EARTHTONE9 – Crescita, cambiamento e trasformazione

Pubblicato il 20/08/2024 da

Il ritorno in grande stile degli Earthtone9 con il loro quinto lavoro “In Resonance Nexus” è un’occasione troppo ghiotta per un’intervista, e infatti non ce la siamo fatta sfuggire.
Nuovamente in carreggiata con il loro suono unico dalle svariate influenze alternative metal, post-harcore, post metal, progressive, noise e nu, gli inglesi hanno confezionato un lavoro al contempo devastante e orecchiabile, duro ma ricco di melodia, in grado di soddisfare gli appetiti sia della vecchia guardia che delle nuove leve.
Ancora oggi, come in passato, colpisce la capacità del gruppo di Nottingham di mantenere un approccio estremamente personale alla musica pesante senza mai risultare dispersivi, astrusi o cervellotici: il suono è sempre coeso, e pur rimanendo incatalogabili, le loro canzoni risultano sempre immediatamente riconoscibili.
Anche grazie alla voce squillante e potente, che non ha perso un briciolo dell’intensità dei tempi d’oro, di Karl Middleton, che abbiamo raggiunto per questa intervista. M
usicista esperto e appassionato, abbiamo cercato di stuzzicarlo con argomenti in grado di innescarlo a dovere.

CIAO E BENTORNATI! PUOI SPIEGARCI IL PROCESSO CREATIVO DEGLI EARTHTONE9? PARTITE SEMPRE DALLA COMPOSIZIONE DEI RIFF O USATE APPROCCI DIFFERENTI? È STATO LO STESSO PER L’ULTIMO ALBUM O AVETE CAMBIATO QUALCOSA COL PASSARE DEGLI ANNI?
– Generalmente iniziamo con i riff. Per un paio di nuove canzoni siamo partiti da accordi di chitarra e una melodia vocale. “In Resonance Nexus” è stato scritto nei nostri studi privati, mentre i precedenti album erano stati composti in sala prove.
Stavolta Owen, Joe ed io ci siamo incoraggiati a vicenda a concentrarci sugli aspetti che più ci interessavano – e questo è il motivo per cui l’album è uscito così pesante e aggressivo, ma con un sacco di melodia.

SU QUALI TEMI VI SIETE CONCENTRATI NEI TESTI DELLE VOSTRE NUOVE CANZONI? C’È QUALCOSA DI ASSOLUTAMENTE NUOVO NELL’ULTIMO ALBUM CHE TI PREME MENZIONARE?
– Sto percorrendo lo stesso cammino di sempre. Sono interessato al cambiamento, alla crescita e alla trasformazione in termini personali e sociali. Sono anche appassionato di storia e miti.
Alcuni testi sono delle osservazioni su queste tematiche, altri sono commenti a situazioni particolari, altri ancora sono figurativi o allegorici.

COSA HA PORTATO JAY WALSH ALLA BATTERIA AL POSTO DEL MEMBRO DI LUNGA DATA SIMON HUTCHBY? È STATO DIFFICILE TROVARE UN SOSTITUTO ALL’ALTEZZA?
– Jay è il nostro batterista per i live, mentre Jase Bowd dei Bullet For My Valentine ha suonato sulle tracce dell’album.
Stiamo lavorando con Jay ora, provando per i prossimi concerti, ed è una bestia! Jase è un batterista metal di livello superiore e Jay sta suonando le sue partiture con assoluto successo. La batteria su “In Resonance Nexus” è più metal che rock e questo ha davvero aggiunto intensità al nuovo materiale.

LA TUA VOCE È ANCORA POTENTE COME AI VECCHI TEMPI, QUAL È IL SEGRETO?
– Grazie! Canto un sacco e curo la mia voce, che è cambiata con il passare del tempo. Ho riscoperto l’amore per il cantato aggressivo, è qualcosa di viscerale.

CREDI CHE I CAMBIAMENTI STILISTICI TRA I VOSTRI ALBUM SIANO STATI UN PROCESSO NATURALE? PENSI CI SIA UN FILO CONDUTTORE CHE LEGA TUTTI I VOSTRI DISCHI?
– È fisiologico di sicuro. Abbiamo sentito il bisogno di tornare a suonare musica pesante e abbiamo voluto incorporare ancora più ritmo e ferocia, e canalizzare un po’ dell’energia dei gruppi che amavamo in gioventù, come i Testament o i Carcass.
Ci sono certo scelte musicali che facciamo, sia intenzionalmente che inconsciamente, che fanno suonare gli Earthtone9 come suonano. Sento che il nostro modo di comporre si è evoluto nel corso degli anni e ci sono elementi che abbiamo sperimentato per un periodo e poi abbiamo deciso di abbandonare. Penso che “In Resonance Nexus” raggruppi tutte le ere degli Earthtone9, ma con maggiore intensità e melodia.

QUALI MUSICISTI, ARTISTI O IDEE VI HANNO ISPIRATO MAGGIORMENTE LUNGO LA VOSTRA CARRIERA? C’È QUALCHE FONTE DI ISPIRAZIONE CHE RITIENI PERFETTA E SEMPRE VALIDA? QUALI SONI I GRUPPI CHE PIÙ VI HANNO ISPIRATO QUANDO AVETE INIZIATO E QUALI CONTINUANO A ISPIRARVI? ALCUNI SONO RIMASTI GLI STESSI?
– Spesso gruppi o artisti che mi ispirano di più hanno poco a che fare con il nostro genere musicale. Sono attratto dagli artisti indipendenti e fuori dagli schemi che hanno una forte identità musicale e un grande carisma: Nick Cave, P.J. Harvey, Behemoth, Wolves In The Throne Room, Fugazi, Voivod, Nine Inch Nails, Mumford & Sons, Devin Townsend. Credo che Opeth, Neurosis e Converge abbiano tracciato il loro percorso in modo interessante e con integrità nel corso degli anni.
Quando abbiamo iniziato, eravamo eccitati dal metal moderno, dal nu metal, dal rock e dal metal alternativo. Penso che stessimo esplorando il territorio musicale che Deftones, Tool e Korn avevano appena tracciato, inserendoci influenze di Faith No More, Helmet, Shihad, Quicksand, Monster Magnet e Kyuss. Ai tempi ero veramente preso da Bloodlet, Integrity, Kiss It Goodbye, 16, Shai Hulud e Turnoil. Ascolto ancora un sacco questi gruppi, mentre non molto quelli nu metal di metà anni Novanta. Forse li ho ascoltati troppo ai tempi (risate, ndr)!

GUARDANDO INDIETRO ALLO SCIOGLIMENTO DEL 2002, QUALI SONO LE VOSTRE IMPRESSIONI? PENSI CHE AVRESTE POTUTO FARE QUALCOSA PER EVITARLO?
– Lavoravamo veramente duro ed eravamo nei nostri vent’anni. Credo che siamo semplicemente giunti all’esaurimento e ci siamo disamorati degli Earthtone9 e del fare musica insieme.

COSA PERNSI DELL’ARC’TAN’GENT FESTIVAL? NON È PROPRIO UNA COSA DI TUTTI I GIORNI PER UN GRUPPO AVERE UN FESTIVAL CHE PRENDE IL NOME DA UN PROPRIO ALBUM!
– È incredibile per noi! È un gran festival, ogni anno la scaletta è meravigliosa. Ci abbiamo suonato nel 2013 e siamo entusiasti di suonarci di nuovo quest’anno.

DAL TUO PUNTO DI VISTA, QUALI SONO STATI I PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL MONDO DEL METAL DALLA FINE DEI NOVANTA A OGGI? C’È QUALCOSA NEL PANORAMA MUSICALE ODIERNO CHE VERAMENTE NON AVRESTI MAI PREVISTO AI TEMPI? LE TUE RELAZIONI CON IL METAL E L’HARDCORE SONO LE STESSE O PENSI CI SIA ANCORA QUALCOSA DI DIVERSO TRA QUESTE DUE SCENE?
– La struttura dell’intera industria musicale è cambiata. I social media hanno stravolto le regole del gioco. Non avrei mai immaginato ai tempi che tutto sarebbe cambiato così velocemente e in modo così drastico.
Penso ci sia ancora un significativo crossover tra metal e hardcore in termini di autenticità e comunità. Il metal sembra essere ancora legato più allo spettacolo e alla finzione, mentre l’hardcore è generalmente più radicale e ben piantato nella realtà.

QUALI SONO LE TUE IMPRESSIONI SULLA MUSICA METAL IN INGHILTERRA OGGI?
– Se mi avessero detto nel Duemila che gli Iron Maiden sarebbero rimasti uno dei gruppi più grandi del pianeta, non ci avrei mai creduto. Il metal è diventato un genere multigenerazionale ed è qualcosa di molto positivo.
Sono anche stupito e felice che molti gruppi stiano raggiungendo il successo e diventando dei ‘gruppi da stadio’: parlo di While She Sleeps, Architects, Bring Me The Horizon, Sleep Token. Ti fa sentire come se non ci fossero più limiti.
Quando siamo usciti, i riflettori erano puntati sui gruppi statunitensi e sembrava ci fosse un soffitto di cristallo per le band del Regno Unito; il gruppo più grande erano i Pitchshifter e al tempo suonavano davanti a mille, duemila persone al massimo.

QUALI SONO I TUOI DESIDERI PER IL FUTURO? AVETE QUALCHE PIANO PARTICOLARE PER I PROSSIMI MESI?
-Riconnetterci con i vecchi fan, raggiungerne di nuovi, suonare grandi show con i nostri idoli musicali e con i gruppi che sono cresciuti ascoltandoci. Vogliamo interconnessione, comunicazione, celebrazione e bellissimi momenti a tutto tondo.

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