DOWNFALL OF GAIA – Scolpiti nell’ombra

Pubblicato il 08/06/2015 da

Tra le formazioni più attive e laboriose del panorama estremo europeo è ormai d’obbligo annoverare i Downfall Of Gaia, band che Metalitalia.com segue ormai da parecchio tempo. Dal 2010 (anno di pubblicazione del primo full-length “Epos”) ad oggi il quartetto con base in Germania ha letteralmente bruciato le tappe, arrivando prima a suonare ovunque grazie a lunghissimi tour e poi a firmare per una casa discografica famosissima come la Metal Blade Records. Su quest’ultima i ragazzi hanno pubblicato “Suffocating in the Swarm of Cranes” e l’ultimo “Aeon Unveils the Thrones of Decay”, opere che hanno messo in mostra una miscela sempre più rifinita di sludge, post hardcore e black metal. Una volta i Downfall Of Gaia venivano visti come uno dei tanti nomi della scena crust hardcore teutonica, ma oggi la situazione è chiaramente ben diversa sotto ogni aspetto: le vette di popolarità di realtà tutto sommato affini come Deafheaven o Amenra non sono ancora state toccate, tuttavia, considerata l’attitudine e la fame del gruppo, certi traguardi non sembrano essere molto lontani. Facciamo il punto della situazione con il chitarrista/cantante Dominik Goncalves dos Reis e con il batterista americano Mike Kadnar…

downfall of gaia - band - 2014

“AEON…” È ORMAI USCITO DA QUALCHE TEMPO. SIETE ANCORA SODDISFATTI DI QUESTO DISCO? COME È STATO ACCOLTO DAI FAN E DAI MEDIA?
Mike: “Personalmente sono molte felice di come ‘Aeon Unveils the Thrones of Decay’ è venuto. Si è trattata della mia prima esperienza con i Downfall of Gaia e devo dire che il processo di stesura e di registrazione è andato benissimo. È quasi trascorso un anno da quando abbiamo completato l’album, ma se lo riascolto sono ancora orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato. Sinora ho solo sentito commenti positivi in merito, soprattutto nel corso del nostro ultimo tour europeo con i  Der Weg Einer Freiheit. Credo che molti vecchi fan dei Downfall Of Gaia siano rimasti piacevolmente sorpresi dal set che abbiamo proposto: abbiamo deciso di puntare sul nostro materiale più aggressivo e molti ci hanno detto di preferirci dal vivo che su disco… cosa che a me fa molto piacere”.

L’ULTIMO ALBUM È SICURAMENTE PIÙ PESANTE E VELOCE RISPETTO AL VECCHIO MATERIALE DELLA BAND. COME DESCRIVERESTI IL VOSTRO SUONO ATTUALE?
Mike: “Penso che lo slogan ‘A harsh fusion of transcending Black and Doom Metal’ con cui è stato inizialmente presentato sia piuttosto accurata. Veniamo tutti da background differenti e ognuno di noi porta nuove influenze in seno alla band. Ho studiato jazz al college e credo che questo mio bagaglio si faccia sentire almeno un po’ in ogni progetto che mi vede coinvolto. Gli altri ragazzi hanno senz’altro delle ulteriori influenze peculiari che aiutano a definire il nostro stile”.

ALCUNI ASCOLTATORI E ALCUNE TESTATE GIORNALISTICHE SI RIFERISCONO A VOI COME AD UNA BAND DAL PASSATO HARDCORE CHE AD UN CERTO PUNTO HA DECISO DI SUONARE BLACK METAL. NON PENSATE CHE SIA UN PO’ FUORVIANTE, VISTO CHE AVETE SEMPRE AVUTO SPICCATE INFLUENZE METAL?
Dominik: “Sì, sicuramente la nostra musica si è sviluppata parecchio negli anni e tante nuove influenze hanno trovato posto nel songwriting. Personalmente non sento più molto crust o hardcore nei nostri ultimi lavori, ma mi rendo conto che quella musica faccia parte della nostra storia. Credo che non riusciremo mai ad allontanarci del tutto da certi accostamenti. Dopo tutto, noi percepiamo la nostra musica in un modo, ma l’audience e la stampa hanno il diritto di avere la loro opinione”.

A VOLTE SEMBRA QUASI CHE LE DEFINIZIONI CHE FINISCONO IN “CORE” VENGANO UTILIZZATE PER SMINUIRE UNA BAND, COME SE SI TRATTASSE DI BRUTTE PAROLE. PENSATE CHE CERTI CONTINUI ACCOSTAMENTI O CATALOGAZIONI STIANO AVENDO UN IMPATTO NEGATIVO SUL GRUPPO? VI SENTITE BEN ACCOLTI NELLA SCENA METAL? PENSATE CHE ANCHE I FAN DI GORGOROTH O SATYRICON POTREBBERO APPREZZARE LA VOSTRA MUSICA?
Mike: “Non presto grande attenzione alle varie definizioni. Come band abbiamo una visione e proponiamo musica in cui crediamo al 100%. Quando abbiamo iniziato a comporre questo album non ci siamo preoccupati di quale genere suonare o di quale fascia di fan avrebbe potuto trovarlo interessante. Abbiamo semplicemente seguito i nostri sentimenti e suonato ciò che più ci sembrava naturale all’epoca. In ogni caso, non credo che tali definizioni ci abbiano danneggiato: siamo stati fortunati di andare in tour con Toxic Holocaust, Black Tusk e Der Weg Einer Freiheit nell’ultimo anno e tutti gli show sono andati davvero bene. Penso che il nostro sound sia sfaccettato a sufficienza per ben legare con molte band del panorama metal, compresi Gorgoroth e Satyricon”.

COME SIETE SOLITI COMPORRE OGGI? AVETE APPUNTO DETTO CHE IL VOSTRO STILE ODIERNO È PIUTTOSTO PARTICOLARE E INOLTRE I MEMBRI DELLA BAND RISIEDONO IN NAZIONI DIVERSE…
Mike: “Peter e Dominik, i nostri chitarristi, sono soliti comporre delle bozze di brani a casa. Per ‘Aeon Unveils the Thrones of Decay’ avevano un paio di strutture già pronte prima che io arrivassi in Germania per provare insieme. Hanno fatto a turno per spiegare a me e a Toni, il bassista, i riff e gli arrangiamenti, poi abbiamo iniziato a pensare alle nostre parti e a scambiare idee su come gestire i vari arrangiamenti. Dato che abitiamo in continenti differenti è stato necessario registrare dei demo in sala prove per poterli ascoltare a casa e per poter decidere con calma che cosa utilizzare. Dopo settimane trascorse a studiare ogni parte di ogni singolo brano, abbiamo definito le strutture, aggiunto le linee vocali e prenotato lo studio per le registrazioni”.

SIETE GIÀ AL LAVORO SU NUOVE COMPOSIZIONI?
Mike: “Abbiamo alcuni tour e dei festival in programma per l’estate e l’autunno, quindi probabilmente inizieremo a comporre di nuovo in inverno, anche se nulla è stato deciso”.

AVETE RECENTEMENTE PORTATO A TERMINE UN LUNGO TOUR EUROPEO. SIETE DA TEMPO MOLTO ATTIVI SUL FRONTE LIVE, SIA IN EUROPA CHE NEGLI STATI UNITI. AVETE UNA ZONA O UNA CITTÀ PREFERITA?
Mike: “Negli USA mi piace suonare a New Orleans e nel nordovest, mentre in Europa i miei posti preferiti sono Londra, Bratislava e in generale la Germania e il nord della Spagna. Suonare negli Stati Uniti e in Europa sono due cose completamente diverse. La maggior parte dell’Europa è molto più accogliente degli USA. I locali, i promoter e i fan hanno molto più a cuore la musica e le band: basta arrivare in un locale per avere a disposizione cibo e un posto per dormire, mentre in America bisogna considerarsi fortunati se ci vengono dati un paio di drink e le informazioni su come raggiungere un motel”.

QUAL È IL POSTO PEGGIORE IN CUI AVETE MANGIATO IN TOUR?
Mike: “Qualsiasi stazione di servizio statunitense. Cene cotte al microonde dopo uno show non sono esattamente i pasti più sani e nutrienti. Waffle House è la migliore/peggiore opzione quando ti trovi nel sud”.

“AEON…” È GIÀ IL VOSTRO SECONDO ALBUM PER IL COLOSSO METAL BLADE. DOPO ANNI TRASCORSI NELL’UNDERGROUND E NELLA SCENA DO IT YOURSELF, SIETE IN GRADO DI ELENCARE I PRO E I CONTRO DEL LAVORARE CON UNA SIMILE ETICHETTA DISCOGRAFICA?
Dominik: “Credo che il marchio Metal Blade ci stia aiutando parecchio: ci hanno aperto tante porte e hanno fatto girare il nostro nome come mai prima. Siamo molto felici di lavorare con una label così professionale. Non vedo alcun ‘contro’ visto che siamo nelle condizioni di fare qualsiasi cosa: siamo noi che decidiamo quando e quanto andare in tour, che tipo di merch vendere e con quali band esibirci. Per noi è stato importante mettere questi aspetti in chiaro prima di firmare il contratto. Entrambe le parti sono molto soddisfatte della situazione attuale, abbiamo un rapporto davvero tranquillo con la Metal Blade. Per noi a livello artistico non è cambiato nulla, ma ora la nostra musica è in grado di raggiungere un pubblico più vasto”.

PENSATE CHE LA BAND STIA DIVENTANDO PIÛ PROFESSIONALE?
Mike: “Nel breve periodo da quando sono entrato a far parte dei Downfall of Gaia posso dire di aver assistito ad un incremento del fattore professionalità. Abbiamo aggiunto più luci ed effetti scenici ai nostri concerti e abbiamo ingaggiato un nostro tecnico del suono, in modo da poter offrire lo stesso show ogni sera, indipendentemente dal tipo di locale in cui ci troviamo. Amiamo ciò che stiamo facendo e lo prendiamo molto seriamente: cerchiamo di offrire il meglio ogni sera”.

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