Eroi o buffoni? Viene spontaneo chiederselo quando si parla degli Edguy. Un po’ perché in questo album e in questa intervista parlano di coraggiosi eroi del popolo e poi in copertina mettono il solito giullare impegnato in una grassa risata, oppure perché, pur essendo considerati paladini di un particolare modo di fare un heavy metal molto melodico, riescono sempre a strapparti qualche risata con i loro siparietti o le loro risposte divertenti. Insomma, eroi o buffoni, certamente gli Edguy si stanno ritagliando ora la fetta di fama che gli spetta, dopo anni di concerti e album sempre di ottimo livello, e il nuovo “Age Of The Joker” non può che confermarci questo pensiero. In questa intervista parliamo un po’ proprio dell’album con due membri della band tedesca, Jens e Tobias. Sentiamo che hanno da dirci i due simpaticoni…
PRIMA DOMANDA: RICORDO UNA DATA, A MILANO, IN OCCASIONE DEL GODS OF METAL 2009, NELLA QUALE ANDAVI DICENDO AL PUBBLICO: “QUESTA E’ UNA CANZONE HARD ROCK DALL’ULTIMO ALBUM” E “QUESTA E’ UNA METAL SONG DAL VECCHIO REPERTORIO”. E’ NORMALE CHE CI CHIEDIAMO DA CHE PARTE CADA L’ULTIMO VOSTRO LAVORO…
Tobias: “Be’, ma quelle frasi le avevo dette di proposito per stuzzicare il pubblico! Il fatto è che ci sono fin troppe persone che sono soliti distinguere tra due presunti aspetti del sound degli Edguy. L’aspetto ‘heavy metal’ e l’aspetto ‘hard rock’. Ma, vedi, io non ho mai voluto distinguere questi due lati del suono degli Edguy! Noi siamo sempre stati la stessa band, con lo stesso tipo di canzoni, in ciascuno dei nostri album; e penso che anche quest’album rappresenti ancora di più la varietà del range compositivo degli Edguy. E’ un album veramente melodico, davvero diversificato… possiede delle melodie molto cantabili, alcune parti davvero heavy, tantissimi riff diversi… è per questo motivo che giocavo su questa classificazione. Perché so che molta gente distingue tra questi due aspetti… che sono poi esattamente la stessa cosa!”.
Jens: “In realtà io non capisco nemmeno perché facciano questa distinzione. Non penso che ci sia poi tutta questa differenza tra hard rock ed heavy metal. Nel senso… l’uno inizia dove finisce l’altro, è come se il secondo fosse l’evoluzione di tutte le innovazioni apportate dal primo. Non credo quindi che ci sia una differenza così netta. Entrambe le correnti sono considerabili come generica ‘musica rock pesante orientata alle chitarre’ (‘Guitar Orientated Heavy Rock Music’ nelle parole di Jens, ndR). Non è così immediato per me distinguere tra questi due generi”.
MA QUINDI, QUELLE FRASI VOLEVANO ESSERE UNA VERA PROVOCAZIONE RIVOLTA AI FAN?
Tobias: “Mah, non proprio una provocazione… forse più un gioco, uno scherzo”.
PARLANDO DI “AGE OF THE JOKER”, E’ CERTO CHE ESSO POSSIEDE UNA VERA PROPENSIONE PER OTTIME MELODIE. CI PARLI QUINDI DELL’IMPORTANZA CHE L’ASPETTO MELODICO RIVESTE SU QUEST’ALBUM?
Tobias: “Noi abbiamo sempre tentato di scrivere canzoni che risultassero facilmente memorizzabili. Alle volte questo viene meglio alle volte meno. Comunque anche io in generale penso che si tratti di un album molto melodico, ma questa è una caratteristica propria del mio modo di scrivere canzoni. E’ veramente ‘melody oriented’ potremmo dire. Cerco sempre di scrivere delle belle melodie perché lo trovo importante, e talvolta succede che alcune canzoni mi vengono più memorizzabili di altre. Su quest’album sicuramente è stato fatto un ottimo lavoro, le melodie sono straordinarie!”.
LA FIGURA DEL JOKER E’ TORNATA SULLA COPERTINA DELL’ALBUM, MA NON LO METTETE SEMPRE. NON E’ COME EDDIE DEGLI IRON MAIDEN, LA SUA PRESENZA SUI VOSTRI ARTWORK E’ INCOSTANTE. QUANDO DECIDETE SE IL JOKER SARA’ PRESENTE O MENO?
Jens: “Ogni album lo lavoriamo separatamente, senza pensare troppo ad una continuità con quelli vecchi. Quindi non abbiamo mai a priori un idea se il joker sarà o meno sulla copertina. Quando l’album è finito lo ascoltiamo e abbiamo subito la sensazione se la presunta mascotte della band dovrà o meno essere presente. Questa volta ci sembrava giusto che al centro della scena ci fosse lui. E poi… basta leggere il titolo dell’album! Avevamo forse altra scelta? (ide, ndR)”.
VORREI PARLARE DELLE CANZONI NELLO SPECIFICO. “ROBIN HOOD” E’ DAVVERO BELLA! PERO’ MI CHIEDEVO COME MAI L’AVESTE POSTA IN APERTURA DELL’ALBUM, VISTA LA LUNGA DURATA E IL MINORE IMPATTO RISPETTO A CANZONI COME “BREATH” O “THE SECRET GUILD”. NON ERA MEGLIO INIZIARE CON UNA PIU’ CLASSICA SPEED SONG?
Jens: “Mah, non sono d’accordo. La prima canzone dell’album non deve necessariamente essere una canzone veloce o diretta. A noi piaceva semplicemente il fatto di come la canzone cresca, di come si evolva dall’idea iniziale fino al climax del ritornello e all’epica parte centrale… L’abbiamo ritenuta adattissima come opener, tutto qui”.
A PROPOSITO DELLA PARTE CENTRALE EPICA, SBAGLIO O E’ INFLUENZATA DAGLI IRON MAIDEN DELLE SUITE QUALI “SEVENTH SON OF A SEVENTH SON” o “TO TAME A LAND”? LA PROGRESSIONE DI BASSO E’ IDENTICA, E ANCHE IL TONO DEL NARRATO, CON LE TASTIERE A SFONDO, RICORDA MOLTO QUEI PEZZI… COINCIDENZA O TRIBUTO?
Tobias: “Questa canzone è in effetti il nostro tributo ad un certo modo di fare heavy metal. ‘Swashbuckler metal’ potremmo chiamarlo. E quindi è indirettamente anche un tributo agli Iron Maiden, che tanto hanno prodotto in questo senso. ‘Robin Hood’ può essere considerato come un misto tra una parodia e l’omaggio ad un genere, restando però comunque una canzone indipendente e dotata di una sua fisionomia. Ti spiego meglio: nella musica, specialmente nell’heavy metal, sono molte le band che hanno la tendenza a dedicare alcune loro canzoni ad una singola figura eroica ed a narrarne le gesta. Odino, Alessandro il Grande… sono tutti esempi di ciò, e questo avviene perché il metal ha bisogno di figure del genere, eroiche, delle quali parlare con la propria musica. E noi ci siamo chiesti: ‘Come mai nessuno ha mai fatto una canzone su Robin Hood? Voglio dire, è strano! E’ il RE degli eroi di questo tipo!’. Abbiamo quindi cominciato a scrivere delle liriche, ottenendo inizialmente una canzone molto seria ed epica. Ma c’erano comunque troppi elementi che risultavano divertenti o addirittura comici, e quindi abbiamo spinto sia il concetto che le liriche un po‘ oltre, e siamo finiti per fare una versione di Robin Hood quasi alla Spinal Tap. Poi, come dici tu c’è sicuramente l’influenza degli Iron Maiden, che noi adoriamo, e quindi possiamo dire che è anche un tributo a loro oltre che alla musica dedicata agli eroi”.
CI PUOI PARLARE DI “PANDORA’S BOX” E DELLA SUA STRANA PARTE COUNTRY INIZIALE? LA CANZONE SI EVOLVE POI IN UN RITORNELLO ANCORA UNA VOLTA MELODICO E 100% EDGUY…
Jens: “Quando ci siamo trovati in sala per provarla, Toby mi aveva detto che aveva un suono ben specifico in mente, ma nessuno avrebbe potuto immaginare con quale tipo di strumento sarei finito a suonare per creare quello specifico suono presente nella parte iniziale. Ho usato uno strumento a corde che può quasi ricordare una chitarra, ma l’unica cosa che ha in comune con essa è il fatto di avere sei corde. Per il resto l’accordatura è completamente differente, e la si suona tenendola appoggiata in grembo, come se fosse una tastiera. E’ stato veramente divertente provare a registrare la canzone usando questo strumento così diverso! A noi è sempre piaciuto usare suoni di chitarra diversi nei nostri album, ma questa è’ stata una bella sfida. Bisognava fare qualcosa che non si era mai fatto prima, per inciderne una parte intera e portante, non solo qualche suono”.
“BREATHE” E’ INVECE SIMILE A QUANTO PRODOTTO DA TE, TOBIAS, CON GLI AVANTASIA. PENSI CHE L’ESPERIENZA COSI’ IMPORTANTE CON AVANTASIA ABBIA INFLUENZATO IN QUALCHE MODO IL TUO MODO DI COMPORRE MUSICA PER GLI EDGUY?
Tobias: “Sì e no. Il mio stile compositivo è, e penso sia sempre stato, il medesimo. Ovvero, come ti dicevo prima, qualcosa di orientato verso la scelta di buone melodie e di un certo tipo di metal sound. Ma l’esperienza Avantasia mi ha cambiato davvero tanto come performer. Voglio dire, quando canti affianco a nomi come Jorn lande o Andre Matos, tu impari molto da loro. Come scrittore sono quindi sempre rimasto fedele al mio stile, ma l’esperienza e il miglioramento nell’esecuzione mi danno un bagaglio più ampio di opzioni con le quali lavorare. E’ tutta esperienza, che mi arriva sia dagli Edguy che dagli Avantasia, e che io rielaboro nel mio personale modo di comporre”.
CAMBIANDO CANZONE E ANCHE TEMA… SIETE SEMPRE STATI UNA BAND SIMPATICA ED UN PO’ IRRIVERENTE, MA NON PENSI CHE STAVOLTA LA GENTE AI CONCERTI NON SARA’ FELICE DI SENTIRTI DIRE LORO: “WHAT THE FUCK, SUCK MY COCK, I’M TWO OUT OF SEVEN”, COME IN EFFETTI CANTI IN QUELLA CANZONE?
Tobias: “Mah, in realtà spero che un sacco di ragazze siano più che felici di sentirmi dire loro: ‘Suck My Cock…’; ma chissà, magari mi sbaglio (grasse risate da parte di tutti i presenti, ndR)… Seriamente, questa song ha un messaggio specifico, ovviamente negativo, diretto ad una specifica frangia di giornalisti. No, dai, non fraintendermi, non parlo del tuo giornale (sorride, ndR), ho alcuni nomi ben specifici in mente. Bisogna sempre distinguere in categorie… ci sono persone che fanno questo lavoro perché amano la musica, sono veri fan, e quindi vogliono vivere la loro passione più da vicino facendo i giornalisti; ma ce ne sono alcuni che scrivono solo perché hanno un bisogno patologico di attenzioni, e per ottenerle trovano più facile scrivere cose brutte sulle band, o addirittura offenderle. Poco importa se in risposta ottengono un flame di commenti sia positivi che negativi, hanno l’attenzione che volevano. Questa canzone è dedicata a questa seconda categoria di persone”.
ORA VORREI FARVI UNA DOMANDA CHE PONGO A TUTTE LE BAND PROVENIENTI DAGLI INIZI DEGLI ANNI NOVANTA. LA DOMANDA VIENE DA UN DISCORSO CHE FACEVOTEMPO FA CON OSCAR DRONJAK (HAMMERFALL) A PROPOSITO DEL BILL DEI FESTIVAL ESTIVI. LUI E’ CONVINTO CHE ORMAI I VECCHI NOMI (SKORPIONS, ACDC, IRON MAIDEN, JUDAS PRIEST) ABBIANO GIA’ AVUTO LA LORO FETTA DI STORIA SU QUEI PALCHI, E CHE ADESSO I TEMPI SIANO MATURI PERCHE’ BAND COME GLI HAMMERFALL, O GLI EDGUY APPUNTO, SI PRENDANO IL LORO POSTO DA HEADLINER A QUESTI FESTIVAL. VOI COME VEDETE QUESTA SITUAZIONE?
Tobias: “No, non sono d’accordo. La musica non è come il football. Tu puoi dire che un giocatore bravissimo ad una certa età è meglio che si ritiri per lasciare posto ad un nuovo giocatore più giovane con più forze, ma non nella musica. Ci sono troppi fan delle band che hai detto tu che vogliono ascoltare la loro musica e quella di sicuro non invecchia. Queste band non saranno in giro per sempre, ma finché ci sono ha senso che suonino per i loro fan, che sono tantissimi. E’ stupido che ci mettiamo a dire ‘non è giusto, dovremmo essere noi gli headliner’, perché tutta questa faccenda è solo una questione di ciclo naturale. Un giorno queste band finiranno di suonare, noi ne saremo veramente tristi come fan, ma quel buco dovrà essere riempito da qualcun altro. E allora forse toccherà alle nostre band. Io capisco perfettamente quello che dice Oscar, ma non la metterei così dura”.
Jens: “Anche io non vedrei così netta la questione. Alla fine, ha ragione Oscar nel pensare che ci sia un gap troppo ampio in termini di anni tra quelle band e altre che potrebbero fare da headliner, ma questo gap c’è pure per quanto riguarda i fan o le vendite dei dischi. Gli AC/DC vendono qualche migliaio di volte le copie dei nostri dischi, e in tutti gli anni che hanno suonato la loro musica, hanno ispirato anche tutte le band che sono venute dopo. Secondo me è giusto che le band con una storia maggiore, finché ci sono, si prendano le luci dei riflettori”.
Tobias: “Senza considerare che, se per assurdo gli Edguy suonassero in scaletta dopo gli AC/DC, a parte che mi sentirei in colpa, ma avrei probabilmente anche la brutta delusione di vedere una frotta di fan andarsene via dopo lo show degli AC/DC e non restare al mio. Non sarebbe per nulla una bella scena. Sì, sono convinto, è giusto che loro siano gli headliner, ed è anche meglio per le band come le nostre”.
UN’ULTIMA DOMANDA… COMPLIMENTI A JENS PER GLI ASSOLI. CE NE SONO DI STUPENDI IN QUEST’ALBUM. COME VEDI IL TUO LAVORO SU “THE AGE OF THE JOKER”? NE SEI SODDISFATTO?
Jens: “Ti dirò, non sono mai andato così impreparato in studio come questa volta. A me piace andare in studio con le idee chiare su cosa dovrò suonare e su come sarà fatto un assolo piuttosto che un riff, ma soprattutto negli ultimi album, tante cose sono cambiate proprio mentre le si registrava. Cercavamo un suono che fosse il più possibile organico, spontaneo, che suonasse come se la band stesse registrando tutta assieme, contemporaneamente. Alla fine, ho solo suonato per come mi diceva l’ispirazione, preparando solo le linee generali delle canzoni, controllando ovviamente che il tutto filasse come doveva. Forse l’aspetto migliore del mio lavoro stavolta è proprio la spontaneità”.