DYING FETUS – We Are Your Enemy!

Pubblicato il 19/04/2007 da
Sono tornati! Li abbiamo aspettati quattro lunghi anni, ma oggi i Dying Fetus sono di nuovo fra noi e il loro ritorno sulle scene è per fortuna coinciso con la pubblicazione di un gran bel lavoro come “War Of Attrition”, platter alfiere di una quarantina di minuti di sopraffino e iper tecnico brutal-core come solo i quattro musicisti statunitensi sono in grado di concepire. Il gentilissimo chitarrista Mike Kimball ci racconta tutto a riguardo…

IL VOSTRO NUOVO ALBUM SI INTITOLA "WAR OF ATTRITION". DI QUALE GUERRA DI LOGORAMENTO STATE PARLANDO?
"In generale, il disco parla di come vari aspetti della vita possano costantemente cercare di abbatterci e di influenzare la nostra percezione di cosa ci sta attorno. Il titolo può inoltre essere visto come una sorta di monito, una dichiarazione di intenti… resistere a questo mondo, rifiutare di adattarsi ad esso e di piegarsi alle sue diverse forme di corruzione".

I DYING FETUS SONO DA TEMPO NOTI PER ESSERE UNA BAND PIUTTOSTO ATTIVA ANCHE POLITICAMENTE PARLANDO. LA COPERTINA DI "WAR OF ATTRITION" RITRAE DELLE ARMI, UN TESCHIO E DELLE BANDIERE AMERICANE… POSSIAMO METTERE IN RELAZIONE QUESTE IMMAGINI CON LE GUERRE CHE VEDONO ATTUALMENTE IMPEGNATA LA VOSTRA NAZIONE?
"Sicuramente quelle immagini possono essere collegate alle guerre che hanno luogo in questo periodo, ma non abbiamo pensato direttamente ad esse per concepire la copertina. Se ci pensi, potrebbero avere qualcosa a che fare con qualsiasi guerra che gli USA abbiano combattuto. Sia chiaro che le nostre idee politiche non sono cambiate, ma, pur lasciandoci ispirare da quanto accade oggi nel mondo, stiamo cercando di non scrivere testi troppo diretti e di lasciare spazio alle interpretazioni di ogni nostro ascoltatore. Personalmente, vedo questa copertina come un insieme di sentimenti contrastanti, che ognuno può interpretare alla sua maniera".

VENENDO ALLA MUSICA, HO TROVATO "WAR OF ATTRITION" STILISTICAMENTE VICINO SIA A "DESTROY THE OPPOSITION", SIA A "STOP AT NOTHING". LE CANZONI MI SONO PERÒ SEMBRATE PIÙ CONVINCENTI DI QUELLE CONTENUTE IN QUEST’ULTIMO LAVORO…

"Sì, sono decisamente d’accordo! Non volevamo allontanarci troppo dallo stile degli ultimi due album, ma abbiamo fatto il possibile per comporre dei brani maggiormente brillanti, che evidenziassero quanto siamo cresciuti come band negli ultimi tempi".

LA VOSTRA MUSICA È SOLITAMENTE MOLTO COMPLESSA. COME SIETE SOLITI COMPORLA? OGNI MEMBRO DELLA BAND HA MODO DI METTERCI DEL SUO?
"Tutti nella band possono sempre comporre del nuovo materiale, ma anche se ciò non avviene, la cosa più importante è che tutti i membri siano soddisfatti e convinti di quanto è in quel momento in lavorazione. La maggior parte dei nostri pezzi vengono composti a casa da uno di noi e poi arrangiati assieme in sala prove. Di solito è John colui che porta il numero più alto di riff, mentre Sean e Duane hanno il compito di limarli e di metterli assieme. Io invece mi occupo per lo più dei testi".

VI SIETE MAI POSTI DEI LIMITI DURANTE LA STESURA DEI BRANI? C’È QUALCOSA CHE NON VI SENTITE DI COMPORRE SOTTO IL NOME DYING FETUS?
"Non ci siamo mai posti dei veri e propri limiti, ma di certo non vogliamo allontanarci troppo dallo stile per cui siamo noti. Vogliamo ovviamente evolverci, però l’obiettivo principale della band è e resterà sempre quello di suonare musica che noi stessi vorremmo ascoltare, quindi non ci troveremmo affatto a nostro agio a sperimentare con generi e suoni troppo lontani dal metal estremo".

TORNANDO AL NUOVO ALBUM, HO MOLTO GRADITO IL TIPO DI SUONI CHE AVETE UTILIZZATO. A MIO AVVISO, "STOP AT NOTHING" SUONAVA UN PO’ TROPPO FREDDO…
"Sì, abbiamo deciso di tornare in parte alle origini in termini di produzione, soprattutto per quanto riguarda le chitarre e la batteria. Su ‘Stop At Nothing’ avevamo avuto la chance di sperimentare con della nuova strumentazione e delle apparecchiature per noi inedite, ma non è mai stata nostra intenzione quella di andare avanti per sempre con quei suoni quasi ‘robotici’. Per ‘War Of Attrition’ volevamo che i suoni fossero molto crudi e aggressivi e trovo che siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo senza sacrificare alcun strumento nel mixaggio finale".

SU "WAR…" HA ESORDITO UFFICIALMENTE IL VOSTRO NUOVO BATTERISTA DUANE TIMLIN. TI ANDREBBE DI PRESENTARCELO? PERCHÈ VI SIETE SEPARATI DA ERIK SAYENGA?
"Conoscevamo Duane da un paio d’anni: la sua vecchia band, i Divine Empire, ci avevano fatto da supporto in un tour. Quando ha saputo che cercavamo un batterista ci ha chiesto di organizzare un’audizione e durante quest’ultima ci ha parecchio impressionato. Non è stato quindi difficile chiedergli di unirsi a noi. Erik ci ha lasciato per un motivo molto comune: non aveva più tempo da dedicare alla band. È una cosa che capita spesso nella scena metal…".

VA INOLTRE MENZIONATO L’ALTRO CAMBIO DI LINEUP CHE AVETE DOVUTO AFFRONTARE: IL FRONTMAN VINCE MATTHEWS HA LASCIATO LA BAND E SEAN, IL VOSTRO BASSISTA, HA INIZIATO A FARSI CARICO DELLE VOCI ASSIEME A JOHN GALLAGHER…
"Esattamente. Penso che questa lineup sia perfetta per i Dying Fetus… credo che la band funzioni meglio come quartetto. Con Vince non andavamo più d’accordo su alcuni aspetti, così quando se ne è andato abbiamo immediatamente chiesto a Sean di occuparsi delle voci. All’inizio era un po’ riluttante, ma credo stia facendo un ottimo lavoro!".

SIETE CONSCI DELL’INFLUENZA CHE LA VOSTRA MUSICA HA AVUTO E STA AVENDO SU PARECCHIE BAND DELLA COSIDDETTA SCENA DEATH-CORE? CHE NE PENSATE DI QUESTO GENERE DI MUSICA?
"Ovviamente sono molto orgoglioso del fatto che i Dying Fetus vengano rispettati così tanto da tutte queste band. Mi piacciono gruppi come Despised Icon o Job For A Cowboy e sono contento che il metal estremo stia godendo di una certà popolarità grazie anche al loro lavoro".

QUALI SONO GLI OBIETTIVI PRINCIPALI DELLA BAND NEL 2007?
"Personalmente mi piacerebbe andare in tour più spesso… vedremo quali opportunità ci verranno fornite. Gli altri obiettivi sono sempre i soliti: scrivere musica che piaccia a noi stessi e che magari riesca a soddisfare anche chi ci segue".

IN SEGUITO ALL’ESPLOSIONE DEI PROGRAMMI DI FILE-SHARING, AVETE NOTATO UN CALO NELLE VENDITE DEI VOSTRI CD?
"No, non mi pare. Credo che chi ascolti metal sia piuttosto affezionato al CD – per non parlare del vinile – quindi nonostante i nostri dischi siano reperibili gratis online, moltissima gente continua comunque a voler averne a casa una copia originale con il booklet, etc. Credo che il CD non morirà tanto facilmente".

PER CONCLUDERE, QUALI SONO I VOSTRI PROGRAMMI SUL FRONTE LIVE?
"Inizieremo ad andare in tour di supporto a ‘War Of Attrition’ molto presto! A maggio saremo in Europa con i nostri grandi amici Skinless, mentre per l’estate e il prossimo autunno contiamo di prendere parte ad almeno due o tre tour negli Stati Uniti e in Canada. Ovviamente non è escluso un secondo tour europeo… ci stiamo lavorando!".

C’È UN CONCERTO TENUTO CON LA BAND CHE RICORDI CON PARTICOLARE PIACERE?
"Tra quelli recenti, sicuramente l’ultimo che abbiamo tenuto ad Orlando, in Florida, con Cannibal Corpse e Necrophagist. Abbiamo suonato alla House Of Blues, che è situata proprio in mezzo al più famoso parco di divertimenti del mondo: Disney World. Tenere un concerto death metal a Disney World è stata davvero un’esperienza straordinaria!".

OK, GRAZIE MILLE PER L’INTERVISTA, MIKE. DOVREMO ASPETTARE ALTRI QUATTRO ANNI PER UN NUOVO ALBUM DEI DYING FETUS?
"Spero proprio di no! Al massimo tre anni… ma faremo il possibile per non andare oltre! Ora ci aspettano diversi tour, ma credo che il momento di tornare in studio per registrare un nuovo album non tarderà ad arrivare. Grazie a tutti per il supporto, venite a vederci quando suoneremo dalle vostre parti!".
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