DISTRUZIONE – Senza rimpianti

Pubblicato il 01/09/2016 da

Capita di rado che la carriera di una band subisca una svolta a circa due decenni dalla pubblicazione dell’album di debutto, ma i Distruzione con il loro ultimo omonimo album (uscito per Jolly Roger Records lo scorso anno) soono riusciti a mettere sul tavolo un’opera decisamente completa e ambiziosa, che ad oggi probabilmente può essere vista come l’apice della loro discografia. Dall’uscita del disco – notevole concentrato di old school death metal condito come sempre da interessanti e riconoscibilissimi testi in lingua madre – i death metaller emiliani hanno intrapreso una forte attività live che presto li porterà anche sul palco del nostro Metalitalia.com Festival. A pochi giorni dall’evento, abbiamo deciso di tastare il polso e di ripercorrere in breve la carriera dei ragazzi di Parma, tuttora impegnati a promuovere l’ultima fatica discografica, ma, al tempo stesso, con la testa anche a nuove prove in studio.

Distruzione - band - 2016

SE VI DICO “DISTRUZIONE” CHE COSA RISPONDETE?
Devid Roncai: “Totale. Distruzione totale”.

DOPO UNA PAUSA DI ALCUNI ANNI TRA IL 2007 E IL 2001, I DISTRUZIONE SI SONO RIFORMATI E SEMBRA CHE IL GRUPPO DA ALLORA STIA VIVENDO UNA SECONDA GIOVINEZZA, ALMENO GIUDICANDO DALLA VOSTRA ATTIVITA’ LIVE E DAL VALORE DEL VOSTRO ULTIMO ALBUM IN STUDIO. CHE COSA VI ISPIRA E VI PORTA AD ANDARE AVANTI AD ORMAI VENTISEI ANNI DALLA VOSTRA FONDAZIONE?
Dimitri Corradini: “La voglia di suonare che abbiamo oggi è davvero quella di un tempo. Se non maggiore. Sicuramente il periodo della divisione è stata la condizione che ha stimolato la nostra sfida personale e ci ha guidato verso una nuova rabbia, idee e rinnovato entusiasmo”.

È APPUNTO TRASCORSO CIRCA UN ANNO DALLA PUBBLICAZIONE DEL VOSTRO ULTIMO ALBUM OMONIMO: VI SENTITE DI TRACCIARE UN BILANCIO? NE SIETE ANCORA SODDISFATTI? COME E’ STATO ACCOLTO DA PUBBLICO E CRITICA?
Massimiliano Falleri: “Siamo molto soddisfatti di ‘Distruzione’. Personalmente, il lavoro migliore della nostra discografia. Grazie all’ottima distribuzione il CD è ovunque e finalmente gira in modo massiccio all’estero. Le recensioni sia estere che italiane sono tutte molto positive. A distanza di un anno ‘Distruzione’ è ancora motivo di curiosità e interesse”.

CON IL PASSARE DEL TEMPO IL DEATH METAL DEI DISTRUZIONE SEMBRA DIVENTARE SEMPRE PIU’ PESANTE E VICINO AI CERTI CANONI OLD SCHOOL SVEDESI. VI SENTITE INFLUENZATI DA QUALCHE BAND IN PARTICOLARE, MAGARI OGGI PIU’ CHE IN PASSATO?
Massimiliano Falleri: “Sostanzialmente, le nostre influenze sono riconducibili al death metal delle origini – di band come Entombed, Death, Dismember, Pestilence, Gorefest, Carcass – miscelate con del buon vecchio thrash e qualche influenza hardcore che fin dall’inizio ci accompagna. L’intento di questa band è quello di proporre lavori sempre differenti, cercando di non scadere nella ripetitività o nell’emulazione. Cerchiamo di far dialogare e incastrare l’esperienza con la curiosità e il nuovo. Filtrando il tutto con soluzioni il più personali possibili. Solo il riuscire a mutare costantemente può portare alla realizzazione di qualcosa che suoni sempre fresco, sincero e… devastante”.

I TESTI DEI DISTRUZIONE SONO DA SEMPRE IN LINGUA MADRE. UNA SCELTA CHE HO SEMPRE APPREZZATO, IN QUANTO I TESTI IN UN INGLESE ZOPPICANTE SONO STATI PER ANNI UNO DEI PRINCIPALI DIFETTI DELLE PROPOSTE PROVENIENTI DAL NOSTRO PAESE, MA ANCHE E SOPRATTUTTO PERCHE’ IL VOSTRO APPROCCIO LIRICO DI RADO E’ APPARSO SCONTATO. PER QUALCHE MOTIVO MI HA SPESSO RICORDATO IL VECCHIO HARDCORE ITALIANO. INSOMMA, AVETE SEMPRE DATO L’IDEA DI PORRE MOLTA CURA IN QUESTO ASPETTO DEI DISTRUZIONE. VI ANDREBBE DI ENTRARE MAGGIORMENTE NEI DETTAGLI?
Dimitri Corradini: “Quello di credere nella forza dell’utilizzo della nostra lingua è sempre stato per noi motivo di sfida e orgoglio. L’origine di questa scelta risiede sicuramente dall’ascolto e l’amore per il  vecchio hardcore italiano. Infatti il nostro primo ‘Olocausto Cerebrale’ del ’92 è per molti considerato un disco hardcore a tutti gli effetti. Quello sui testi è un lungo lavoro complesso e importantissimo, come per la musica, siamo sempre alla ricerca di soluzioni differenti e rinnovate. In questo genere è facilissimo scadere in tematiche scontate se non patetiche. Un buon testo è aspetto fondamentale per lo stimolo a un approfondimento della tematica trattata. E se realizzato con diversi piani di lettura si ottiene uno sviluppo verticale verso la profondità del brano, opposto al solito orizzontale e più superficiale”.

RISPETTO A QUANDO AVETE INIZIATO LA SCENA METAL ITALIANA HA SICURAMENTE FATTO PASSI DA GIGANTE IN TERMINI DI PROFESSIONALITA’ DELLA PROPOSTA E DI PRESA SUL PUBBLICO IN CASA E ALL’ESTERO. VI TROVATE D’ACCORDO? COME DISTRUZIONE SENTITE MAGGIORE INTERESSE E FIDUCIA ATTORNO AL VOSTRO OPERATO?
Devid Roncai: “Sì, siamo d’accordo, sono stati fatti passi da gigante a livello di professionalità, proposte e opportunità. Probabilmente impensabili qualche anno fa. Come Distruzione, non ci aspettavamo di certo una risposta di questo tipo, calore e interesse gravitano attorno alla band come forse non era mai accaduto prima. Soprattutto, non ci aspettavamo il ricambio di un pubblico prevalentemente nuovo e giovanissimo. È per noi una stagione di raccolto”.

I NATRON E ALTRI VETERANI DELLA SCENA DEATH METAL ITALIANA CI HANNO PIU’ VOLTE PARLATO DELLE DIFFICOLTA’ DI ESIBIRSI E DI EMERGERE IN ITALIA SUONANDO QUESTA MUSICA NEI PRIMI ANNI NOVANTA. VOI CHE COSA RICORDI DEI PRIMI CONCERTI, DELLE PRIME REGISTRAZIONI E, IN GENERALE, DEI PRIMI PASSI? QUALI OSTACOLI ERAVATE SOLITI INCONTRARE CON PIÙ INSISTENZA?
Devid Roncai: “Sì, certamente anche noi abbiamo incontrato infinite difficoltà. Purtroppo nei primi Anni ’90 le proposte di band come noi erano ancora inusuali. L’aspetto del cantato in italiano ha sempre avuto conseguenze ambivalenti: c’era chi criticava e non concepiva, ridendo all’ascolto di un metal in italiano, e chi invece ci ammirava per il coraggio, esortandoci a continuare su quella strada. Pensa che le resistenze e le difficoltà maggiori le abbiamo avute proprio nella nostra città: dal ’93 al 2000 i Distruzione, con allora all’attivo tre full-length, non riuscirono a fare un solo live a Parma! Troppo rumorosi per i palati locali…”.

AVETE RIMPIANTI QUANDO PENSATE ALLA VOSTRA CARRIERA? PENSATE CHE AVRESTE MERITATO QUALCOSA IN PIU’? INOLTRE, VI È UNA BAND IN ITALIA, APPARTENENTE ALLA VOSTRA SCUOLA/PERIODO, CHE SECONDO VOI AVREBBE MERITATO PIÙ DI QUELLO CHE INVECE HA RACCOLTO?
Massimiliano Falleri: “È difficile riuscire a dare una risposta lucida a questa domanda. Paradossalmente non si ha mai la reale percezione di ciò che si è ricevuto per gli sforzi e il sudore messi nel proprio lavoro. Nulla è mai dovuto solo perché ci si mette in gioco. È davvero difficile riuscire ad emergere e vivere di questo lavoro. Specialmente in questo Paese. Impegno, passione, determinazione e perseveranza sono fondamentali per acquistare credibilità e ritagliarsi un posto in luce in un panorama sempre più sconfinato e affollato. Ma possono non bastare. Non abbiamo rimpianti perché consapevoli di aver composto la nostra musica sempre in maniera molto istintiva, senza seguire strade predefinite, cercando di esprimere ciò che sentivamo e senza volerci rinchiudere in cliché preconfezionati. Senza fare nomi particolari, posso dirti che la stragrande maggioranza delle band di allora non ha raccolto quello che probabilmente meritava. Purtroppo i tempi erano ancora acerbi”.

SONO QUATTRO I FULL-LENGTH PRODOTTI DAI DISTRUZIONE IN CARRIERA, TUTTI CON UN SUONO E UNO STILE ABBASTANZA PECULIARI. PROVIAMO DESCRIVERE CON QUALCHE COMMENTO OGNUNO DI ESSI.
Massimiliano Falleri:

Endogena: “Terremotante. Urlo disperato scaturito dalle profondità più cupe e remote. Rabbia e istinto incontenibili”.

Pianeta Dissolvenza: “Selvaggio. Lancinante. Viaggio senza possibilità di ritorno”.

Malicidium: “Monolitico. Inscalfibile. Blocco omogeneo lanciato a velocità inarrestabile”.

Distruzione: “Devastante. Essenziale. Brutalità che narra le tragedie dell’aspetto vivente”.

BEN UN DECENNIO HA SEPARATO “DISTRUZIONE” DAL PRECEDENTE “MALICIDIUM”. IMMAGINO CHE NON VOGLIATE NUOVAMENTE ATTENDERE TANTO A LUNGO PER CONFEZIONARE UN NUOVO ALBUM. I LAVORI SONO GIA’ INIZIATI?
Dimitri Corradini: “Esattamente. Siamo già al lavoro sul nuovo materiale e le bozze di alcuni brani sono pronte per essere definite. ‘Distruzione’ è solo il primo episodio di una trilogia che sviluppa la tematica dell’uomo della società contemporanea nei suoi differenti aspetti. A differenza del primo, scandito in prevalenza da narrazioni letterarie, questo secondo avrà un’impronta più filosofica e introspettiva”.

QUALI SONO GLI OBIETTIVI DEI DISTRUZIONE PER GLI ANNI A VENIRE? DOVE VI VEDETE DA QUI A TRE/CINQUE ANNI?
Devid Roncai: “Tre/cinque? Soltanto? Diciamo almeno altri 26! Saremo dove siamo ora, a fare ciò che più amiamo e ci diverte: suonare assieme. Come anticipato prima, il lavoro e le idee per il futuro non mancano… e anche qualche altra ristampa è tra le cose da fare”.

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