Nonostante si tratti di un debutto, il primo capitolo discografico ufficiale degli italianissimi Dynamic Lights “Shape” stupisce per la qualità e per la sicurezza con cui il gruppo affronta le song. Le canzoni crescono ascolto dopo ascolto, ed i richiami ai Fates Warning più cerebrali ed ai Pain Of Salvation più intricati rendono il tutto una amalgama degna di nota. Metalitalia.com ha intervistato il chitarrista Marco Poderi…
CIAO MARCO. INIZIAMO CON UNA PRESENTAZIONE DEI DYNAMIC LIGHTS. VORRESTI RACCONTARCI I TRATTI SALIENTI DELLA STORIA DELLA BAND, DAL 1997 AD OGGI?
“Ciao Salo, i Dynamic Lights sono attivi sin dal 1997 e la formazione è ormai invariata da parecchi anni. I passi compiuti dalla band sono stati molti ma graduali, ci siamo fatti tanta gavetta e abbiamo registrato un demo nel 99 intitolato ‘Night Lights’, l’Ep ‘Resurrection’ nel 2002 e finalmente nel 2005 è arrivato il debutto ufficiale con il full lenght album ‘Shape’, pubblicato dall’etichetta Olandese DVS Records. Da sempre abbiamo dato molta importanza al fattore ‘live’ ed abbiamo suonato in Italia con Pain Of Salvation, Shaaman, Lacuna Coil, Infernal Poetry ed altri. Poco dopo l’uscita dell’album siamo anche stati in tour attraverso Danimarca, Olanda e Germania con Nightingale e Tomorrow’s Eve”.
ORMAI “SHAPE” E’ FUORI DA UN PO’ DI TEMPO. COME E’ STATO ACCOLTO L’ALBUM DAI FAN E DAI GIORNALISTI?
“Per adesso le cose sono andate molto bene, abbiamo ricevuto tante recensioni positive e molta attenzione sia da parte dei siti internet sia da parte dei giornali. Anche i nostri amici e fans che hanno apprezzato ‘Resurrection’ sono stati piacevolmente colpiti da Shape quindi siamo soddisfatti. Un’ottima conferma sono stati i buoni riscontri ricevuti durante il tour con i Nightingale ma speriamo di poter sondare presto le cose dal vivo anche in Italia”.
NELLA VOSTRA MUSICA SONO RICONOSCIBILI LE IMPRONTE DI KING CRIMSON, PAIN OF SALVATION E FATES WARNING (OLTRE ALLA VOSTRA PERSONALITA’, OVVIAMENTE). MA SEMBRA CHE ABBIATE PRESO LA PARTE MENO ‘COMMERCIALE’ DI OGNUNA DI QUESTE BAND. E’ UNA SCELTA AUDACE, MA RISCHIOSA…
“Non ci siamo mai posti il problema, nel senso che non abbiamo mai deciso di rifarci ad una band o ad un’altra. La nostra intenzione è quella di trasformare in musica le nostre idee, le nostre emozioni, e di divertirci suonando, quindi non ci poniamo limiti di nessun tipo”.
IN UN GENERE COME QUESTO, DOVE LA PERIZIA TECNICA E’ AL PRIMO POSTO, SONO NECESSARI STRUMENTISTI ECCELLENTI. ED E’ PROPRIO IL VOSTRO CASO. CHE FORMAZIONE TECNICO/TEORICA AVETE?
“Giovanni, il nostro pianista/tastierista, è l’unico di noi ad aver fatto studi classici e si è diplomato al conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro con dieci e lode. Simone, il batterista, è un figlio d’arte e il suo insegnante è stato per moltissimi anni suo padre, un jazzista con esperienza da vendere; attualmente studia all’accademia di musica moderna con Franco Rossi. Matteo ha fatto parte di un coro lirico e per tanto tempo è andato a lezione privata. Raffaele, bassista, è praticamente un autodidatta (anche lui ha preso delle lezioni ma per pochissimo e il grosso l’ha fatto da solo). Io, invece, ho preso per alcuni anni lezioni private finchè non mi sono sentito abbastanza sicuro da poter portare avanti da solo la mia preparazione”.
IN FASE DI REGISTRAZIONE, E’ DA SEMPRE PRASSI CHE SUCCEDA QUALCHE IMPREVISTO, A VOLTE ANCHE DI UNA CERTA GRAVITA’ (HARD DISK CHE MUOIONO, MATERIALE PERSO, ECC.). CON VOI COME E’ ANDATA?
“Con ‘Shape’ siamo stati abbastanza fortunati…ai Fear Studio sono molto professionali e quasi tutto è andato liscio: l’unica stranezza è accaduta quando ci hanno consegnato il master e abbiamo tristemente scoperto che due tracce erano divise nel punto sbagliato, ma nel giro di pochi giorni tutto è stato aggiustato. In passato invece qualche imprevisto ci ha colpito, ad esempio quando eravamo in studio per ‘Resurrection’ ci è morta la tastiera ed abbiamo perso delle ore prima di rimetterla in senso grazie ad un intervento tra i circuiti”.
QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE PRINCIPALI, MUSICALMENTE PARLANDO?
“Ascoltiamo tutti generi diversi e ognuno di noi si pone pochi limiti: insomma ci piace sperimentare anche in questo campo e d’altra parte penso che tutta la musica possa dare qualcosa. Personalmente mi piace avere un disco ‘ad hoc’ per ogni situazione”.
LA SCENA PROGRESSIVE ATTUALE IN ITALIA NON E’ DI CERTO FLORIDA. QUALE PENSI SIA IL MOTIVO?
“Ci possono essere mille motivi in ogni caso il problema penso che sia, a livello di band la qualità delle proposte mentre, a livello di pubblico, un più diffuso e generale disinteresse per la musica in quanto arte. I gruppi non hanno molti spazi per esprimersi, non sono ne sostenuti ne incentivati a sperimentare quindi quando non si danno a generi commerciali e semplici spesso finiscono per creare musica derivativa e poco personale. D’altra parte la considerazione per la musica è molto bassa in Italia e a parte pochi appassionati, la gente preferisce spendere centinaia di euro in beni di consumo e di moda dalla breve durata che qualche euro in un compact disc. Fatte queste considerazioni non possiamo non dire che comunque qualche buona realtà ce l’abbiamo ancora, anche se non siamo ai tempi magici dei settanta, e tante nuove realtà stanno cercando di dare una smossa a questa situazione”.
LE VOSTRE SONG SONO DECISAMENTE INTRICATE E RICCHE DI ARRANGIAMENTI. COME NASCE UN VOSTRO PEZZO? LA STRUTTURA DELLE CANZONI VIENE STESA A PRIORI O NASCE MAN MANO CHE IL LAVORO PROCEDE?
“Componiamo di solito gradualmente, partendo da qualche idea da evolvere e da sviluppare. Quando è possibile scriviamo i pezzi tutti assieme in modo da renderli più vari e da sfruttare l’apporto creativo di cinque personalità distinte. Gli arrangiamenti poi li rivediamo quando il pezzo è finito quindi facciamo le piccole modifiche che permettono di dare una forma definitiva al brano”.
CI SONO DATE IN PROGRAMMA?
“Ad ottobre ci aspetta quello che speriamo sarà il concerto più importante della nostra storia dal 97 ad oggi. Suoneremo, infatti, al Progpower Festival Europeo che si terrà come tutti gli anni in Olanda e nei due giorni si esibiranno band eccezionali. Avremo l’occasione di suonare di nuovo con i Pain Of Salvation e di dividere il palco per la prima volta con gruppi che stimiamo molto quali i Wolverine, i Pagan’s Mind, gli Epica, i Green Carnation e tanti altri. Nel frattempo speriamo di suonare un po in Italia: per ora abbiamo confermata una data a Pesaro per il 22 settembre e in via di conferma un festival al quale dovrebbe partecipare anche una delle più importanti metal band Italiane per fine agosto (non dico di più perché non mi piace parlare di un evento fino a quando non è certo al 100% ma quando l’intervista sarà on line spero che la cosa sarà ufficializzata!)”.
CHE EMOZIONE HAI PROVATO AD ESEGUIRE “INSIDE” CON SUA MAESTA’ DANIEL GILDENLOW?
“E’ stato bellissimo, un’esperienza indimenticabile e tra l’altro a bordo palco c’erano tutti gli altri membri dei Pain Of Salvation ad ascoltarci. Daniel si è rivelato un artista eccezionale dal punto di vista “tecnico” ma anche una persona speciale, alla mano e disponibile. Gli abbiamo chiesto di fare Inside con noi poco prima di salire sul palco e lui non ha esitato a dire di si. Per noi è stata una soddisfazione immensa e il pubblico durante Inside si è scatenato: da quel momento tutta l’atmosfera della serata è cambiata”.
COME VI TROVATE CON LA DVS?
“Benissimo…Rene Janssen, titolare della label, si è sempre dimostrato con noi disponibilissimo, aperto al dialogo e al confronto. Ormai siamo diventati amici e lavoriamo come una squadra per ottenere il miglior risultato possibile. Dal punto di vista prettamente professionale la DVS ci ha dato buone possibilità all’estero ed in Italia e sta facendo il possibile per distribuire in modo capillare il nostro disco. Da sempre l’etichetta fa una politica di promozione della qualità e questo non può farci che piacere, inoltre è estremamente competitiva dal punto di vista dei prezzi e questo al giorno d’oggi è importante (fatevi un salto su www.dvsrecords.com e date voi stessi un occhiata al mailorder!)”.
ED ORA PER CONCLUDERE LASCIA UN MESSAGGIO AI FAN DEI DYNAMIC LIGHTS, ED A COLORO I QUALI POTREBBERO AVVICINARSI ALLA VOSTRA PROPOSTA…
“Grazie mille per aver letto quest’intervista ed essere giunti fin qui: a questo punto vi resta solo da visitare il nostro sito ufficiale ww.dynamiclights.net dove troverete alcuni pezzi di ‘Shape’ da scaricare; speriamo che vi piacciano. Il mio consiglio è di non approcciare il nostro lavoro come un disco progressive rock o progressive metal, ma di ascoltare i brani per quello che hanno da offrire a livello emozionale, melodico e tecnico: spero vi troverete tanti spunti interessanti, noi abbiamo fatto del nostro meglio per dare alla luce un prodotto intenso e curato. Grazie mille infine a Metalitalia.com e a Raffaele che ha realizzato con noi quest’intervista”.