Sono una delle bands italiane più longeve, portano alta la bandiera dell’epic metal di vecchio stampo, di chi stiamo parlando? MA ovviamente dei Domine che dopo due anni di riconoscimenti in Italia e all’estero e dopo grandi soddisfazioni ci presentano un’anteprima del loro terzo full lenght “Stormbringer Ruler”, disco che evolverà il consolidato stile della band, pur non tradendo i fans del trademark Domine. E’ stato veramente un piacere poter parlare con Enrico Paoli, che si è concesso in modo molto sereno e disponibile a quaranta minuti di interrogatorio, sui Domine, sulla scena metal italiana e non, e sulla sua concezione di musica.
COMINCIAMO FACENDO UN BILANCIO DI QUESTI DUE ANNI TRASCORSI DALL’USCITA DI “DRAGONLORD”
“Sono stati due anni molto intensi perché tutto è partito dall’uscita di ‘Dragonlord’, disco che ha avuto un discreto impatto sia sul mercato sia sulla critica .Molti giornali anche stranieri, come Rock Hard hanno messo la nostra fatica come una delle migliori dieci uscite del mese, e soprattutto ci sono state aperte molte porte e molte possibilità. Metal Blade ci ha pubblicato negli USA, siamo usciti anche in Brasile, Giappone e Taiwan quindi, come puoi ben capire, il nostro livello di professionalità è parecchio migliorato. Anche dal punto di vista live abbiamo avuto le nostre soddisfazioni: un tour con Agent Steel, Riot e Anvil, il Gods Of Metal nella serata degli Iron Maiden, il Power Mad insieme a Running Wild e Grave Digger (e chi se lo scorda quel concertone!! NdJR), alcune date in Grecia e per finire, proprio la scorsa settimana, abbiamo suonato al Motorock di Cremona con i Rage.”
PARLANDO DEL NUOVO “STORMBRINGER RULER” SEMBRA, ALMENO DALLA SONG “HORM OF FATE”, CHE SIANO STATE RIPRESE LE SONORITA’ CARE AL VOSTRO PRECEDENTE ALBUM…
“Sì, diciamo che l’album in generale sarà abbastanza vario, ma contemporaneamente rimarrà legato a quello che è il nostro stile. Da solamente i due brani che hai ascoltato non potrai farti un’idea ben precisa della varietà del disco e sicuramente ‘Horn Of Fate’ è uno dei brani più vicini al sound di ‘Dragonlord’, mentre “The Ride Of The Valkyries’ porta già elementi diversi. L’idea dietro ‘Stormbringer Ruler’ è stata quella di fare un’evoluzione naturale, quindi cercare tentativi stilistici e arrangiamenti un po’ diversi, pur rimanendo sempre nel nostro ambito. Fare la copia dei propri lavori credo che alla lunga ammazzi una band o quantomeno non aiuti a farsi nuovi fans. Non spaventarti, non troverai influenze rap o hardcore, non tradiremo mai i nostri ascoltatori, ma cercheremo di dare qualcosa di nuovo e di stimolante.”
“HORN OF FATE” FA PARTE DI UN MINI CONCEPT SULLA FIGURA DI ELRIC DI MELNIBONE’: COME MAI, SIN DAI PRIMI DEMO TAPE, PORTI CON TE QUESTA FIGURA?
“Guarda Elric per me è un virus, sono malato di lui! E’ una cosa che risale agli albori della band quindi parliamo all’incirca del 1986, in cui leggevo solamente i romanzi di Moorcock e questo periodo è durato ben due anni. Non so che dirti, non ci posso far niente: è un’influenza talmente forte a livello letterario che riesce a darmi tantissima ispirazione nel comporre canzoni, per cui Elric è diventato una sorta di ‘mascotte’, di simbolo riconoscitivo per i Domine. Alla fine, piuttosto che rimaneggiare certe influenze, spacciandole per mie, cosa che molti gruppi fanno molto palesemente, io preferisco fare questa sorta di omaggio ad un autore che mi sta davvero molto a cuore.”
RIMANENDO IN TEMA DI QUESTO MINI CONCEPT, VEDO CHE I QUATTRO BRANI CHE LO COMPONGONO NON SONO STATI INSERITI NEL DISCO IN ORDINE CRONOLOGICO…
“Ehehe pensa che la scorsa settimana, durante un’intervista con un giornalista fanatico di Elric, mi è stata data una possibile soluzione, in quanto mi ricordò che la visione del tempo di Moorcock è ciclica e non cronologica. Questa sarebbe stata davvero una bella idea per presentare i brani ehehe! In realtà durante la preparazione dell’album a livello di concept avevo tirato fuori quest’idea che inizialmente doveva finire solamente in un brano. Fatto sta che mi sono ritrovato con tantissimo materiale che ritenevo molto valido e ho così deciso di impostare questa sorta di mini concept, decidendo inizialmente di inserirlo tutto alla fine del disco. Durante le registrazioni ci siamo accorti che la seconda parte, ‘Horn Of Fate’ appunto, ci piaceva molto perché rappresenta al meglio quello che è lo stile del gruppo. Eravamo perplessi a doverlo lasciare in ultimo, in quanto secondo noi è una delle canzoni più d’impatto di tutto ‘Stormbringer Ruler’, così decidemmo di inserirlo per secondo, spezzando la cronologia del concept. Se qualcuno è interessato a seguirlo dal punto di vista dei testi abbiamo messo i sottotitoli, quindi non ci dovrebbero essere grosse difficoltà.”
NONOSTANTE IL DISCO SIA STATO REALIZZATO AI NEW SIN, IL SOUND CHE PROPONETE SI DISCOSTA MOLTO DALLE CLASSICHE PRODUZIONI POWER A CUI SIAMO ABITUATI…
“Sicuramente quello che hai ascoltato è il nostro sound caratteristico! A differenza di molti gruppi power noi siamo molto più ‘chitarristici’, è proprio una questione di scelta, per me l’heavy metal non deve essere una cosa suonata in modo ‘carino’, deve essere duro e con forti connotati. Inoltre le nostre ispirazioni di base sono molto anni ottanta, un periodo in cui la formazione classica erano due chitarre e spesso le tastiere venivano escluse, forse in maniera anche ingiusta causata da un’ottica troppo rigida del genere musicale. Le tastiere , parlando di atmosfere epiche e sinfoniche possono essere di gran lunga superiori alle chitarre, però noi suoniano heavy metal, ovvero ‘chitarroni in avanti’, ‘batteria pestata’ e voce predominante (gergo molto informale, ma decisamente chiaro! NdJR). Se poi ciò si distacca dalla media delle produzioni di uno studio, questo non è un nostro problema, noi andiamo avanti per la nostra strada.”
RISPETTO PERO’ AL SOUND DI ‘CHAMPION ETERNAL’, VOSTRO DISCO D’ESORDIO, E’ INNEGABILE CHE UNA STERZATINA VERSO SONORITA’ POWER CI SIA STATA.
“Sì, ed è stata una scelta artistica perché il primo album è stato registrato in maniera molto approssimativa, nel senso di una formazione non definitiva: ad esempio le poche parti di tastiera sono state suonate da ospiti, poi non dimentichiamo che ‘Champion Eternal’ è stato il frutto i tanti anni di lavoro, conteneva tutti brani composti da diverso tempo, alcuni addirittura risalivano ai demo tape.
‘Dratgonlord’ introduce arrangiamenti più vicini al power metal, ma ciò è stato fortemente voluto da noi, anzi, se avessimo avuto gli stessi mezzi anche per ‘Champion Eternal’, sicuramente questi elementi sarebbero venuti subito a galla. Vorrei aggiungere che noi siamo in giro da diverso tempo, da molto prima dell’ondata power e comunque i Domine sono un gruppo che si rifà principalmente alla vecchia scena metal americana e inglese, piuttosto che a quella tedesca e scandinava che tanto va di moda al giorno d’oggi.”
SO CHE PER I CORI DEL DISCO VI SIETE AVVALSI DEI DUE CANTANTI DEI BEHOLDER. COME E’ NATA QUESTA COLLABORAZIONE?
“Tutto è nato dall’idea di voler fare qualcosa che comprendesse parti di voci femminili, l’album infatti ha diversi momenti acustici e armonizzazioni celtiche poiché io e Morby siamo molto attratti da questo genere musicale. Oltre alla voce femminile volevamo usare i cori in maniera migliore rispetto a ‘Dragonlord’, per cui abbiamo cercato delle voci molto diverse da quella di Morby: lui infatti riesce da solo a coprire un certo range di tonalità. La scelta dei cantanti dei Beholder è stata quasi obbligata, perché Leanan adora il sound celtico e si adatta bene a quello che avevamo in mente, mentre Patrick ha una voce più profonda e diversissima rispetto a Morby. I Beholder sono anche compagni di scuderia, abbiamo già suonato insieme, sono dei ragazzi molto tranquilli e disponibili, per cui tutto è andato benissimo.”
E’ TROPPO PRESTO EPR PARLARE DI TOUR?
“Sì, anche perché l’album uscirà attorno a Ottobre, quindi un tour sarà ipotizzabile attorno ai primi mesi del 2002.”
RIMARRETE ANCORA LEGATI ALLA METAL BLADE?
“Metal Blade praticamente ha l’opzione anche di questo album per quanto riguarda gli USA. Dobbiamo ancora ricevere una conferma scritta, ma al 99,9% dovremmo proseguire il rapporto.”
ESSENDO IL ‘BOSS’ DELLA DRAGONHEART, MI PUOI DIRE QUALI SONO I VANTAGGI NEL LAVORARE PER LA PROPRIA ETICHETTA?
“Diciamo che anche se guadagni 1000 lire, quelle te le metti in tasca! Spesso il fare un disco per una grossa label è sì una grande chance per mettersi in mostra ma, se non si è di interesse prioritario, si viene sistematicamente scavalcati dai gruppi più importanti. Poi, avendo a che fare con un colosso del mercato, non è facile ottenere riscontri economici che sono basilari per l’attività di una band. Bene o male un gruppo deve avere un riscontro in danaro, altrimenti ci si ritrova a fare sempre le cose a livello amatoriale, non potendo fare un certo tipo di investimenti. Essendo su Dragonheart da una parte è meno vantaggioso perché l’etichetta è piccola ed è forte solo sul mercato italiano, dall’altro canto il gruppo è il best seller e tutti ci lavorano al massimo delle possibilità.”
ALCUNI MUSICISTI ACCASATI PRESSO ETICHETTE STRANIERE SOSTENGONO CHE IL GROSSO DEFICIT DELE LABELS NOSTRANE SIA IL NON INVESTIRE SUFFICIENTE CAPITALE NELLA PROMOZIONE DEI GRUPPI. SEI D’ACCORDO?
“Questo è uno dei rischi, perché la produzione di un album non è una cosa da poco, specie se la si vuol fare ad un certo livello. Sicuramente in ambito metal non ci sono etichette così grosse da fare investimenti a livello, per esempio, della Nuclear Blast. E’ anche vero che un gruppo deve scegliere l’etichetta giusta per sé. Non si deve firmare per un’etichetta italiana solo perché quelle estere gli hanno sbattuto la porta in faccia, deve essere conscio delle proprie possibilità e non stupirsi se, pur essendo magari sotto una grossa label, non si viene ‘pompati’ adeguatamente. Sta di fatto che in Italia non ci sono ancora etichette che possano competere con l’estero, non cerchiamo di vendere la pirite per oro!”
COME VEDI LO SCAMBIO DI MP3?
“Guarda, io ho una visione abbastanza positiva della cosa. Tutti sanno che i ragazzi non hanno abbastanza soldi per comprare tutti i cd che escono ogni mese, quindi scaricare brani dalla rete può aiutare! Sono favorevole anche alla masterizzazione, ma solo per uso personale, sai, alla fine tanto tempo fa c’era il tape trading, tante volte anch’io mi facevo la cassettina del gruppo che l’amico mi aveva fatto sentire. Invece mi stanno proprio sul cazzo i pirati che si scaricano il cd, ne fanno un centinaio di copie e lo vendono, questo non si fa! Lo spirito dei ragazzi amanti del metal è sempre stato fondato sullo scambio senza scopo di lucro, inoltre il passaparola è fondamentale per una band del nostro livello! Magari uno che ascolta la cassetta registrata di ‘Dragonlord’ la apprezza e si andrà a comprare ‘Stormbringer Ruler’!”
SEI SU UN’ISOLA DESERTA E PUOI PORTARE CON TE SOLO TRE DISCHI! QUALI PORTI?
“Argh solo tre??? E’ una scelta veramente difficile! Sicuramente ‘A Night At The Opera’ dei Queen, poi ‘Into Glory Ride’ dei Manowar e ‘Live And Dangerous’ dei Thin Lizzy (grande!!! DdJR).
E se mi permetti di imboscarmi clandestinamente un altro disco sceglierei ‘Leftoverture’ dei Kansas’.”
OK, ENRICO PURTROPPO IL NOSTRO TEMPO STA PER FINIRE! VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?
“Prima di tutto voglio ringraziarti per il tempo che mi hai concesso, è una cosa che fa sempre molto piacere ad un musicista, voreei inoltre salutare tutti i ragazzi che amano l’heavy metal e quelli che ci seguono da tanti anni. Spero che ascoltino ‘Stormbringer Ruler’ perché l’abbiamo fatto anche per loro, e ovviamente mi auguro che il disco piaccia.”
DOMINE – Intervista a Enrico Paoli
Pubblicato il 20/05/2001 da Andrea Raffaldini
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