DYING FETUS – Brutality For Life

Pubblicato il 06/11/2009 da

 

Il titolo di un loro vecchio album recita "stop at nothing" e non si può certo dire che la death metal band del Maryland nota come Dying Fetus non stia prendendo alla lettera tale affermazione. Da anni il gruppo guidato dal chitarrista/cantante John Gallagher macina infatti tour su tour in giro per il globo, riuscendo inoltre a produrre con una certa regolarità album dalla qualità sempre più che valida. Il nuovo "Descend Into Depravity", ad esempio, che ha fatto entrare i nostri addirittura nella classifica di vendite americana e che ha procurato loro lo slot di support band principale dei Cannibal Corpse nell’ultimo tour europeo di questi ultimi. Insomma, roba non da poco, se si considera anche che stiamo parlando di una formazione che non suona certo musica accessibile e per le masse. In occasione della data londinese dei nostri, abbiamo avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere con il cordialissimo batterista Trey Williams – nel Feto Morente dal 2007 – che ha così colto l’occasione per presentarsi al pubblico italiano e per narrarci qualche retroscena sulla vita on the road della sua band…

 

 

TU SEI L’ULTIMO ARRIVATO IN CASA DYING FETUS. COME SEI ENTRATO IN CONTATTO CON LA BAND?
“Prima di tutto, bisogna dire che conosco John da tantissimi anni. Siamo della stessa città e ho sempre seguito la carriera dei Dying Fetus. Ogni volta che suonavano in città andavo a vederli… si parla addirittura dei tempi di ‘Purification Through Violence’. Un paio di anni fa la mia vecchia band è andata in tour con loro in Canada e durante quell’esperienza abbiamo avuto modo di conoscerci meglio. Quando hanno avuto bisogno di un nuovo batterista, hanno perciò pensato a me. E io ho accettato l’invito di buon grado!”.

PRIMA DI TE SI SONO SUCCEDUTI NEL TUO RUOLO NUMEROSI BATTERISTI DI SPESSORE. COME TI SEI TROVATO A CIMENTARTI NELLE LORO PARTI?
“Da un lato è stato un onore essere scelto come nuovo batterista dei Dying Fetus, una band che ha appunto sempre avuto ottimi batteristi. Dall’altro, ho cercato di non pensarci troppo e di fare il mio dovere al meglio delle mie possibilità. Credo di avere uno stile proprio e ho cercato di metterlo al servizio della band. Quando si tratta di riproporre i vecchi pezzi, sono solito rimanere fedele alle parti udibili su disco, mentre durante la stesura dei nuovi brani ho detto a John che mi sarebbe piaciuto velocizzare alcune parti. Credo che, a livello di blast-beat, ‘Descend Into Depravity’ sia il lavoro più veloce dei Dying Fetus. Ora però non voglio dire che sono più bravo o più veloce di un drummer come Kevin Talley, tanto per fare un nome… sto solo dicendo che ho fatto in modo che i blast-beat fossero più serrati rispetto al passato”.

ENTRARE IN UNA BAND COME I DYING FETUS AVRA’ ANCHE COMPORTATO UN GROSSO CAMBIAMENTO A LIVELLO DI STILE DI VITA. MI SBAGLIO?

“Certamente, è andata così! I Dying Fetus sono una band che va in tour dai sei agli otto mesi all’anno. Dedicarmi a un progetto simile ha comportato dei sacrifici. Prima avevo un lavoro e una vita regolare, mentre ora sono ogni giorno in un posto diverso, senza programmi precisi. Per certi versi è dura stare così tanto tempo lontano da amici e familiari, ma sono un musicista e questo è ciò che amo fare. Inoltre, devo dire di essere fortunato rispetto a tanti altri colleghi: i miei datori di lavoro mi hanno detto che potrò tornare a lavorare con loro quando sarò di nuovo a casa e questa cosa mi rende un po’ più tranquillo quando penso al mio futuro. Sono impiegato presso un’azienda che si occupa di impianti audio/luci per stadi, hotel e luoghi pubblici in generale… credo che tra un tour e l’altro, anzichè stare a casa a poltrire, tornerò a lavorare per guadagnare soldi extra. Non si sa mai in tempi come questo”.

QUANTO PAGA FAR PARTE DI UNA BAND COME I DYING FETUS?
“Bella domanda… soldi dalle vendite dei CD praticamente non se ne vedono. Tutti i guadagni provengono dai tour e dalla vendita di merchandise. Ogni volta che parti per un tour, speri di vendere quante più t-shirt possibile, sia perchè con quei soldi devi sopravvivere una volta tornato a casa, sia perchè spesso il merchandise deve ancora essere pagato al momento di andare a suonare. In pratica, quando parti sei indebitato con l’azienda produttrice… a loro dai un acconto, poi speri di avere il denaro necessario per saldare il debito alla fine del tour. Non è una vita facile, ma, come ti dicevo, è fantastico passare delle intere giornate pensando solo alla tua musica e allo show che dovrai tenere. Non è certo una vita per tutti, ma a noi sta bene così, almeno per ora”.

QUINDI UN FAN CHE COSA DEVE FARE PER SUPPORTARE ATTIVAMENTE UNA BAND COME LA VOSTRA?

“Prima di tutto, comprare il CD. So che è facile scaricarlo, ma noi abbiamo fatto in modo di offrire un prodotto di qualità sopraffina questa volta: il booklet è curatissimo e se si ordina il CD dalla Relapse, è possibile anche richiedere una t-shirt. Poi, bisogna venire ai nostri concerti e acquistare il merchandise: quel denaro finisce direttamente nelle nostre tasche e ci dà la possibilità di saldare i nostri debiti, produrre altro merchandise, affittare la sala prove e via dicendo. Spero di aver chiarito le idee a chi pensa che chi suona in una death metal band faccia la vita da rock star”.

DA QUALCHE TEMPO SIETE RIMASTI UN TERZETTO. ANCHE QUESTO E’ UN MODO PER COMBATTERE LA CRISI?
“Per certi versi sì, visto che così siamo solo in tre a dividere i guadagni. Inoltre, è molto più semplice andare in tour: sul furgone o sul bus abbiamo più spazio e, in generale, il tour manager fa molta meno fatica a gestirci. Però non so se si tratti di una soluzione definitiva: abbiamo tenuto delle audizioni per cercare un secondo chitarrista, ma ci siamo presi del tempo per valutare. John continua a scrivere qualche brano per due chitarre, ma nel complesso non facciamo fatica a esibirci in tre… credo che almeno per un po’ di mesi andremo avanti così. Poi si vedrà…”.

IN EFFETTI DAL VIVO CONTINUATE A ESSERE UNA GARANZIA…
“Sì, tutto sta nel suonare spesso e nel rimanere affiatati. Abbiamo una grande esperienza in materia di live ormai, siamo in grado di esibirci in qualsiasi situazione. Come ti dicevo, oggi per vivere di musica un gruppo come il nostro deve andare in tour… noi siamo pronti a farlo con chiunque ce ne dia l’occasione. Non ci importa dove e con chi suoniamo… ogni sera daremo il massimo”.

HO VISTO INFATTI CHE, SOPRATTUTTO NEGLI STATI UNITI, AVETE DIVISO IL PALCO CON BAND ANCHE MOLTO DIVERSE DALLA VOSTRA…
“Sì, ad esempio, di recente abbiamo portato a termine un tour con gli Hatebreed. E’ andato davvero bene e sono certo che abbiamo guadagnato molti nuovi fan nel corso di quei concerti. Stesso discorso per il Summer Slaughter tour dell’estate scorsa, quando ci siamo esibiti assieme a death metal band come i Necrophagist, ma anche a formazioni più tendenti al metal-core come Winds Of Plague e Born Of Osiris. Ogni giorno suonavamo esattamente fra queste due band e tanti ragazzi loro fan erano praticamente costretti a vederci: alla fine in molti venivano da noi a complimentarsi e dirci che, anche se non ci avevano nemmeno mai sentiti nominare prima di allora, erano curiosi di andare ad ascoltare la nostra musica. Quei tour sono stati proprio un successo sotto questo punto di vista”.

DEL RESTO, IN MOLTI VI INSERISCONO FRA I RESPONSABILI DELLA NASCITA DEL DEATH-CORE…

“Beh, effettivamente, quando ancora il termine non era in uso, band come i Dying Fetus o gli Skinless erano influenzati da certo hardcore e proponevano una forma di death metal che scatenava grossi mosh-pit. Non so dirti se abbiamo dato vita al trend, ma di certo parecchie di queste giovani death-core band hanno ascoltato i nostri vecchi album… ogni volta che siamo in tour con loro non si lasciano sfuggire l’occasione per farci tante domande o semplicemente dirci quanto apprezzano ciò che facciamo. Personalmente, mi piacciono alcune di queste nuove realtà, credo che stiano facendo un gran lavoro nell’avvicinare i ragazzi al metal estremo”.

IN QUESTO MOMENTO SIETE IN TOUR CON I CANNIBAL CORPSE, MA PENSO CHE ABBIATE GIA’ DEI PROGRAMMI BEN DELINEATI PER IL PROSSIMO FUTURO…
“Sì, a grandi linee, i prossimi due anni sono già stati completamente programmati! Dopo questo tour europeo con i Cannibal Corpse, torneremo negli Stati Uniti per un tour assieme ai The Faceless e a una manciata di altri gruppi. Poi penso ci sarà un altro tour in Asia e Australia all’inizio dell’anno, mentre in primavera ed estate sarà di nuovo la volta dell’Europa. Posso già anticiparti che fra marzo e aprile torneremo a farvi visita con i ragazzi degli Origin, dei Beneath The Massacre e dei Revocation e che siamo già stati confermati per il Party.San, il Brutal Assault e il Summer Breeze festival. Ci vedremo piuttosto spesso nel 2010!”.

OTTIMO! APPUNTAMENTO ALLORA ALL’ANNO PROSSIMO, TREY!
“Certamente! Voglio ringraziare tutti i fan che sono venuti a vederci a Milano quando abbiamo suonato con i Cannibal Corpse, quello è stato proprio un grande show! Per me è molto importante suonare in Italia, visto che sono nato a Vicenza. Spero di potervi rivedere tutti presto, grazie ancora per il supporto!”.

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