DREAM EVIL – March of the Metallians!

Pubblicato il 20/07/2004 da

Gli svedesi Dream Evil arrivano con il nuovo “The Book Of Heavy Metal” al loro terzo disco, senza ombra di dubbio il migliore realizzato dalla band. Ogni pezzo di questa fatica segue i dettami del classic metal anni ’80 e, pare una sorta di tributo della band verso uno stile che molti danno per morto, ma che per loro sfortuna, è sempre più vivo e splendente. A raccontarci qualcosa in più ci ha pensato, persona molto poco loquace per la verità, il chitarrista Gus…


ALLORA GUS, POTRESTI PER PRIMA COSA RACCONTARCI COME E’ NATO IL NUOVO DISCO?
“Sì… era qualche anno che avevamo l’intenzione di scrivere un disco intitolato ‘The Book Of Heavy Metal’. Noi siamo tutti follemente innamorati di questa musica; il nostro desiderio era quello di scrivere delle true metal songs che giustificassero pienamente la scelta del titolo dell’album”.

IL TITOLO SCELTO POTREBBE FAR PENSARE ANCHE AD UN CONCEPT. VUOI DIRCI COME E’ INVECE STRUTTURATO IN REALTA’ IL DISCO?
“No, questo non è un concept. Può anche essere che i brani abbiano qualcosa in comune, ma un concept è un’altra cosa, come lo era ad esempio ‘Operation: Mindcrime’ dei Queensryche. Il nostro è solamente un lavoro di semplice e fottutissimo heavy metal”.

PENSO CHE IL VOSTRO DISCO SIA MOLTO BELLO E VARIO: CI SONO PEZZI PRETTAMENTE CLASSIC METAL, CANZONI HARD ROCK E UNA BUONA ALTERNANZA TRA MID E UP TEMPO, SEI D’ACCORDO?
“Certo, condivido perfettamente quello che dici. ‘The Book Of Heavy Metal’ suona molto classico ed anni Ottanta. E’ un disco semplice e diretto che credo funzioni molto bene ed incarna lo spirito di gruppi come Manowar, Accept e Scorpions di cui tutti noi siamo grandi estimatori”.

IL VOSTRO E’ UN DISCO VECCHIO STAMPO, MA C’E’ SECONDO TE QUALCOSA CHE CONFERISCE ORIGINALITA’ AL VOSTRO SOUND?
“Posso tranquillamente assicurarti che all’interno del gruppo non ci si pone minimamente il problema di suonare qualcosa di nuovo o di originale, ognuno di noi ha il suo stile personale ed è influenzato solo da esso in fase di songwriting. L’unico nostro obiettivo è quello di scrivere canzoni che piacciano prima di tutto a noi stessi”.

“NO WAY” RICORDA MOLTO OZZY OSBOURNE, SPECIALMENTE PER QUEL CHE RIGUARDA LE LINEE VOCALI. E’ UNA SPECIE DI TRIBUTO PER IL CELEBERRIMO FRONTMAN INGLESE?
“Questa canzone l’ho scritta insieme a Fred, che è l’altro chitarrista dei Dream Evil. Hai ragione, ‘No Way’ ricorda molto Ozzy e a me fa piacere che tutti se ne stiano accorgendo, poiché mi ritengo un grandissimo suo fan”.

QUALI TEMATICHE AFFRONTATE NEI VOSTRI TESTI? UN TITOLO COME “CRUSADER’S ANTHEM”, AD ESEMPIO, POTREBBE AVERE UNO SFONDO STORICO. TI VA DI RACCONTARMI QUALCOSA DI PIU’ PRECISO?
“I testi non sono la cosa più importante per noi e, anche volendo, non saprei proprio come risponderti dato che non mi occupo io della loro stesura (accidenti, che professionalità! n.d.a.)”.

SIETE ARRIVATI AL VOSTRO TERZO LAVORO IN STUDIO. VUOI DELINEARE UN BILANCIO DI QUESTO VOSTRO PRIMO SCORCIO DI CARRIERA?
“Siamo sicuramente soddisfatti e fieri della musica che suoniamo. Diaciamo che il nostro suono è sempre rimasto invariato nel corso degli anni, grosse differenze tra un disco e l’altro non ce ne sono. A noi piace semplicemente suonare heavy metal”.

“CHOSEN TWICE” SEMBRA AVERE DELLE PICCOLE INFLUENZE DERIVANTI DAL POP DEGLI ANNI OTTANTA, COSA NE PENSI?
“Davvero pensi che sia così?! Mi sembra una cosa molto strana… questa canzone è la seconda parte di ‘The Chosen Ones’ che appariva sul nostro primo lavoro… (Gus, calma, non svenire… avere delle leggere sonorità pop all’interno di una canzone non è un crimine! n.d.a.)”.

PARTECIPERETE A QUALCHE FESTIVAL ESTIVO?
“Sì, suoneremo in Germania e in Spagna, per il resto non c’è niente di confermato”.

SIAMO ALLA FINE; VUOI LASCIARE UN MESAGGIO AI NOSTRI LETTORI?
“Certo! Se verremo a suonare in Italia, ci piacerebbe vedervi tutti ai nostri concerti! Ciao a tutti!”.

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