“Post” hardcore cupo e disperato, qua e là venato di black metal. Questa la direzione artistica dei Downfall Of Gaia, quartetto tedesco che con grande costanza e intraprendenza si sta facendo rapidamente un nome nei circuiti underground europei e d’oltreoceano. Fieramente ancorati a una politica “do it yourself”, che li vede auto-prodursi buona parte delle registrazioni e auto-finanziarsi e organizzarsi numerose date live, i nostri sono la classica band orgogliosa delle proprie radici hardcore-punk, ma che non disegna l’uso della tecnologia e dei moderni metodi di promozione per far arrivare la propria arte a quante più persone possibile. Il recente split con gli svedesi In The Hearts of Emperors ha tra l’altro messo in mostra ottime doti compositive, quindi è facile prevedere per questi ragazzi un futuro roseo e ancor più ricco di soddisfazioni. Siamo andati a conoscerli meglio contattando il chitarrista/cantante Dominik, che ha personalmente risposto a tutte le domande che seguono…
IL NOME DOWNFALL OF GAIA: QUAL È IL SIGNIFICATO DIETRO DI ESSO E CHE COSA RAPPRESENTA PER VOI?
“Il nome descrive a grandi linee ciò che sta accadendo oggi al nostro pianeta e alla persone che vi abitano. È un mondo pieno di egoismo e indifferenza, in cui le persone si stanno autodistruggendo a causa dei loro comportamenti narcisistici”.
VI È UNA PARTICOLARE IDEOLOGIA DIETRO LA BAND?
“Nessuna ideologia in particolare. Siamo cresciuti insieme e la pensiamo allo stesso modo su diversi argomenti. In generale, un membro dei Downfall Of Gaia non tollera omofobia, sessimo e fascismo. Inoltre, siamo tutti vegetariani o vegani nella band”.
SEMBRA CHE LA SCENA HARDCORE E “POST” HC/METAL TEDESCA STIA VIVENDO UN OTTIMO MOMENTO DI SALUTE, GRAZIE A BAND COME VOI, I PLANKS O GLI ALPINIST, NON TROVI?
“Sì, sono d’accordo, grazie per le belle parole! Purtroppo va anche detto che alcune band che ritenevo molto valide hanno deciso di ritirarsi o di non essere più attive come una volta, ultimamente. Tuttavia si sta creando spazio per tante nuove realtà, quindi non è per forza di cose un male. Poche settimane fa abbiamo avuto modo di suonare a Dresda assieme ai Nautika, una band giovanissima, ma altamente interessante. Non hanno ancora pubblicato alcuna registrazione, ma teneteli d’occhio se amate atmosfere sludge. Poi di meritevoli ci sono pure gli Arktika da Colonia, autori di un post rock/post metal sperimentale, e infine i loro concittadini Finisterre”.
QUALI INFLUENZE MUSICALI REPUTERESTI FONDAMENTALI PER LA NASCITA E LO SVILUPPO DEL SOUND DEI DOWNFALL OF GAIA?
“Per noi è sempre piuttosto difficile rispondere a questa domanda, perchè abbiamo gusti davvero ampi, che vanno dal metal/hardcore – ovviamente – a certe sonorità elettroniche, indie, punk e persino pop. In ogni caso, giusto per citare le più importanti, direi Fall Of Efrafa, Cult of Luna, Rosetta, Altar Of Plagues, Neurosis e Mono”.
CON IL RECENTE SPLIT CON GLI IN THE HEARTS OF EMPERORS PARE CHE IL VOSTRO STILE ABBIA INIZIATO A INCORPORARE ELEMENTI PIÙ ESTREMI, ANCHE DAL TAGLIO BLACK METAL. CHE NE DICI?
“Sì, lo split LP è la nostra prima registrazione con Hannes, il nostro nuovo batterista. Quando accogli un nuovo membro, solitamente abbraccia nche nuove influenze nel songwriting, cosa a noi gradita. Ci piace provare a fare qualcosa di nuovo a ogni appuntamento e quello che puoi sentire sullo split rappresenta lo stadio più recente della nostra evoluzione. Siamo davvero contenti del risultato finale e non vediamo l’ora di iniziare la stesura di nuove canzoni”.
RACCONTACI L’IDEA ALLA BASE DI QUESTO NUOVO SPLIT. AVETE COMPOSTO IL MATERIALE CON UN’IDEA SPECIFICA IN MENTE?
“Il nostro materiale dello split ruota attorno a un concept che tratta dei danni che l’umanità sta facendo al pianeta. Abbiamo ristretto di molto il nostro raggio d’azione a livello lirico per questa release e composto la musica lasciandoci influenzare soltanto dalle visioni che il suddetto concept ci regalava. Il nostro ‘lato’ del lavoro è quindi composto da due parti: la prima parla di come la terra arrivi quasi sul punto di morire, mentre la seconda narra la sua rinascita, che coincide con l’estinzione dell’umanità”.
COME SCRIVETE I TESTI? QUANTO DI PERSONALE VI È IN ESSI?
“Come detto, vi è sempre un messaggio ben preciso dietro di essi, ma siamo anche soliti lasciare campo per varie interpretazioni. I nostri testi non sono mai troppo diretti, facciamo un largo uso di metafore, e in questo modo ognuno può interpretarli come vuole. Sul nostro blog siamo soliti riportare ulteriori dettagli e spiegazioni, per coloro che sono interessati”.
A LIVELLO DI NUOVE REGISTRAZIONI, CHE COSA POSSIAMO ASPETTARCI DA VOI NEL PROSSIMO FUTURO?
“Stiamo iniziando a pensare a delle nuove composizioni e per ora il piano è di entrare in studio a fine 2011 per registrare un nuovo album. Come dicevo, il materiale dello split è piuttosto rappresentativo dei nostri gusti attuali, ma cercheremo di introdurre ulteriori novità con la prossima opera. Ci teniamo a non ripeterci!”.
SEMBRATE DECISAMENTE COINVOLTI NELLA SCENA DO IT YOURSELF. QUANTO È IMPORTANTE PER VOI QUESTO TIPO DI ATTITUDINE?
“È fondamentale. Ci teniamo a essere indipendenti e a supportare questo tipo di circuito underground. Siamo molto attivi nell’organizzazione di show ed eventi che possano accogliere band come la nostra. Vi è un mondo underground che non ha bisogno di grossi investimenti nè di grandi ritorni per funzionare. Facciamo parte di questa scena da troppo tempo per poter anche solo immaginare di allontanarci da essa”.
PARLIAMO QUINDI DEL FRONTE LIVE: COSA AVETE IN PROGRAMMA?
“Tantissimi show in Germania, Olanda, Belgio, Polonia e Slovacchia, per ora! Se tutto andrà come previsto, poi sarà il turno di Svizzera, Italia e Francia in estate. Queste tappe saranno parte di una serie di mini-tour, mentre per l’autunno abbiamo in programma qualcosa di più vasto. Tenete d’occhio i nostri canali per ulteriori informazioni!”.
CHE COSA C’È NEL VOSTRO STEREO ULTIMAMENTE? QUALCHE ALBUM CHE VI SENTITE DI CONSIGLIARE?
“In questi giorni stiamo tutti apprezzando il debut album dei Deafheaven, ‘Roads To Judah’. Il loro demo ci aveva molto incuriositi e siamo contenti che il disco abbia mantenuto le aspettative. Se vi piace il black metal atmosferico, dovete ascoltarli! Poi un altro album del momento è senza dubbio ‘Darker Handcraft’ dei Trap Them… hardcore cupo e negativo della miglior specie. Se siete fan di Converge, Tragedy o Cursed è un grande ascolto!”.
GRAZIE PER L’INTERVISTA! UN COMMENTO FINALE?
“Grazie mille a voi per il supporto e l’interesse dimostrato! E grazie a coloro che hanno letto questa intervista, per noi significa davvero tanto!”.