Bersagliati dalla sfortuna, che ha portato ad una girandola di quattro cantanti in cinque anni, i Drowning Pool hanno sempre dimostrato di saper rialzare la testa, superando le difficoltà e mantenendo i favori del pubblico, soprattutto quello d’Oltreoceano e ad alto tasso testorenico, superando indenni il passaggio dal nu metal degli esordi all’hard-rock delle ultime uscite. E, a giudicare dalle parole entusiaste del singer CJ, ora che la band sembra aver trovato il suo cavallo di razza nella figura del nuovo entrato Jason Moreno, la rinascita sembra davvero compiuta…almeno fino al prossimo giro di ruota!
PARTIAMO DAL VOSTRO ULTIMO LAVORO, “RESILIENCE”: QUALI SONO A TUO AVVISO LE PRINCIPALI DIFFERENZE RISPETTO AL SUO OMONIMO PREDECESSORE?
“Sicuramente l’ingresso del nuovo singer ha portato una nuova energia, direi che è il nostro disco più metal, più rock di sempre. Dopo la scomparsa di Dave, abbiamo trovato due ottimi cantanti, ma con loro non si è mai instaurata l’alchimia che c’è con Jason, con cui abbiamo scritto più materiale di quanto ne abbiamo composto nella nostra intera carriera. Penso davvero sia il nostro disco più aggressivo, come se fossimo tornati al 2001”.
“SINNER”, IL VOSTRO ALBUM DI DEBUTTO, ERA ANCORA ASCRIVIBILE ALLA SCENA NU-METAL / POST-GRUNGE, MENTRE CON GLI ANNI IL VOSTRO SOUND E’ VIRATO VERSO UN HARD-ROCK CON CORI DA STADIO…COME CI SIETE ARRIVATI?
“E’ un’evoluzione naturale, cerchiamo di essere onesti e riflettiamo nella nostra musica quello che succede nelle nostre vite: sicuramente ci sono alcuni pezzi più aggressivi che riflettono la nostra frustrazione per l’ennesimo cambio di singer, ma al tempo stesso l’ingresso di Jason ci ha (ri)aperto delle porte che credevamo chiuse e ci permette di suonare ogni stile di musica, quindi sicuramente è stato positivo. Sono sempre stato un grande fan dei Led Zeppelin e ho sempre apprezzato la loro capacità di evolversi da un album all’altro suonando diversi stili, quindi nel nostro piccolo cerchiamo anche noi di seguire un percorso evolutivo nella nostra carriera”.
RYAN E’ STATO CON VOI PER 5 ANNI E HA REGISTRATO DUE ALBUM, QUINDI A TUTTI GLI EFFETTI E’ FINORA IL SINGER PIU’ LONGEVO DEI DROWNING POOL: COME AVETE REAGITO ALLA SUA DECISIONE DI LASCIARE LA BAND PER TORNARE CON I SOIL?
“In qualche modo posso dire che ce lo aspettavamo: già quando abbiamo cominciato a lavorare al secondo album il rapporto era diventato esclusivamente di natura professionale, ovvero abbiamo registrato il disco e fatto il tour, ma non c’era quell’alchimia che dovrebbe esserci tra i membri di una band. Non siamo dunque rimasti sorpresi dalla sua decisione di rientrare nei Soil, credo sia la scelta giusta per tutti: per lui che ritrova la sua band e per noi che abbiamo trovato un singer pazzesco come Jason, decisamente il migliore con cui abbia mai lavorato”.
PARLANDO DI JASON, COME LO AVETE TROVATO?
“Ci conosciamo da tanto tempo, noi siamo sulla scena dal 1996 e già all’epoca ci siamo incrociati un po’ di volte quando suonava con la sua vecchia band, i The Suicide Hook. Negli anni successivi ci siamo incrocati alcune volte, e quando ci siamo trovati senza cantante abbiamo pensato a lui. Ovviamente ha sostenuto le audizioni come tutti gli altri, ma abbiamo capito subito che era ciò che cercavamo”.
COSA CI PUOI RACCONTARE INVECE DELLA COLLABORAZIONE CON JAMES DURBIN, VINCITORE DI AMERICAN IDOL?
“Siamo stati fortunati perchè nelle audizioni abbiamo potuto visionare un sacco di ottimi cantanti, e tra questi c’è stato anche James, un cantante rock molto versatile. Poi però, come detto, abbiamo visto Jason, che ci ha subito colpito per il suo range vocale e per la sua dedizione ai Drowning Pool fin da subito, tanto che già alle audizioni è arrivato sapendo tutti i nostri pezzi”.
A PROPOSITO DI CANTANTI, E’ VERO CHE IN PASSATO, ALL’EPOCA DELLA SCOMPARSA DI JOHN, SIETE ENTRATI IN CONTATTO ANCHE CON ROBB FLYNN DEI MACHINE HEAD?
“Sì, era tra i cantanti che avevamo valutato all’epoca, anche perchè sono da sempre un fan dei Machine Head. Alla fine però volevamo mantenere un nostro stile, non suonare come i Drowning Pool con il cantante dei Machine Head, quindi abbiamo optato per Gong, anche se la cosa poi non ha funzionato; quindi abbiamo di nuovo cambiato scegliendo stavolta l’ex-cantante dei Soil. Il lato positivo è che ora, avendoci fatto il callo, siamo in grado di gestire un cambio di cantante con relativa facilità (risate, ndR), e comunque non ho nessun rimpianto, tutta la strada che abbiamo fatto ci ha portato fin qui e a scegliere Jason; se le cose fossero andate diversamente, forse non saremmo in questa situazione”.
IL PRIMO SINGOLO DEL NUOVO ALBUM E’ “IN MEMORY OF…”, IN ONORE DEL VOSTRO COMPIANTO SINGER…
“E’ una delle prime canzoni che abbiamo registrato per il nuovo album, credo questo fosse il momento giusto per scriverla, in occasione dei dieci anni dalla scomparsa di John, ma in generale è dedicata a tutti coloro che hanno perso qualcuno di caro”.
CAMBIANDO REGISTRO, HO MOLTO APPREZZATO ANCHE “ANYTIME, ANYPLACE”, UNA BOTTA DI ENERGIA COME POCHE…
“Questa è la prima canzone che abbiamo scritto con Jason, è uscita in modo molto naturale partendo dal pattern di batteria e poi il resto è venuto fuori di conseguenza; credo esprima bene l’energia che l’ingresso di Jason ha portato e anche dal vivo ha avuto da subito un’ottima accoglienza, anche prima che l’album uscisse, quando l’abbiamo suonata il pubblico sembrava la conoscesse da subito”.
IN PASSATO AVETE SPESSO SUONATO SIA DAVANTI ALLE TRUPPE DI MARINES CHE AD EVENTI DI WRESTLING. CON QUALI DEI DUE VI IDENTIFICATE DI PIU?
“E’ un paragone un po’ strano, comunque le reazioni del pubblico sono in entrambe i casi esaltanti: in generale adoro suonare di fronte a chinque, anche se in questi casi ovviamente funziona meglio il nostro materiale più aggressivo”.
TORNIAMO UN ATTIMO INDIETRO AI TEMPI DELL’OZZFEST: MOLTE DELLE BAND SUL SECOND STAGE SONO ORMAI SCOMPARSE, MENTRE VOI SIETE ARRIVATI AL QUINTO ALBUM…
“Abbiamo la fortuna di continuare a fare quello che amiamo di più, con la stessa passione, ogni giorno. Pur con tutti gli alti e bassi, sono felice di quanto abbiamo fatto finora e contento che il pubblico sia dalla nostra, anche se non c’è nessun segreto per questo se non il duro lavoro quotidiano”.
COSA CI PUOI DIRE INVECE DEL TUO PROGETTO PARALLELO VOODOO CORPS, CON I RAGAZZI DEI NONPOINT?
“Abbiamo per ora alcuni pezzi pronti da registrare ed altri per cui mancano le parti di chitarra, anche se ovviamente in questo momento siamo fermi perchè la mia priorità ora sono i Drowning Pool; credo comunque che entro la fine dell’anno riusciremo a registrare qualcosa, sto pensando anche ad un progetto parallelo con Jason, dato che mi piace suonare in ogni momento ed esplorare diversi stili, per cui di sicuro non starò con le mani in mano. Appena finito di promuovere il nuovo album dei DP, troverò sicuramente spazio per gli altri progetti al momento fermi”.
HAI AVUTO MODO DI SENTIRE LA VERSIONE DI “BODIES” CANTATA DA UNA RAGAZZA ALLA VERSIONE FILIPPINA DI X-FACTOR?
“Assolutamente sì, ha una voce pazzesca, appena l’ho sentita ho subito pensato a lei per registrare un pezzo insieme! Anzi, le avrei anche offerto il posto di cantante dei Drowning Pool se non avessimo già trovato il nuovo vocalist (risate, ndR)!”.
ANCHE SE IL VOSTRO SOUND E’ DECISAMENTE ‘BOMBASTICO’, AVETE MAI PENSATO DI REGISTRARE UN ALBUM DI VERSIONI ACUSTICHE, COME FATTO AD ESEMPIO DAGLI ALICE IN CHAINS?
“Sì, è un qualcosa cui pensiamo da un po’ di tempo, e ora che abbiamo trovato Jason potrebbe essere la volta buona, visto che non era nelle corde degli altri singer. Abbiamo fatto qualche performance acustica in passato ed è un qualcosa che mi piacerebbe registrare, come hanno fatto anche i Sevendust. Magari potremmo fare un disco diviso in due parti, le canzoni heavy su un lato e quelle acustiche sull’altro; con l’ingresso di Jason abbiamo composto veramente un sacco di materiale, quindi può essere che entro la fine dell’anno riesca a lavorarci sopra, dato che ci siamo tenuti un po’ di tempo libero sotto Natale ed ho la fortuna di avere uno studio di registrazione casalingo”.
BENE CJ, GRAZIE DI TUTTO, A TE IL MICROFONO PER I SALUTI FINALI!
“Grazie a tutti per il vostro Paese e il vostro magnifico cibo, spero di venire a trovarvi presto con la band!”.