“Jesse Hughes non desidera parlare né dei fatti di Parigi né di politica”. I promoter sono stati molto chiari quando ci hanno proposto di intervistare il frontman degli Eagles Of Death Metal e la cosa non ci sorprende affatto. Primo, perché possiamo solo immaginare l’incubo che deve essere stata la notte del Bataclan. Secondo, perché al netto delle bucce di banana su cui Hughes è scivolato nei mesi scorsi grazie al suo strombazzatissmo sostegno a Donald Trump e all’idea che tutti dovremmo avere una pistola sotto il cuscino, è lecito supporre che il suo management (o forse anche solo il suo buon senso) gli abbia suggerito di evitare l’argomento. Comunque sia, per noi è poco male: Metalitalia.com è una testata musicale e, soprattutto, lo sciacallaggio non ci è mai interessato. Le cose di cui ci interessa davvero parlare con Jesse Hughes sono “Zipper Down” – ovvero il suo ultimo album con gli EODM, i suoi progetti con e senza Josh Homme, i suoi gusti musicali e la sua vita spericolata. E a proposito di vita spericolata, anche il nostro ingresso all’Home Festival di Treviso è parecchio rock ‘n’ roll. Per farla breve, vi basti sapere che dopo un tempo infinito passato a friggere sull’asfalto, davanti a una cassa accrediti che all’ora dell’intervista era ancora chiusa e col telefono prossimo alla fusione, sbarchiamo in zona main stage a bordo di un furgone della Rai. Al nostro trafelato arrivo in press area Jesse Hughes è di gran lunga più rilassato di noi, in baffo e bretella d’ordinanza, intento ad offrire il suo bong arancione un po’ a tutti e a fotografare la crew che gioca a calcio balilla. Il suo manager/assistente/factotum (un omone a due ante dai tratti sudamericani) ci accompagna nel container dove si tiene l’intervista. Non ci perderà d’occhio un secondo: siamo un po’ in ansia, tanto più che la giornalista Rai ci ha appena informati della querela sporta da Hughes al Corriere della Sera per un titolo a lui sgradito. Ma fin da subito, con nostro grande sollievo, Hughes si rivela una specie di bambinone in sollazzo che insiste tantissimo per offrirci una birra e che ci abbraccia per un tempo così lungo da essere socialmente sconveniente. Certo, l’uomo è singolare. Ma di questo vi renderete conto anche da soli, leggendo l’intervista.
I NOSTRI LETTORI ASCOLTANO SOPRATTUTTO METAL, MA CI SONO ANCHE MOLTI FAN DEL ROCK…
“Io amo l’heavy metal!”.
GRANDIOSO! BE’, ALLORA DEVO CHIEDERTI SE ASCOLTI DEATH METAL…
“Amo i Vader: sono una delle mie band preferite. Mi sembrano dei computer umani, il loro sound mi fa pensare a quello che succederebbe se la macchina in Terminator prendesse consapevolezza di sé, non so se mi spiego. Quella è la musica che farebbe. Tutto è iniziato per me con i Sir Lord Baltimore, una band hard rock dei primi anni Settanta. Ovviamente mi piacciono i Sabbath. E i Metallica. ‘Kill ‘Em All’: a dodici anni ho rubato la cassetta a mio cugino! Aveva una scatola di sigari dove teneva le cassette, sono andato in camera sua e gliel’ho presa. È andato fuori di testa quando se n’è accorto! Mi ha beccato mentre la stavo ascoltando e mi fa: ‘Dove cazzo hai preso quella cassetta?!’ E io: ‘Eh…eh…’”.
AH-HA. BE’, “KILL ‘EM ALL” È UN VALIDO MOTIVO PER RUBARE…
“E il motivo per cui ci chiamiamo ‘Eagles Of Death Metal’ è perché rappresentiamo l’heavy metal! C’è questo tizio in un bar. Balla in pista e passano ‘Winds Of Change’. Non è una canzone che spacca, è tipo una ballad. Ma lui è lì così (fa headbanging sul divano). Io e Josh (Homme, ndR) lo guardiamo e ci chiediamo: ‘Che cazzo fa?’. A un certo punto si accorge che lo stiamo fissando e ci fa, con la voce grossa: ‘Be’, che c’è? Avete problemi?’. E noi rispondiamo: ‘Ehi amico, rilassati. Dai, è ‘Winds Of Change’…’. Al che lui ribatte: ‘Ragazzi, questo è rock ‘n’ roll’. E noi: ‘Naah, non lo è!’. E lui: ‘Questo è heavy metal!’. ‘No, cazzo, no!’. ‘Questo è death metal’. E Josh dice: ‘Questi sono tipo gli Eagles del death metal’. Ed è così che è nato il nostro nome. Vedi, noi siamo dei difensori dell’heavy metal e del death metal!”.
BUONO A SAPERSI! MA PARLIAMO UN PO’ DI ROCK ‘N’ ROLL: PARLIAMO DI “ZIPPER DOWN”. ANCHE SE IN REALTÀ “ZIPPER DOWN” NON È SOLO ROCK ‘N’ ROLL. L’HO SENTITO PIÙ COME UN TRIBUTO A DIVERSI DECENNI DELLA STORIA DEL ROCK. CI SONO GLI ANNI SETTANTA, C’È IL ROCK’N’ ROLL, C’È IL BLUES, C’È UN’ATTITUDINE UN PO’ PUNK E OVVIAMENTE L’INFLUENZA DELLA PALM DESERT AREA… UN SACCO DI COSE. QUINDI, LA DOMANDA È SE TUTTA QUESTA COMMISTIONE È INTENZIONALE, SE AVETE DEI PUNTI DI RIFERIMENTO O SE È SEMPLICEMENTE CIÒ CHE VIENE.
“Mia madre è una delle donne più intelligenti che abbia mai conosciuto. Anzi, è una delle persone più intelligenti che ho conosciuto in vita mia. Un giorno mi guarda e mi fa: ‘Tu sei una specie di radio di classici rock in stile Quentin Tarantino’. Che è un po’ quello che facciamo: se abbiamo dentro qualcosa è destinato a venire fuori. Sono ossessionato dai Parliament Funkadelic. Ascolto hip-hop quasi quanto rock’n’roll. Per me il rock’n’ roll è una mentalità: per me, i Public Enemy sono rock’n’ roll e punk quanto i Vader, e i Vader sono punk e rock’n’roll quanto i Black Flag. Perché è un modo di essere, di esprimersi”.
CHI È L’ULTIMA GRANDE ROCK STAR DEI NOSTRI GIORNI, SECONDO TE?
“Britney Spears”.
BRITNEY SPEARS.
“Si sta esibendo a Las Vegas, proprio come Elvis. Fin’ora, la sua carriera è stata parallela a quella di Elvis. Lei è la regina”.
È UNA RISPOSTA INASPETTATA, MA È MOLTO INTERESSANTE…
“Ma è vero! Se vai a vedere un suo show di Las Vegas, ti lascia stecchito. Fa questi show a Las Vegas come Elvis. Credo che Las Vegas sia il vero posto dove capisci se uno è un grande. Se finisci a Las Vegas, sei nel paradiso delle rock star. E adesso lei è la regina di Las Vegas, il suo manifesto è il più grande di tutti. Il suo spettacolo è impressionante. La sua band fa schifo, suonano ‘I Love Rock’n’Roll’ di Joan Jett e…bah, ma lei non smette di muoversi per tre fottute ore. È grandiosa. E poi è bellissima ed è del Sud, da dove vengo anch’io. Quindi la adoro, davvero!”.
CHE DIRE… SPLENDIDO! TI FACCIO UN’ALTRA DOMANDA SUL VOSTRO NUOVO ALBUM. QUANDO HO ASCOLTATO “ZIPPER DOWN” L’HO TROVATO SUBITO MOLTO DIVERTENTE. È UN “FEELGOOD ALBUM”, TI FA VENIR VOGLIA DI ALZARTI E METTERTI A BALLARE PER LA STANZA. VI PIACE L’IDEA DI FAR DIVERTIRE LA GENTE CON LA MUSICA?
“Sono il figlio di puttana più arrapato del mondo. E la mia musica è pensata per far sentire tutti a loro agio con la mia arrapataggine (ride, ndR). Vedi, a me le persone piacciono davvero. Tanti fanno canzoni per far vedere quanto sono bravi, io faccio canzoni che penso potrebbero piacere ai miei amici. Amo i miei amici, i miei amici sono la mia vita. A volte vado a dormire pensando: ‘Cosa posso combinare con questo o quest’altro domattina? Cosa posso fare per farlo ridere?’. Vedi, credo che se tutti la pensassimo così, le cose andrebbero meglio”.
CONCORDO. HO LETTO UNA RECENSIONE ITALIANA DI “ZIPPER DOWN” E C’ERA QUESTA FRASE CHE MI HA COLPITO. ERA UNA COSA TIPO: “È UN OTTIMO DISCO, NON È NIENTE DI NUOVO MA IN FONDO GLI EAGLES OF DEATH METAL NON VOGLIONO INVENTARE NIENTE DI NUOVO. VOGLIONO FAR STAR BENE LA GENTE E FARE BEI DISCHI”. SEI D’ACCORDO?
“Tutto quello che voglio è fare buoni dischi ed essere un bravo rocker. Vedi, io penso alla musica come al latte. Il latte non è niente di nuovo, ma è buono solo quando è fresco. Questa è la musica”.
PROSSIMA DOMANDA: SONO PASSATI OTTO ANNI TRA “HEARTH ON” E “ZIPPER DOWN”. È UN SACCO DI TEMPO, MA SIA TU CHE JOSH AVETE FATTO TANTE COSE IN QUESTO PERIODO. TU HAI COLLABORATO ALLA REALIZZAZIONE DI FILM E LIBRI, HAI FATTO DEI DISCHI DA SOLISTA (nel 2011, Hughes ha pubblicato due lavori sotto il moniker di Boots Electric, ndR)E JOSH HA SEMPRE UNA MAREA DI PROGETTI IN PIEDI. QUINDI MI CHIEDEVO SE QUESTA PAUSA SIA STATA CERCATA, SE VI SIETE PRESI DEL TEMPO PER FARE ALTRO O SE, SEMPLICEMENTE, È ANDATA COSÌ.
“Non è mai stata una nostra intenzione. È successo e basta. Io e Josh siamo amici e cerchiamo di darci la massima disponibilità. Quando mi sono messo a fare dei dischi da solo, volevo imparare delle cose, fare qualcosa di diverso per tornare agli Eagles Of Death Metal con delle idee. Non crediamo nelle tempistiche, crediamo nei tempi giusti. Non me ne frega un cazzo se uno viene a dirmi ‘Guarda che sono le sei!’. Mi interessa che le cose accadano quando ne abbiamo bisogno. E per quello non c’è un tempo. Il tempo di Dio non sta certo sugli orologi”.
SUONERAI DAL VIVO CON JOSH, PRIMA O POI?
“Assolutamente. È il mio migliore amico e amo suonare con lui. La nostra (quella di non suonare quasi mai insieme negli Eagles Of Death Metal, ndR) è solo una scelta pratica per far sì che le nostre band possano sopravvivere. Perché lui è una stella e le stelle possono bruciarti, se non stai attento. Io sono stato una lampadina per un po’, e ora sono una stella”.
A PROPOSITO DELLE TUE AMICIZIE. VOLEVO CHIEDERTI QUALCOSA SU UN LIBRO PER IL QUALE HAI DATO UN CONTRIBUTO TEMPO FA, “SEX TIPS FROM ROCKSTARS” (Omnibus Press, 2010). ANCHE LEMMY HA COLLABORATO A QUEL LIBRO, QUINDI VOLEVO CHIEDERTI SE LO HAI MAI INCONTRATO.
“Oh sì. Mi sono drogato un sacco con Lemmy. Un sacco. A me e Lemmy piace la stessa droga: lo speed. E lui ha fatto una delle cose più assurde che ho visto in vita mia, per quanto riguarda le droghe. Aveva questa grossa borsa di speed. Io mi stavo preparando la mia striscia per benino, perché sono molto dandy e voglio che la striscia sia ben tritata, e ho il mio tubicino speciale, e lui era seduto così, con la gamba sul divano e mi fa: ‘Ma che problemi hai?’. Allora prende questo pugnale che aveva con sé, lo infila nella borsa, tira su questa grossa dose di droga e – ham (fa il gesto di infilarsela in bocca. ndR). E io: bleargh (simula un conato di vomito)! È stata la serata più folle della mia vita. Si è mangiato un’ 8-ball (quantitativo corrispondente a circa 3,5 grammi. Una dose “standard” va dai 2 ai 25 mg, ndR) di speed come se fosse stato un fottuto niente. Avrebbe fatto fuori un cavallo, avrebbe fatto fuori un elefante… una scena così non ha prezzo”.
BE’, CI CREDO.
“Ne ho viste di cose strane, in vita mia”.
VISTO CHE SIAMO IN TEMA DI “SEX TIPS FROM ROCKSTARS”, UN SEX TIP PER I NOSTRI LETTORI…
“Ho un paio di sex tip, e tutti e due mi vengono da mia nonna. Il primo: dì a una bella ragazza che è bella e a una ragazza bruttina che ha belle scarpe, e non sbagli mai. E poi mi diceva anche che si prendono più pesci con una rete, che con una lenza. Una lenza è andare da una ragazza e dirle: ‘ehi, baby’. La rete è un’attitudine, è tenere d’occhio tutta la stanza e avere tutto sotto controllo”.
…E UN CONSIGLIO MUSICALE?
“Se sembra un indiano e odora come un indiano, allora non è John Wayne. Tutti sanno com’è fatta la merda, quindi non fare merdate!”.