È l’11 giugno, manca ancora moltissimo tempo all’uscita sul mercato del nuovo album dei Dragonforce, “Maximum Overload”, e la coppia di chitarristi della band ci aspetta a Milano per raccontarci tutto di questo album e per sottoporsi alla nostra classica raffica di domande. Al nostro arrivo però al sempre pacato Herman Li viene chiesto di prestarsi ad una intervista dell’ultima ora, lasciando così tutto per noi il ciarliero mastermind Sam Totman. Ecco cosa il simpatico chitarrista neozelandese ci ha raccontato.
CIAO SAM. PER INIZIARE AL MEGLIO LA NOSTRA CHIACCHIERATA A PROPOSITO DEL VOSTRO NUOVO ALBUM “MAXIMUM OVERLOAD”, PERCHE’ NON ME LO INTRODUCI BREVEMENTE TU STESSO?
”Beh, ‘Maximum Overload’ è il nostro nuovo album, e ne siamo davvero fieri. È venuto benissimo e siamo davvero soddisfatti del risultato. Questo disco contiene nuovi elementi, un’evoluzione, ma segue anche la tradizione e mostra ben chiaro ogni singolo marchio di fabbrica dei Dragonforce, così da essere sempre riconoscibile ed apprezzabile dai nostri fan. Anzi, penso proprio che i nostri fan lo adoreranno, ma non saranno i soli, perchè abbiamo anche nuovi elementi molto classici legati alla tradizione metal. Forse può essere la volta buona per fare ricredere qualche detrattore che fino ad oggi ci ha snobbato circa la bontà della nostra proposta”.
DETRATTORI? NE AVETE MOLTI?
“Ne abbiamo come ne hanno moltissime altre band, ne più ne meno. Ogni band ha detrattori più o meno agguerriti e spesso a noi contestano il fatto di essere una band troppo scherzosa e amata da molti ragazzini. Il problema è che chi ci contesta, spesso non ci ha mai neppure ascoltato con la giusta attenzione o non ci ha mai ascoltato del tutto. Noi amiamo essere come siamo, riteniamo di essere davvero cool!”.
COSA INTENDETE CON IL TITOLO DI QUESTO ALBUM, “MAXIMUM OVERLOAD”?
“Oggigiorno ogni informazione è disponibile immediatamente senza problemi e, anzi, non solamente le informazioni che ti servono sono disponibili, ma sei inondato da molte più informazioni di quelle che ti servono davvero. Secondo noi tutto questo è deleterio, perchè in così si rischia di tralasciare le cose veramente importanti. La quantità invece della qualità. È come nel download selvaggio dei dischi: una persona ascolta per caso su youtube una canzone e in un secondo ha nell’hard disk la discografia completa di questo artista. Così ascolta tre secondi di un brano e poi skippa al brano dopo, e dopo cinque secondi a quello dopo ancora, senza ascoltare nulla davvero”.
SO CHE AVETE AVUTO UN CAMBIO DI ETICHETTA, ED ORA SIETE PASSATI CON LA EARMUSIC
“Tecnicamente no, perchè abbiamo rilasciato l’album per la nostra etichetta personale e la earMusic ci supporta per quanto riguarda il lato distributivo, ma solo in Europa. Il contratto che ci legava con la Roadrunner e che abbiamo firmato dopo il nostro disco di debutto scadeva con la release di ‘The Power Within’ e abbiamo scelto la earMusic appunto per questa parte di mercato. In altre zone, il Giappone per esempio, siamo ancora con loro”.
MI RACCONTI QUALCOSA A PROPOSITO DEL PROCESSO DI SONGWRITING DI “MAXIMUM OVERLOAD”?
“In passato il processo di scrittura dei brani era quasi esclusivamente compito mio, ed il resto della band dava il proprio contributo in un secondo tempo. Per il nuovo disco ho accettato volentieri l’aiuto anche degli altri membri del gruppo, e in particolare di Fred, che già aveva contribuito per qualche dettaglio nella scrittura di ‘The Power Within’. Fred ha anche scritto una canzone completamente da solo, ‘The Sun Is Dead’. Certo, devo ammettere di preferire la stesura in solitaria delle canzoni, perchè posso prendermi il tempo che mi serve per fare un lavoro del quale sono convinto al cento per cento, ma in questo modo il lavoro di songwriting è stato più veloce ed il risultato più vario”.
MENTRE PER QUANTO RIGUARDA IL WORKING PROCESS DEL DISCO? FATE ANCORA TUTTO VIA WEB?
“Per la maggior parte del lavoro si. Registro un piccolo demo con chitarra e drum machine, poi mando tutto agli altri che elaborano la loro parte ognuno a casa propria. Poi quando ci troviamo tutti assieme ognuno sa cosa deve fare e tutto il lavoro di registrazione viene svolto molto in fretta”.
QUANTO E’ DIFFICILE RICORDARE ESATTAMENTE E SUONARE ESATTAMENTE DAL VIVO UNA DELLE VOSTRE CANZONI, CHE A CONTI FATTI SONO COMPOSTE DA ASSOLI CONTINUI?
“A dire la verità non è poi così difficile come sembra, o meglio, avendole scritte io non mi viene così difficile ricordarle. Certo, da fuori possono sembrare difficilissime, perchè ci sono migliaia di note in sequenza da ripetere esattamente, ma è solo questione di esercizio e le note vengono da sole. Tieni presente che io suono queste canzoni per molte ore al giorno, tutti i giorni, sempre e solo quelle”.
COSA MI DICI DEL VOSTRO SPLIT CON DAVE MACKINTOSH?
“Dave dopo tutti questi anni voleva provare esperienze diverse in ambito musicale. Lui è appassionato di rock progressivo e ha deciso di dedicarsi a questo a tempo pieno. Oltretutto con i Dragonforce siamo sulla strada per almeno sette mesi l’anno, e a lui cominciava a mancare la vita tranquilla a casa con la famiglia. Abbiamo passato con Dave moltissimi anni suonando assieme, condividendo esperienze molto importanti, ci lasciamo con i migliori auguri per una carriera fantastica”.
COSA MI RACCONTI QUINDI DELL’INGRESSO DI GEE ANZALONE NELLA BAND?
“Luigi è un ragazzo fantastico, dotato di una preparazione tecnica eccezionale e di talento incredibile. Anni fa lo abbiamo conosciuto di persona e poi abbiamo visto alcuni suoi video su Youtube, e abbiamo detto scherzando ‘accidenti, vorrei questo batterista nella mia band!’. Ovviamente all’epoca erano sciocchezze a vuoto, ma quando Dave ci ha manifestato la propria volontà di uscire dalla band, abbiamo ripensato a quel batterista e a quei video. E così abbiamo preso questo fantastico batterista italiano nella band”.
PERCHE’ AVETE DECISO DI NON REGISTRARE QUESTO ALBUM NEL VOSTRO STUDIO PERSONALE, COME ACCADUTO PER TUTTI GLI ALTRI IN PASSATO, MA DI ANDARE A REGISTRARE IN UNO STUDIO IN SVEZIA?
“Abbiamo deciso di cambiare per questa volta. Ci piace lavorare nel nostro studio, ma abbiamo pensato fosse ora di avere una persona esterna, non coinvolta emotivamente nel disco e nei pezzi, che ci dicesse in maniera oggettiva le cose come andavano dette, sincere e dirette. Jens Bogren è stato grandioso nel suo ruolo di produttore, è davvero molto bravo e i Fascination Studios sono stati una scelta perfetta”.
COSA MI DICI DELLA COLLABORAZIONE CON MATT HEAFY DEI TRIVIUM PER ALCUNI BRANI DI QUESTO DISCO?
“Matt è un buon amico, ci conosciamo da molto e abbiamo diviso il palco con lui e la sua band più volte in passato. Volevamo delle linee vocali particolari per questo disco, così abbiamo pensato a lui. È bastato chiedere e la cosa si è svolta nella maniera più semplice possibile. Lui presta la sua voce inconfondibile per tre brani: ‘The Game’, ‘Defenders’ e ‘No More’. Siamo davvero soddisfatti della cosa”.
MI RACCONTI QUALCOSA PER FAVORE DI QUALCUNA DELLE CANZONI CHE COMPONGONO QUESTO DISCO?
“Certo. ‘The Game’, la traccia di apertura, è la canzone più veloce che abbiamo mai realizzato. Durante l’assolo arriva a 240 BPM, ben venti in più rispetto a ‘Fallen World’, nostro vecchio record personale, presente sul disco precedente. È stato divertente realizzarla, perchè prima di arrivare davvero a suonare così veloce abbiamo rotto corde di chitarra in continuazione. Adesso ci viene a occhi chiusi, ma è stato molto difficile arrivarci, credimi. Questa è una delle canzoni nelle quali presta la sua voce Matt Heafy dei Trivium”.
“TOMORROW’S KING”?
“’Tomorrow’s King’ è una canzone uscita verso la fine della fase di scrittura. Nelle idee doveva essere un pezzo con un feeling anni ’70, ma poi ci è piaciuta molto di più in questa versione tipicamente Dragonforce delle origini. Vedi, a volte la domanda che nasce è: perchè farlo una nota per volta quando puoi farne quattro al posto di una? Siamo i Dragonforce dopotutto (ride). ‘No More’ è una canzone che parla di quando rompi con la tua ragazza o con il tuo ragazzo o con qualsiasi altra persona e invece di intristirti ti arrabbi da morire, perchè sai di avere ragione e che l’altra persona è una stronza fottuta. A volte è meglio essere arrabbiati che tristi.”
NE ABBIAMO FATTE TRE. FACCIAMO TUTTO IL DISCO TRACK BY TRACK?
“Certo, perchè no? ‘Three Hammers’ deriva direttamente da un brano realizzato per il disco precedente, ‘Cry Thunder’. ‘Cry Thunder’ doveva essere uno scherzo, l’abbiamo fatta per gioco, completamente fuori dal nostro stile. Invece è piaciuta molto ai fan, e anche a me non dispiace per nulla. ‘Three Hammers’ parte come midtempo, poi si evolve e diventa dura e potente, con una grande atmosfera epica. Mi sono sentito uno dei Manowar quando l’ho composta. È uno dei miei pezzi preferiti sull’album. ‘Symphony Of The Night’ si ispira a un videogame, ‘Castlevania’, parla di vampiri e possiede un mood molto oscuro, affascinante, che introduce alla canzone scritta interamente da Fred”.
“THE SUN IS DEAD”?
“Si, ‘The Sun Is Dead’. Quando Fred ha chiesto di poter scrivere una canzone interamente da solo si è presentato con questa canzone che esce abbastanza dallo stile Dragonforce””
COME AVETE DECISO DI UTILIZZARE L’HAMMOND PER QUESTO PEZZO?
“Onestamente non sono riuscito a metterci bocca. Ho chiesto ‘Ma ti sembra il caso di utilizzare anche l’hammond per una canzone come questa che tra l’altro non lega neppure con gli altri pezzi dell’album?’ e lui mi ha risposto ‘E’ la mia canzone e faccio come dico io!’. Io sono innocente, ‘The Sun Is Dead’ è tutta colpa di Fred”.
“DEFENDERS” SARA’ IL SINGOLO APRIPISTA DELL’ALBUM?
“No, lo abbiamo utilizzato in versione demo come anticipazione del disco, ma il singolo sarà ‘The Game’, e per questa canzone gireremo anche un videoclip. ‘Defenders’ è un brano power metal classico, abbastanza canonico, sporcato da thrash metal. A te piace?”
ONESTAMENTE PREFERISCO PEZZI COME “HEROES OF OUT TIME”, “OPERATION GROUND AND POUND” O “FURY OF THE STORM”.
“Si, anche io li preferisco. ‘Defenders’, so che sembra assurdo visto che è una abbastanza comune, è un esperimento. Vedremo come il pubblico la recepirà. Comunque non è una delle mie canzoni preferite. In ‘Extraction Zone’ siamo tornati ad inserire elementi tratti dai videogames; infatti i suoni strani che senti nella canzone sono presi da Donkey Kong. Adoro fare queste cose, fa parte del lato divertente e scanzonato di questa band. Sono capaci tutti di fare i brutti, i cattivi, i violenti, ma prova a mettere i suoni di Donkey Kong nel tuo disco se sei capace (ride di gusto). Musicalmente ‘Extraction Zone’ è Dragonforce al 100%. E così è ‘City Of Gold’, altro pezzo tipico per la nosta band.”
E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI PARLARE DELLA COVER, “RING OF FIRE”.
“Quando abbiamo iniziato con i Dragonforce, ci siamo promessi di non fare cover, perchè tutti quelli che fanno cover ci davano l’impressione di stare realizzando dei filler per mancanza di idee. Poi con il passare degli anni abbiamo leggermente rivisto quella posizione, e per questo disco era ora di provarci. Serviva una canzone che nessuna altra metal band avrebbe mai fatto, proprio per mantenere il nostro status di band fuori dalle righe, così una sera, mentre stavamo guardando la televisione, abbiamo sentito questa traccia. Era perfetta, assolutamente non metal, dotata di una progressione e di una melodia adattissime per il nostro scopo. Così l’abbiamo sottoposta al trattamento Dragonforce. Sono soddisfatto di come è venuta, nessuno avrebbe mai pensato ad una cover del genere”.
SIETE ANCORA UNA EXTREME POWER METAL BAND?
“Assolutamente si. Definitivamente. Siamo più che power, siamo una extreme power metal band.”
TU ED HERMAN SIETE UNA FAMOSA COPPIA DI CHITARRISTI. QUALI SONO LE TUE COPPIE DI CHITARRISTI PREFERITE?
“Sicuramente Dave Murray e Adrian Smith, che sanno interagire alla perfezione, e poi sicuramente vanno ricordati James Murphy e il compianto Chuck Schuldiner, per la loro capacità di gestire i ruoli. Tu hai una coppia preferita, a parte noi ovviamente? (ride).”
IO PREFERISCO MUSTAINE-FRIEDMAN E LOUREIRO-BITTENCOURT.
“Si, li ho sentiti nominare, dovrò approfondire (ride)”.
CHI E’ SECONDO TE IL MIGLIOR CHITARRISTA AL MONDO?
“Steve Vai, nessun altro. Certo, i suoi dischi strumentali faccio molta fatica ad ascoltarli, così come ogni album strumentale, ma lui è il migliore, in assoluto.”
COSA MI DICI DEL TOUR CHE SEGUIRA’ LA RELEASE DEL DISCO?
“Partiremo con un tour inglese in settembre, per poi spostarci in Europa in novembre. Ancora però non conosco bene i dettagli e non saprei dirti di più.
PERCHE’ AVETE DECISO DI REGISTRARE 19 CONCERTI PER REALIZZARE IL LIVE “TWILIGHT DEMENTIA” INVECE DI REGISTRARE UN SOLO CONCERTO DA UTILIZZARE PER INTERO?
“Abbiamo registrato tutti questi concerti per poter trovare la perfetta setlist, con le canzoni con la resa migliore da ogni data. E poi è importante fare dire al fan che compera il disco ‘Hey, qui c’ero!’”
TI PIACCIONO ANCORA I VIDEOGAMES?
“Certo, sono parte integrante della mia anima. Quando ho tempo libero ci gioco, anche se non ne ho uno preferito”.
VOI SIETE DIVENTATI FAMOSI GRAZIE A UN VIDEOGAME. CHE RIFLESSIONI TI PROVOCA QUESTO?
“Beh, siamo stati fortunati. Anche se devo leggermente correggerti; noi siamo diventati famosi grazie a una nostra canzone inserita in un videogame. Certo, da videogiocatore cronico non posso che sentirmi lusingato quando ci ripenso, anche se sono passati moltissimi anni”.
SAM, TU SEI NEOZELANDESE , HERMAN E’ CINESE, VADIM E’ RUSSO, FRED E’ FRANCESE E LUIGI E’ ITALIANO. COME PUO’ FUNZIONARE UNA BAND COME QUESTA?
“Beh, è semplice. Facciamo tutto tramite internet, ognuno da casa propria, e quando è il momento di registrare o partire in tour ci troviamo tutti assieme a Londra. E poi tra noi parliamo solamente inglese”.
COSA NE PENSI DEI NUOVI MEDIA PER PROMUOVERE LA TUA BAND?
“Sono essenziali. Se non impari ad utilizzarli sei tagliato fuori completamente”.
BUON SONGWRITING, BUONA TECNICA STRUMENTALE, BUONA PRODUZIONE, BUONA DISTRIBUZIONE. COSA TRASFORMA UN DISCO IN UN SUCCESSO?
“Tecnica, capacità di sacrificio e fortuna.”
OK, L’INTERVISTA E’ FINITA. VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA PER CHIUDERE?
“Un saluto a tutti i nostri fan. Ci vediamo in tour!”