DOWN – Nube purpurea

Pubblicato il 19/10/2012 da

Non sempre tutto va liscio come l’olio. Spesso gli artisti, provati da sessioni interminabili di interviste, risultano criptici e svogliati. A volte la barriera linguistica si erge altissima sugli interlocutori. A volte alcuni musicisti non sono semplicemente bravi con le parole quanto lo sono con la propria musica, e non hanno molto da raccontare. Niente di tutto questo descrive la nostra chiaccheirata con Pepper Keenan, carismatico chitarrista dei Down. E’ la maledetta tecnologia a rovinare la conversazione, spezzandola in molteplici richieste di replica e frustranti fraintendimenti, che vanno a sprecare il breve minutaggio a nostra disposizione. Una tecnologia che, nelle parole di Pepper, i Down vogliono spazzare via, inserendosi attraverso una nube di fumo in una dimensione dove il tempo si è fermato, fatta di progetti a lungo termine, suoni veraci, scelte artistiche ponderate e un’attitudine che si impone sulle rigide regole che scandiscono il presente. Probabilmente è questo che rende i Down tanto amati…

Intervista a cura di Maurizio Borghi, con la collaborazione di Claudio Luciani

 

 

STATE PER PUBBLICARE UNA SERIE DI QUATTRO EP, COME SARANNO COLLEGATI TRA LORO? LE COPERTINE SARANNO CORRELATE?
“Saranno quattro, amico, e ognuno di essi si svilupperà in una direzione diversa, con uno stile diverso. Non sappiamo ancora se le grafiche e le copertine saranno collegate tra loro. Di solito mi occupo io di queste cose, assieme ad un grafico fidato con il quale lavoro da anni. Per questo primo EP siamo partiti da un’idea cromatica, che si è sviluppata abbastanza velocemente nell’artwork definitivo”.

POSSIAMO DIRE CHE QUESTO PRIMO EP E’ INFLUENZATO DALLA SCENA DOOM AMERICANA DEGLI ANNI ’80?
“In un certo senso sì, non posso darti torto. Più che altro ci piace pensare che siamo stati influenzati da noi stessi. Sapevamo cosa fare e quale direzione intraprendere. Abbiamo visualizzato esattamente come avrebbe dovuto suonare questo primo capitolo. Siamo tornati ai nostri esordi, iniziando col costruire il suono di chitarra giusto, per poi andare dritti al punto”.

E’ VERO CHE UNO DI QUESTI QUATTRO EP SARA’ INTERAMENTE ACUSTICO?
“Non proprio acustico, ma di sicuro sarà più tranquillo, composto da canzoni che mi piace immaginare possano essere suonate in campeggio, davanti a un fuoco. Abbiamo organizzato tutto, dopo aver discusso a lungo, e abbiamo deciso di sviluppare anche questo lato più riflessivo, in maniera non convenzionale, senza picchiare duro come al solito”.

AVETE GIA’ COMPLETATO LE CANZONI DEL PROGETTO?
“Gran parte del lavoro è stato fatto, ma ci stiamo ancora lavorando sopra. Non dovrebbero essere necessarie grandi attese in ogni caso, se tutto va come deve andare staremo in tour a lungo”.

AVETE DECISO DI NUOVO PER L’AUTOPRODUZIONE…
“Fa parte della nostra idea principale, a cui ti ho accennato in precedenza. Abbiamo sviluppato insieme questo progetto con idee molto chiare, soprattutto per i suoni che avremmo voluto ottenere. Non c’è stato alcun bisogno di un produttore esterno”.

TU E KIRK SIETE MOLTO DISTANTI COME STILE E INFLUENZE. COME LAVORATE ASSIEME?
“Suoniamo insieme da così tanto tempo… quando è il momento dell’assolo conosciamo alla perfezione le debolezze dell’altro, e ci copriamo a vicenda. Non c’è ego di mezzo, facciamo quello che serve per fare un buon lavoro. Siamo al servizio della canzone e basta. Su ‘The Purple EP’ sentirete me in una cassa e Kirk nell’altra. Un lavoro alla vecchia maniera, niente scienziati di mezzo. Come gli AC/DC, io da una parte e lui nell’altra”.

LA SCELTA DI PUBBLICAZIONE DERIVA DALLA SITUAZIONE ATTUALE DELL’INDUSTRIA DISCOGRAFICA?
“Non so cosa succede nell’industria oggi, non mi interessa. Sappiamo di avere dei fan affezionati. Vogliamo andare controcorrente, e misurarci in questo esperimento particolare. Ora, molto semplicemente, il nostro desiderio è di partire e fare ascoltare ai nostri fan nuova musica. Il fatto che sono quattro EP invece di un album doppio a mio parere farà lavorare di più la nostra etichetta sui Down, è tutto a nostro favore. Inoltre il ricambio sarà più veloce: non vogliamo trovarci nella situazione di stallo in cui siamo in tour con un album vecchio di tre anni, e non vogliamo nemmeno essere spediti in studio tre settimane per registrare in fretta e furia venti canzoni”.

TI SENTI PIU’ LIBERO IN QUESTA SITUAZIONE?
“Certo! In più, tra un EP e l’altro, avremo l’occasione di cambiare un po’ la strumentazione e divertirci maggiormente sul palco, seguendo l’umore di ogni singolo mini”.

HAI SENTITO IL DISCO DEL NUOVO GRUPPO DI REX BROWN?
“Devo essere onesto, non l’ho sentito. Di sicuro sarà un buon disco, Rex è un ottimo musicista. Spero si diverta con questo nuovo progetto”.

NON SEI MAI TENTATO DI STUZZICARE LA FOLLA CON IL RIFF DI “WALK” O “CEMETERY GATES”?
“No, non è il mio stile, penso non accadrà mai!”.

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