DOMINE – Evoluzione e coerenza

Pubblicato il 22/02/2007 da
 
 
I Domine sono oggi uno dei gruppi heavy metal italiani più affermati e questo grazie ad una perseveranza e ad un impegno che hanno loro permesso di migliorarsi di album in album. “Ancient Spirit Rising” è il quinto disco della band, il loro album più maturo e vario. Con esso i cinque toscani hanno voluto dare una parziale svolta alla loro carriera, concentrandosi su tematiche diverse rispetto al passato ed includendo in esso anche una maggior varietà di influenze, fermo restando che lo stile dei Domine è rimasto inconfondibilmente lo stesso. Il chitarrista e principale compositore Enrico Paoli ci ha descritto la nascita del nuovo disco, le sue differenze rispetto alle passate produzioni e ci ha anticipato le prossime mosse della band.
 

OK ENRICO, INIZIAMO COL PARLARE DEL NUOVO ALBUM “ANCIENT SPIRIT RISING”, VUOI PRESENTARCELO?
“’Ancient Spirit Rising’ è il nostro quinto lavoro e sembra che sia stato giudicato unanimemente come il disco più maturo che abbiamo fatto. E’ anche una sorta di punto di arrivo di un certo discorso musicale che avevamo iniziato con il primo album. Sicuramente è il disco che rispetto agli altri ha avuto la più lunga gestazione. Abbiamo cercato di proseguire con il nostro stile ma allo stesso tempo abbiamo introdotto degli elementi nuovi che rendessero il lavoro più vario. Si tratta sempre di un album heavy metal ma in esso puoi trovare anche influenze hard rock, progressive o di musica classica”.

CREDO INFATTI CHE ABBIATE INCLUSO IN QUESTO LAVORO TUTTE LE VOSTRE CARATTERISTICHE, GUARDANDO COMUNQUE ALL’EVOLUZIONE DEL VOSTRO SOUND…
“Diciamo che in parte questo è avvenuto anche con le altre uscite perché noi riteniamo che l’evoluzione del sound debba essere una cosa non repentina ma graduale e soprattutto naturale. E’ ovvio quindi che, essendo questo il quinto album e avendo sempre cambiato qualcosina, risulti differente rispetto a quelli vecchi”.

HAI COMPOSTO TU TUTTI I PEZZI O SI E’ TRATTATO DI UN LAVORO DI SQUADRA?
“Vedi, è molto riduttivo dire che ho fatto tutto io, perché, sebbene io sia il principale compositore e ogni brano parta da idee mie, è anche vero che poi segue un enorme lavoro di gruppo. Tra l’altro abbiamo questa formazione ormai dal ’99 e siamo molto affiatati come gruppo. Ognuno di noi poi ha le sue influenze che sono state incluse soprattutto in quest’album”.

A LIVELLO DI LINEE VOCALI IMMAGINO CHE MORBY ABBIA MESSO ANCHE LA SUA ESPERIENZA E LE SUE CAPACITA’…
“Certamente, Morby ha alle spalle molti anni di esperienza ed ha sempre una gran voglia di fare e di mettere in musica anche influenze esterne al metal. All’inizio io butto giù delle linee vocali ma il suo successivo intervento resta comunque determinante”.

A LIVELLO DI TESTI MI SEMBRA DI CAPIRE CHE AVETE MOMENTANEAMENTE ACCANTONATO LE TEMATICHE FANTASY ED I RACCONTI DI MOORCOCK: DA COSA NASCE QUESTA DECISIONE?
“In realtà c’è anche sul nuovo album un brano dedicato a Moorcock e si tratta di ‘I Stand Alone (After The Fall)’. Comunque, dopo molti pezzi ispirati a dei racconti precisi, abbiamo voluto creare qualcosa di più personale. D’altronde dopo un po’ che fai tutti i brani con parole del tipo ‘sword’, ‘steel’ o ‘power’ ti rompi le palle! Con questo non voglio assolutamente rinnegare quanto fatto in passato, anche perché il filone fantasy mi piace moltissimo, ma dopo quattro album sentivamo l’esigenza di tirare fuori testi più personali pur sempre rimanendo in un ambito molto heavy. Chissà, magari in futuro ritorneremo ancora su ambientazioni fantasy”.

COME MAI ALLORA LA COPERTINA RAFFIGURA ANCORA UNA VOLTA ELRIC?
“Sì, Elric non lo si molla mai (ride, ndR)! Anche se l’atmosfera è un po’diversa, si tratta infatti di un Elric meno battagliero”.

NON CREDI CHE QUESTO POSSA SMINUIRE QUELLA CHE INVECE E’ LA VOSTRA EVOLUZIONE A LIVELLO DI TEMATICHE?
“Diciamo che questa è giusta come osservazione perché magari una copertina diversa dalle altre avrebbe ancor più sottolineato il cambiamento. Forse per quest’altra variazione i tempi non sono ancora maturi. Questo è un album influenzato dall’arte vittoriana e perciò avevo pensato di utilizzare un quadro di Waterhouse al quale, oltre che all’omonimo poema di Tennyson, è ispirata la canzone ‘The Lady Of Shalott’, ma alla fine ho optato per una copertina in linea con la nostra tradizione”.

HAI APPENA NOMINATO LA CANZONE “THE LADY OF SHALOTT”, VUOI DESCRIVERCI MEGLIO QUESTO PEZZO E LA STORIA SU CUI SI BASA?
“Guarda, ‘Lady Of Shalott’ è stato uno dei temi più cari agli artisti del periodo vittoriano e loro utilizzavano questo tema classico in chiave molto epica e romantica ed è anche quello che abbiamo cercato di fare noi. ‘Lady Of Shalott’ contiene anche dei chiari elementi di vita quotidiana ed è uno dei temi buoni per poter parlare di morte in modo romantico e non solo drammatico. Questo è stato uno dei punti di ispirazione di tutto l’album. E’ un brano che contiene influenze progressive, ricercatezza negli arrangiamenti e una grande attenzione alle melodie”.

SUL NUOVO DISCO C’È QUALCHE PEZZO CHE CONSIDERATE GIÀ UN CLASSICO DELLE ESIBIZIONI ON STAGE?
“Vedi, prima di poter dire questo bisogna verificare la risposta del pubblico ad ogni singolo brano. Ci sono pezzi come ‘Tempest Calling’ o ‘I Stand Alone (After The Fall)’ che sicuramente in sede live saranno devastanti perché sono molto tirati e di grande impatto. Noi abbiamo un pubblico che in parte apprezza anche i brani più lunghi, quindi spero che anche canzoni come ‘Lady Of Shalott’ o ‘Another Time, Another Space, Another Place’ vengano ben accettate. Dal vivo abbiamo già proposto ‘The Messenger’ e sembra che i ragazzi abbiano apprezzato”.

OK, A PROPOSITO DI CONCERTI, FARETE UN TOUR O PARTECIPERETE A QUACHE FESTIVAL ESTIVO?
“Per ora stiamo cercando di allestire un tour italiano che per ora sembrerebbe dover partire da metà aprile. Per ora abbiamo 4-5 date confermate e ci piacerebbe metterne insieme una decina. Per l’estate abbiamo qualcosa in ballo ma nulla di confermato”.

SONO PASSATI DIECI ANNI DAL VOSTRO DEBUTTO DISCOGRAFICO CON “CHAMPION ETERNAL”, E MOLTI CREDONO CHE QUESTA DATA IDENTIFICHI LA NASCITA DELLA BAND, INTENDETE FESTEGGIARE QUESTA RICORRENZA?
“Be’, è bello abbassarsi l’età! Di solito queste cose le fanno le donne (ride, ndR). Noi in realtà come Domine abbiamo prodotto il primo demo nell’86, però è anche vero che fino all’uscita di ‘Champion Eternal’ siamo rimasti nell’underground e non avevamo un’idea così professionale della musica, il nostro unico obiettivo era suonare e scrivere brani nostri. Considera anche che era un periodo difficile per l’heavy metal italiano, una situazione che non contribuiva certo ad aumentare l’entusiasmo di una band metal. Comunque un buon motivo per festeggiare lo si trova sempre (ride, ndR)!”.

HAI ACCENNATO ALLA SITUAZIONE DEL PANORAMA METAL NEGLI ANNI ’80, DICCI COME CONSIDERI TU LO STATO ATTUALE DELLA SCENA, SIA A LIVELLO INTERNAZIONALE CHE ITALIANO…
“Io sono una persona abbastanza ottimista ma devo confessarti che questo è un periodo un po’strano e vedo delle cose che non mi fanno molto piacere, e negli ultimi anni mi sembra che ci sia stato un restringimento della scena. Credo che ci sia stato un periodo di forte fermento tra fine degli anni ’90 e gli inizi del nuovo millennio, una fase di risveglio che ha coinvolto anche l’Italia. Si è verificato soprattutto un rinato interesse nell’heavy metal classico. Ultimamente però questo fermento sembra essersi ridimensionato e spero che sia solo frutto di normali fluttuazioni. Mi auguro che i ragazzi, soprattutto le nuove leve, ritornino a supportare le band soprattutto ai concerti. Il fenomeno del download selvaggio fa perdere l’interesse nel reale valore dei dischi. Questa è una situazione castrante per i nuovi gruppi che fanno sempre più fatica ad ottenere un contratto in quanto non sempre riescono a vendere il numero di copie necessarie almeno a coprire le spese. E’ un po’ come darsi la zappa sui piedi, perché chi si procura i dischi solo in questo modo sega le gambe ai nuovi talenti e in futuro sarà costretto ad accontentarsi dell’ennesima uscita dei gruppi famosi”.

OK, ENRICO, GRAZIE DEL TEMPO CHE CI HAI DEDICATO…
“Io ringrazio sempre tutti voi per lo spazio che ci dedicate e perché date la possibilità ai gruppi di presentare i nuovi lavori. Ringrazio anche tutti i ragazzi che seguono la band e spero tanto che apprezzino ‘Ancient Spirit Rising’ e che vengano ai nostri concerti a fare un po’ di casino!”.

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