DREAM THEATER – Quarant’anni e non sentirli

Pubblicato il 17/07/2024 da

Il 2024 segna una data di grande importanza per i Dream Theater; il quintetto di Boston festeggia quest’anno il suo quarantesimo anniversario con un tour d’eccezione che andrà a ripercorrere e riproporre tutte le pietre miliari di una band che, indipendentemente dai gusti personali, ha segnato in maniera indelebile il panorama progressive metal di due generazioni.
Qualora un tour con quaranta candeline non fosse abbastanza, i Dream Theater hanno fatto un altro regalo a tutta quella parte della fanbase che non è mai riuscita ad accettare completamente il contributo di Mike Mangini; la band americana ha infatti annunciato un’attesissima reunion con lo storico batterista Mike Portnoy, che siederà orgogliosamente dietro la propria gigantesca batteria durante il tour in partenza il prossimo ottobre da Londra.
Ed è proprio con Mike Portnoy che Metalitalia.com ha avuto il piacere di passare un po’ di tempo per un’intervista intensa e veloce, proprio come gli innumerevoli cambi di tempo a cui Mike ci ha sempre abituati.

COME CI SI SENTE A TORNARE CON LA BAND CHE TI HA FATTO ENTRARE NELLA SCENA MUSICALE ALL’INIZIO DELLA TUA CARRIERA?
– È stata un’emozione incredibile, sai: tutti e cinque siamo così eccitati e ci stiamo divertendo un mondo insieme mentre lavoriamo al un nuovo album e sta andando alla grande. Non potremmo essere più felici.

NEGLI ULTIMI ANNI HAI SUONATO CON INNUMEREVOLI BAND. COSA PENSI DI PORTARE DI NUOVO AI DREAM THEATER DOPO TUTTE QUESTE GRANDI COLLABORAZIONI?
– Penso che siamo tutti più vecchi e più saggi rispetto all’ultima volta che ho fatto parte della band. Quando me ne sono andato, nel 2010, avevamo tutti più o meno quarant’anni, mentre ora andiamo per i sessanta. Quindi penso che siamo tutti un po’ più vecchi e più saggi; o almeno, io lo sono sicuramente (ride, ndr).
Credo che le esperienze fatte negli ultimi tredici anni suonando con tutti questi gruppi mi abbiano aiutato a crescere, non solo come musicista, ma anche come persona. Se ci penso, ho ad esempio imparato a fare gioco di squadra, ho imparato a collaborare, ho imparato a suonare la batteria da turnista, senza avere nulla di personale da esprimere, come ho fatto con gli Avengend Sevenfold e i Twisted Sister; insomma ho fatto concerti in cui il mio lavoro era solo quello di suonare la batteria.
Quindi, sai, penso di avere maturato tutte queste esperienze con questi gruppi molto diversi tra loro. Guardando indietro posso dire di aver anche imparato a lavorare meglio all’interno di una band; quando ho lasciato i Dream Theater ero un maniaco del controllo, ma ora la dinamica è un po’ più calma e rilassata. Questo mi ha fatto bene e credo che tutti si sentano più tranquilli con l’età. È davvero fantastico.

IL PROSSIMO TOUR SARÀ IL PRIMO DEI DREAM THEATER CON MIKE PORTNOY DAL 2010. QUALE PENSI CHE SARÀ LA REAZIONE DEI FAN QUANDO TI VEDRANNO DI NUOVO DIETRO LA TUA ENORME BATTERIA?
– Ad essere sincero devo dirti che l’ho sognato tante volte negli ultimi dodici anni o giù di lì. Il sogno di tornare sul palco con i Dream Theater e suonare davanti a questi fan entusiasti, innamorati e appassionati. È così eccitante e non vedo l’ora.
Non riesco nemmeno a immaginare quali saranno le emozioni; voglio dire, la prima sera a Londra sarà incredibilmente emozionante, ma ho la sensazione che quelle emozioni e quell’eccitazione si trasmetteranno a ogni concerto in ogni paese. Ogni singola serata avrà quell’eccitazione e quell’energia, davvero sono impaziente di poterlo sperimentare.
Ci saranno molte persone che non vedono questa formazione insieme da quindici anni e poi ci saranno molte persone che non hanno mai visto questa formazione perché forse erano troppo giovani quando me ne sono andato. Quindi, pensando alle prossime date, sono convinto che tutti nell’edificio, non solo noi cinque sul palco, ma tutti sentiranno questa energia.

IL PROSSIMO TOUR SEGNERÀ I QUARANTA ANNI DEI DREAM THEATER. COME È CAMBIATA LA BAND IN QUESTI QUATTRO DECENNI DI CARRIERA?
– È stato un bel viaggio. La nostra avventura è iniziata quando eravamo adolescenti e ci siamo incontrati al Berklee College Of Music. Sai, non credo che quaranta anni fa avremmo mai immaginato di avere questa conversazione nel 2024  all’età di cinquantasette anni, è quasi surreale.
Penso che le formazioni che hanno questo tipo di longevità e riescono a sopravvivere a tutti gli alti e bassi dell’essere in una band abbiano una marcia in più.
Ognuno degli eventi che segnano un gruppo è come un nodo, non solo una tacca sulla cintura ma anche un simbolo del fatto che ci siamo riusciti. Voglio dire, se ci ripenso, ne abbiamo passate tante, insieme come band e come singoli musicisti, quindi questa è una celebrazione della nostra perseveranza in realtà. È bello, sembra davvero una specie di rimpatriata, una specie di riunione di liceo, l’atmosfera è davvero, davvero fantastica.

POSSIAMO ASPETTARCI QUALCHE SORPRESA DURANTE LE DATE DEL TOUR, CONSIDERANDO CHE SI TRATTERÀ DI UNA SERIE DI DATE A CELEBRAZIONE DI UN COMPLEANNO PIUTTOSTO IMPORTANTE?
– Credo che sarà speciale ogni sera. Penso che, per tutte le ragioni che ho appena descritto, queste prime due parti del tour (tra ottobre e dicembre, tra Europa e Sud America, ndr) saranno più incentrate sulla reunion e sui quaranta anni di carriera, quindi saranno più uno sguardo al passato.
E poi, più avanti nel 2025, faremo alcune tappe che saranno più incentrate sul nuovo album, quindi più focalizzate sul presente e, al contempo, sul futuro. Ma i primi due mesi saranno una celebrazione della nostra storia.

ORA CHE SEI DI NUOVO UN MEMBRO A TEMPO PIENO DEI DREAM THEATER, AVRAI TEMPO PER PORTARE AVANTI ALTRI PROGETTI MUSICALI COME I WINERY DOGS?
– Direi che tutti i ragazzi e tutti i miei altri gruppi e progetti sono consapevoli del fatto che i Dream Theater sono ora la mia casa base, il mio obiettivo e la mia priorità. Quindi, almeno per i prossimi due anni, ruoterà tutto praticamente intorno a loro.
Potrei fare una cosa una tantum qua e là, per esempio, ho uno spettacolo unico con Metal Allegiance a settembre, in caso questo non interferisca con la mia band principale. Ma per la maggior parte, credo che tutti siano consapevoli del fatto che per i prossimi anni si tratterà solo di Dream Theater. Per tutto il resto, vedremo quali progetti esterni sopravvivranno. Sicuramente, il tempo lo dirà.

QUARANTA ANNI SONO UN PERCORSO MOLTO LUNGO PER UNA BAND, PENSATE MAI AL FUTURO? CHE TIPO DI EREDITÀ STANNO LASCIANDO I DREAM THEATER? C’È QUALCHE NUOVA BAND, POTENZIALMENTE ITALIANA, CHE ATTIRA LA TUA ATTENZIONE OGGI?
– È una bella domanda. Non lo so. Voglio dire, la scena prog è cresciuta e si è evoluta così tanto nel corso dei decenni.
Quando siamo diventati popolari all’inizio degli anni ’90, non c’erano molti altri gruppi progressive metal. Ce n’erano alcuni, ma pochissimi hanno raggiunto il successo commerciale che abbiamo avuto noi e non so perché. Forse perché abbiamo firmato per una major, o forse per la nostra musica.
Credo che se si guarda a molti gruppi progressive, alcuni di loro non abbracciano il lato metal quanto noi e credo che forse questo ci abbia aiutato a superare i confini come abbiamo fatto nel corso dei decenni, difficile a dirsi.
Per rispondere alla tua domanda, credo che i Dream Theater abbiano contribuito ad aprire le porte di questo stile musicale a molti gruppi più giovani. E chi sarà il prossimo non lo so. Al giorno d’oggi si vedono così tanti tipi diversi di musica progressive – che può seguire lo stile degli Opeth ad esempio, molto metal, oppure può avere uno stile più jazz fusion o ancora djent con veri e propri i guitar shredder.
Il prog stesso si è evoluto all’interno di questo tipo di musica. Forse una band come gli Sleep Token è un buon esempio di gruppo che prende elementi progressive, ma li porta a un nuovo livello, prendendo la popolarità di quello che fa una band come i Ghost, ma mettendoci un tocco più progressive.
Forse è questo il futuro, vedremo quali saranno le band che si affermeranno.

PARLANDO DEL FUTURO E DI BAND O ARTISTI CHE SI SONO ISPIRATI A TE, COSA PENSI DELLE NUOVE GENERAZIONI DI MUSICISTI CONSIDERANDO CHE I TUOI FIGLI CANTANO E SUONANO LA BATTERIA, A DETTA DI MOLTI, ANCHE MEGLIO DI TE?
– Sono d’accordo e questa affermazione non mi offende affatto (ride, ndr). Il mio ragazzo è davvero molto tecnico e decisamente molto musicale; impressionante direi.
Cosa ne penso della nuova generazione? Beh, mi fa impazzire. Voglio dire, ogni giorno apro i miei social media e guardo Instagram o YouTube e ci sono questi giovani musicisti di quindici anni che suonano le mie parti di batteria con una mano sola. Il livello di musicalità è cresciuto ed è salito alle stelle e credo che la musica sia in continua evoluzione.
Quando siamo usciti, negli anni ’90, quello che facevano i Dream Theater sembrava un alto livello di competenza e di tecnica ma al giorno d’oggi, se penso a “Images And Words”, sembra quasi un rock da vecchi; soprattutto per gli standard dei ragazzi di oggi che si sono evoluti così rapidamente, e così al di là di ciò che noi siamo in grado di fare.
Quindi sì, è tutta un’evoluzione ed è spaventoso da vedere, ma è anche molto stimolante. E vedere quello che mio figlio Max fa con la sua band Tallah è assurdo; suona in maniera incredibilmente tecnica e ha un drumming pazzesco anche se non è propriamente prog, è come se il nu metal incontrasse l’hardcore.
Credo che molte band e molti musicisti al giorno d’oggi possano essere incredibili musicisti senza dover suonare necessariamente progressive. Prendi ad esempio una band come i Dirty Loops: sono musicisti incredibili, ma non suonano prog; non è neppure metal, è quasi un pop/jazz fusion. Quindi penso che questo tipo di musicisti stia evolvendo, portando la musicalità a nuovi livelli.
Devo dire che, paradossalmente, è davvero stimolante vedere che non posso fare molte delle cose che questi giovani batteristi riescono a fare, non ne sono proprio in grado (ride, ndr). Ed è questa la grandezza dell’evoluzione della musica.

 

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