DREAM THEATER – Not Just Progressive

Pubblicato il 29/11/2007 da
 
 
Progressive metal. Un genere amato e odiato in egual misura da molti, che ha conosciuto un grande sviluppo negli anni ottanta, grazie soprattutto ai Dream Theater, che dai primi anni novanta si sono affermati come presenza costante e prioritaria nel campo progressive, confezionando dischi dall’altalenante valore, sempre portatori dei più sani principi del genere. In occasione del concerto della band al DatchForum di Milano, Metalitalia ha incontrato per voi dopo un blindatissimo sound-check il batterista Mike Portnoy, disponibile a rispondere alle nostre domande, nonostante una visibile propensione a distrarsi davanti al suo onnipresente computer portatile.

 
CIAO MIKE. SONO PASSATI ORMAI ALCUNI MESI DALLA PUBBLICAZIONE DELL’ALBUM. COME VI SENTITE ORA?
“Molto bene! Siamo orgogliosi di ‘Systematic Chaos’, io in particolar modo. Sai, ci vuole circa un anno per far sì che io possa avere una prospettiva realistica su come collocare l’album all’interno del nostro catalogo, ma posso dirti che sicuramente sono molto soddisfatto del lavoro svolto. Cerchiamo sempre di migliorarci di album in album, per noi ma soprattutto per chi ci ha sempre sostenuti”.
 
ORA CHE AVETE AVUTO MODO DI TESTARNE IL LAVORO SUL CAMPO, COME VEDETE LA VOSTRA NUOVA COLLABORAZIONE CON LA ROADRUNNER RECORDS?
“Sono assolutamente soddisfatto di tutto il lavoro svolto dall’etichetta. Sono molto presenti, appassionati, e non si risparmiano in quanto a lavoro. Ora stiamo lavorando con loro su ‘Forsaken’, il nuovo singolo estratto dall’album. Il fatto che ci abbiano proposto di pubblicare dei singoli la dice lunga sulla loro dedizione alla causa”.
 
LA FIGURA CHE SI STA IMPONENDO ALL’INTERNO DELLA BAND E’ SICURAMENTE QUELLA DI JORDAN RUDESS, CHE IO CONSIDERO IL MIGLIOR TASTIERISTA CHE LA BAND ABBIA MAI AVUTO. NON TI INFASTIDISCONO TANTO QUANTO INFASTIDISCONO IL SOTTOSCRITTO TUTTI QUELLI CHE CONTINUANO A RIMPIANGERE KEVIN MOORE O (PEGGIO) DEREK SHERINIAN?
“Non c’è paragone tra questi tre musicisti, è questo il punto. Probabilmente molti sono legati a Kevin a causa della sua militanza nella band proprio nel primo periodo, dove abbiamo fatto il botto. Sai, molti di loro hanno iniziato a conoscere la band anche con lui, per cui posso capire questo legame particolare. Ti posso tuttavia garantire che i fan che hanno cominciato a seguirci a partire da ‘Scenes From A Memory’ non sentono così tanto la mancanza di Kevin. Come ti accennavo prima, non è possibile paragonare Kevin con Jordan, assolutamente. Non era infatti interessato per nulla all’hard rock né al progressive, e la musica che propone oggi ne è una dimostrazione. Se fosse rimasto nella band, sono sicuro che ci saremmo sciolti molto tempo fa. Per quanto riguarda Derek, la storia è un po’ diversa. Si è sempre impegnato, ma dal momento del suo ingresso nella band, è sempre stato insultato, mal visto dai nostri fan. Poi, come spesso accade in questi casi, è stato magicamente rivalutato dopo la sua dipartita. E’ normale, succede sempre così. Jordan è al 100% l’uomo giusto per questa band”.
 
TORNANDO ALL’ALBUM, MI HA COLPITO MOLTO LA ALTISSIMA QUALITA’ E CURA CHE AVETE DEDICATO AL BONUS DVD DELLA SPECIAL EDITION. CREDI CHE QUESTA COSA POSSA DIVENTARE UNA PRASSI ANCHE NEGLI ALBUM FUTURI?
“Era un sacco di tempo che sognavo di realizzare un prodotto simile con la mia band. L’avevo fatto in passato con i miei side project, come per esempio i TransAtlantic, ma con la nostra precedente etichetta non è mai stato possibile realizzare qualcosa di simile per i Dream Theater. Ora ci è stato accordato il permesso, ed allora mi sono buttato anima e corpo nella sua realizzazione, ed il risultato mi sembra decisamente valido”.
 
IL TUO ESPERIMENTO DELLA YTSEJAM RECORDS STA CRESCENDO SEMPRE DI PIU’, ED I BOOTLEG UFFICIALI CHE VENDETE SONO SEMPRE DI OTTIMA QUALITA’. HO APPREZZATO IN PARTICOLAR MODO IL DOPPIO “MAKING OF SCENES FROM A MEMORY”. COLLEGANDOCI ALLA DOMANDA PRECEDENTE, AVETE PER CASO REGISTRATO ANCHE DEL MATERIALE VIDEO IN QUELLA OCCASIONE?
“No, purtroppo quello è l’unico album per cui non ho registrato praticamente nulla, per quanto riguarda i video in studio. Ho dei video provenienti dalle session di tutti gli altri album, su cui un giorno lavorerò, ma non ‘Scenes From A Memory’”.
 
ABBIAMO SAPUTO DA NEAL MORSE ATTRAVERSO IL SUO INNER CIRCLE, CHE LAVORERAI CON LUI ANCHE SUL SUO PROSSIMO ALBUM. SEI QUINDI LEGATO A LUI IN MODO PARTICOLARE…
“E’ tutto nelle mani di Neal. Io sarò sempre disponibile ogni volta che vorrà suonare con me. So che ha tenuto dei concerti con un’altra line-up, ma non è un problema per me. Sono sempre onorato di lavorare con lui, per due motivi: perché è un mio carissimo amico, ma soprattutto perché come fan rispetto ed amo totalmente il suo lavoro. Ha un grande talento, ed una capacità di composizione fuori dal comune”.
 
LA MAGNA CARTA HA RECENTEMENTE PUBBLICATO L’ALBUM DEL PROGETTO ‘LIQUID TRIO EXPERIMENT’, CONTENENTE LE IMPROVVISAZIONI CHE TU, TONY LEVIN E JORDAN RUDESS AVETE REGISTRATO IN ASSENZA DI PETRUCCI. UN LAVORO SICURAMENTE PER POCHI…
“Hai perfettamente ragione. L’album è stato pubblicato più che altro per rendere partecipi i nostri fan di tutto il lavoro che abbiamo realizzato come Liquid Tension Experiment. Lo sappiamo che la musica strumentale non è per tutti, ed in questo caso c’è una particolarità in più. Che è completamente improvvisata. E questo rappresenta un passo ancora più in là, per quanto riguarda la difficoltà di fruizione. Sono comunque molto soddisfatto dell’album”.
 
NON CREDI CHE LA PUBBLICAZIONE DEL TUO GREATEST HITS DA PARTE DELLA MAGNA CARTA SIA STATO UN COLPO BASSO? E’ DAVVERO UNA PUBBLICAZIONE INUTILE.
“Sì, è vero. Non c’entro niente io con quella cosa. E’ stato fatto tutto senza il mio permesso, senza il mio consenso. Non sono neanche stato informato della sua pubblicazione. Per non parlare del fatto che non si sono neanche degnati di mandarmi una copia”.
 
CONCLUDIAMO CON UNA DOMANDA PIU’ LEGGERA. DOPO TUTTE LE TUE COLLABORAZIONI, C’E’ UN ARTISTA IN PARTICOLARE CON CUI SOGNI DI LAVORARE?
“Posso dirti che un progetto realistico che è in ballo e che mi piacerebbe finalmente realizzare è quello con Mikael Akerfeldt degli Opeth e Steven Wilson dei Porcupine Tree. Sono anni che ne parliamo, e spero di poter fare qualcosa presto. Poi ci sono i sogni, come dicevi tu, e sono per esempio l’idea di lavorare con Pete Townsend (The Who) o Roger Waters (Pink Floyd). Artisti per me inarrivabili, che hanno segnato indelebilmente la musica che tutti noi oggi ascoltiamo”.
 
 
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