO LA GENESI DEL NUOVO ALBUM DEI DISSENTER?
“Hail! Il nostro nuovo album “Apocalypse Of The Damned” è stato composto in meno di quattro mesi, e si tratta di un nuovo masterpiece di brutal death metal; abbiamo registrato il tutto tra settembre ed ottobre dello scorso anno, negli Hertz Studio (Bialystok), con l’aiuto dei fratelli Wojtek e Slawek Wieslawski, due grandissimi professionisti che ci hanno davvero aiutato moltissimo per raggiungere il sound che avevamo sempre desiderato”.

QUALI PENSI SIANO LE MAGGIORI DIFFERENZE CON IL VECCHIO MATERIALE?
“Le principali differenze riguardano il discorso produzione; in passato non avevamo mai avuto dei budget soddisfacenti e, per questo, eravamo sempre stati costretti a lavorare in poco tempo e con pochi soldi per affittare lo studio. Stavolta, grazie ai fratelli Wieslawski, siamo riusciti ad ottenere un risultato insperato che, paragonato al nostro precedente album, “Bloodlust & Blasphemy”, fa veramente impressione”.

PUOI PARLARCI DEL PERCHÉ, DOPO DIVERSI ANNI PASSATI CON IL MONICKER BLOODLUST, AVETE DECISO DI CAMBIARE MONICKER IN DISSENTER?
“Il cambio di monicker è stato dovuto semplicemente ad una necessità di ricominciare da capo, e di dare una svolta definitiva al nostro passato underground. Come Bloodlust esistiamo infatti dal 1989 ma, a parte due demo-tape, “Holocaust” del 1991 e “Hideous” dell’anno successivo, non siamo mai riusciti a realizzare nient’altro; questo perché all’epoca era davvero difficile emergere per una band polacca e nonostante fino al ’95 abbiamo supportato dal vivo band come Grave, Unleashed, Death e Samael, nessuno sembrava interessarsi alla nostra proposta. Ci fu una pausa di riflessione durata più di un anno, e poi decidemmo di tornare, ma con un nuovo monicker, proprio per chiudere con un passato ostile e sperare in un migliore futuro”.

COSA PENSI SIA CAMBIATO NELLA SCENA ESTREMA DEL TUO PAESE IN QUESTI ULTIMI ANNO?
“La scena musicale in Polonia è in costante espansione; c’è davvero un buon feeling in questi tempi, e soprattutto non manca l’attitudine. Credo che ultimamente stiano emergendo molte nuove band interessanti, mentre molte grandi band dei tempi in cui iniziammo con il monicker Bloodlust sono purtroppo scomparse, a causa anche della mancanza di possibilità economiche e di luoghi dove poter registrare e promuovere la musica metal. Un tempo era davvero difficile in Polonia riuscire a registrare un prodotto professionale; ormai invece, grazie anche al successo di alcune formazioni come Vader e Behemoth, ci sono molte più label che guardano con interesse alle band del nostro paese…”.

IN COSA CREDI DI POTER RICONOSCERE LE MAGGIORI INFLUENZE MUSICALI DEI DISSENTER?
“Abbiamo molte influenze in comune, che affondano le radici principalmente nella musica metal estrema, ma al tempo stesso ciascuno di noi riesce ad aggiungere un tocco personale dovuto all’ascolto ed allo studio anche di altri generi; ad esempio Heter, il chitarrista, ama molti guitar-hero ed ascolta principalmente musica guitar-oriented”.

QUANTO PENSI SIA IMPORTANTE PER UN ARTISTA POSSEDERE UNA CERTA PERSONALITÀ CHE LO DIFFERENZI DAL RESTO?
“Molto importante, ma penso che quello che renda un artista unico nel suo genere sia essenzialmente relativo alla passione ed al sentimento che riesce a far trasparire dalla sua musica. Non basta imparare una certa figura ritmica sulla chitarra o un pattern sui tamburi, tanto per sembrare più originali: serve qualcosa in più, che non tutti possiedono, e che purtroppo molti troppo spesso dimenticano di tenere in considerazione”.

SE DOVESSI SCEGLIERE UN AGGETTIVO PER DESCRIVERE LA MUSICA DEI DISSENTER?
Un aggettivo solo? Non saprei… Forse ‘brutale’, in quanto – nonostante ogni nostro singolo album mostri sempre una sostanziale evoluzione/progressione stilistica – siamo sempre rimasti fedeli alle nostre radici di band dedita ad un sound violento, aggressivo e brutale, per l’appunto. Sono curioso di sapere cosa dirà la gente quando ascolterà il nuovo materiale che stiamo componendo: i nuovi pezzi includeranno molte idee ‘strane’ e davvero innovative… Sentirete”.

PER FINIRE, QUALE OBIETTIVO VI SIETE POSTI DI RAGGIUNGERE CON LA MUSICA DEI DISSENTER?
“Onestamente nessuno… La nostra musica è sempre uscita direttamente dal cuore, e non abbiamo mai ricercato alcun obiettivo nella nostra attività. Vi ringrazio dell’intervista, vi prego di dare uno sguardo al nostro sito www.dissenter.prv.pl e mi auguro sul serio di poter venire a suonare presto nel vostro paese…”.

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